giovedì 25 gennaio 2018

È IMPOSSIBILE FARE ALCUNCHÉ NEL CAMPO POLITICO SENZA ESSERE BUONO


                                                                                                                                    Carlo Biancheri


E l’essere buono consiste nel possedere le virtù…
Chi l’ha detto? Un baciapile, come si  diceva un tempo? Purtroppo nell’analfabetismo del tipo 4.0  che caratterizza la nostra epoca, pochi sanno che chi l’ha scritto è Aristotele, vissuto  nel IV secolo a. C., all’inizio della Grande Etica
Marx aveva un gran rispetto per Aristotele, anche se il marxismo-leninismo in morale sgancia i fini dai mezzi e Lenin teorizza che qualsiasi mezzo è lecito pur di conquistare il potere, con i risultati che la storia ha ampiamente mostrato…  in quanto, contrariamente a quel che lui pensava, i mezzi adoperati pre-giudicano il fine che si vuole raggiungere…, lo precostituiscono, con buona pace del Machiavelli…
Se guardiamo ai politici che ci assicurano di voler cambiare l’Italia –chi glielo ha chiesto? In democrazia si fanno programmi che si sottopongono al voto non si prefigura uno Stato etico, cioè voler cambiare le persone, come sembrano volere quei due della setta, e cioè il giovine Di Maio e il Casaleggio figlio oppure il Salvini o la sorella dell’Italia fascista, Meloni – dove stanno i buoni?
Sempre per Aristotele la virtù è, tra l’altro, praticare la giustizia. E praticano forse la giustizia quelli della setta, scaricati dal comico in disarmo con tempistica perfetta? Cosa c’è di giusto nel ricalcolare tutte le pensioni in essere, fissando per le minime cifre insostenibili per il sistema? Cosa c’è di giusto nello stabilire un reddito di cittadinanza che uno Stato indebitato come il nostro non si può permettere? Cosa c’è di giusto nel promettere che si rivedrà il Trattato di Dublino sulla destinazione dei migranti di primo sbarco, approvato dallo sciagurato governo Berlusconi, duce il Frattini che rispunta, non si capisce come(…), ad ogni pie’ sospinto, senza indicare come si farà ad ottenere la maggioranza richiesta nel Consiglio Europeo o in Parlamento? Cosa c’è di giusto nell’annunciare la riduzione drastica della disoccupazione giovanile con investimenti in innovazione tecnologica ad alto moltiplicatore occupazionale, riducendo nel contempo le tasse su imprese e lavoro, senza indicare con quali risorse? Cosa c’è di giusto  nel contestare il PIL come criterio di valutazione dell’andamento economico di un paese, chiamando un economista , proveniente dal Sud Africa di Zuma, senza saper sostituire  altri indicatori sufficientemente affidabili? Cosa c’è di giusto nel ventilare un’Europa senza austerità, prospettando un’alleanza (il famoso Club Med di altri tempi…) tra i paesi del Sud Europa che è di là da venire, specie se si afferma gente come loro? Cosa c’è di giusto nel cambiare le regole in continuazione nel movimento, annunciare oscure competizioni per i candidati, tutte contestate, mancare di trasparenza ed affidarsi all’insindacabile giudizio di una persona, di un guru/garante? Questa non è virtù, è menzogna e manipolazione dei deboli.
E cosa c’è di giusto nel riproporre un programma politico mai realizzato come quello del famoso Cavaliere anfitrione delle cene eleganti? Si ricorda che si è dovuto dimettere in tutta fretta perché il paese affondava? Un complotto politico internazionale? Ma quando uno si avventura in certe acque deve pur prendere contezza della realtà oppure no? Oppure si comporta come la Raggi che, poveretta, ha ereditato una situazione tremenda a cui – pazientate…- sta mettendo mano…, anche senza l’aiuto di Marra? Non lo sapeva quando si è presentata com’era la situazione della città? È così sprovveduta?
È giusto, come fà il Salvini, sfruttare una situazione di emergenza come una migrazione epocale per seminare zizzania? È forse giusto negare l’uscita dall’Euro, come propone la sua amica Le Pen, quando invece ci si prefigge fin d’ora di mettersi in rotta di collisione con l’Europa, annunciando che non si rispetteranno unilateralmente i limiti decisi da ventotto Stati membri? Vuole fare comunella con Putin lo zar di un paese la cui economia è a dir poco problematica? È giusto che, dopo aver aizzato alla disobbedienza delle regole europee i produttori di latte,  ora dica che a Bruxelles sono degli aguzzini in relazione alla condanna giusta dell’Italia  per la frode  sulle quote latte? È giusto disinteressarsi del tutto del bene del paese che sta uscendo da una crisi epocale per motivi di propaganda elettorale da trivio?
È giusto che certi giornalisti e giornali, ad incominciare da Il fatto quotidiano, La 7, Il Corriere della Sera, tacciano su tutto questo, per non parlare dei professionisti della sinistra cosiddetta intellettuale? Facciamo grazia agli esperti di bocciofila della bassa modenese che continuano a dichiarare che vogliono conoscere gli argomenti degli esponenti della setta… e che propongono la ristrutturazione del debito italiano (Fassina), aprendo scenari all’Argentina. Resta il fatto che è mentire al Paese proporre qualcosa che non si realizzerà e lasciarsi guidare dall’intemperanza, come direbbe Aristotele, nel fare di tutto per far perdere il partito da cui sono usciti. L’alternativa qual è?
Errare humanum est sed perseverare diabolicum.
«È dunque intorno al bene che dobbiamo parlare e non intorno al bene generale ma intorno a ciò che  è bene per noi»,  così Aristotele nella Grande Etica (cap I).
E questi parlano del bene per noi?


mercoledì 17 gennaio 2018

Fuga dalla realtà della setta 5S e dei loro alleati e della Lega



Carlo Biancheri

Tra le tante letture (!) cui sono dediti i pentastellati, oltre alla biblioteca sul pianeta Gaia della chiesa di Scientology, duce il defunto Casaleggio, manca, all’evidenza, il libro di Fromm, intitolato Fuga dalla libertà, il cui titolo si può anche parafrasare come fuga dalla realtà. Lo stesso vale per i leghisti che ora leggono nella Costituzione italiana una sorta di presidio per la razza italica… Scusate l’ignoranza, ma i terroni non erano per caso inferiori ai puri della razza padana? Ora sono riabilitati? Roma ladrona e compagnia cantando dove finiscono?
Inutile che il Commissario Moscovici cerchi di spiegare che non si può sforare il 3% annuo di ulteriore debito dello Stato per un paese che ha già un debito in essere tra i più alti del mondo e cioè circa il 130% del prodotto interno lordo .
Il giovanottello Di Maio che di economia se ne intende, anche in relazione agli studi fatti ed all’attività lavorativa pregressa, risponde che non si può accettare una critica da una persona che viene da uno Stato come la Francia che ha sforato sempre il 3% annuo, questo sarebbe come dire: sei un incoerente, ma… Moscovici con la Francia non c’entra più, è alla UE… Qualcuno l’ha detto a Di Maio?
Noterete che non si entra mai nel merito, ma si attacca sempre, come insegnava Lenin - ma anche le camicie brune all’avvento del Nazismo (v. i quaderni di “Paideia” sui metodi nazisti nella conduzione delle assemblee)- sul piano personale per squalificare l’avversario: in altri termini, non sono in grado di reggere il confronto quando è richiesta la competenza.
Così fan tutti, a cominciare dalla Raggi che, interpellata dal Ministro per l’ambiente su come intenda smaltire la spazzatura di Roma che straborda dai cassonetti da moltissimo tempo e, segnatamente, sulla necessità di identificare i siti dove scaricarla, risponde che si tratta di un attacco politico. La stessa, quando le si fa notare la vergognosa inefficienza e la mancata collaborazione del Comune di Roma con lo Stato, afferma: ci vogliono più poteri! E come no… dopo la strabiliante attività sin qui svolta…
La Banca d’Italia ha comunicato che il debito pubblico inizia a diminuire, ma Di Maio dice che continua ad aumentare: sappiamo che il suo italiano è incerto, specie con la consecutio temporum, ma leggere sa, vero?
Su Il Foglio del 17 gennaio 2018 c’ è un confronto molto istruttivo su quello che intendano fare le forze politiche per il debito pubblico in essere del Paese, fattore che aumenta lo spread sui titoli pubblici (con quel che ne deriva…) e ostacola ogni possibilità di investimento pubblico consistente, perché i vincoli europei sono tali da non consentirlo. Li abbiamo scelti liberamente questi vincoli e con la liretta in un contesto di liberalizzazione dei mercati finanziari in cui viviamo avremmo fatto la fine che fece a suo tempo l’Argentina. Del resto la Brexit…, gli inglesi ci ripensano?
L’esperta del movimento 5S, Castelli, sostiene che basta austerità, servono più investimenti e meno tasse. Ragiona così lei in famiglia? Spendiamo di più, paghiamo di meno e tira in ballo, dulcis in fundo, lo scomparso professor Caffè, molto stimato da Draghi, che inorridirebbe a sentire simili sciocchezze. Gentile Castelli, il debito scade in continuazione e, secondo lei, come si rinnova alle scadenze? Se lei ha un debitore  che ha l’acqua alla gola gli dice: ti presto ancora e mi pagherai nel 2050? I conti con la realtà lei li ha  fatti?
Per fortuna che interviene il Fassina, l’economista di Liberi ed uguali, il gruppo del Grasso, peso leggero in politica, che vuole abolire le tasse universitarie per i ricchi giacché i poveri, purtroppo, i figli all’Università non ce la fanno a mandarli. Il Fassina va giù piatto e sostiene che, come ha sostenuto Schauble (loro nemico giurato!) prima di andarsene, per alcuni Stati il debito va ristrutturato. Bene. Quali le conseguenze? Ha studiato il caso Argentina? Quanti anni ci sono voluti per tornare sul mercato? Una scelta siffatta porterebbe ad un impoverimento serissimo  del paese nel quadro delle libertà di mercato in cui ci troviamo ad operare. Le sue teorie trovano una solidarietà(casuale?) con quelle del famoso prof. Minenna, l’inventore degli scenari probabilistici nell’offerta di titoli mobiliari sul mercato e che nessuno al mondo vuole adottare – la SEC americana lo consente se i collocatori, cioè gli intermediari finanziari, se ne assumono la responsabilità(!)-. Il Minenna già prevede che sarà pacifico,per risolvere il problema del debito italiano, l’aiuto dell’Europa con il Fondo salvastati che assicurerà i debiti sovrani. Decisamente a Bruxelles non ci ha mai messo piede.
Poi la Lega con  Borghi Aquilini, responsabile economico del partito, il quale prospetta quattro soluzioni: 1) il default non si può fare e così il  Fassina è cassato; 2 )la crescita dell’inflazione neppure, perché bisognerebbe aumentare i salari e perderemmo competitività; 3) monetizzazione del debito. Il Giappone ha già fatto ricomprare alla sua Banca centrale la metà del suo debito. Ora la Lega vorrebbe monetizzare i titoli italiani comprati dalla BCE col Quantitative easing, ma riconosce che la Germania dirà di no: che scoperta dell’America! 4) resta solo la crescita e, siccome l’Italia è all’interno della moneta unica, la Lega potrà solo fare in modo di immettere denaro nel sistema economico con detassazioni ed investimenti produttivi: più crescita, meno debito. Un momento, Borghi Aquilini…, gli investimenti sono a debito? E le detassazioni a chi ? A famiglie o a imprese? Quali gli effetti per la sostenibilità del debito?
Molto più seria ed articolata la proposta di Marattin del Pd mentre quella di Brunetta con l’avanzo primario e la flat tax per aggredire il debito, che avvantaggerebbe solo i ricchi, è uno dei soliti spot, come la reintroduzione delle case chiuse del Salvini, perché fare l’amore (con chi Salvini?) fa bene alla salute, o le sparate di Berlusconi.
Noi credevamo che un paese adulto facesse i conti con la realtà, ma qui siamo a proposte adolescenziali al potere… Mala tempora currunt.



sabato 6 gennaio 2018

MALESSERE NELLA CHIESA


Rosa Elisa Giangoia


Nell’attuale dibattito, piuttosto vivace, all’interno della Chiesa e più in generale nel mondo cattolico, le argomentazioni che vengono addotte, pur su argomenti diversi, sono per lo più testimonianza dell’aridità culturale di questo tempo, in quanto derivano molto spesso da stati d’animo o da valutazioni di tipo pratico e contingente, prive del sostegno di un metodo. Quelle che mancano sono argomentazioni fondate su principi filosofici basati su una corretta ontologia.  Tutto ruota all’interno del soggetto, per cui l’opinione viene a coincidere con la verità, o meglio con quello che si ritiene che questa sia. Questo in una Chiesa ormai completamente clericalizzata, sia nella componente dei sacerdoti che in quella dei laici, in quanto quello che doveva essere il carisma si è trasformato, ahimè, in potere e non vi è più capacità di ascolto delle ragioni degli altri. Una Chiesa chiaramente sulle difensive, in quanto teme l’estinzione, per cui, invece di vivere secondo una spirito di comunità, tende ad assumere al suo interno atteggiamenti da caserma, con arroccamento di chi detiene il potere, spostamento o rimozione di chi non condivide, premiazione di chi pedissequamente si adegua, fino al “Vietato lamentarsi” posto da papa Francesco sulla sua porta in Santa Marta.Per capire questo attuale andazzo della Chiesa bisogna rifarsi al sovvertimento avvenuto nella teologia tedesca quando alla Scolastica di Tommaso alla Metafisica di Aristotele, si sono sostituite le filosofie di Kant e di Hegel, non tenendo presente, tanto per usare una scorciatoia semplificativa, ma efficace, quel che Marx giustamente sosteneva, cioè che Hegel faceva camminare gli uomini con la testa al posto dei piedi…In questo capovolgimento di prospettiva, molti sacerdoti, allontanandosi dal sacro, per diventare sempre più funzionari, tanto per giustificare il loro mestiere…, forse anche stanchi di un bimillenario sperare…, hanno progressivamente cercato di accordarsi sempre più con il mondo. Moneta corrente è la linea dualista, secondo cui la libertà è il pensiero, enfatizzata da papa Francesco con il discernimento ignaziano degli spiriti come chiave di volta, che  per chi scrive è piuttosto puro solipsismo secentesco …Tra i teologi contemporanei riemerge come fiume carsico il modernismo che consiste nel considerare il dogma l’espressione di un sentimento religioso in un dato momento storico, trasformando, tra l’altro, l’atteggiamento di fede in stato d’animo. Questo porta ad una religiosità di tipo affettivo-sentimentale in cui rilevante è che cos’è Cristo per me, per la mia esperienza soggettiva e personale, da cui nasce una morale da costruire come se Dio ci fosse che mette insieme credenti e non credenti e tutte le religioni. Tutto questo senza tenere conto di Dio che si rivela agli uomini di Sua iniziativa. Anzi, valorizzando il mito storicista secondo cui Storia e Verità coincidono, cosa che appare immediatamente inconsistente se consideriamo le esperienze tragiche del nazismo, del fascismo e del marxismo, le catastrofi nucleari, i genocidi. Allo stesso modo il progresso umano non può coincidere con la salvezza, specie con la forzatura dell’insostenibile teoria teilhardiana, secondo cui il Cristo sarebbe l’omega dell’evoluzione umana… Ma queste posizioni saltano a piè pari certi interrogativi di fondo, imprescindibili nell’esperienza umana, quali: qual è il fine della vita? Qual è la ragione del male? Perché gli innocenti soffrono? E il limite dell’uomo? Qual è la differenza tra il senso e il non senso? E poi l’interrogativo determinante: l’uomo cerca Dio e se lo costruisce? A costruirselo sono stati i Greci con il loro antropomorfismo, già criticato in antico da qualche pensatore, come Senofane, e sentito da molti uomini del tempo come insufficiente, tanto da cercare risposte e consolazioni nella pratica dei misteri. Ma i Greci, consapevoli dell’insoddisfacente mondo da loro creato, l’avevano sottoposto ad altre entità, il  fato, la nemesi, ecc… La fiducia nel progresso, invece, conduce ad un generico umanitarismo: una Chiesa che cerca di trasformare il mondo per portare la pace universale, che si muove in una dimensione orizzontale, facendo proprie le posizioni di organizzazioni che guardano alla protezione della natura, alla generica fratellanza degli gnostici nel tentativo (vano) di risolvere i mali terreni dell’uomo nel mondo, mettendo in ombra la sua destinazione eterna.
Le preoccupazioni per l’affievolirsi della percezione del mistero si ritrovano in Dostoievskj, quando, nella Leggenda del grande Inquisitore, descrive il cardinale gesuita che, nell’assolata estate spagnola, rimprovera Gesù di esser tornato. Forte è la critica nei confronti della Chiesa cattolica che, a suo avviso, trasforma la fede della gente in dominio, senza altra finalità che il mantenimento dell’ordine, contenendo l’angoscia del vivere. Così si finisce per dimenticare la causa dell’operare umana che è la sequela di Cristo per i credenti. Del resto Solov’ëv lo aveva profetizzato circa centocinquant’anni fa, preconizzando la vittoria della gnosi, cioè dei massoni…: la trascendenza diviene immanenza e la preghiera, solidarietà umana…Quanti, dentro e fuori la Chiesa, si attestano su queste posizioni sono filosoficamente poverissimi, perché non prendono sul serio il reale, in quanto di professione apologeti della propria idea… In questa linea di pensiero i problemi dell’uomo ed il suo scacco restano intatti, così come la scelta tra bene e male, come il dolore individuale che il destino trionfante della specie non può consolare e sanare, come, ad esempio, nella sofferenza personale per la perdita di una persona cara…
Non vorremmo che oggi nella Chiesa ci fosse  troppa religione, intesa come ritualità,  e poca fede, come diceva Lutero, all’origine, tra gli altri, del regno del soggettivismo contemporaneo di cui già Benedetto XVI si lamentava. In contrapposizione si auspica l’alternativa che teologicamente dovrebbe consistere in una seria antropologia cristiana fondata sui prolegomena fidei, nella spiritualità della tradizione dei Padri, dell’apertura del cuore, enfatizzata dal profeta Osea, e nell’umiltà conforme all’autentica tradizione benedettina e francescana in contrapposizione all’attivismo che diventa facilmente materialismo…
Il nocciolo della questione comunque è a monte, ovvero in una diversa altezza e profondità, in quanto si tratta di non ridurre tutto nell’ambito della sfera dell’esperienza che contraddistingue l’esistenza, ma di dare la precedenza alla ricerca del ‘che cos’è delle cose’.