martedì 26 giugno 2018

LE FROTTOLE DEL SALVINI

Carlo Biancheri

Voi forse ricorderete i cinquecentomila migranti che dovevano esser rispediti nei loro paesi di origine in quattro e quattr'otto e, se non voi, di certo gli sciocchi che hanno votato la Lega o affini.Ebbene sembra che l'intreccio si sia infittito perché il ritorno promesso è più problematico di quel che credesse il soggetto politico di formazione bar Sport di Milano.
L'Italia aveva, in tutta pompa e con la pubblicità costante dei 5S, dando prova di maleducazione e di goffaggine, come rilevato da Juncker, annunciato in tempo reale al mondo il suo piano in ben dieci punti -caspita! - per prendere di petto la questione migrazioni bibliche dall'Africa verso l'Europa. Aveva altresì proposto l'altro  ieri, dicesi l'altro ieri, di istituire centri di identificazione in Libia per bloccare i flussi. Disgraziatamente il Salvini, aduso a non dire le cose come stanno, quando ha illustrato la sua mirabile proposta al Governo, diciamo così..., libico a Tripoli, si è   sentito rispondere in conferenza stampa congiunta(...) dal vice-premier di quel Paese che tali centri sono contrari alla legge libica e che pertanto non  saranno mai realizzati. Credete voi che il Salvini si sia scomposto, essendo stato smentito clamorosamente? Neppure per idea; in conferenza stampa a Roma ha avuto la faccia tosta di sostenere che intendeva insediare i centri al di fuori dei confini libici (...)cioè in Ciàd, Sudan, Mali e Niger, in quanto la Libia,come noi del resto, non deve diventare un imbuto per i migranti!
Al bar Sport sono tutti amiconi e i conti, si sa, si fanno senza l'oste, ma il Salvini, che forse non ha viaggiato al di là della Lomellina  -ah no, è andato con Razzi in Corea del Nord, definita come la Svizzera... -sembra ignorare che da quei paesi, specie dopo la presa di posizione libica, avrà la stessa risposta ascoltata a Tripoli, a meno che non ricopra d'oro i loro capi con i soldi dei contribuenti italiani che pagheranno anche le molte motovedette che verranno inviate a Tripoli entro l'estate -quale uso ne facciano non è dato conoscere...-.
Si sa che il nostro si sente leader e parla a nome dell'Europa,dove è molto popolare...; ha annunciato,infatti, una Conferenza europea in Libia in Settembre per far capire agli altri (leggi europei) che va tutto benissimo in quel paese e che i centri di identificazione sono un modello (sempre Svizzera?). Del resto,a suo dire, con questo nuovo Governo l'Italia è tornata protagonista perché ha formulato una proposta che è stata presa in considerazione al tavolo della riunione informale (!) - dette riunioni sono convocate abitualmente dalla Commissione in preparazione di vertici importanti per avvicinare le posizioni -.Veramente, oltre alla proposta italiana, c'erano quella della Presidenza di turno e quella della Commissione europea e poi quella di Francia e Spagna e, a detta dei partecipanti, quella italiana non aggiungeva elementi di novità dirompenti, salvo cassare la Convenzione di Dublino, quella regalataci proprio dalla Lega (!) a suo tempo. Purtroppo  non ha suscitato l'entusiasmo di alcuno dei partecipanti, tanto che l''Avvocato del popolo' ha confessato ai suoi che aveva tutti contro...Anzi si apprende che il Presidente del Consiglio Tusk avrebbe deciso di togliere dall'odg la questione Dublino che verrà trattata a fine 2019...
Salvini ce l'ha con la Francia,forse per aiutare la sua amica fascista, e lui, proprio lui, ha accusato di cattiveria il Ministro dell'Interno francese che non apre i porti e non lo leva d'impiccio, come ha fatto la Spagna che, però, gli ha dato dell'egoista. Il Ministro francese non è rozzo, fà politica da un pezzo come sindaco di Lione, e si è rifatto al diritto internazionale che naturalmente il nostro neoministro lombardo ignora e che prevede, tra l'altro,  nel caso di soccorso marittimo, la competenza del paese più vicino al soccorso stesso, se il porto di sbarco sia reputato sicuro.
Non pago delle sue bravate che stanno isolando l'Italia in sede europea,come non era mai avvenuto prima,ha avuto la buonagrazia di svillaneggiare nuovamente Macron  a Roma,in visita al papa,chiamandolo  'gentiluomo'...:un vice-Presidente del Consiglio di un Governo incarica che insulta un Presidente di un Paese confinante e del calibro della Francia è roba da angiporto.

La narrativa di questa gente del Governo del cambiamento è inesauribile e quindi l'abilità di girare le frittate continuerà, contro ogni evidenza empirica, fino a quando il Paese tutto intero si prenderà una tranvata come quando voleva spezzare le reni alla Grecia: ma non andò così!




domenica 24 giugno 2018

UN GOVERNO DI DILETTANTI CHE CREERA' PROBLEMI ALL'ITALIA

Carlo Biancheri

Le prime prove del governo, che si autodefinisce  del cambiamento, suggeriscono qualche riflessione.
Il programma/contratto di governo non è realizzabile, perché è semplicemente un imbroglio, confezionato per gonzi in campagna elettorale: non ci sono le risorse.
Si farà qualcosa di simbolico per dar carne agli scontenti che li hanno votati, intervenendo su vitalizi e cosiddetti privilegi (leggi pensioni sopra i quattro/cinquemila Euro), infischiandosene dei principi costituzionali e della certezza del diritto, segnatamente del principio di affidamento, l'aver previsto, cioè, la fine della propria vita in base alle leggi vigenti ed alle aspettative fondate  sull'adagio che pacta sunt servanda: nel periodo peggiore della Rivoluzione Francese la situazione economica del popolo a Parigi non migliorò, anzi, ma proprio per questo si giustiziavano esponenti dell'Ancien Régime, fino ad ottocento al giorno, come dimostrazione... per acquietare i sanguinari e le sdentate tricoteuses, che sedevano e sghignazzavano vicino al patibolo per ogni testa di qualche duca o marchesa che cadeva dalla ghigliottina, vittime ridotte a meri esseri umani, pallidi dinanzi alla morte. Così è per ogni prevaricazione, quando volano gli stracci, dove chi fà giustizia (...) è tronfio e mostra lo scalpo come a dire: vedete, avevo ragione, seguitemi, mentre chi subisce conserva un'infinita dignità, tanto superiore a quella del giustiziere  e  che nessuno gli toglierà, qualsiasi cosa si dica o si scriva in contrario.
Sono amorali i ragazzotti e complici che sono al governo, perché innanzitutto non sono in grado di esercitare il compito che sono chiamati a svolgere e, come afferma Aristotele nella Grande Etica, 'commette ingiustizia colui che ha giudicato male' e ancora 'tu non puoi governare perché non hai l'anima', cioè la virtù, la giusta consapevolezza di ciò che è bene e ciò che è male...; bisogna riconoscerlo, Nietzsche fu profeta ad intitolare un suo libro Al di là del bene e del male... e questo è il nostro tempo nel quale si  formulano dichiarazioni senza sapere più cosa sia giusto e cosa non lo sia: mancano i parametri e tutto è soggettivo.
La stessa leggerezza si avverte nel dare  dimostrazioni all'Europa sulla pelle dei disperati che, a torto o a ragione, vagano sulle navi per il Mediterraneo con i nostri porti chiusi, nell'intento di dare una lezione alla potentissima Malta che ha una superficie di ben 350 km quadrati!
Sono dei dilettanti allo sbaraglio e non solo il Salvini con i suoi amici fascisti, che probabilmente gioca per il re di Prussia, cioè per gli interessi di Putin che vuole creare disordine nella UE, come Trump del resto, al fine di indebolire ulteriormente un'Europa, che pure non ha brillato per coesione, ma anche i famosi tecnici, come il Ministro degli Esteri che secondo i media conosce il contesto internazionale benissimo. Una cosa è l'aver svolto compiti esecutivi alla Commissione sotto Monti o aver fatto il Ministro per le Politiche Comunitarie ed un'altra l'aver una visione e mantenere le alleanze giuste per il Paese. Il nostro Moavero è riuscito a consentire che il Salvini ci  abbia portato in rotta di collisione con la Francia, con la quale l'Italia ha collaborato da sempre ed è stata molte e molte volte aiutata -altre no...- nelle sue battaglie nella UE e con l'ultima venuta Spagna, entrata nella CEE dopo la fine del regime franchista: il club Med è dissolto e questo è un primo rilevante risultato. Complimenti! Con chi ci alleeremo? Ma con l'Ungheria, no? Con la Polonia o con l'Austria che metterà di nuovo i militari al Brennero ed impedirà ai nostri camion di circolare nel paese il sabato e la domenica...? Abbiamo denunciato vanamente la cultura da bar Sport di Milano, ma gli elettori del Salvini, capo di un partito che ha truffato 50 milioni allo Stato, come abbiamo appreso sui media, non ci leggono, ahimè. Ci si deve certo opporre alle prepotenze francesi, ma non sono questi i modi che rischiano di creare danni gravissimi al paese stesso che resta isolato -quale che sia l'esito dell'incontro odierno- e conseguenze negative al contesto europeo che ci ha preservato da situazioni ben peggiori di quel che abbiamo subito in passato.
L'Italia, per motivi geografici, è una marca di confine per le migrazioni bibliche dei disperati e lo capisce anche un cretino che da soli non ce la possiamo fare; non è certo con la sfida e l'arroganza con i partner europei che si fà un lungo cammino: semplicemente ci si comporta come l'asino che corre, corre per cento metri e poi si ferma sfiancato...
Attendiamo alla prova i due grandi vice  sui dossiers complicati: ILVA, Alitalia, ecc. - altro che riders!- e poi il costituzionalista in erba che è alle infrastrutture: Mose, TAV, terzo valico, autostrade, ecc., ecc. Le premesse non sono buone perché il primo decreto del giustiziere Buonafede ha creato lo scontento di tutte le categorie interessate.
L'onestà proclamata è sempre sospetta perché chi la vive sa bene che si realizza ad ogni istante con vigilanza e sacrificio e non a proclami.
Gli scandali di questi ultimi giorni hanno ben mostrato che questa gente predica bene e razzola male.

lunedì 11 giugno 2018

IL CONTE MOSCA (COCCHIERA)


Carlo Biancheri


Un carrozzone tirato da sei cavalli saliva su per una via erta, rotta, sabbiosa.
I viaggiatori erano scesi e facevano a piedi il tratto di strada
per alleggerire ai cavalli il peso e la fatica; tuttavia i cavalli sudavano e soffiavano.
Sopraggiunse una mosca
«Per fortuna sono arrivata io!» esclamò.
E cominciò a ronzare negli orecchi degli animali, a pungere ora questo ora quello,
or sul muso or sul dorso. Poi si sedette sul timone, poi si posò sul naso del cocchiere,
poi volò sul tetto della carrozza. Andava, veniva, affannata e brontolava e squillava
«…Tocca a me far tutto. Tutto cade sulle mie spalle, Ah che lavoro!»
Finalmente dalli e dalli, la carrozza giunse al termine della salita…
Sul tetto del carrozzone la mosca trionfava:
«Li ho condotti, eh, fin quassù! Se non c’ero io!» si lagnava.
«Nemmeno grazie mi dicono. Dopo tutto ciò che ho fatto!».
(La Fontaine)


A sentire la conferenza stampa a Charleroi del Conte Mosca il debutto internazionale è stato un successo clamoroso con la sua capacità di mediazione in passaggi difficili che ha permesso di raggiungere un accordo sul commercio internazionale.
E poi Trump, il presidente più screditato della storia americana, che ha espresso stima nei confronti dei due nuovi partiti populisti, benedetti anche da Dostoevskij, che hanno vinto le elezioni in Italia! Lo ha subito invitato alla Casa Bianca «non appena si potranno far coincidere le agende» e già perché tra pari… ci si confronta. Non ha lesinato di mettere nel bilaterale una mano sul braccio di Trump, ignorando che quel che si fà nel Gargano non si fà in America, dove due uomini, per di più con cariche politiche, non si toccano, non usa. Consigliamo, invece di avventurarsi su Dostoevskij e Puskin, citati a sproposito, di leggersi Le bourgeois gentilhomme di Jean Baptiste Poquelin, detto Molière: chissà che non impari dalle disavventure del borghese con smanie nobiliari a non cadere nel ridicolo.
In effetti il Conte Mosca ha baciato la mano alla moglie di Trudeau, pensando, all’evidenza, che  il comportamento diffuso in certi ambienti altolocati in Italia e in certe zone di influenza iberica, o nel mondo slavo o in Francia,in Austria, Romania e Grecia ecc., valga anche in Nord America, ma non è così. Ricorderemo sempre il tentato baciamano di Berlusconi alla figlia di Erdogàn; il Cavaliere naturalmente non sapeva che nel mondo islamico gli uomini non sfiorano neppure le donne, fuori dalla famiglia. Ma anche nel caso Conte Mosca il comportamento  è molto simile. Non sappiamo se questo governo, dove già si litiga sotto traccia, durerà abbastanza per un incontro con la Regina di Inghilterra: non si azzardi, Conte Mosca, a baciarle la mano, perché rischia una borsata in testa, così come la regina si spazientì col Berlusconi che gridava a squarciagola nella foto di gruppo a Buckingham Palace: «Mister Obama!».
Tartarin di Tarascogna non ha fatto in tempo a vantarsi, come il Miles gloriosus, che l’"amico" Trump, in volo, ha mandato a carte quarantotto il G7, ritirando la firma statunitense al comunicato congiunto e minacciando nuovi dazi sulle auto, questa volta.
Non solo, ma sui dossiers economici il Conte Mosca  ha risposto agli interlocutori che doveva documentarsi…; errore, Avvocato del popolo! Bisogna sempre dare l’impressione di padroneggiare gli argomenti, come fanno gli interlocutori che considerano la politica un mestiere e non una scampagnata: non hanno tempo da perdere…
Ieri il Ministro dell’Economia e delle Finanze si è affrettato a buttare secchiate di acqua gelata sul contratto famoso, da rispettare alla lettera, nel timore della riapertura dei mercati , dove, se lo spread non si ferma, l’intreccio si infittisce...  e il piano B riprende vigore… Rivendica il suo ruolo di Presidente del Consiglio il Conte Mosca, ma non è più tempo di Discours sur la méthode di cartesiana memoria: proponi, parla come magni, si dice a Roma, non c’è niente da mediare, vediamo quel che sai fare.

venerdì 8 giugno 2018

UN GIOCO PERICOLOSO


Carlo Biancheri

Se si ascolta la gente nei mercati si sente dire spesso: «Ma lasciamoli governare, poi si vedrà quel che hanno fatto…».
Le stesse persone se dovessero subire un’operazione seria si preoccuperebbero molto se il chirurgo che li opererà sia capace o meno…
Tutti parlano di Europa e di Euro, come se si trattasse di questioni che molti conoscono, e degli effetti delle scelte europee sull’economia del nostro paese… Addirittura Grillo e setta e la Lega (…) volevano fare un referendum su Euro sì, Euro no: quanti scienziati ed economisti!
Siamo stati bombardati da almeno due anni dai media che hanno predicato che nuovo è bello, prescindendo del tutto dai contenuti, contro ogni evidenza: si prenda, come esempio, Roma dove la pulzella incapace non fà che accusare i predecessori ,ma sono passati ben due anni da quando è stata eletta e non ha fatto che cambiare assessori nella giunta e ha compiuto scelte tali che ormai la città, a livello internazionale, è presa come esempio di cattiva amministrazione. Eppure…  nella intellettualità dei media continua il fideismo, di matrice hegeliana, che insiste sulla positività della Storia, perché non la conoscono e trascurano che dopo Weimar è venuto Hitler…
Il gioco è molto pericoloso, a cominciare dall’impreparazione. Il comico pregiudicato se ne è vantato con la favola che uno vale uno, annullando la meritocrazia e riecheggiando il ’68, quando si parlava del trenta politico all’università o del salario sociale, indipendentemente dalle mansioni; così si taglieranno le pensioni, prescindendo  da quello che uno ha svolto, dalla capacità e dall’impegno; decide il ragazzo, in base alle sue convinzioni… Questo egualitarismo vale in politica e in cultura… ma non in fisica o  in medicina. Non si capisce il perché…
Tralasciamo il Salvini che ci ricorda un bisonte che tira cornate a dritta e a manca, senza saper bene dove andare, salvo il modello Putin: non sa nulla del mondo slavo, non conosce la lingua, né la cultura e, quindi, va benissimo. Attendiamo sempre il rimpatrio dei cinquecentomila migranti anche se di accordi di rimpatrio ne abbiamo solo con quattro paesi!
Osserviamo che il Di Maio di fronte a problemi gravi ci informa che sulle sanzioni alla Russia  deciderà Conte! Ma come? Non c’è una linea di governo o  si affida un problema che sposterà il collocamento internazionale del paese alla scelta dell’avvocato del popolo del Gargano?
Il ragazzo di Pomigliano d’Arco ha affermato: «Imparerete il valore della parola data!». Proprio lui che prima vuole portare Mattarella dinanzi al Parlamento, per accusarlo di alto tradimento o di attentato alla Costituzione, e poi il giorno dopo si scusa; oppure sulle e-mail famose sulla giunta di Roma non sappiamo ancora se era al corrente (o non lo era)  delle scelte della Raggi in merito ai suoi collaboratori rinviati a giudizio… Un impudente?
Annuncia che ci sono troppe norme e che sono state scritte male e che cercheranno di semplificarle – immediatamente dopo aver sostenuto che le norme di semplificazione complicano ancora di più…-, quelle norme che la setta 5S ha contribuito a redigere con emendamenti demenziali…
Il Ministro della Giustizia, che è persuaso che la rieducazione del condannato significa la certezza della pena, (ragion per cui vanno costruiti nuovi carceri…), si è subito recato a Bari, dove il tribunale è sotto le tende, per assicurare che dialogherà con tutti, specie con quelli che si alzano ogni mattina per andare al lavoro (…); evidentemente frequenta chi al lavoro non ci è mai andato…
L’avvocato presidente del Consiglio del Gargano ci assicura che l’Italia si farà rispettare al G7 in Canada; forse aveva in mente,  nelle feste di paese, le squadre che si esibiscono nel tiro alla fune…: non funziona così.
È un governo narrativo, affabulatore che, invece di operare, racconta, sogna.
Ma la realtà è durissima e la sveglia verrà presto. Potranno far volare gli stracci –«i colpi cascano sempre all’ingiù», scriveva l’amato Manzoni, cioè sui deboli, sugli anziani…- con l’abolizione dei vitalizi e la riduzione drastica delle pensioni c.d. d’oro cui non supplirà la flat tax di là da venire e che si può sempre modificare nel tempo (…), ma ci sta già pensando il mercato finanziario a mettere nell’angolo il nostro povero paese. Adesso lo spread con i titoli tedeschi viaggia sui 270 punti  – i titoli greci pagano meno dei nostri…- ma quando finiranno gli acquisti della BCE a quanto salirà? E quali le conseguenze per l’economia del paese e la vita quotidiana?
Abbiamo appreso che il nostro paese è il terzo in Europa per uso di cocaina…: che sia una spiegazione? Et de hoc satis.


 

mercoledì 6 giugno 2018

IL NUOVO GOVERNO: UNA MASCALZONATA

Carlo Biancheri

Il nuovo governo è una mascalzonata perché:

-nella campagna elettorale la Lega non ha mai detto che si sarebbe alleata con i 5S e la sorella d’Italia Meloni definì il Salvini un traditore, salvo poi ricredersi per oscuri motivi e fare equilibrismi con l’astensione e la valutazione delle iniziative, caso per caso;

-il movimento 5S doveva governare da solo, secondo quanto dichiarato, mentre i quasi novanta giorni per formare il governo, ad avviso di Conte, sarebbero responsabilità di tutti, non dei soli due artefici del contratto cioè la Lega ed il movimento 5S;

-è guidato in modo notarile da un pugliese del Gargano che poco sa di politica ed è del tutto privo dello standing che si richiede nei rapporti internazionali: un vaso di coccio che viaggia su un carro tra due vasi di ferro. Ma si dimostra provocatore, perché alla giusta osservazione  che sarebbe ora di finirla di fare campagna elettorale, in quanto il governo ha fatto un programma che è un libro dei sogni, privo di coperture, nella replica al Senato ha avuto l’ardire, diciamo così…, di rispondere che forse era una novità che si sostenesse nelle sedi istituzionali quel che era stato, per noi, propalato in campagna elettorale…;

-le prime  dichiarazioni politiche del Ministro dell’Interno, formatosi sui quiz televisivi, capo di una Lega delle cui malefatte ci ricordiamo: i diamanti, gli investimenti in Africa col pubblico denaro, le lauree in Albania e molte, molte altre vergogne, che portarono allo spot della scopa di Maroni - elettori ciechi e sordi si sono dimenticati…-sono disastrose. È riuscito a sostenere che la Tunisia esporta galeotti, ignorando che nel Mahgreb ci sono tre paesi cosiddetti fratelli: Tunisia, Algeria, Marocco, e offendendone uno ne offende tre e se ne offende tre c’è la Lega araba, ora dormiente, che si risveglierebbe in fretta, può esserne certo, pregiudicando i rapporti tra l’Italia e tutto il mondo arabo che è al di là del mare. Ha detto no alla revisione della Convenzione di Dublino, ma c’è il rischio che tutto rimanga invariato perché non avrà facilmente la maggioranza ponderata nel Consiglio europeo, anche se si allea con Orbàn, che rappresenta uno Stato minore e altri piccoli Stati;

-si rimane nell’Euro a parole, mentre si vara un programma che non consente alcun dialogo con l’Europa, perché i dilettanti ignorano che per cambiare le regole  bisogna formare alleanze,persuadere altri Stati membri che da soli rappresentano il 40% del PIL europeo e l’Italia è importante nella zona Euro, ma gli altri Stati membri, alla lunga, andranno avanti senza di noi ,in quanto ciarlieri ed inaffidabili. La linea in economia sarà quella di Savona non del giurista aziendalista  ed è rischiosissima: un paese autarchico tornerà in povertà, perché chiuso in sé stesso ed incapace di affrontare il mondo globale;

-l’apertura alla Russia di Putin, che cerca da ex capo del KGB,i servizi segreti sovietici, organismo simile alla Stasi nella Germania dell’Est, alla Securitate in Romania, di scassare il fronte europeo per celare il disastro economico del suo paese, fuori dai grandi centri urbani, è sconsiderata perché si scontra con l’appartenenza alla Nato di cui l’Italia fa parte dagli anni ‘50 del secolo scorso;
-introdurrà un’imposizione fiscale che stravolgerà il principio di progressività che è previsto in Costituzione;

-colpirà i più deboli con provvedimenti retroattivi, cioè alla Robespierre, che sono popolari, ma ingiusti, perché feriscono gli anziani e violano il principio dei diritti acquisiti, ribadito dalla Corte costituzionale;

-i mercati non si fidano di questo Governo - è da stupidi opporre persone e mercati quasi che il mercato non fosse un principio di realtà che nessuno Stato governa:  dipende dalle scelte d’investimentodi chi investe,di tutti gli investitori,nazionali ed esteri. Il mercato, attualmente,  fà salire lo spread sui titoli italiani rispetto ai tedeschi,dopo le dichiarazioni di Conte in Parlamento ed è la prova del nove;

-il governo del cambiamento  che vuol aprire la terza Repubblica provocherà di certo un cambiamento nell’alleanza con l’estrema destra, ma nel peggio!


domenica 3 giugno 2018

LA VOCE DELL'ANNUNZIATA ALL'EIAR


Carlo Biancheri 

Il servizio pubblico radiotelevisivo è pagato dai cittadini che hanno opinioni politiche diverse, ma da circa un paio d’anni abbiamo assistito ad una sorta di presa della Bastiglia da parte di un manipolo di giornalisti, mediamente ignoranti degli argomenti di cui trattano, che sanno bene che in mancanza di controlli e con il sorriso sulle labbra possono dire ciò che vogliono, specie a RAI 3 o a RAI news 24, e che hanno trasformato la  RAI stessa in una sorta di EIAR, la voce del padrone pro-tempore… altroché pluralismo. Nella fattispecie, insieme a La 7, a Il fatto quotidiano, a Il Corriere della Sera e molti altri, hanno tirato la volata al Grillo/Casaleggio e ragazzi associati con scaltrezza, quasi delle voci fuori campo, con osservazioni ad alta voce al vetriolo.
Nella puntata di oggi dall’ Annunziata c’erano il Commissario UE Moskovici, Toti, Emiliano e Lupo Rattazzi.
La Annunziata, col suo sorrisetto: forse  crede di apparire cortese, ma in realtà tradisce ben altro…
Voleva a tutti i costi sapere da Moskovici se sarebbe scorso sangue tra la Commissione europea ed il nuovo governo italiano e se conosceva Tria – ovviamente no, la risposta… -o Savona –neppure…- e quali sarebbero stati i punti critici e perché in Europa criticavano un governo  – da lei sostenuto, senza dirlo…-  che tutto sommato aveva le sue buone ragioni.
Il Commissario ha risposto in modo impeccabile, affermando che ogni Stato membro si comporta come crede, ma che ci sono regole che l’Italia ha formulato e  sottoscritto e che verranno applicate alle proposte che formulerà il governo italiano; la Commissione valuterà sui fatti, non sugli scenari.... Quindi di che stiamo parlando? La giornalista, in difficoltà, si è scusata per le ‘torture’ inflitte al Commissario, mentre avrebbe fatto meglio a scusarsi per aver formulato domande stupide e poi, giacché, come noto, è esperta di mercati finanziari, ha rilevato che i mercati stessi hanno salutato favorevolmente la nascita di questo nuovo governo!
Una riflessione sul punto va fatta: può una giornalista propalare a milioni di telespettatori sul servizio pubblico una simile sciocchezza, non padroneggiando la materia? Le ha risposto giustamente Rattazzi, in prosieguo, affermando che i mercati si sono calmati perché avversano l’incertezza, ma gli investimenti esteri si sono fermati e la propensione al consumo è diminuita; si tratta di considerazioni chiarissime per un economista, non per una cantastorie come la signora in questione. Aggiungiamo noi che, rispetto al governo del conte Gentiloni, rimangono sempre 100/120 punti di differenza nello spread e che importanti agenzie di rating hanno messo il paese sotto osservazione tenuto conto del programma di governo per un possibile downgrading, rischiosissimo per noi, anche perché la BCE non potrebbe comprare più i nostri titoli pubblici… L’Annunziata, non paga, ha presentato Toti come il governatore favorevole alla Lega ed Emiliano come il governatore favorevole ai 5S e poi ha aggiunto: non parliamo del Pd, perché è morto, non lo dico politicamente, ma giornalisticamente! Ci scusiamo con i lettori, ma non riusciamo a capire il ragionamento contorto: politicamente non lo può dire ma giornalisticamente, con quella bocca, può dire ciò che vuole? Senza essere smentita? La presa di Bisanzio è andata proprio così: nessuno vigliava alle porte e tra una spallata e l’altra… Questo è il Bel Paese.
Insieme a lei bisogna spendere due parole sul governatore del Pd della Puglia che continua ad essere del Pd anche se, come la giornalista, sembra  ritenere il Pd morto e aggiunge che Rattazzi è l’elettore medio del Pd, ma siccome i ricchi sono pochi, il partito ha perso… E lo diceva ridendo, pur essendo stato eletto tra le bandiere del Pd… Il magistrato, onnisciente, come molti di questi magistrati che hanno imperversato sui giornali a lungo – anche lui parlava di spread! -, ci ha assicurato che vuole che l’Ilva  mantenga il forno a caldo, ma non a carbone, come avviene in tutto il mondo per questo tipo di produzione, ma a gas (?) e che è d’accordo col progetto del movimento 5S di bloccare il progetto attuale per difendere la salute della sua gente. Ha citato il caso di Genova  dove l’impianto a caldo è stato chiuso –ma si trattava di impianti degli anni ’80…- e, tenuto conto che per chiudere un’acciaieria di queste dimensioni ci vogliono venticinque anni (v. il caso Pittsburg), non ha spiegato cosa fare dei 14.000 o 20.000 dipendenti…; forse sarà come per Montalto di Castro che stiamo ancora pagando e che è chiuso da tempo, ha risposto Rattazzi.
Emiliano continuerà a lavorare per il dialogo con i 5S, senza consultarsi con i compagni di partito ovviamente, e ha vantato le sue importanti iniziative in materia di lotta al caporalato nella sua regione. Caspita!
Si capisce che il Partito Democratico abbia delle difficoltà, perché ha al suo interno persone che lavorano per distruggere il partito stesso e che propalano idiozie populiste che non fanno progredire affatto il paese o i territori che governano. L’ideologismo è morto, ma l’ideologia come sistema di valori è alla base di ogni aggregazione: il PD non farebbe bene a riflettere sui valori che propugna, su cosa lo unisce e su cosa propone per la gente e quale gente?
Senza un’opposizione, senza il Pd il paese ha chiuso.
Del resto il drago del bar del Giambellino, il Salvini, in Sicilia ha dichiarato che invece di rimandare a casa i cinquecentomila come aveva promesso ai gonzi che lo hanno votato – ci ha messo la faccia!- dovrà fare accordi di rimpatrio con altri paesi africani –auguri…- e vuole coinvolgere l’ONU – rinnovati auguri…- e la Nato (?!), organizzazione nordatlantica di difesa! Cosa abbiamo fatto di male per meritarci un governo così?










sabato 2 giugno 2018

UN GOVERNO DA TERAPIA DI GRUPPO



Carlo Biancheri

Presieduto dall’avvocato Nessuno, che viaggia su un carro come un vaso di coccio tra vasi di ferro di manzoniana memoria, il “governo del cambiamento” si compone di un ministro dell’interno che col suo bel faccione compare ogni istante su EIAR/Rai per dirci in modo aggraziato quel che farà: il barone di Munchausen, a cavalcioni sulla palla di cannone per intenderci, gli fà un baffo, come si suol dire. Taglierà i cinque miliardi destinati agli immigrati per destinare queste risorse altrove e qui la prima balla da ‘amico del bar del Giambellino’: i miliardi sono di provenienza UE e non si possono destinare ad altri fini, come dire non li danno, chiaro il concetto? Abbiamo raddoppiato con Tria al Mef, perché sostiene le stesse cose di Savona, dichiara… In effetti l’economista Tria è laureato in giurisprudenza… poi è stato alla Scuola superiore che non è propriamente l’ENA francese… ha subito tranquillizzato i mercati dicendo che nessuno vuole uscire dall’Euro e tuttavia lo spread  sui BTP italiani, con il governo Gentiloni,  era mediamente sui 120 punti e anche meno,  mentre adesso è di 220 e questo significa che i mercati finanziari, che fanno analisi in continuazione per valutare i rischi, attendono di vedere che cosa verrà realizzato del meraviglioso contratto del cambiamento. Se il programma verrà attuato, l’uscita dall’Euro sarà a calcioni da parte degli altri partners europei e non serviranno i  pugni sul tavolo che intenderà sbattere l’ottuagenario Savona a Bruxelles, membro di un Consiglio dei ministri europei dove si discuterà soprattutto di recepimento della legislazione comunitaria, delle procedure di infrazione, di policies molto generali, ma non certo di scenari macroeconomici…: non è la sede per modificare le regole dell’Euro, anche se qualche suggerimento al giurista del Mef verrà propinato.
Siamo contro la modifica del Trattato di Dublino, proposta dalla Commissione europea, rende noto il politico da bar del Giambellino… ma qual è l’alternativa? Tenerci Dublino, così com’è? Oppure pensa di convincere con interrogatori del tipo di quelli di Guantanamo o del KGB, di moda adesso, gli altri ministri europei a cambiare opinione?
Di Maio, forte dei due  anni di frequenza della facoltà di giurisprudenza, porterà un valore aggiunto al superministero del Lavoro ed attività produttive che va a presiedere: creerà lavoro, afferma… e se avesse letto i Promessi sposi avrebbe aggiunto: sì, sì pane per tutti a buon mercato! Risolverà le crisi aziendali (cominciamo con l’ILVA?) e renderà sicuri i posti di lavoro. Ricalcolerà le pensioni in base al metodo contributivo, novello Robespierre in ragione della retroattività della legge, anche se il sistema è stato introdotto solo negli anni Novanta, poco dopo la sua nascita; disgraziatamente, sono ancora in vita – che voglia sopprimerli?- quelli che hanno iniziato a lavorare negli anni ’60 e ’70: che fare per il periodo precedente? Consigliamo di pensare prima di parlare.
Il nuovo ministro della giustizia è certo che secondo la Costituzione la certezza della pena, cioè il carcere per lui, sia il miglior modo per tendere alla  rieducazione del condannato e, quindi, si costruiranno nuovi carceri con tanti saluti alla riforma Orlando, voluta dagli avvocati penalisti, da chi subisce la pena, dagli operatori di giustizia e da chi, memore di Beccaria, non ha smarrito del tutto un briciolo di umanità.
Poi abbiamo un ministro dei rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta. Ricordate il sistema Rousseau,  personaggio  diventato matto per intenderci? Bene il sistema che eterodirige il partito/movimento leninista, dove gli eletti non possono neppure  formulare un’interrogazione senza bollinatura, per non parlare delle dichiarazioni…, farà le sue valutazioni delle proposte di legge…, una consultazione strisciante on line. Pensate che l’Italia sia equiparabile ai cantoni svizzeri? Ebbene sì, d’ora innanzi.
Al Ministero degli Esteri siede il più stretto collaboratore di Monti, l’odiato Monti (…), suo capo di gabinetto quando era Commissario europeo al mercato interno: sostanzialmente un esecutore, un funzionario, non un policy maker. Aveva forse posizioni contrarie  quando si negoziò il Trattato di Maastricht? Oppure si opponeva alla liberalizzazione selvaggia che sosteneva il Commissario amico della City di Londra, specie in materia di servizi di investimento, dove non venne posta alcuna  tutela per prevenire le frodi che generarono la crisi finanziaria negli anni successivi? Solo sulla concorrenza Monti prese decisioni di qualche rilievo… Non crediamo che basti esser  conosciuto a Bruxelles per proporre una policy… e poi quale policy?
Alla difesa c’è una signora con problemi di conflitto di interessi, per caso? Mentre alla Sanità un’altra signora che non crede all’efficacia dei vaccini.
Alla pubblica istruzione il professore di attività motorie, cioè di ginnastica per i profani.
Fin qui sarebbe una farsa e pensiamo che il Presidente della Repubblica, invece di concedere tre mesi ai comprimari che hanno, a loro dire, così ben lavorato, avrebbe fatto meglio a dare subito l’incarico  al presidente di una delle due Camere per chiarire il quadro politico.
Resta il problema del paese in mano a questi.
Se il programma verrà attuato, anche in parte soltanto, l’Europa, come già hanno prefigurato i tedeschi, si dividerà tra quelli che ci stanno ad andare avanti verso l’integrazione e quelli che invece vogliono la sovranità nazionale: noi saremo di questa seconda fascia e saremo sbattuti dalle onde, perché, ad oltre centocinquant’anni dall’unificazione, lo Stato è ancora debolissimo, non riesce a riformarsi, a combattere il malaffare e l’evasione fiscale, ad avere una giustizia efficace e giusta.
L’informazione sarà manipolata, inclusa quella pubblica che paghiamo tutti, più di quel che sia adesso: avremo una sorta di EIAR con qualche emittente privata controcorrente.
Il governo sarà soprattutto ‘narrazione’, come l’esperienza di Roma dimostra, dove non vengono neppure assicurati i servizi essenziali, e, se vi saranno problemi, si cercheranno diversivi e si darà la colpa a chi li ha preceduti.
La presa del potere da parte delle camicie brune hitleriane aveva come metodo quello di una serie di interventi convergenti nelle discussioni politiche, l’attacco alla persona, la diffusione di slogans, ripetuti in modo ossessivo, come nelle sette, stile Scientology…Non sentite al mercato, nelle strade parlare continuamente di ‘popolo’? 
Ci opporremo, per quanto possiamo, a tornare ai tempi di: Duce, conduci!