domenica 21 agosto 2011

IN CHE MANI SIAMO...

Carlo Biancheri


Più volte i lettori del blog si sono chiesti in che mani siamo..., chi ci governa... ed è gran tempo di formulare qualche riflessione sul punto.
Per esprimere la nostra valutazione, intendiamo prendere in considerazione chi ha un qualche peso nella vita pubblica del Paese e, quindi, innanzitutto il Governo, la rappresentanza parlamentare, opposizione inclusa, le istituzioni sopranazionali come l'UE e la Chiesa cattolica.

I nostri governanti
L'economista  Roubini in un'intervista per il “Washington Post” e “Repubblica” (19 Agosto c.a.) ad una domanda riguardante la crisi economica in atto del tipo: Ma in tutto ciò dove sono i saggi dell'economia?... Oggi chi c'è? così risponde: “...i Paesi economicamente più avanzati hanno Governi deboli... Negli Stati periferici dell'Eurozona i Governi minoritari di Portogallo e Spagna potrebbero finire per perdere l'accesso ai mercati. In Italia c'è un buffone come Silvio Berlusconi...”.
E tanto basti. Buffone, perché?
Per le scelte compiute in circa diciassette anni di partecipazione alla vita pubblica tutte rivolte al suo personale tornaconto e non certo al bene del Paese; per gli scandali, le chiacchere inconcludenti; per la perenne vacuità delle proposte quando formulate, spesso smentite a breve distanza ('sono stato frainteso'...); per gli interventi circensi in sede internazionale del tutto privi di valore aggiunto (anzi indecorosi per il Paese nelle forme, più consone ad un ambiente da balera...), non fondati sulla necessaria conoscenza degli argomenti in discussione. L'esito è visibile: persino in ambito UE siamo considerati meno della Spagna, paese  più piccolo del nostro, in termini di importanza economica. Vale per lui, vale per i Ministri del suo Governo. Giusto a mo’ d'esempio, sono famose a Bruxelles le filippiche del tributarista Tremonti sulla filosofia del libero scambio per nulla conferenti con i punti dell'ordine del giorno dei Ministri Ecofin. Nella filosofia 'piduista', dove l'organizzazione è fortemente strutturata e gli adepti controllati, ciò che è fondamentale è il rispetto maniacale delle  procedure..., a tutto scapito dei contenuti, naturalmente. Il popolo dei  libertini (...) si guarda bene dall'assumere iniziative ma si impegna a seguire le regole del Capo. Un quadro che ricorda il ben noto ' Duce, conduci'...
E che dire del Bossi che ha completamente sganciato il linguaggio dal reale, dalla corrispondenza tra parole e cose? Non come D'Annunzio o Marinetti... ma in un soliloquio degradante di difficile comprensione, data la malattia, condito di parolacce ed insulti (da ultimo 'nano veneziano' o 'stronzo'...) destinato ad un elettorato che si è stancato delle chiacchere da Bar Sport perché la situazione si fa sempre più dura (senza riferimenti alle durezze più volte proclamate dal Bossi stesso). E il dentista Calderoli? Come fa ad avventurarsi in questioni complesse come la semplificazione normativa o la crisi economica...? Parla di pensioni, di tagli su quale base? Uno che per anni si è dedicato alla medicina e ai denti, i primi rudimenti di Economia e Diritto quando li ha appresi? Alle scuole serali? E potremmo continuare così, col già responsabile dei giovani Lombardiani, Cicchitto, nell'allora PSI, la posizione più a sinistra, convertito dal succitato Conducator nella Loggia P2 o l'ex radicale Quagliariello, tuttologo, esperto di De Gaulle (!) ma divenuto sostenitore dei valori non negoziabili (che vuol dire... non quotati in borsa?) insieme agli atei devoti.
Una commedia all'italiana o forse un circo alla Fellini con 'nani e ballerine'..., come si diceva al tempo di Craxi. Appunto Craxi, la telenovela nasce lì.
Era un ausiliare di Nenni, certo non preparato come De Martino o Lombardi nel PSI. Tirò fuori Garibaldi, forse in un revival massonico, ed ebbe l'idea di combattere la 'balena bianca' (leggi DC) con i suoi stessi mezzi, vale a dire la corruzione ed il nepotismo, ma in modo molto più spregiudicato, se possibile... Da Presidente del Consiglio favorì gli 'amici', tra cui l'ex cantante sulle navi da crociera che poté avere le sue frequenze su Canale 5, da dove inondò gli italiani dei film porcheria del magazzino MGM, rilevato a seguito dello scandalo Parretti/Crédit Lyonnais, premessa per la politica spettacolo, di tipo piazzistico: 'paghi due, prendi tre...'. Sempre in era craxiana, ci fu anche BNL Atlanta, allora era presidente Cantoni, ora Pdl... E 'Tangentopoli'...: fine della storia. Gli orfani del Craxi e di Gelli si ritrovarono come un sol uomo alla creazione di Forza Italia: furono bravissimi a conciarla per le feste, l'Italia.
Adesso, tutta questa gente non sa che pesci prendere perché è travolta dai mercati finanziari ogni mattina e con loro noi... Eppure non cedono: basta vedere la sicumera del giovane avvocato Alfano, beddu di mamma, che serissimamente disquisisce su possibili mediazioni con la Lega (dei...) sulle pensioni piuttosto che sui tagli agli enti locali o sull'aumento di un punto dell'IVA che potrebbe avere effetti recessivi: è esattamente come se voi vi sedeste sulla poltrona del dentista o nello studio di un chirurgo e veniste a conoscenza che colui che deve curarvi si è occupato fino al giorno prima di idraulica... In queste mani siamo... Chi li ha votati?

...e la rappresentanza parlamentare
Se il Governo non va bene almeno in Parlamento avremo degni rappresentanti che ovvieranno alle sue deficienze.
Sembra che Scilipuoti, Straquadanio o uno con piglio  intellettuale... come Gasparri corrispondano alla media 'statura' degli eletti/cooptati. Né c'è da brindare con l'opposizione. Il segretario del PD, umore sul dimesso, vola basso e  ha aspettato più di un anno per capire che l'opposizione si fa con le proposte, le sole in grado di svelare l'inconsistenza altrui. L'economia affidata ad un perenne 'assistente' (di Andreatta...) Letta, che non sembra prenderci molto e che non conosce affatto i mercati finanziari. La Bindi, di professione cattolica (ma non può mica esser un piedistallo!) che sembra limitare le proposte alla correttezza personale o al metodo... (Cartesio va alla grande... con le sue false geometrie). Degli altri non facciamo menzione perché il difensore delle famiglie Casini (gli piacciono perché ne ha più d'una), doroteo da sempre... cioè pronto a mediare anche con Mefistofele, non si sa come la pensi: è disposto anche a sostenere le proposte ragionevoli (?) del Conducator; né Di Pietro  (Scilipuoti non lo aveva scelto lui?), novello barone di Munchausen, con scarsissime proposte.

...le istituzioni sovranazionali
Meno male che c'è la UE, direte, che ci impone  di esser più seri...
Veramente abbiamo, come ha ricordato sulla stampa oggi Prodi, una Commissione indebolita con a capo un portoghese messo lì a bella posta per contar poco e rispondere a Germania e Francia, prima di tutto: si nomina uno di uno Stato piccolo perché non abbia forza sufficiente di proposta e di governo. A seguito del Trattato di Lisbona c'è ora un Presidente del Consiglio Europeo, che dura in carica a lungo, il belga Van Rompuy, ma... ricorda tanto Mr. Bean... e per parlare guarda prima la Merkel e Sarkozy per capire se gli è concesso... Poi c'è Mr. Euro, Junker lussemburghese...: lo sapete che gli abitanti del Lussemburgo sono meno di cinquecentomila, stranieri inclusi? Il sindaco di una media città italiana è come il Granduca...
Della Merkel e Sarkozy abbiamo già parlato. Il loro background di provenienza da un  Paese dell'Est, lo abbiamo già detto in questo blog, costituisce una palla al piede. In questi Paesi occorrerà ancora una generazione per imparare  a rispettare ed interiorizzare il valore della norma e comprendere che i rapporti di ogni tipo (commerciali, professionali, personali) non possono esser esclusivamente basati sulle relazioni. Non hanno chiaro il loro futuro, questi Paesi, sono ancora sotto shock (con l'eccezione, forse, della Polonia...) per il retaggio di sistemi dove bisognava obbedire e basta e dove il proprio destino, programmato e controllato  (i capi caseggiato schedavano tutti) era a rischio ad ogni istante... In Bulgaria ricordo che un interprete professionale mi raccontò che per anni non riusciva a trovare lavoro perché denunciato da suo padre... e non era insolito quanto accaduto a lui... Come volete che la Merkel, pugnalatrice di Kohl che l'aveva creata, abbia una visione europea? Cerca di mediare a livello nazionale nei vari Laender di una Repubblica che è federale sul serio. Forse la serietà della situazione rappresenterà un'opportunità in ambito europeo ma non si vedono leader all'orizzonte del calibro di Schuman, Monnet in grado di gestire.

...e la Chiesa
Si è sempre detto che la Chiesa in Italia ha esercitato un compito di supplenza nei confronti di un potere politico inadeguato. Dopo un trentennio di papi stranieri che si sono disinteressati alla Chiesa italiana, lasciandola alla gestione di un Ruini e facendo largo spazio ai movimenti che rappresentano una frattura, col loro attivismo, con la ricchissima tradizione della Chiesa in Italia, abbiamo al vertice dell'istituzione una gerarchia di burocrati.
Il meeting della GMG di Madrid se manifesta senz'altro un'esigenza ed una ricerca interiore nei giovani è anche carico di ambiguità per la dimensione di effimero e di sensazionale. I giovani intervistati mettevano l'accento sulla contentezza di esser insieme a coetanei di tutto il mondo, come in un qualsiasi altro raduno...
Da Madrid il Presidente della Conferenza episcopale italiana, l'arcivescovo di Genova Bagnasco, ha dato consigli tecnico-politici su come deve articolarsi la manovra del Governo.
Non lo sentiamo parlar spesso del 'Signore poverello', come Lo chiama Francesco piccolino. Ci viene in mente quel personaggio  nel racconto The displaced person della grande Flannery O' Connor che, sentendo parlare di Cristo,  nel contesto di una conversazione, era così imbarazzato come se  gli avessero parlato dei rapporti sessuali di sua madre! Dunque i vescovi italiani ci elargiscono dotti consigli su come devono organizzarsi i cattolici in politica, indicono anche riunioni per ricostituire la DC..., in perfetto contrasto con la Costituzione conciliare Gaudium et Spes che affida ai laici l'animazione delle realtà create e quindi della politica.
Questa reticenza dei Vescovi a trattare di argomenti spirituali che significa? Non se ne intendono? Cambiano argomento?
Non c'è da attendersi molto neppure da questa parte...

...un consiglio
In un contesto serio come quello che attraversiamo ci limitiamo ai consigli della nonna: cominciamo a mettere nei posti chiave almeno persone competenti e in grado di operare nel contesto internazionale senza esser considerati dei buffoni. Non basta ma è una pre-condizione: il fatto di esser eletti non significa che uno debba prendere il posto di uno scienziato se è un ignorante...
Ma... per ottenere questo è necessario che gli attuali sgombrino... E non sarà facile perché il potere si confonde con il loro 'povero' Io.






11 commenti:

  1. Perché la Merkel è contraria agli eurobond? Se danneggiassero la Germania avvantaggerebbero noi e la Francia?

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  2. Le proposte alternative avanzate da Bersani non cambiano di una virgola l'approccio tenuto finora di fronte alla crisi che è stato e continua ad essere di obbedienza cieca ai diktat dell'Unione Europea, continuando così non c'è via di scampo". Se non si capisce che l'Unione Europea non è la cura, ma la malattia, si continuerà a massacrare la gente e soprattutto i lavoratori dei vari paesi europei per rispondere ai mercati che gestiscono una massa di denaro dieci volte più grande del PIL mondiale e che ovviamente continuano a pretendere nuove immissioni sul mercato di denaro fresco su cui speculare. E' un cane che si morde la coda, continueremo a fare manovre lacrime e sangue e a chiedere prestiti per pagare gli interessi sul debito che crescono ogni giorno di più, ovviamente non intaccando minimamente il debito stesso.
    Non c'è manovra alternativa se non si ragiona in termini di fuoriuscita da questa spirale. Servono azioni decise che rompano davvero con la speculazione, con gli interessi delle banche e i DIKTAT dell’Unione Europea. Per questo la parola d'ordine dello sciopero generale che sarà proclamato domani unitariamente dal sindacalismo conflittuale non può non essere soprattutto contro l'unione europea.

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  3. Non credo che l'uscita dall'UE sia una soluzione. Se l'Italia non fosse uno degli Stati membri che hanno adottato l'Euro avremmo dovuto far fronte a svalutazioni sudamericane (di altri tempi...) e saremmo stati impoveriti dagli attacchi della speculazione cui, da soli, non avremmo potuto far fronte.
    Ciò detto, il problema è come starci nell'UE.
    Certo non nominando un giornalista amico come Vice-Presidente della Commissione, Tajani, con peso specifico pari a zero..., o mandando ministri incompetenti a discutere con i loro colleghi, sempre al corrente degli argomenti.
    In generale l'atteggiamento italico, salvo rare eccezioni, è caratterizzato da un provincialismo e da un'incapacità a vivere e confrontarsi nel quotidiano con stili di vita e contesti culturali diversi dal nostro... Questa è una delle nostre grandi fragilità, unita all'improvvisazione alla furbizia (che usurpa il ruolo dell'intelligenza) ecc...

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  4. Nella discussione sulla manovra, cio' che lascia esterrefatti e' il
    totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani
    sul nostro bilancio della Difesa. E' mai possibile che in questo paese
    nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Oggi
    nessuna guerra e' giusta, ne' in Iraq, ne' in Afghanistan, ne' in
    Libia. E le folle somme spese in armi sono pane tolto ai poveri, amava
    dire Paolo VI. Da cristiani, come possiamo accettare che il governo
    italiano spenda 27 miliardi di euro in armi, mentre taglia 8 miliardi
    alla scuola e ai servizi sociali? E' mai possibile che a nessun
    politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari
    per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai
    cittadini? ... Perche' i nostri pastori non alzano la voce e non
    gridano che questa e' la strada verso la morte? Noi come cristiani
    dobbiamo essere operatori di pace, "pacifici", nel senso etimologico di
    "facitori di pace" e nello stesso tempo dobbiamo evitare che, con
    queste spese militari assurde, si facciano altri soprusi ai cittadini,come quello di tagliare le pensioni di reversibilità...

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  5. Ma cosa ne dice lei, Biancheri,di questo governo che disfa al mattino quello che ha stabilito alla sera? siamo proprio come nella Firenze sbeffeggiata da Dante per i tanto sottili ragionamenti o anche peggio... Ma con un paese tale quale una nave senza nocchiero in gran tempesta, sempre per rimanere a Dante, dove andremo a finire? a naufragare o a infrangerci contro qualche scoglio... Questo governo sembra davvero in preda alla confusione più nera. Come ha fatto a stabilire la soppressione del riscatto degli anni universitari? sapeva bene che ci sarebbe stata una sollevazione dei professionisti, a cominciare dai medici con sei anni di studi. E poi cancella questi provvedimenti cercando di sopperire con la lotta all'evasione fiscale, cosa quanto mai aleatoria, che né questo né i precedenti governi sono stati in grado di fare.

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  6. Se non fosse tragico in ragione del destino di tutti... sarebbe da dire che è grottesco. Lo abbiamo scritto nel blog: l'economista Roubini defisce il Presidente del Consiglio un buffone... Che abbia ragione?
    Sta di fatto che pagheremo a carissimo prezzo un Governo composto da un Presidente del Consiglio che veleggia su altri pianeti, un Ministro come Bossi, capo della Lega sulla cui lucidità non ci pronunciamo, un suonatore di orchestrina che parla come ci si esprime il lunedì al Bar Sport di Varese, Ministro dell'Interno, un dentista che fa l'economista, Calderoli, un ex craxiano che fa il Ministro del Lavoro mirando a danneggiare i lavoratori se possibile... e cercando titoli di merito presso gli imprenditori, un Ministro della Pubblica Istruzione che fa vistosi errori di italiano e sta mandando a carte quarantotto la scuola e, quindi, il nostro futuro, un Ministro per le Politiche Agricole rinviato a giudizio per collusioni mafiose..., un Ministro della Giustizia che non è potuto andare in vacanza in Polinesia coi punti Alitalia, a causa di questa noia della crisi economica che manca poco fa affondare il Paese, un Ministro della Difesa che pensa ad ulteriori interventi militari quando gli italiani non sanno come arrivare a fine mese e qui ci fermiamo per carità di Patria...
    Ma, come diceva Guicciardini, gli italiani si preoccupano solo del 'particulare'...
    Questo sì un destino da tragedia greca...

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  7. Che cosa c’è dietro la crisi?
    Serve un nuovo tipo di cittadino. Responsabile e attivo


    Dietro le crisi di questi tempi si nascondono cose importanti, forse troppo importanti perché se ne parli nei grandi media.
    Innanzitutto è in gioco il significato e il ruolo della democrazia nell’età della globalizzazione. Questa crisi, infatti, è la prima grande crisi dell’economia e della finanza nell’era della globalizzazione: i mercati ormai da un paio di decenni ragionano e si muovono su scala mondiale, e con tempi rapidissimi. È il mondo lo scenario della nuova economia finanziaria, mentre la politica e la democrazia hanno come orizzonte ancora gli Stati Nazione (è anche questa una delle cause di fragilità dell’Europa).
    La logica dei Governi degli Stati è ancora quella pre-globalizzazione, dove i partiti competono per ottenere il consenso attraverso il voto. Di fronte a questa crisi, da una parte ci sarebbe bisogno di risposte politiche globali e veloci, che mancano; dall’altra, i Governi dei singoli Paesi non dovrebbero preoccuparsi di non essere rieletti, ma agire con coraggio per il bene comune, anche oltre il consenso immediato. Ma con gli attuali meccanismi della politica queste scelte sono troppo costose, e dalla Grecia all’Italia i Governi restano impantanati tra veti incrociati al loro interno, ma anche nelle varie componenti della società civile che difendono interessi contrapposti. Le manovre non risultano quindi efficaci perché per non svantaggiare nessuno rischiano seriamente di svantaggiare tutti: l’opposto del bene comune è il male comune. Questa sfida nasconde dunque il bisogno urgente di una nuova politica e di una nuova stagione della democrazia che sia all’altezza della globalizzazione, una stagione che ancora non si intravede.
    C’è poi la grande questione del sistema economico capitalistico. L’economia di mercato è stata una straordinaria invenzione dell’umanesimo civile e cristiano. Ha consentito risultati inauditi per la qualità della vita di miliardi di persone, per i diritti umani e la democrazia. Negli ultimi decenni quell’economia centrata sui mercati reali (scambi di merci e servizi) e sulle persone (imprenditori, lavoratori, banchieri) è stata soverchiata dalla finanza speculativa, virtuale e impersonale, e a fronte di una transazione reale (denaro contro beni) oggi si realizzano decine di operazioni finanziarie.
    Questo capitalismo ultra-finanziario è troppo fragile e rischioso, e non è più capace di mantenere le promesse di sviluppo e libertà che erano alla base della prima stagione dell’economia di mercato.
    C’è allora bisogno di una nuova sintesi, di nuove istituzioni ma – e qui sta la sfida – anche di nuovi cittadini. C’è anche tutto ciò dietro alle crisi di questi giorni: se sapremo cogliere i segnali che ci arrivano dalla storia potremo uscire migliori da questi tempi difficili, ma ciascuno deve fare con responsabilità e serietà la propria indispensabile parte.

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  8. Questo intervento merita qualche considerazione.
    Avendo partecipato in modo attivo per circa venti anni ai lavori UE (sia ai gruppi del Consiglio, sia a quelli convocati dalla Commissione, sia presentando proposte di direttiva a Comitati del Parlamento Europeo), sono arrivato alla conclusione che l'aspirazione di matrice massonica ma anche cristiana di realizzare l'Unione Europea, dotata di un vero mercato interno e in grado di attuare pienamente le libertà del Trattato (libertà di movimento di persone, beni e servizi) richiede ancora molto tempo. Occorrono una prassi ed una mentalità comunitaria, contrastata dalla posizione mercantilistica del Regno Unito e dei Paesi nordici e dalla furbizia dei paesi del Sud, come il nostro, che approvano le decisioni e non le attuano.
    Nel Medio Evo c'era una vera unità d'Europa perché c'era una matrice culturale comune che oggi manca. Forse i mercati costringeranno gli Stati ad un ravvicinamento, per il momento c'è stata una coesistenza armata di interessi in conflitto...
    La classe politica di qualità in Europa non c'è perché la generazione dei cinquantenni è abituata ad una cultura incapace di autocritica: i politici scambiano le loro idee per il reale tout court... e le loro performances come impronta duratura nella Storia. Altro che bene comune, altro che giustizia distributiva e il Bagnasco invece di avventurarsi a dar consigli sulla tattica politica ai cattolici dovrebbe pensare piuttosto a trattar questi temi, se gli sono familiari.
    Sì il capitalismo finanziario, cartolarizzato è stato sovente un imbroglio come lo era, peraltro, il capitalismo monopolistico, giustamente criticato dai marxisti.
    Il problema è quello di dare regole serie al mercato che consentano una effettiva concorrenza (a parità di condizioni..., senza doping) e di farle rispettare. Ma chi lo fa?
    Le regole nessuno le ha volute per anni e quelle che c'erano erano per lo più burocratiche. Keynes diceva che un mercato senza regole è una giungla ed aveva ragione da vendere... I grandi 'players' spesso sono loro a 'fare' il mercato... e chi ci si avventura è una pecora da tosare. Quando l'insider trading non era ancora un reato (in Italia parliamo degli anni '80) i ricchi dicevano: la cosa più importante è quella di avere un buon agente di cambio che dia le informazioni (riservate...)! La simmetria dell'informazione in chi partecipa al mercato è vitale... altrimenti cosa ne sa un poveraccio di quel che vale un bene?
    Da qui bisogna forse partire, approfondendo le cose e trovando i gangli dove si combatte la sopraffazione e il potere del più forte. Maritain costruiva così l'Umanesimo integrale...

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  9. Una domanda sorge spontanea di fronte alle ripetute esternazioni estive sulla lotta all’evasione fiscale e l’obbligo morale di pagare le imposte, provenienti non soltanto dalle più alte cariche dello Stato ma anche dal mondo cattolico. La domanda è questa: è legittimo fare pressioni morali e psicologiche sul contribuente affinché paghi le imposte senza contemporaneamente ricordare l’ingiustizia di uno Stato che chiede allo stesso contribuente la metà dei propri guadagni (il 48, 6% secondo il Corriere della Sera del 28 agosto)? E ancora: è giusto affermare che il contribuente è così tartassato dal fisco perché molti suoi concittadini (in particolare i lavoratori autonomi) non pagano le tasse e contemporaneamente non ricordare che se lo Stato uscisse dagli ambiti che non gli competono (RAI, Poste, Ferrovie, scuola, università) non avrebbe bisogno di così tante entrate? La domanda mi sembra fondata per ogni cittadino e in modo particolare per i cattolici tenuti ad accogliere i criteri di giudizio della dottrina sociale della Chiesa, soprattutto il principio di sussidiarietà che vieta alle società maggiori, in particolare allo Stato, di invadere il campo delle realtà più piccole (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1883). Infatti, ognuno è tenuto a rispettare il principio di solidarietà, cioè a distribuire ai più poveri parte delle sue ricchezze attraverso un’opera di distribuzione che, nel mondo moderno, lo Stato ha attribuito a se stesso. Quindi lo Stato preleva dai cittadini più ricchi per distribuire ai più poveri. Ammettiamo che sia così, anche se fatichiamo a vedere l’equità e l’efficacia di questa distribuzione. Ma perché invece lo Stato non lascia alla società il compito di svolgere questo intervento sociale limitandosi a intervenire quando le realtà private non riuscissero a svolgere il loro compito? Eviterebbe così spese, costi del personale e burocratici, e favorirebbe lo sviluppo di pezzi importanti della società, costretti a prendersi cura di bisogni primari e a rispondere allo stesso Stato delle iniziative svolte. C’è un peccato originale che non si vuole affrontare. Si tratta dell’estensione del potere e dell’intervento sul corpo della società dello Stato moderno, per intenderci quello costituitosi in Italia a partire dalla dominazione napoleonica. Uno Stato che ha preso sotto il suo controllo tutto quello che poteva, facendo invece sempre peggio quello che doveva fare. Ha monopolizzato la scuola e l’assistenza, la cultura e la ricerca, i trasporti e i mezzi di comunicazione di massa, e molto altro ancora. E ha trascurato la sicurezza (polizia e carabinieri), la Difesa, e in generale quei compiti che soltanto lo Stato può assolvere.
    (continua)

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  10. (continuazione del commento precedente)

    Così ha creato una burocrazia elefantiaca che costa troppo. Poi lo stesso Stato, in Italia a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, è stato occupato dai partiti e dai loro bisogni, cioè dai costi sempre crescenti della politica. Ne è venuto fuori un brutto pasticcio, che nessuno può risolvere a breve termine. Un problema antico, quello della "persecuzione fiscale", che papa Pio XII affrontava già il 2 ottobre 1956 ricordando cha accanto al «dovere di ogni cittadino di sopportare una parte delle spese pubbliche», rimane il dovere dello Stato di «ripartire fra essi [i cittadini] soltanto carichi necessari e proporzionati alle loro risorse», e soprattutto denunciava (attenzione siamo nel 1956, prima del centro-sinistra) «l’estensione smisurata dell’attività dello Stato, attività che, dettata troppo spesso da ideologie false o malsane, fa della politica finanziaria, e in modo particolare della politica fiscale, uno strumento al servizio di preoccupazioni di un ordine assolutamente diverso». Un problema ripreso nell'enciclica Centesimus annus dal beato Giovanni Paolo II con la critica allo Stato assistenziale che «intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società […] provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici». Non voltiamoci dall’altra parte, fingendo di credere che il problema sia l’evasione delle tasse. Anche se emergesse tutto il cosiddetto "nero" dell’economia sommersa, anche se improvvisamente i servizi statali cominciassero a funzionare, rimarrebbe il problema dell’ingiustizia di uno Stato che ha occupato settori che non gli competono e che ne fa pagare i costi a una società sempre più impoverita e deresponsabilizzata. “Tanta libertà quanto è possibile, tanto Stato quanto è necessario", diceva un vecchio adagio della dottrina sociale cristiana. Teniamolo presente, non tanto per questa manovra ormai in corso, ma per le riforme strutturali di cui si continua a parlare, senza peraltro vedere alcun risultato. Intervistato da Avvenire il 30 agosto, il Presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi ha detto che «dal 1975 ad oggi in Italia il peso delle imposte sul Pil è raddoppiato» e «nel 1975 il tasso di risparmio sul reddito prodotto in Italia era il 27/28%, oggi è sotto il 5%v. In trent’anni lo Stato ha avuto a disposizione molti più soldi, ma i servizi sono rimasti quelli che vediamo e in compenso le famiglie hanno risparmiato molto di meno. Insieme al crollo demografico, questo è il volto drammatico della crisi che stiamo vivendo da almeno trent’anni. Saremmo contenti se i nostri Pastori ce lo ricordassero il più spesso possibile.

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  11. Noi non siamo persuasi che sia un gran progresso lo smantellamento dello Stato, specie quando le privatizzazioni hanno portato ad uno sfruttamento per la massimizzazione del profitto a scapito dell'interesse generale(v. le concessionarie...). Anche la formazione delle scuole private è stata globalmente scadente, inclusa quella religiosa: hanno al più generato dei conformisti acritici... mentre i cristiani più convinti sembrano esser quelli provenienti dalle scuole pubbliche dove si sono confrontati liberamente con tematiche non improntate all'apologetica... Il problema è quello della gestione dello Stato, al servizio della collettività e non come posizione di potere. Questo suppone una cultura che in Italia non c'è mai stata. Il principio di legalità, enfatizzato all'eccesso da giuristi positivisti in gran parte membri di fraternità massoniche..., ha primeggiato su tutti gli aspetti dell'Amministrazione pubblica, trasformando ogni cosa nel rispetto delle procedure più che sulle scelte e sui contenuti; una struttura gerarchica dove le formiche di livello intermedio, per aver salva l'esistenza..., si ingegnano ad esser il meno creative possibile e rispettose delle istruzioni improvvisate, venute dal vertice della piramide, quello sì 'legibus solutus'. In assenza di meccanismi di controllo intelligenti... anche a livello intermedio c'erano e ci sono piccole 'repubbliche', dove il capetto fa il ducetto (guardate un po' l'organizzazione del lavoro in certi uffici postali, senza con ciò generalizzare...), tanto non c'è sanzione.
    Certo, la pressione fiscale in Italia è demenziale, ma è mai possibile che i controllori siano disarmati di fronte ad un'evasione fiscale mostruosa? Purtroppo lo Stato non funziona ... e non ci sono verifiche se non quelle vessatorie... Come diceva l'amato Manzoni? 'I colpi cascano sempre all'ingiù'..., del resto provato dalla quarta manovra di questo Governo, definito all'estero sui giornali, di buffoni.
    Quanto ai consigli di Gotti Tedeschi e ai suoi sodali dell'opificio(Opus Dei) ne starei alla larga. Sembra che questo signore che ha un ruolo nello IOR in Vaticano ignorasse del tutto la normativa internazionale (UE e non solo...) in materia di anti-riciclaggio e di lotta al terrorismo..., disapplicata in Vaticano, trasformandolo di fatto in uno Stato 'canaglia'. Sembra anche che sia stato un dei principali ispiratori dell'Enciclica dell'attuale papa in materia sociale ed economica, dove emergono sciocchezze quando si tratta di prodotti speculativi: la speculazione non è un male in sé, come il profitto, se benefica per l'economia: il problema sono le norme che la debbono disciplinare ed i controlli che nessuno vuol fare per lo strapotere degli intermediari finanziari, quegli stessi che hanno generato - complici gli Stati, le organizzazioni internazionali (OCSE,FMI)la UE - la drammatica crisi economica (dapprima finanziaria) che viviamo oggi. Nessuno per anni ha imposto norme e ha controllato un bel niente, nell'assunto che il mercato si sarebbe auto-regolamentato e avrebbe prodotto ricchezza: si è ben visto!
    Tante anime belle, che ora fanno gli sdegnati..., cantavano nel coro quando si discusse la direttiva Bolkenstein, così a lungo patrocinata dalla radicale Bonino (...) o la direttiva sul commercio elettronico: il principio era liberalizzare perché avrebbe generato benefici all'economia favorendo la concorrenza, passaporto europeo a tutti... pochi controlli e soprattutto esercitati dal paese di origine del fornitore dei servizi, ovviamente non interessato a controllare un fico secco quando i prodotti erano venduti all'estero...: v. Regno Unito, Lussemburgo, Austria, Irlanda, Paesi nordici, ecc.

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