tag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post6748788557194561907..comments2024-03-19T14:02:53.397+00:00Comments on AMICUS PLATO SED MAGIS AMICA VERITAS: IERI IN ITALIA E' FINITA L'ERA DI WOYTJLARosa Elisa Giangoiahttp://www.blogger.com/profile/13786256422023915660noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-78422727985625050782015-03-13T09:16:51.705+00:002015-03-13T09:16:51.705+00:00Vuol dire che dopo decenni di preti e vescovi ‘fun...Vuol dire che dopo decenni di preti e vescovi ‘funzionari’, attenti al ruolo ed agli equilibri di potere, di gente che si è appropriata della dottrina come bagaglio culturale e strumento di potere, l’opposto della fede vissuta, qualcuno comincia a ricordarsi che la fede consiste nel credere in un messaggio che richiede scelte ad ogni istante.<br />Ieri da Vespa c’era un dibattito dove alcuni cosiddetti vaticanisti si sforzavano di interpretare se il papa ce l’avrebbe fatta o no con la riforma della Chiesa, interpretando tutto con a-priori sociologico-politici, come se nella Chiesa si trattasse di vincere una guerra con lo schieramento di truppe... Diversi vaticanisti sono ex seminaristi o ex preti, cioè falliti nella vocazione iniziale, hanno continuato per decenni a predicare quel che, secondo loro, avrebbe dovuto esser la Chiesa spiegandolo a noi poveri laici…<br />C’è qualcuno che ricordi: uno solo è il Signore e voi siete tutti fratelli?<br /><br />Carlo Biancherinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-75050292114730952122015-03-13T09:13:08.280+00:002015-03-13T09:13:08.280+00:00Penso che le ragioni dell’assoluzione di Berluscon...Penso che le ragioni dell’assoluzione di Berlusconi siano da cercare più nella politica che nella magistratura, però la cosa interessante è che questa assoluzione è stata l’occasione per la conferma definitiva che l’era di Wojtyla è finita: la CEI ha preso finalmente una posizione chiara! E questo cosa vuol dire? Che Bagnasco non controlla più la CEI? Ha dovuto cambiare idea? e papa Francesco ha imposto la sua? Speriamo...<br /><br /><br />Roberto Tesininoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-78113482545627598052015-03-07T21:00:22.072+00:002015-03-07T21:00:22.072+00:00Ulteriore conferma del fatto che sia finita l’era ...Ulteriore conferma del fatto che sia finita l’era di Wojtyla in Italia la dovremmo avere da lunedì prossimo quando Antonio Mennini deporrà a San Macuto. Anche qui c’è voluto papa Francesco per riaprire il caso Moro e dare la parola a questo misterioso sacerdote che subito dopo la morte di Moro era stato promosso, ma allontanato dall’Italia. Speriamo...<br /><br /> Roberto Tesininoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-65308871373909820962015-02-07T09:35:06.061+00:002015-02-07T09:35:06.061+00:00Va bene, ma quel che conta è cercare 'uomini d...Va bene, ma quel che conta è cercare 'uomini di buona volontà', non persone 'etichettate'. Perché diciamo questo?Perché essere cristiani è una prassi - li riconoscerete dai frutti...- non l'appartenenza a un 'club' dove si proclamano valori non vissuti...<br /><br />Carlo Biancherinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-22421293269680754142015-02-07T09:33:05.715+00:002015-02-07T09:33:05.715+00:00L’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza de...L’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica e il suo primo gesto pubblico di omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine coronano un processo che era ormai ben visibile da anni nella società italiana: le persone che in questa fase storica sembrano più in grado di “dare corpo” – ovvero di prestare un volto e una storia anche personale – alle istituzioni e ai valori repubblicani sono esponenti di cultura cattolica, quando non sono addirittura dei preti. La stagione dei Ciampi e dei Napolitano – nobili epigoni della cultura azionista e comunista – sembra essersi consumata tutta sul piano politico-istituzionale. Fuori dai palazzi, il processo di evaporazione della sinistra laica dai suoi insediamenti sociali ha lasciato un vuoto anche a livello narrativo – la capacità di parlare al popolo italiano – che la Chiesa sta colmando in prima persona, con effetti imprevedibili fino a poco tempo fa. Prendiamo il campo simbolico della Resistenza. È significativo che dal 2002 a oggi l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia sia stato rappresentato ai suoi vertici da tre esponenti di un cattolicesimo politico tanto orgoglioso quanto saldamente “repubblicano”: Oscar Luigi Scalfaro, Tina Anselmi, Valerio Onida. Ma anche in periferia si sono verificate dinamiche analoghe, leggibili sempre meglio con il passare degli anni. Negli ultimi tempi i segnali sono stati numerosi, e in contesti politicamente molto diversi, a indicare – appunto – la dismissione da una parte, e la supplenza dall’altra. Il 7 gennaio, a Reggio Emilia, città dei fratelli Cervi e ora di Graziano Delrio, la lectio magistralis su “L’educazione al Tricolore” è stata affidata al vescovo Massimo Camisasca, su iniziativa del Comitato Primo Tricolore. Il 27 gennaio, a Padova, città da poco passata in mani leghiste, il partecipatissimo Giorno della memoria “dell’opposizione” è stato organizzato dal prete di strada e pacifista don Albino Bizzotto, dando la parola insieme a tutte le vittime della Shoah: ebrei, rom, disabili e omosessuali. Un momento importante di questo processo di riattualizzazione del codice repubblicano da parte cattolica si è avuto lo scorso 14 settembre, in occasione della cerimonia per il 70° del rastrellamento nazifascista in Cansiglio. In uno dei luoghi canonici della memoria resistenziale, le associazioni partigiane hanno chiamato come relatore ufficiale don Luigi Ciotti, altro celebre prete di strada impegnato da anni nel contrasto alle mafie con l’associazione Libera. Il giorno prima papa Francesco aveva tenuto messa, nel non lontano sacrario monumentale di Redipuglia, inaugurando di fatto le celebrazioni italiane del centenario della Prima Guerra Mondiale. I due eventi dialogarono, inevitabilmente. Ma se l’omelia del pontefice ha ripreso per molti aspetti una lettura consolidata della Grande guerra come “inutile strage”, il discorso di Don Ciotti segna forse un momento di svolta nella memoria pubblica della Resistenza. Ciotti ricorda di essere nato a Pieve di Cadore ed emigrato da bambino negli anni ’50 con la famiglia a Torino, “in una baracca di legno”; dice di avere come punti di riferimento, sullo stesso piano, Vangelo e Costituzione; parla di “un filo che lega la resistenza di allora alle resistenze di oggi, cioè l’impegno civile per un paese più libero dalle mafie, dall’illegalità, dalla corruzione, dalle ingiustizie”; cita papa Francesco che a Redipuglia ha parlato contro la guerra e portato per le lampade votive l'olio di Libera, ricavato dalle terre sottratte ai mafiosi; conclude dicendo che non ha paura della sentenza di morte da parte di Riina – a cui chiede anzi di cambiare – e che la lotta alla mafia e per la legalità e la giustizia sociale è la nuova Resistenza.<br /> <br /><br /> <br /><br /><br /><br /><br />Giancarlo Derchinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-69376674609424196772015-02-04T19:54:26.631+00:002015-02-04T19:54:26.631+00:00Aristotele non è mai stato dimenticato? Perfino He...Aristotele non è mai stato dimenticato? Perfino Heidegger parla di Aristotele per propri fini, naturalmente…<br />Quel che si vuol dire, qui, è che il soggettivismo sfrenato che caratterizza il tempo attuale (ma non solo) è anche figlio di una impostazione idealistica, in senso lato…, seguendo Wittgenstein, cioè quel che porta a dire che la vera realtà è l’intelligibile cioè, modernamente, il valore che io dò alle cose.<br />Si è smarrito completamente quel che Aristotele diceva a proposito della filosofia (‘lo stupore dinanzi alle cose’) e la ricerca del che cos’è della cosa. Oggi invece la filosofia si è trasformata in epistemologia perché la dittatura kantiana, che costituiva un dogma del pensiero critico, parte dal presupposto - che a noi pare una sciocchezza - che la realtà sia inconoscibile (il noumeno), ponendo le basi per ridurre la filosofia ad epistemologia.<br />Noi pensiamo che della filosofia non si possa fare a meno perché cerca il senso della vita, dell’uomo ed Aristotele dà molte risposte ‘liberanti’ anche nella "Politica".<br />Uscirà il 12 marzo p.v. un libro che noi riteniamo fondamentale, per i tipi de Il Mulino, intitolato "Cercare l’uomo - Socrate, Platone, Aristotele" di Francesco Calvo, scomparso prematuramente ,con prefazione di Paul Ricoeur: un libro che va contro-corrente e che affronta tutte le aporie del nostro tempo.<br />Carlo Biancherinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-78350049731785179592015-02-04T19:50:34.359+00:002015-02-04T19:50:34.359+00:00Cosa vuol dire “Ricominciamo da Aristotele...”? e ...Cosa vuol dire “Ricominciamo da Aristotele...”? e come si può fare per ricominciare da Aristotele? in realtà Aristotele non è mai stato dimenticato, perché in tutti i licei si continua a studiarlo, ma (è vero) rimane lettera morta. Cosa vuol dire reinserirlo nella nostra cultura viva? in quale? in quella esistenziale o in quella politica?<br /><br /> <br />Antonio Fabbrinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-48918766453652090522015-02-02T09:14:17.173+00:002015-02-02T09:14:17.173+00:00Sono del tutto d'accordo, ma non solo la Chies...Sono del tutto d'accordo, ma non solo la Chiesa dovrebbe far questo.Tanti anni di 'ubriacatura' idealista, per dirla col Wittgenstein del Tractatus,che include una fenomenologia inconcludente,di effimero alla Kundera, hanno provocato macerie.Ci vuole un nuovo umanesimo, ancora una volta. Ricominciamo da Aristotele...<br />Carlo Biancherinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6708816290595140656.post-33002574156293606312015-02-02T09:11:24.341+00:002015-02-02T09:11:24.341+00:00Questa vicenda dell’elezione di Mattarella ha mess...Questa vicenda dell’elezione di Mattarella ha messo ancor più in evidenza il problema centrale del nostro parlamento, che sta nella mancanza di una cultura politica. La generazione di parlamentari al di sotto dei 50-60 anni è arrivata in parlamento senza nessuna cultura politica, o reclutata attraverso le congreghe e le amicizie di Berlusconi, spesso con meriti solo di immagine (nel migliore dei casi), se donne, con un attivismo fine a se stesso sotto la ferrea guida dei capi per il M5S e con una notevole casualità nel PD. Così, se si è voluto qualcosa di un po’ più solido si è dovuto andare a pescare in quella formazione che davano un tempo la Chiesa e i partiti. A questo punto ci si dovrebbe seriamente interrogare su chi e come deve dare una cultura e una formazione politica seria, in quanto sappiamo bene che lo sbandieramento di una presunta onestà e capacità critica non basta. Soprattutto si dovrebbe interrogare la Chiesa, in quanto, anche se sono tramontate le ideologie, nella Chiesa c’è pur sempre una visione dell’uomo, della vita e della società che può tradursi in azione politica. L’importante sarebbe compiere la mediazione corretta in relazione ai nostri tempi e soprattutto superare i limiti e gli errori dei democristiani, perché, ricordiamocelo bene, questa base culturale giuridico-cattolica che ora viene tanto esaltata in Mattarella è quella che, dopo una certa positività nella ricostruzione postbellica, anche per il supporto dei socialisti, ha portato a situazioni politiche per niente positive, che altri hanno cercato di superare, purtroppo facendo peggio. Direi anche che, crollata l’ideologia marxista, la Chiesa ha una maggiore responsabilità di dover fronteggiare un laicismo liberista troppo spesso anti-umano.<br />Raffaele Toronoreply@blogger.com