giovedì 22 dicembre 2011

Carlo Biancheri

Pubblichiamo questo commento per esaminare, anche se in breve, i contenuti culturali, diciamo così..., sottostanti a questo approccio che tanto riecheggia gli slogans della famigerata Lega, formazione politica  secessionista che ha molto operato in questi anni per abbassare il livello culturale del Paese e favorire un atteggiamento reazionario cioè non pensato.
Di recente ho visitato a Roma una mostra sull'emigrazione italiana, organizzata nell'ambito delle manifestazioni del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. C'erano anche le valigie di cartone, i rosari che poveri veneti o i tanti meridionali, ai primi del Novecento, portavano con loro per scappare alla fame, in tempi in cui la vita media era bassissima. Andavano a New York, in Argentina, a San Paolo in Brasile, poi a Toronto, abbandonando tutto e con dolore. I rapporti dei consoli italiani dell'epoca sono impressionanti: venivano trattati non diversamente da come molti italiani trattano oggi i Rom. Nei giornali locali, quando si parlava di loro se ne parlava come di malavitosi: ci sono voluti decenni per farsi accettare, mai nell'élite, specie in Nord America tra i WASP.
La prima cosa che emerge in questo commento è la  mancanza di consapevolezza della fraternità umana e della dignità della persona. Quella stessa carenza che fece sì che i Rom fossero soppressi, in quanto etnia, nei campi di concentramento in Germania: esseri inferiori? Come i 'down'? Come gli omosessuali? Io soffro a sentir parlare un leghista  perché ignora totalmente, nel suo cieco egoismo, che quel che ha avuto è gratuito: non lo ha meritato lui, lo ha avuto e basta e la sua identità la scopre veramente solo se sa includere anche quella dei Rom o dei Sinti, al di là del loro degrado.
Nei Paesi dell'Est in Romania, in Bulgaria e in generale nella regione balcanica sono ben più numerosi che nell'Europa occidentale .A Sofia esiste un enorme campo, chiamato con disprezzo Cayenna..., dove vivono pacificamente.Tutte le mattine all'alba Sofia è pulita da loro, pagati dalla municipalità: posso assicurare che la città è di gran lunga più pulita di Milano o di Roma. Conservano ancora le loro  professioni tradizionali che la modernità ha distrutto: calderari, artigiani dell'argento, riparatori di gronde, musicisti, ecc... . Chaplin non era per caso Rom di origine?
Si sposano anche con i locali, tra i quali si scopre ogni tanto il tratto Rom...
In questo vento della Storia, segnatamente i fenomeni migratori, che significato può avere la sciocca argomentazione: 'prima di tutto i poveri italiani'? Prima di tutto chi ha più bisogno e se la torta è troppo piccola chiediamoci da dove vengono quegli enormi SUV così diffusi nelle terre del Nord di questo Paese ma anche altrove, posseduti da gente che denuncia un reddito di 15.000 Euro annui...
Nel corso di un'audizione mi son sforzato di spiegare ad un deputato leghista che portava all'occhiello il crocione di Milano, lo stesso simbolo della mia città, Genova, per quanto io non avvertissi con lui alcuna comunanza, che la sfida del nostro tempo è simile a quella che gli italici ebbero ad affrontare nel Medioevo prima e nel XIV e XV secolo poi: essere nel mondo. Spiegai che i genovesi erano presenti a Amsterdam, a Madrid, a Smirne, a Istanbul; non se ne stavano in Val Scrivia. Erano culturalmente aperti: parliamo della cultura dell'essere e non di quella dell'avere, tanto cara ai leghisti che non operano per il bene di alcuno se non di sé stessi.
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Ottenuta la fiducia alla Camera e dato il via libera alla manovra “salva-Italia” intanto il governo, attraverso il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, propone di concedere ai Rom delle case.
Una proposta alquanto bizzarra e frutto sicuramente di un forte “abbaglio” visto che vorremmo chiedere al ministro Riccardi come la prenderanno le numerosissime famiglie italiane che forse proprio a causa della manovra “lacrime e sangue” non riusciranno neppure a sfamare i propri figli, né tantomeno a pagare il mutuo della propria casa dopo anni di sacrifici.

Sì, la proposta del ministro Riccardi riguarda proprio le case, quelle che grazie al premier Mario Monti, saranno tassate dalla nuova imposta, l’Imu: insomma, gli italiani faranno enormi sacrifici per stare sotto un tetto, mentre i Rom saranno accompagnati presso le porte delle loro nuove e accoglienti abitazioni gentilmente offerte dallo Stato.
Un consiglio al ministro: non lo dica agli italiani che muoiono di fame, o agli italiani che non riescono ad avere un futuro, o a quelli che pur avendo un reddito non riescono ad accedere ai mutui bancari, per l’acquisto di abitazioni, eccessivamente onerosi e vessatori.
Ma andiamo per gradi. La proposta del ministro Riccardi mira a favorire lo sviluppo e la crescita del nostro Paese investendo sui figli dei Rom e sulla loro scolarizzazione.
Secondo il ministro il tutto passerebbe attraverso un tetto stabile “perché la vita in una casa favorisce l’integrazione e il superamento della provvisorietà”.
Applausi! Ma avete spiegato al caro ministro che ci sono milioni di italiani che non riescono a integrarsi per lo stesso motivo? Avete spiegato al ministro Riccardi che forse “snaturerebbe” la storia del popolo Rom che per antonomasia è un popolo nomade, non dedito a radicarsi stabilmente in un territorio?
Se qualcuno, forse radical-chic, pensa che il discorso del ministro non faccia una piega, vorrei chiedere loro che non sia invece un concetto abbastanza “razzista”; sì, ma nei confronti degli italiani!
Che sia ben chiaro, al ministro sembra mancare ogni contatto con la realtà non conoscendo forse che per moltissimi italiani la casa resta un miraggio; e lui che fa? Pensa ai circa 130 mila “zingari” temporaneamente stanziati in Italia, dando forse anche a loro il cosiddetto “rimpatrio assistito” che altro non è che una cospicua somma in denaro contante per agevolare il rientro a casa.
Ma nonostante tutto i Rom restano eccome in Italia. Sintomo del fatto che forse stanno meglio che altrove e che sono integrati come non mai. Poi per dirla tutta dati statistici fanno emergere come proprio il popolo “nomade” si diverte attraverso furtarelli e scippi proprio a danno di noi tutti. Per carità, tutto il mondo è paese, ma al ministro “Rom” consigliamo di pensare più agli italiani e meno alle proposte choc che nei fatti inaugureranno la nuova casta: quella degli “zingari”.
Per gli italiani forse un’aspettativa ci sarà: quella di travestirsi da Rom e chiedere una casa a Riccardi.

Francesco Christian Schembri