sabato 23 febbraio 2019

MARANATHA!

Da tanto tempo non scrivete più nulla sulla Chiesa. Forse siete anche voi, come me, senza parole di fronte a tutto quel marciume che sta venendo fuori
con queste questioni sulla pedofilia e l'omosessualità? Certo che questa assemblea che si sta svolgendo in Vaticano è tutto quello che mai avremmo voluto sentire, che mai avremmo immaginato... Fa bene papa Francesco a far emergere la verità, a stabilire regole e sanzioni, ma temo serva a poco. E poi la desolazione nei nostri cuori...

Elvira Bisso

“Siamo a Siviglia, al tempo più pauroso dell’Inquisizione, quando ogni giorno in Spagna ardevano i roghi per la gloria di Dio: con grandiosi autodafé si bruciavano gli ereticiEgli scende verso le vie roventi della città meridionale… Il popolo piange e bacia la terra dove Egli  passa. I bambini gettano fiori davanti a Lui, cantano e Lo acclamano: ”Osanna!”. ”E’ Lui, è Lui”, ripetono tutti… Egli si ferma  sul sacrato della cattedrale di Siviglia e – dopo aver risuscitato una bambina – ecco, in quello stesso momento, passare accanto alla cattedrale, sulla  piazza il cardinale grande inquisitore in persona: E’ un vecchio quasi novantenne, alto e diritto, dal viso scarno, dagli occhi infossati, ma nei quali, come una scintilla di fuoco, splende ancora una luce… ”Sei tu? Sei tu?”- Ma non ricevendo risposta aggiunge rapidamente: ”Non rispondere, taci. E che potresti dire? So troppo bene quel che puoi dire. Del resto non hai diritto di aggiungere nulla a quello che Tu già dicesti una volta. Perché sei venuto a disturbarci? Sei infatti venuto a disturbarci, lo sai anche Tu…”
Cosi Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, La leggenda del Grande Inquisitore (lb V, cap V).

La questione della pedofilia nella Chiesa cattolica, invece di essere trattata in termini  del mistero del male nel mondo, del peccato e dello scandalo dei consacrati per la contradizion che nol consente…, è piuttosto considerata in termini organizzativi, amministrativi. Il papa Francesco, che viene dai confini del mondo, ha in gran concetto la cultura tedesca che è l’esatto opposto della sua e che reputa, all’evidenza, cultura superiore. Infatti, si affida al cardinale Marx, presidente della Conferenza episcopale teutonica,o al teologo Kasper, intento a santificare Lutero, ad esponenti, cioè, di una Chiesa ricca, senza fedeli,molto attenta a corrispondere allo spirito del tempo, Zeitgeist, come a Tubinga, dove al posto di Tommaso d’Aquino è stato messo Hegel.
La relazione di Marx è parsa quella di un membro del Board di Volkswagen; a parte una spolverata iniziale di Lumen Gentium, dove si  raffigura la Chiesa, modello per l’umanità, qualcosa di simile all’Incarnazione del Verbo, il problema sembra esser quello di rinnovare il procedimento giuridico canonico,  introducendo la trasparenza e la tracciabilità, temi di gran voga.
Non una parola sull’essere preti oggi e sul reclutamento.
Non bisogna credere che i fatti raccapriccianti accaduti siano una novità del nostro tempo che pure è caratterizzato da materialismo e da licenziosità diffusa. Basti prendere un manuale di casistica dei gesuiti nel Settecento per vedere la retribuzione di colpe quali i peccati compiuti dal confessore in confessionale! Né è il caso di fare l’elogio di altre confessioni cristiane perché per i protestanti ed i loro pastori l’atmosfera de Il posto delle fragole è piuttosto illuminante del clima; quanto agli ortodossi si tratta, senza generalizzare, di Chiese cesaropapiste con tutto quel che ne consegue; è molto diffuso che i pope sposati si accompagnino, specie nei paesi, con le parrocchiane generando un grande scandalo, non denunciato; la gerarchia, del resto, fa parte della cinghia di trasmissione del governo- nel periodo comunista tutti i patriarchi erano parte dei servizi segreti, come quello bulgaro ad esempio- e gli scandali, compresa la pedofilia, ci sono eccome. Non è da credere che in altre religioni, quelle non cristiane, al di là delle proibizioni, come nell’Islam, questi eventi non accadano. Non c’è purtroppo una formula magica, ma certo si può ben riflettere sull’essere Chiesa.
Il celibato è un dono grande perché segno di povertà e di generosità, di apertura del cuore, ma come chiedere a dei ragazzi di impegnarsi tutta la vita senza verifiche serie sulla loro personalità e senza esigere da loro l’impegno a lasciare subito la vita consacrata quando si accorgano, a qualsiasi età, di non poter più vivere la castità? Nelle Fonti francescane apprendiamo che san Francesco in questi casi era drastico: lasciate subito l’abito, tornate nel mondo, diceva. Non c’è nulla di male a riconoscere di aver fallito, anzi è un segno di forza e di fede perché significa accettare la volontà di Dio: la vostra pace sia ne la Sua voluntade (san Francesco).
Il problema della pedofilia nella gran percentuale dei casi è connesso all’omosessualità, maschile o femminile, che (come tendenza) non è  in sé una colpa, ma che dovrebbe essere una condizione dirimente per la vita religiosa. Perché omosessualità e paternità/maternità, a nostro debol parere…, non sono compatibili, in quanto l’omosessuale è capace di grande fraternità ma la paternità, il generare vita è altra cosa, è proteggere la vita fisicamente e psicologicamente in vista della sua perpetuazione. Ci soccorre l’amato Dostoevskij, sempre ne I fratelli Karamazov che nella requisitoria dell’avvocato in difesa del parricida Dimitri parla del padre come di colui che “ mi ha generato ed amato ,…mi ha prodigato la sua esistenza ,e fin dalla mia infanzia si è afflitto per le mie malattie, ha sofferto tutta la vita per la mia felicità, e non è vissuto che delle mie gioie e delle mie fortune!” (Ibid. cap. XIII). E ancora aggiunge “chi ha procreato non è ancora  padre, padre è colui che ha procreato ed ha meritato il proprio nome” (Ibid.). Sacerdozio, episcopato e consacrazione femminile sono soggette alla stessa domanda dei figli che è il popolo di Dio: ”Dimmi babbo, perché devo amarti? Provami babbo che io devo amarti!”(Ibid.).
Non ci sono più anime ardenti che siano disposte a lasciare tutto per la “sequela”? Pazienza, riconosciamo che siamo piccolo gregge e non Chiesa trionfante, cercando di interpretare i segni dei tempi, senza soluzioni facili, quelle del tempo presente, se crediamo che la vita non finisca  qui. Siamo preoccupati del destino delle generazioni future, allo stesso modo, però, in cui lo siamo per il dolore senza apparente risposta… di quella presente. La Storia della Salvezza e la Storia umana  non coincidono: resta il mistero della Trascendenza.
Qualsiasi cosa si faccia per impedire il fenomeno della pedofilia e della doppia vita dei consacrati sarà poca cosa se la domanda non diviene più radicale: come riusciamo a vivere oggi il Vangelo senza ferire i piccoli, senza dare scandalo? La Chiesa è sì l’arca dei peccatori perdonati ma… pentiti.
La chiave non è una soluzione tecnica, è l’umiltà. San Filippo Neri insegna che non si va in Paradiso - scusate, ci crediamo ancora, perché non pensiamo che sia una glossa: Oggi sarai con me in Paradiso”…- senza umiltà e forse la Chiesa dovrebbe riflettere su questo e su quel che san Gregorio Magno scrive della vita  di san Benedetto: non predicò diversamente da come visse.

Carlo Biancheri

mercoledì 20 febbraio 2019

UN PAESE ALLO SBANDO


Carlo Biancheri

Abbiamo da più di otto mesi un governo che ha peggiorato notevolmente il quadro d’insieme italiano. Siamo in recessione tecnica ed essendo ultimi per crescita nella UE, ciò significa che la recessione non è dovuta soltanto al peggioramento degli scambi a livello internazionale o ad una frenata dell’economia dei grandi paesi, ma in buona parte agli errori ed alla sfiducia generata da un governo di dilettanti. Lo spread con i Bund tedeschi decennali è sopra i 270 punti base ed è troppo elevato per essere sostenibile. Il fatturato delle imprese su base annua è sceso di oltre il 7% e non succedeva dal 2009… Gli investimenti sono in caduta libera, le grandi opere pubbliche sono per la gran parte ferme, in quanto oggetto di analisi costi/benefici svolte, spesso, da personaggi che hanno dimostrato carenza di equilibrio ed un’infantile parzialità: sulla TAV solo un minus habens può continuare a sostenere che non vada fatta e che dobbiamo tenerci il tunnel di Cavour! È intuitivo che il blocco tagli fuori l’Italia, trattandosi di corridoio europeo ed essendo il nostro un paese esportatore, senza considerare le penali, la richiesta europea di restituzione di fondi e l’impossibilità di ottenerne dei nuovi per cinque anni, i costi di ripristino per le opere iniziate e dismesse…
L’ Alitalia verrà nuovamente nazionalizzata e, considerati i precedenti storici, sarà un probabile salasso per il contribuente.
Manca un disegno di sviluppo.
Va avanti l’autonomia delle regioni ricche che spaccherà il paese. A parte le manipolazioni sul costo storico pro-capite che comporterà a regime maggiori trasferimenti al Nord, per quel che abbiamo capito da un Ministro/a che ogni due parole dice Siori, come se fossimo in una bettola del veneziano, tra le altre competenze rivendicate ci sono i rapporti internazionali e con la UE, nonché il commercio estero. Questa bella trovata dell’azzimato Zaia – presumiamo-, conoscitore de I Promessi sposi che, però, situa nella seconda metà del Seicento, quando i protagonisti del racconto erano già tutti morti come Urbano VIII, il Conte Duca de Olivares, don Goncalo Fernandez de Cordoba ed il cardinale Federico Borromeo… è una vera ‘baggianata’, per usare i termini manzoniani. Dovete sapere che le regioni in questione hanno una rappresentanza a Bruxelles, in competizione con quella italiana. Si avvalgono di consulenti che naturalmente conoscono i dossiers approssimativamente e, non partecipando alle riunioni internazionali, non hanno dimestichezza con i termini di un’eventuale negoziazione, svolgendo al massimo una funzione di lobbying di scarsa efficacia. I rapporti internazionali sono un lavoro a tempo pieno che richiedono personale altamente qualificato – lo stesso dicasi per il commercio estero – e, considerato che l’Italia conta molto poco, come si è visto negli sciagurati otto mesi del governo del cambiamento, immaginiamoci che peso possa avere uno staterello, rappresentato da un consulente. Puro velleitarismo e spreco di risorse pubbliche, oltreché danno agli interessi generali del paese se… resta unito.
La questione Diciotti ed il voto on line della setta che vuol cambiare il sistema di democrazia rappresentativa con una democrazia diretta, anzi etero-diretta dal Rousseau e di tipo maoista, imporrà ai parlamentari grillini di votare per ‘disciplina di partito’, e già un partito come gli altri…, cioè sostenere che per ragioni di interesse generale (la difesa dei confini dall’invasione dei neri…)  si possono impunemente sequestrare le persone (magari torturarle?).
Non c’è una visione, anche perché nella recessione i numeri dei conti pubblici non tornano e bisognerà fare una manovra aggiuntiva… Il governo è attivissimo nella lottizzazione dei posti di potere, nell’interessarsi all’oro ed alla governance di Banca d’Italia – per fargli fare la fine dell’oro di Dongo?- e già la RAI/EIAR è un puro megafono di propaganda, come lo è Sky e per certi versi La 7, con la differenza che la RAI  vive perché la paghiamo noi…, siamo obbligati a farlo.
A fine anno ci saranno le coperture delle clausole di salvaguardia e i 23 miliardi necessari ad evitare un grosso aumento dell’IVA, misura pro-ciclica in recessione, da dove verranno? Una patrimoniale?
Nel frattempo la sola azione di governo che non sia distruttiva è la continua campagna elettorale: che si tratti di elezioni regionali od europee.
L’annuncio è quello di voler cambiare l’Europa, anche se non si capisce affatto come e soprattutto con chi.  Hacer lio si dice a Buenos Aires e cioè far casino, questo sì, lo sanno fare benissimo.
La costruzione europea ha avuto pecche rilevanti dovute all’egoismo degli Stati più forti ed all’ideologia che, a tratti, l’ha sin qui guidata, ispirata da gruppi di pressione internazionali, ma nel quadro mondiale in cui siamo, una crisi seria dell’Europa sarebbe una catastrofe, specie per noi, che abbiamo scarsa produttività, un apparato pubblico pletorico ed inefficiente, una giustizia bloccata e la mancanza di controlli efficaci. Al momento della creazione della moneta unica abbiamo fatto carte false per entrarci, perché non avremmo mai potuto avere il controllo dell’inflazione e la stabilità dei tassi d’interesse, anche se la gestione della moneta per un certo periodo ci ha penalizzati. Tuttavia, senza lo scudo della Banca Centrale Europea dove saremmo ora dopo la crisi economica epocale del 2011?
Eppure un votante su due in Italia sembra sostenere ancora l’amico della Le Pen, cioè una fascista, o gli amici dei gilets gialli che vogliono l’insurrezione…
C’è speranza per un paese che non vuol sentire ragioni anche dinanzi all’evidenza come a Roma che non è più come il Cairo, ma come Caracas?


mercoledì 13 febbraio 2019

NON SONO UN BURATTINO!

Carlo Biancheri

Il Vis-Conte dimezzato da san Giovanni Rotondo, presidente del Consiglio  pro-tempore, è andato in gran spolvero a Bruxelles al Parlamento Europeo non senza aver prima incontrato il Presidente della Commissione, infilando una prima gaffe diplomatica,  perché, quando si va in visita al Parlamento Europeo, non si incontra prima la Commissione giacché, in forza dei Trattati Europei, gli organi legislativi sono il Consiglio Europeo ed il Parlamento e non la Commissione la quale propone i testi normativi da approvare ed  è una sorta di potere esecutivo, con talune competenze proprie, in primis è custode dei Trattati. Ma che giurista è se non conosce queste cose?
Con cravatta  a tinta unita, azzurro chiaro, come quella che indossano i massoni, riconoscibili nelle foto ufficiali degli incontri intergovernativi - memorabile quella rosso fuoco di Trump -  quasi una captatio benevolentiae per quegli ambienti… e che strideva, tuttavia, con l’abito blu scuro, si è presentato in Parlamento. Forse ispirato dai notabili di paese che voglion far capire agli altri la loro autorevolezza, pensava di portare il verbo del cambiamento al popolo europeo: prima delusione, l’aula era quasi deserta e ciononostante ai pochi parlamentari presenti il nostro eroe ha voluto subito spiegare che in quanto rappresentante della stragrande maggioranza degli italiani – quanti i votanti che si sono astenuti? 40% circa?-  che il problema principale del mondo attuale consiste nella contrapposizione tra élite e popolo e che è ora di finirla con la conservazione; un messaggio,il suo, rivolto al popolo europeo, di certo in trepida attesa.
Tenuto conto che non si dimentica mai di essere avvocato, che verosimilmente considera essere una professione ‘superiore’, si è espresso con la prosopopea di Pericle chiedendosi amleticamente quale fosse in Europa la ‘domanda di senso’…, quale Europa vogliamo?
E poi, dopo un annuncio di una serie di viaggi in Africa da lui effettuati: Algeria e Tunisia, prossimamente in Marocco, Niger, Chad e Corno d’Africa, ha spiegato che l’Europa deve collaborare con l’Africa ed investire e bisogna esser grati all’Italia che ha sollevato la questione dei migranti e che ha fatto tanto per questo (il suo governo?!).
Se ci sono dissidi in Europa,a suo giudizio, va benissimo perché consentono di rappresentare il popolo. Il primo è quello del seggio al Consiglio di sicurezza dell’ONU che deve esser europeo (leggi: non tedesco…) e poi sulle sanzioni alla Russia l’Avvocato del popolo non  riesce ad individuarne il vantaggio, come dire della Crimea e dell’Ucraina chi se ne importa?…
I dissidi tra Stati (leggi: il ritiro dell’Ambasciatore francese a Roma per la prima volta dopo 70 anni!) sono dovuti all’incapacità della Unione Europea di trovare soluzioni: la colpa è sempre degli altri…
I flussi migratori non si governano da soli e bisogna tener conto di vite umane: abusate, vendute e spezzate.Il libro Cuore di De Amicis gli fà un baffo e, infatti, segue l’esortazione del tipo: smettiamo di essere divisi ma cerchiamo un’autentica solidarietà.
Ne consegue che occorra il completamento  della unione economica e monetaria, cioè  i famosi  bonds che  garantiscano il debito di alcuni Stati membri  e che i paesi del Nord non vogliono perché non si fidano di noi.
Come argomento ha citato l’impegno  riformatore del suo governo con la legge di bilancio del 2019, una meraviglia; infatti, l’Italia ha rispettato i conti ed ha aiutato chi è rimasto indietro.
Ispiratevi anche voi perché così si costruirà l’Europa sociale che si occuperà di giovani, istruzione, innovazione, con costi a carico dell’Europa, si intende…!
La ricetta noi italiani la conosciamo: bisogna coniugare in maniera adeguata responsabilità e solidarietà… E allora la lotta alla disoccupazione va fatta con un’assicurazione europea contro la disoccupazione e l’Europa deve essere più equa e solidale ed il commercio mondiale più equo e più tutelante per i consumatori… E’ mancato, va detto, un riferimento alla suocera che deve esser meno intrusiva.
Alla presentazione di questo vasto programma il nostro eroe si aspettava forse un sincero corale applauso ma, purtroppo, è stata invece una gragnuola di sassi.
Ha cominciato un socialista tedesco a ricordargli che l’Italia che è amata in Europa è quella di De Gasperi, di Spinelli, di Draghi,  ma non un governo che si  è astenuto sul Global compact sull’immigrazione  o che ha bloccato la dichiarazione sul Venezuela (nell’interesse di Putin…).
Poi il fiammingo Verhofstadt – Salvini che controlla anche gli elettori belgi, giura che non ci sarà più!- che si è espresso in buon italiano, in quanto poliglotta, – forse nel Gargano non si conoscono bene le Fiandre, descritte nei quadri di David Teniers, tra gli altri, con quei personaggi sdentati come il parlamentare in questione- per nulla tenero e molto informato che ha cominciato col ricordare che le manovre economiche del  governo (Vis-)Conte sono del tutto sbagliate perché aumentano il debito in modo strutturale, invece di fare una riforma strutturale. Poi il blocco della TAV, che è un progetto di coesione europeo, il blocco della riforma di Dublino che dovrebbe, invece, interessare l’Italia, perché cambierebbe la situazione attuale che impone al paese di prima accoglienza, cioè noi, di prendersi carico dei migranti. Infine  l’opposizione a Frontex che dovrebbe tutelare le frontiere europee e, giacché i fiamminghi, come dimostrato in Congo, non sono teneri (…): lei è un burattino nelle mani di Salvini e di Di Maio!
Ahimé, anche Guy Verhofstadt ha pensato a Calvino ed al Visconte dimezzato della serie I nostri antenati.
Colpito dall’insolita accoglienza, il Vis-Conte ha replicato che l’offesa fosse rivolta a tutti gli italiani che lui rappresentava ma… si sbaglia, perché anche noi, che siamo italiani, crediamo che il fiammingo - non  cortese,  ma  animato dal furore della giustizia, come spesso avviene nei paesi nordici – abbia ragione, politicamente parlando.
E’ per questo che lei è per noi il Vis-Conte dimezzato.

MUORE LO STATO ITALIANO?

Il 15 febbraio 15 il governò firmerà l’intesa per l’autonomia differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.Che saranno autonome nel fisco, nell'istruzione, in tutto. Leggere quest'articolo di Daniele Balicco da "Alfabeta" Quando uno Stato muore.
Il prossimo venerdì 15 febbraio il governò firmerà l’intesa per l’autonomia differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Si tratta di una richiesta di devoluzione pressoché totale, una secessione mascherata da autonomia. Sono moltissime le ragioni per cui non c’è stata alcuna discussione pubblica su questa trattativa “privata” fra Stato e Regioni. Nessun giornale, nessuna radio, nessuna trasmissione televisiva nazionale (a differenza di quanto accade da mesi in Veneto) ne ha approfondito la portata, tecnica e politica. Difficile farlo, del resto, anche perché l’intesa siglata fra la ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, la leghista Erika Stefani, e i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia, è tutt’ora segreta. Una volta firmata dal governo, questa proposta dovrà passare in parlamento. Non potrà però essere discussa: solo approvata o respinta, a maggioranza assoluta. Se passerà, non potrà più essere modificata in alcun modo, neppure attraverso referendum abrogativo, per dieci anni.
La ministra Erika Stefani parla di vera e propria rivoluzione. E ha ragione. La Lega, l’unico vero partito gramsciano rimasto, con tanto di intellettuali organici, una strategia lucidamente perseguita e una visione ideologia complessiva, sta per riuscire ad ottenere l’obiettivo per cui è nata: separare il Nord dal resto d’Italia. Non si tratta di federalismo; ma, questa volta, con indubbia intelligenza politica, di secessione mascherata da autonomia. Nell’intesa, Veneto e Lombardia (e, solo in un secondo tempo, Emilia Romagna) chiedono infatti l’attribuzione di 23 aree di competenza su 23, vale a dire su tutte quelle previste dall’articolo 117 della Costituzione. Una devoluzione totale di potestà, compreso fisco, demanio e istruzione.
Le questioni centrali sono due. La prima è ovviamente legata alle risorse finanziarie. L’obiettivo ultimo è quello di trattenere sul territorio i 9/10 del gettito fiscale. Il tutto mascherato da una procedura tecnica: da ora in avanti, infatti, per gestire le risorse che le Regioni potranno trattenere, verranno stabiliti dei bisogni standard parametrati sul gettito fiscale. L’idea è semplice: se un territorio è più ricco ha diritto ad avere più servizi e di miglior qualità. In questo modo, come ben spiega Giancarlo Viesti nel pamphlet Verso la secessione dei ricchi. Autonomie regionali e unità nazionale (il testo si può scaricare gratuitamente dal sito dell’editore Laterza) si fa tranquillamente passare il concetto che i diritti di cittadinanza “a cominciare da istruzione e salute, possono essere diversi fra i cittadini italiani; maggiori laddove il reddito pro-capite è più alto”. La seconda questione è però ancora più spinosa: l’istruzione. Qui, duole dirlo, si vede all’opera l’intelligenza politica di questa classe dirigente leghista, per quanto oscena, in nulla improvvisata. È la vecchia battaglia per l’egemonia. Si vuole una scuola regionale, con insegnanti dipendenti dalle Regioni e assunti secondo criteri discrezionali stabiliti dalle stesse. Fra cui, anzitutto, la residenza. Ma è solo il punto di partenza; la volontà politica è quella di intervenire direttamente sui curricula. Ci sarà poco da stupirsi, se fra qualche anno, il dialetto veneto o lombardo diventeranno materia di studio nelle scuole di istruzione primaria regionali.
L’avvio di questa trattativa “segreta” fra Stato e Regioni si deve al bellunese Gianclaudio Bressa: il 28 febbraio del 2018, in qualità di sottosegretario di Stato dell’ultimo governo Gentiloni, concluse con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna un’intesa preliminare. E così, mentre Renzi aveva avanzato, nel suo progetto di riforma costituzionale, un’ipotesi di ristrutturazione dello Stato, con una nuova centralizzazione delle competenze strategiche affiancata da un federalismo regionale equilibrato – e va detto: era l’unico aspetto di valore della riforma, per il resto pessima - ; il governo Gentiloni fa la mossa esattamente opposta, aprendo alla possibilità di una concreta disgregazione dello Stato, di una devoluzione pressoché totale che fu sempre osteggiata perfino da Berlusconi.
Forse la lunghissima transizione italiana è arrivata al suo compimento. In silenzio, e quasi di nascosto, il 15 febbraio 2019 potrebbe diventare una data storica. La data in cui uno Stato, l’Italia, muore.


Michele Carena


      Già l'autonomia regionale spinta, concessa dal centrosinistra,  fu fatta malissimo per la sovrapposizione di competenze ed affidando alle regioni compiti che obiettivamente non erano in grado di gestire, come, ad esempio, in materia internazionale valutazioni tali da far loro istituire addirittura rappresentanze a Bruxelles, in concorrenza con quella italiana. Adesso questa è  una secessione che è fatta da sciocchi provinciali, senza una visione, perché spariranno nel contesto internazionale dove vincono le aggregazioni: nessuno chiede l'opinione ai cechi o agli sloveni. Saranno più  ricchi ma dipenderanno in tutto da Stati più  grandi di cui saranno satelliti - fin che servono -, come la Germania.

Carlo Biancheri



lunedì 11 febbraio 2019

BOOM! Centomila!




Carlo Biancheri e Rosa Elisa Giangoia


I nostri venticinque lettori sono stati attivissimi nell’entrare nel nostro piccolo blog AMICUS PLATO SED MAGIS AMICA VERITAS perché abbiamo sfondato il muro delle centomila visualizzazioni.
Grazie.
Abbiamo cominciato così nel 2011, quasi per caso, per non poter tacere per amore della Verità dinanzi a tante ingiustizie e mistificazioni che vedevamo attorno a noi e per questo abbiamo scelto come nome del blog l’amicizia della Verità che va oltre le amicizie personali perché è la stella polare nelle scelte, la garanzia di mantenere la lucidità nel giudizio, di non cercare il potere fine a sé stesso. Una Verità che ha il fondamento nel rapporto (adequatio) tra le cose e l’intelletto, fondamentale in filosofia, così come il principio di identità o non contraddizione.
Regnavano allora Berlusconi e Bossi quando cominciammo ed era già decadenza, ma adesso è crisi umana, sociale, istituzionale, in un tempo di manichei in cui gente senz’arte né parte ‘si impanca a maestro’ di morale con principi che si applicano agli altri ma non a loro. Infatti, il manicheismo, tanto per non dimenticare Bogomili e Catari – cioè i perfetti…- consiste nel vedere tutto il male da una parte e nell’accusare i colpevoli (privilegiati, ladri, lobbisti affaristi, corrotti ecc., ecc., in pratica i nemici) e tutto il bene dall’altra (i prescelti che libereranno gli altri, anche se non richiesti «giacché il bene, si sa, bisogna farlo per forza», come afferma donna Prassede ne I promessi sposi dell’amato Manzoni).
La gente è confusa e sbigottita e, anche se gli italiani sopportano qualsiasi cosa (Mussolini dixit…), non si può stare alla finestra, ma bisogna correre in aiuto della res publica, la nostra casa comune, e rifiutare di esser trattati da ‘cittadini’ che fà rima con ‘cretini’… cioè come dei sottoposti al comando di un meccanismo oscuro che pretende di governare tutti a colpi di like, saltando il dibattito, la rappresentanza e le competenze, infischiandosene delle regole, come se la volontà della maggioranza dei votanti giustificasse qualsiasi cosa, financo la violazione dei diritti umani, come avvenuto con i migranti e anche con i detenuti.
La nostra ambizione è quella di fare un discorso sull’umano che sia la premessa di scelte politiche giuste, prudenti e consapevoli. Non ci sono compagni che sbagliano da recuperare, c’è da sfidare gli altri sulle proposte, sul terreno del bene comune, non sugli schieramenti.
L’impresa sembra quasi impossibile, perché non soccorrono istanze culturali e spirituali. Gli intellettuali sono agnostici per la gran parte e vivono nell’indifferenza: non c’è nessun engagement (impegno), come dicono i francesi, ormai ridotti a nemici, – senza  i quali, però, il paese non sarebbe unito…-. La Chiesa molto secolarizzata è nell’era che Jacques Maritain aveva profetizzato ne Le Paysan de la Garonne e cioè divisa tra i montoni di Panurgo che vanno dritti nel precipizio, seguendo il capo montone e lo spirito del mondo, e i ruminanti della Santa Alleanza, tra Chiesa e potere. Maritain con Gilson erano uditori laici al Concilio e la Costituzione conciliare Gaudium et Spes, redatta in buona parte dal domenicano Chenu, riecheggiava molti temi di Umanesimo integrale: è cristiano ciò che è ‘pienamente’ umano e qui sta il fondamento di ciò che si può definire bene comune come si ritrova nella Rerum Novarum di Leone XIII.
Ma queste sono sottigliezze che i teologi contemporanei neppure comprendono più, riducendo la fede/religione all’affettività che rasenta la psicologia o la sociologia.
Siccome noi abbiamo grande rispetto per la vita e per l’umano, anche degradato, che costituisce il nostro essere, pensiamo che occorra:
  • un confronto serio, nel quadro del contesto internazionale, per porre mano alle fragilità di un paese che non riesce a riconoscersi unito e solidale;
  • investimenti pubblici e privati e non analisi fasulle in quanto politicamente orientate dei costi/benefici, nell’ipotesi che ci siano soltanto delinquenti da scoprire;
  • la lotta alla malavita ed alla corruzione tanto diffusa, anche perché lo Stato è percepito come estraneo;
  • lo sviluppo sostenibile che non è in alcun modo la decrescita, ma è la premessa per garantire una vita umana a tutti;
  • l’equità fiscale che presuppone una lotta effettiva all’evasione che non si può fare senza una burocrazia efficiente e di qualità, non  solo vigile sulle procedure, e non più basata sul principio borbonico dello Stato di polizia teorizzato dal Bodin: «sei tu, suddito, se vuoi un’autorizzazione o un documento, che devi dimostrare di non aver violato le leggi e non viceversa»;
  • un’Europa democratica, necessaria per ragioni economiche ed ideali, specie nel quadro di grandi nuove potenze mondiali, più attenta alla solidarietà, come era prima dell’Atto Unico, senza scorciatoie federalistiche, ma con procedure rafforzate di cooperazione con chi ci sta e rispetta le regole;
  • un’Italia europea e non illusa dalle manovre dell’autocrate Putin che  regge il suo immenso paese, in via di sviluppo al di fuori delle grandi città e dei centri presidiati dall’esercito,  con la forza e non certo con la democrazia;
  • una scuola che non si limiti alla formazione professionale, senza appiattimento verso il basso, ma sia in grado di dare ai giovani una formazione culturale completa, con una scala di valori sicura, una piena capacità critica nei confronti della realtà e una possibilità di costante apprendimento nella vita a livello generale e in ambito professionale;
  • un’università che formi professionisti di salde competenze nella prospettiva di quelle che sono le reali necessità del nostro paese;
  • una ricerca scientifica sostenuta da finanziamenti pubblici e privati per evitare la fuga dei nostri giovani più preparati e capaci in paesi stranieri con depauperamento del nostro patrimonio intellettuale. 

Tutti questi sono propositi, sono speranze, ma noi siamo convinti che anche attraverso canali di non ampia portata, come il nostro, si possa fare un lavoro capillare di penetrazione e di convincimento, per cui continuiamo a pensare, a scrivere, a diffondere idee con fiducia nella forza stessa della verità per una società migliore.
Pensiamo, però, che per realizzare ciò le persone debbono acquisire una consapevolezza umana diversa: dieci milioni di spettatori o quasi per quattro sere (!) al festival di Sanremo fà riflettere…
Mancano  tensione morale, purtroppo, e un’attitudine al sacrificio, anche perché una parte importante della Chiesa cattolica predica soltanto il secondo comandamento –ama il prossimo tuo-, dimenticandosi del primo, e cioè l’amor di Dio, che ne è la premessa, quasi che la vita fosse tutta qui… sulla terra. 
Ai genitori del bambino andaluso di due anni, Julén, caduto nel pozzo di cento metri e morto, non è di gran conforto la tesi di Leibniz che trova una giustificazione al dolore individuale nel bene della specie umana… Il progresso umano e la solidarietà non bastano proprio e Dostoevskij lo aveva capito molto bene.
Contiamo sui nostri venticinque lettori per questa battaglia e il prossimo fronte sarà quello  delle elezioni europee.
Ce n’est qu’un début,continuons le combat!

sabato 9 febbraio 2019

ALLA SCUOLA DEI SOMARI: LA NOMINA DI SAVONA ALLA CONSOB

La nomina di Paolo Savona alla CONSOB è così scandalosa da diventare inquietante, fa supporre il retroterra di una rete di trame segrete... che ha impigliato anche Mattarella.

Giovanni Pellegrini


Il fatto che Savona sia stato nominato presidente della CONSOB indica che i giallo-verdi non hanno nessuno che ci capisca qualcosa in campo dell'economia e della finanza e così hanno preso il faccendiere buono per tutte le occasioni.

Gianmario Corte 



Il governo italiano, che in soli otto mesi ha profondamente danneggiato il paese, ingannando  chi è privo di conoscenze per giudicare in modo informato, ha scelto, da ultimo, l’ottantaduenne Paolo Savona come Presidente della Consob. La procedura è complessa perché Savona dovrà essere audito dalle Commissioni parlamentari – in passato il governo ha dovuto ritirare alcune nomine, come nel caso di Sammarco, perché bocciato dalle Commissioni stesse- e poi dopo le verifiche della Corte dei Conti dovrà esser nominato con decreto del Presidente della Repubblica.
L’anziano presidente designato è un macroeconomista con teorie bizzarre che, per quanto  coinvolto nel Board di un fondo di investimento, non si sa quanta dimestichezza abbia con i mercati borsistici che rientrano nella microeconomia, settore affatto diverso dal suo. Si tratta, altresì, nel caso della Consob, di un organo con rilevanti competenze giuridiche in quanto profondamente coinvolto nell’ambito del diritto societario per ciò che attiene alle società quotate o alle società che fanno ricorso al pubblico risparmio. Ci sono poi i principi di bilancio, quelli di revisione contabile, vigilanza sulle società di revisione, gli abusi di mercato, le OPA e in generale la trasparenza dell’informazione e la correttezza del comportamento degli intermediari nel quadro della protezione della parte debole e cioè i risparmiatori.
Siccome siamo nella UE – fino a quando?- la vigilanza è stellare a motivo della internazionalizzazione dei mercati (v. libertà dei movimenti di capitale, una delle libertà dei Trattati europei) e,  anche in ambito extra UE, sussistono accordi di cooperazione ed organizzazioni volte a ridurre i gap regolamentari da paese a paese. Il prof. Savona dovrà quindi viaggiare parecchio se vuol fare gli interessi dell’Italia in modo effettivo e non cialtronesco come fà l’attuale governo.
I suoi interlocutori avranno mediamente quarant’anni di meno dei suoi e, quindi, l’approccio, il contatto non sarà immediato. Qualcuno potrà sostituirlo ma il peso e l’impatto della presenza di un Presidente nelle riunioni internazionali non è il medesimo nel caso di un sostituto.
La Consob fà parte della IOCO, la International Organization of Securities Commissions che raggruppa gli organi di vigilanza dei mercati borsistici del mondo. Questa Organizzazione ha elaborato, su impulso dell’allora Presidente della Consob, Padoa Schioppa, dei principi internazionali che, come per quelli del Comitato  di Basilea per il settore bancario, costituiscono il Benchmark per le valutazioni che effettua il FMI quando periodicamente valuta i diversi paesi ed il loro grado di affidabilità. Il Salvini, che è un esperto di settore, come noto…, ha dichiarato che si sbagliano sempre ma i mercati continuano a credere più al Fondo che alle sue valutazioni.
I principi della IOSCO trattano subito delle caratteristiche su come debba essere il Regulator cioè l’ente che stabilisce le norme e su cui vigila e l’attenzione cade sui punti 2 ed 8.
2:The Regulator should be operationally independent and accountable on the exercise of its functions and powers;
La Metodologia relativa a questo principio  stabilisce che  il Regulator should be operationally independent from external political  and commercial interference. Without such independence investors and other market’s participants may come to doubt the Regulator’s objectivity and fairness with deleterious effect on the market’s integrity.
In altri termini, il Regolatore deve essere indipendente e deve render conto del suo operato. Non può essere soggetto  ad interferenze politiche o commerciali in quanto senza tale indipendenza gli investitori ed i partecipanti al mercato possono dubitare della obiettività e della correttezza del Regolatore con effetti deleteri sulla integrità del mercato stesso.
Savona è caratterizzato da una forte polemica politica portata avanti da  soggetti che considerano gli avversari dei nemici da abbattere. Sarà indipendente? A giudicare dagli attacchi che vengono in questi giorni contro Banca d’Italia e la proposta di azzerare i Commissari della Consob, il dubbio non è peregrino: si tratta di un approccio selvaggio come tutto quel che fà questo Governo.
8: The Regulator should seek to ensure that conflicts of interest… are avoided, eliminated, disclosed or otherwise managed.
Key questions nella Metodologia:
Does the Regulator have in place a process designed to identify and evaluate potential and actual conflict of interest regarding regulated entities?
Il prof. Savona era in una entità vigilata dalla Consob (non nel Board di società quotate?): sarà molto interessante vedere come si districherà allorché questi soggetti saranno, come avviene periodicamente, all’esame del Collegio dei Commissari Consob.
I principi IOSCO sono riconosciuti anche in sede europea e sono citati in alcune direttive.
Per i motivi sopraesposti certamente l’ingresso di Savona in sede internazionale  non sarà considerato senza riserve e non farà il bene dell’Italia.

Carlo Biancheri




martedì 5 febbraio 2019

UN GOVERNO MADURISTA

Carlo Biancheri

L’Italia ha bloccato ripetutamente una risoluzione approvata da tutti gli altri Stati membri della UE sulla situazione venezuelana per non danneggiare il compagno Maduro che ringrazia Roma insieme al compagno Putin, a Erdogan, il democratico turco, e agli ayatollah di Teheran. Uno schieramento inedito che non si era mai verificato. Ormai la politica estera è condotta dal Dibba, il Che Guevara all’amatriciana, da un tal Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, famoso per le castronerie espresse in ambito internazionale. L’isolamento del paese è visibile e la Spagna con Sanchez che, seguendo la tradizione (da Aznàr in poi) della politica spagnola di scalzare il peso di Roma nella UE, propone che se non si riesce ad approvare un documento di politica estera all’unanimità lo firmino tutti gli altri, rendendo visibile la solitudine italiana, in pratica fuori dalla UE. I belati di Mattarella lasciano il tempo che trovano: non ha fermato un governo di spregiudicati, non votato dagli italiani, e, adesso, queste sono le conseguenze. Lo fanno, dicono loro, per evitare la guerra civile: certamente! Avrebbero fatto lo stesso con Hitler o con Stalin? Salvini si agita tanto, ma non ha affatto impedito che il passacarte Moavero votasse contro ogni critica a Maduro al tavolo europeo: qualche connection col tovarich Putin? Oppure una virata in vista del viaggio negli USA? Sembra una costante la sua: è capacissimo a fare un quarantotto, ma non è mai conseguente, perché segue i 5S. Vedremo sulla TAV e, tuttavia, la sceneggiata -la parte in commedia è sempre la stessa ed è venuta a noia…- non sortisce effetti apprezzabili. 
Il Toninelli si permette di dire ‘chi se frega di andare a Lione’, perché nella sua povera testa il mondo finisce, evidentemente, a Cremona. Provocatore come il ragazzetto di cui abbiamo perso il conto delle frottole che ci propina, oltre alle sciocchezze che dice non ha capito cosa sia il diritto europeo per cui se la Commissione chiede indietro i soldi se li prende dal nostro contributo o dai fondi che ci sospende, non c’entra affatto la sovranità, Toninelli, abbiamo già rinunciato a parte della sovranità in forza dei Trattati europei: impara qualcosa! Non sa neppure che le sentenze della Corte di Giustizia europea sono applicabili nel diritto interno per cui in caso di condanna del paese… ma sono problemi che non lo sfiorano perché ricopre un ruolo troppo complesso per la sua preparazione.
La commedia delle liti – ricordano i ladri di Pisa: di giorno fanno finta di litigare e di notte vanno a rubare assieme…- non dura tanto perché  quel che unisce i disgraziati che hanno portato l’Italia in recessione e che hanno firmato cambiali stratosferiche con le clausole di salvaguardia (ventitré miliardi a fine 2019 e poi altrettanti l’anno dopo, altrimenti aumenta l’IVA…), che hanno scoraggiato la ricerca del lavoro col reddito di cittadinanza, superiore al salario, che hanno reso il sistema pensionistico, finanziato dai tagli ai pensionati, insostenibile, specie per un paese che invecchia e decresce, che hanno scoraggiato gli investimenti, nazionali ed esteri, perché hanno messo in forse la certezza del diritto con leggi arbitrarie e retroattive, senza un disegno coerente, che intendono distruggere la democrazia rappresentativa con le leggi di iniziativa popolare, che vogliono centralizzare le decisioni indebolendo lo Stato di diritto e favorendo, con l’autonomia, la secessione delle regioni ricche del Nord a scapito di quelle povere del Sud! Un capolavoro, no?
E noi dovremmo partecipare alla festa?
O presepe nun me piace, recitava il grande Eduardo: ma erano altri tempi.




venerdì 1 febbraio 2019

SIAMO IN RECESSIONE: E' COLPA DI NERONE

Carlo Biancheri

Vi ricordate del ragazzetto di Pomigliano d’Arco, facente funzione di vice-Presidente del Consiglio pro-tempore del governo del Vis-Conte dimezzato’?
Ma sì, l’autore del condono edilizio tombale di Ischia, mascherato dietro al crollo del ponte Morandi, assurto alle cronache non per burrascose vicende domestiche, con il padre costretto a chieder scusa mediaticamente per certe malefatte, ma per asserite competenze economiche in quanto aveva irriso le previsioni ottimistiche di Banca d’Italia che aveva fissato la crescita del Pil italiano per il 2019 allo 0,6% e non all’1% come pretendeva il governo: si sbagliano sempre, aveva sentenziato.
E’ amico del Vis-Conte dimezzato da san Giovanni Rotondo che non è preoccupato per la recessione tecnica, sancita dall’ISTAT dopo due trimestri consecutivi con segno negativo, in quanto nella seconda parte dell’anno ci sarà il boom dell’economia: basta la parola, la sua…! E’ un famoso giurista e mediatore internazionale; infatti il paese gode di molte amicizie al di là delle Alpi che debbono rimanere invalicabili: i 47 migranti in ostaggio sulla Sea Watch saranno accolti da paesi di prima grandezza nella UE e cioè la Lituania, Malta, la Romania e il Portogallo… e ciò la dice lunga sul credito internazionale che gode il governo del cambiamento (in peggio).
Sempre il ragazzetto che, oltre ad essere economista provetto, è anche ardito nelle sue teorie, ha sentenziato che la recessione tecnica dimostra che il governo precedente aveva mentito a sostenere che eravamo fuori dalla crisi; come dire, la colpa, se le cose non vanno, è sempre degli altri, financo Nerone!
Il fatto che lo spread continui ad essere quasi il doppio di quello del governo precedente e che gli investimenti siano drammaticamente diminuiti, perché non c’è fiducia in un governo di  piazzisti che non sanno neppure da che parte incominciare a governare, con tre o quattro linee di politica estera, non rileva.Neppure rileva che l’Italia sia il solo paese in recessione nella UE. Intanto, sulla dittatura di Maduro, in Parlamento europeo, i compagni della setta 5S  (ma anche la Lega… che pure dichiara di sostenere il presidente del Parlamento venezuelano…), insieme alla quinta colonna dei deputati del Pd che si rifanno a Zingaretti – così abbiamo capito dove si andrà a parare…- si sono astenuti sulla proposta di  riconoscere  Guaidò, che ha dato prova di coraggio e si è fatto da sé, essendo il padre un tassista. Quella venezuelana è una feroce dittatura che ha distrutto un paese, potenzialmente ricco, e loro si astengono dal combatterla, emuli di Quisling che collaborò in Norvegia con Hitler… En vertu de leur bons principes dicono i francesi, da loro odiati senza motivo se non quello di dover trovare a tutti i costi un avversario per distogliere l’attenzione dai disastri del loro operare in Italia. Sulle opere pubbliche abbiamo già detto, ma soprattutto il pericolo è l’ideologia estremista che ha già ‘normalizzato’ il servizio di informazione pubblica, pagato da noi e che ricorda ormai l’EIAR fascista, quella ideologia che porterà alle leggi di iniziativa popolare con quorum basso e che di fatto saranno in concorrenza con quelle del Parlamento: una democrazia semplificata, come la voleva Rousseau, finito pazzo, assolutamente manipolabile in quanto plebiscitaria: Duce,conduci!
A proposito di Duce non è che il barone di Munchausen, che cambia divisa ad ogni circostanza, ha tratto ispirazione dai fatti di quella località sul lago di Como con il Duce che scappa, nascosto e mascherato? Non aveva annunciato a tutti che voleva farsi processare e che i sostenitori dovevano prepararsi a portargli le arance? No, contrordine camerati: non deve esser processato perché lo ha fatto per noi, per difendere i sacri confini, tenendo in sofferenza tanti inermi. Non essendo colto, non sembra aver letto Il deserto dei Tartari e, quindi, ignora che l’attesa dell’invasione delle orde dei barbari è quella di un fantasma... Appunto, gli imbonitori degli allocchi che sono disgraziatamente in maggioranza in questo paese, corrono dietro ai fantasmi invece di rimboccarsi le maniche e creare condizioni favorevoli all’economia e sostenere riforme serie di cui abbiamo bisogno. Solo chiacchiera… che presto dovremo pagare tutti perché i conti non tornano.

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