martedì 29 ottobre 2013

Renzi condannato in primo grado dalla Corte dei Conti per danno erariale e nessuno ne parla

Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana. Sicuramente un biglietto da visita non proprio positivo per il Sindaco fiorentino del Pd che punta dritto a Palazzo Chigi e alla segreteria del partito. Una condanna, seppur in primo grado, per un amministratore locale non è decisamente un buon viatico. Il Sindaco infatti, quando era Presidente della Provincia di Firenze, aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento sbagliata rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone. In pratica Renzi aveva assunto 4 segretarie per il suo staff con un contratto di categoria D invece che C, in soldoni stipendi gonfiati. Queste infatti non possedevano alcuna laurea, pertanto è stato ravvisato un danno erariale che la procura contabile aveva originariamente stimato in 2 milioni e 155mila euro, ridotto dai giudici di primo grado a un risarcimento di 50mila euro. Di questa somma, circa 14mila sono stati posti a carico del rottamatore e 1.000 al suo vice di allora, Andrea Barducci, oggi promosso presidente della Provincia medesima. Il resto è stato addebitato a ex assessori e funzionari dell’ente locale. Le persone condannate sono 21; nove dei 30 indagati sono stati archiviati. Renzi contestò pesantemente il lavoro della procura contabile: «Una ricostruzione fantasiosa e originale».. Nessuno tuttavia gli ha sentito dire: accetto la sentenza, la giustizia faccia il suo corso, auspico tempi brevi per il processo di appello. Del quale, a due anni dal verdetto di primo grado, si è persa ogni traccia. Ma la Corte dei conti ha dovuto occuparsi anche delle spese di rappresentanza del giovane presidente della provincia di Firenze. Le ha denunciate un dipendente di Palazzo Medici Riccardi che ha il dente avvelenato con Renzi. Il suo mandato è costato ai contribuenti fiorentini 600mila euro in cinque anni tra viaggi, ristoranti, regali, ospitalità: una visita negli Stati Uniti nei giorni in cui Obama fu eletto presidente è costata 70mila euro. La Provincia aveva dato a Renzi una carta di credito con un plafond di 10mila euro mensili. I magistrati contabili sono andati a caccia dei giustificativi, ricevute e scontrini. Quando mancavano, il capo di gabinetto autorizzava ugualmente gli esborsi: «Spese regolarmente eseguite in base alle disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza istituzionale». Renzi ha fatto felici le migliori cucine di Firenze: 1.300 euro alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino e 1.213 al Cibreo. Sotto inchiesta sono finiti anche i 4,5 milioni che la provincia ha elargito alla Florence Multimedia, società che svolge attività di comunicazione e informazione per la provincia. (Questo testo ci è stato inviato da Donato Salemi)

sabato 26 ottobre 2013

VENDITORI DI SAPONETTE Carlo Biancheri

Nel dopoguerra, fino agli anni Sessanta ed anche oltre in certe zone del paese, non solo esistevano i commessi viaggiatori, di letteraria memoria, ma i venditori a domicilio di elettrodomestici, spazzole, scope, saponi, detersivi: dei venditori porta a porta che per avere il tempo d’ imbonire il cliente mettevano il piede nell’uscio, impedendo la chiusura tempestiva della porta di casa.Tenevano concione, un po’ come i testimoni di Geova che a due a due suonavano di casa in casa e parole, parole, un fiume di parole, fino a che la gente esausta o comprava qualcosa o sbatteva la porta in faccia al malcapitato. Ad ascoltare i giovani neo-politici sulla scena ci sembra di intravvedere delle affinità con quei signori: con la differenza che quelli si procacciavano da vivere onestamente, mentre questi hanno deciso, come già Donna Prassede, che il bene, si sa, bisogna farlo per forza… a noi poverini… Le tipologie variano, ma c’è un massimo comun divisore: la mancanza di contenuti e la declamazione di esigenze, senza individuare i mezzi per realizzarle o l’impatto che tali mezzi hanno sulla società e, soprattutto, una totale mancanza di auto-critica. Partiamo dagli alternativi, i cosiddetti no-TAV. Questi signori che esprimono, tramite media, concetti vagamenti insurrezionalisti e che ignorano del tutto, a sentirli parlare, la storia dei movimenti sociali degli ultimi duecento anni, reputano che il loro modo di vedere le cose è la verità e il popolo bue è colpevole di non seguirli a sufficienza. La valle in questione è loro, quindi tutti i mezzi sono leciti per difenderla, anche quelli violenti, perché di legittima difesa si tratta. Ci sono anarchici stranieri che mettono bombe o danno fuoco ai mezzi delle imprese che realizzano l’opera o minacciano quelli che non la pensano come loro? Certo! Ci sono tante realtà no-TAV nel mondo per cui bisogna divulgare ovunque la dottrina di una vita alternativa... Altro che Silvio Pellico che era ben conscio di quel che il suo agire avrebbe comportato… No, la loro visione del mondo è la realtà non manipolata dalla modernità. Vi è mai stato chiesto se siete d’accordo? E il principio di democrazia maggioranza/minoranza gioca ancora oppure no? Se, puta caso, la TAV, tra vent’ anni per ipotesi…, costituisse un ulteriore varco nella corona delle Alpi per diminuire l’isolamento dell’Italia dal resto d’Europa è rilevante? Hanno già deciso che è del tutto inutile perché il commercio langue sulla linea esistente che è più che sufficiente: non mettiamo bocca perché non siamo esperti, ma storicamente la realizzazione di un’infrastruttura di questa portata favorisce un flusso… I giovanotti e le signorine della setta della Scientology (all’ italiana…) già incominciano a far danni coi loro emendamenti da incompetenti in Parlamento: se mai fate una compravendita immobiliare, vedrete che ginepraio si è creato col certificato di attestazione energetica, anche grazie a loro… Eppure insultano, danno lezioni di etica, sanno tutto…; provetti costituzionalisti, giuristi affermati, esperti fiscalisti, conoscitori del mercato finanziario, economisti: ’La si ingegni,la faccia da sé giacché la cosa Le par tanto chiara…’ diceva Don Ferrante alla moglie. Per loro tutto è chiarissimo, tuttavia ad ascoltarli, quando si esprimono con un italiano povero ed incerto, viene fuori più che altro una conoscenza approfondita del bondage…(‘tira di qua, tira di là…’) che non sembra utile a realizzare il bene comune… Il Grillo, modesto comico, che è convinto di conoscere il mercato finanziario (ci ricordiamo ancora la sua performance all’Assemblea MPS quando fu tacitato in modo umiliante da Profumo: da dove ricava queste cifre?) dà la linea (o almeno vorrebbe) insieme al guru che intende realizzare il pianeta Gaia sulla terra; dicono continuamente che tutti i partiti spariranno e che rimarranno solo loro: roba da far venire i brividi. Poi c’è l’attor giovine, l’eterno fidanzato, che parla di sé in terza persona, il cui volto ormai rassomiglia a quello di Tutankamen, per i trattamenti subiti. Questo signore, non pago di aver beneficato il paese per lustri, adesso vuol far cadere il governo, d’intesa col Grillo…, perché occorre una palingenesi tornando alla fortunata Forza Italia, di fausta memoria e… meno male che Silvio c’è… Forza Italia si ispira ai principi cattolici, difende i valori tradizionali, come la famiglia, quella del bunga-bunga (banga-banga in inglese…) aggiungiamo noi. Con quella madonnina infilzata della Gelmini, che ha passato finalmente gli esami da avvocato in Calabria, per intenderci…, novella Giovanna d’Arco insieme alla danzatrice scollacciata (parliamo dei calendari…) Carfagna, un giro di intellettuali dove svetta Fitto: ricorda spesso nell’espressione il pensatore di Rodin. E poi l’autorità morale di Verdini e la competenza economica di Brunetta costituiscono un sicuro viatico per il futuro del paese… delle banane, si diceva un tempo. Ci resta da dire dei contendenti del PD. Apparire primeggia sull’essere perché malgrado le numerose tavolate, i sostegni più o meno dichiarati di certi poteri…, vorremmo ancora capire come si diminuisce il debito pubblico, come si favoriscono gli investimenti, come si ripartisce la pressione fiscale senza allontanare tutti i capitali in un regime di libera circolazione, come si affronta l’evasione fiscale, in quanto tempo e secondo quali criteri si deve riformare la giustizia ,come si riforma una pubblica Amministrazione autoreferenziale che continua ad esistere solo perché l’amministrazione della giustizia non funziona, come si tutelano i governati, come si organizza la formazione, la ricerca, come si riformano i partiti, la legge elettorale, come si mette mano alla follia delle autonomie regionali che ci costano un patrimonio e che si sono rivelate del tutto inefficienti: avete mai parlato con i rappresentanti delle regioni (!) italiane a Bruxelles o in Bulgaria (regione Sicilia…)? Il ricambio generazionale sta a dimostrare che contrariamente a quel che diceva il Mussolini, l’esser giovani non è un valore in sé, giacché non ci sembra che i candidati diano risposte a queste problematiche con cognizione di causa. Molti slogans, demagogia, spesso improvvida perché si pone in contrasto con principi costituzionali: la Costituzione va cambiata nelle parti che chiaramente lo necessitano, non perché è vecchia… Una richiesta: invece di piazzisti vorremmo persone che fanno proposte serie: è troppo ‘dimandare’?

martedì 22 ottobre 2013

DIBATTITO SULL'ITALIA

Che ne dite di quest'articolo? http://www.corriere.it/editoriali/13_ottobre_20/potere-vuoto-un-paese-fermo- 1e477e6a-394d-11e3-893b-774bbdeb5039.shtml Mi piacerebbe sapere se anche Carlo Biancheri pensa che siamo ormai senza speranza, che ci dissolveremo... Fabrizio Verri ************************************************************************************************** Ci dissolveremo se non si riesce a trovare una ragione per vivere e trasmetterla alle nuove generazioni. Mi pare che siamo paghi di aver tirato su giovani che ignorano la parola sacrificio,che identificano il tempo con l'istante,che vivono di sesso(spesso droga),come un fatto biologico, normale e che hanno come unico valore il loro io, come assoluto, che ovviamente proteggono in un mondo virtuale, cibernetico. Dobbiamo ringraziare gli americani che ci hanno dato prima la società dei consumi che ha finito col consumare l'uomo stesso, poi l'informatica 'senza freni' (...ma con molti controlli...) che ha determinato una babele cosmica. Un popolo sostanzialmente materialista ed incapace di criticità... La parola insight confonde l'interlocutore anglosassone: non sa cosa sia, non sa spiegarla. Fatti concreti..., come dicono sempre tutti i nostri politici,opposti ad astratto: siccome non pensano, non sanno che astratto non è sinonimo di irreale..., come giovinezza... Storicamente la gente cambia dopo terribili calamità come le guerre: speriamo di esserne risparmiati. Per il resto l'analisi è corretta, ma c'è un'omissione: lo sconquasso ha dei responsabili, in primis la massoneria che ci ha governati da cinquant'anni a questa parte. Carlo Biancheri

giovedì 17 ottobre 2013

CONTRO I DETRATTORI DI PAPA FRANCESCO di Rosa Elisa Giangoia

Chi come noi ha sempre espresso dalle pagine di questo blog disagio per l’impostazione tradizionalista degli ultimi due papi, più che fedele a quella Tradizione viva della Chiesa, fonte, insieme alla Scrittura, della Verità, nonché per l’indulgenza nei confronti di governi, come quello allora in Italia, discutibile, se non esecrabile, ha puntato il dito contro i legami del Vaticano e in particolare dello IOR con i poteri economico-finanziari, ha polemizzato contro gli intrecci tra uomini di Curia e lobby intra ed extra ecclesiastiche, ha subito iniziato a vivere con grande entusiasmo e profonda speranza la nuova stagione di papa Francesco. Il modo di pensare, di operare, di parlare, di comunicare, di mandare messaggi di papa Francesco è davvero nuovo e per questo non c’è da stupirsi che si determinino posizioni di dissenso e di critica, dovute a chiusure e rigidi attaccamenti alla Tradizione, sopravalutata al di là dell’obiettivo del papa di rivitalizzare la Chiesa alla fonte diretta del Nuovo Testamento e della vita delle origini. Le critiche sono iniziate negli Stati Uniti, dove viva è la battaglia in campo politico, capeggiata dal conservatore arcivescovo di New York, Timothy Dolan, sui cosiddetti “principi non negoziabili” (aborto, contraccezione e nozze omosessuali). Le riserve e le critiche a papa Francesco si sono intensificate dopo la Giornata Mondiale della Gioventù, soprattutto a seguito della frase pronunciata sull’aereo durante il viaggio di ritorno: “Chi sono io per giudicare un gay?”. A questo proposito bisognerebbe ricordare la raccomandazione evangelica alla prudenza nel giudicare: “Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà misurato a voi” (Lc 6,36-38). Poi ci sono stati attacchi sempre più serrati e frequenti dei cattolici tradizionalisti, ad iniziare dai lefebvriani della Fraternità di san Pio X, per passare al gruppo Inter Multiplices Una Vox, che per confondere le idee usa l’inganno di un sito con la grafica identica a quella del sito del Vaticano, e ad altri gruppi, come Rorate Coeli, Pontifex, ecc., che cercano (ed anche ottengono) consensi in rete, anche tra i giovani. Si sono determinate, però, anche spaccature all’interno di questo schieramento di critici, come dimostra l’espulsione dei giornalisti Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro da Radio Maria, che inizialmente aveva accolto con freddezza il nuovo corso impresso da papa Francesco, mentre successivamente ha iniziato ad enfatizzare il suo sostegno al pontefice, forse perché molto amato dall’opinione pubblica. Anche la lettera che Lucrecia Rego de Plana, dal Messico, dove ricopre un ruolo importante nel movimento Regnum Christi, ha indirizzato al papa per esprimere interrogativi e dubbi, non sembra aver trovato sostegno e appoggio da parte dei Legionari di Cristo. Il quotidiano “Il Foglio” negli ultimi tempi ha aperto un confronto di opinioni pro o contro il Papa, che ha visto due fronti, quello di chi afferma che papa Francesco “sta fondando una nuova religione opposta al Magistero Cattolico” e quella di chi propendo per una comprensione del “disagio” da parte di certe aree cattoliche, da vivere, però, nell’ottica che “nella Chiesa si cammina col Papa o si va verso lo scisma”. A nostro avviso, sono tutte posizioni dettate da ristrettezza mentale e miopia culturale. Posizioni che si basano sulla ripetizione pedissequa, senza andare al nocciolo del contenuto e della comprensione della Verità, che non si identifica con la Tradizione, in quanto come afferma la Dei Verbum “la Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo; cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro (cfr Lc 2, 19 e 51), sia con la esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. La Chiesa cioè, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengono a compimento le parole di Dio” (8). Papa Francesco ha indubbiamente un orizzonte di vedute più ampio e cristianamente più vero, al di là dell’attaccamento a quella Tradizione, tanto invocata dai suoi detrattori, che altro non è che una creazione storica cristallizzata, mentre il cristianesimo, nel suo vivificarsi alla linfa del Vangelo, va rivivendo in autenticità nel divenire della realtà del tempo, perché, come ha ben evidenziato Mario Pomilio nel suo romanzo, si realizzi in quel "Quinto Evangelio" che è la capacità dei cristiani di seguire il Vangelo nell’hic et nunc in cui ci si trova a vivere. L’ottica di papa Francesco, che sui “principi non negoziabili” ha detto nell’intervista a “Civiltà Cattolica” che “l’opinione della Chiesa è nota e non c’è bisogno di parlarne sempre”, si apre ad un orizzonte molto più ampio, che privilegia l’attenzione alla povertà, nonché gli atteggiamenti di misericordia e di pietà cristiana. Soprattutto ritiene che di questi temi se ne debba parlare soprattutto nel contesto adeguato, come ha dimostrato pronunciando parole durissime contro l’aborto, nell’ udienza ad una delegazione di medici cattolici. I critici di papa Francesco, in primis i lefebvriani, lo accusano di essere “modernista” per la loro incapacità di comprendere che il Papa, quando parla ai credenti, alla Chiesa in quanto tale, è attentamente rigoroso, e ben lo dimostrano i recenti discorsi pronunciati durante la visita ad Assisi, mentre, quando è necessario, è aperto al dialogo con i non credenti e, per avvicinare le pecorelle smarrite, cerca, almeno inizialmente, un terreno comune da cui partire. I fedeli, però, aperti di mente e generosi di cuore, comprendono la verità del messaggio di papa Francesco; infatti più si intensificano le condanne alla dittatura del denaro e ai peccati della Chiesa, più i fedeli aumentano. Nonostante la campagna diffamatoria, i fedeli alle udienze generali del mercoledì e agli Angelus domenicali sfiorano quasi sempre la cifra record di 90 mila presenti. Il papa si rivolge a loro, come pastore che predica al suo popolo e non assume vesti e toni da accademico, privilegia l’obiettivo di indirizzare l’attenzione della Chiesa e del mondo a Gesù Cristo. Evidenzia che la fede cristiana è una grande affermazione della vita, dei suoi fondamenti positivi, dell’ordine naturale e soprannaturale del creato, i quali esprimono una realtà voluta e redenta da Dio che è Amore. Naturalmente la sua è la fede di sempre, senza concessioni al modernismo, ma il suo intento è quello di rendere amabile questa fede di sempre, scendendo sul terreno che accomuna gli uomini di oggi, che vuol dire parlare di Gesù anche sui giornali, parlando un linguaggio alla portata di tutti, sapendo utilizzare forme espressive efficaci, di immediata presa comunicativa, confrontandosi anche con chi ha fatto dell’ateismo la sua bandiera. Questa è la vitalità della Chiesa, che sa cambiare la forma, fedele sempre alla sostanza.