venerdì 22 marzo 2019

IL REDDITO DI CITTADINANZA È FRUTTO DI COMPASSIONE O DI PIETÀ?


Rosa Elisa Giangoia

   La politica della pietà, come ha teorizzato Hanna Arendt, ha caratterizzato la Rivoluzione Francese, radicandosi poi nella concezione nata con Rousseau, che, nella sua convinzione antiilluministica, passata nella prassi politica di Robespierre, riteneva che la libertà dell’uomo “naturale” risiedesse nel libero e spontaneo gioco delle passioni, ostacolato, invece, dalla ragione. Sarebbe dunque la ragione a rendere l’uomo egoista e malvagio, mentre la reazione emotiva spontanea alle sofferenze degli altri, e perciò “naturale”, spingerebbe a identificarsi con chi soffre.       
   In questo modo la compassione sembrerebbe diventare sinonimo di bontà. Ma questa concezione  nasce semplicemente dalla ripugnanza nei confronti di un dolore contemplato comunque dall’esterno, a distanza, come uno spettacolo, e considerato appartenente a un’entità astratta nella sua universalità, quella del popolo, dei malheureux, dunque spersonalizzato. Non siamo quindi di fronte a un sentimento di compassione, ma di pietà, indirizzata ad una massa indistinta, per cui non ci si fa carico degli altri e non c’è partecipazione personale alle sofferenze.
   La compassione, invece, indica un rapporto personale, come dice il vocabolo stesso (dal greco συμπἀθεια = condivisione del sentire). Essa, infatti, a differenza della pietà, ha come oggetto sempre il singolare e il particolare, ossia i singoli esseri sofferenti, nella loro situazione specifica e concreta, in una relazione interpersonale in presenza per cui non la si può provare per una collettività generalizzata e lontana, nei cui confronti si può avere solo pietà che predilige l’espressione retorica alla prassi. Di qui deriva l’atteggiamento del marxismo di prefigurare la liberazione degli oppressi, affidando ad una classe (quella operaia) il ruolo demiurgico di salvare l’umanità. Anche nel marxismo c’è pietà e non compassione. Della compassione è invece figura emblematica quella del buon samaritano della parabola evangelica, per cui la compassione diventa elemento determinante del cristianesimo.
         Esemplificato sulla pietà, e non sulla compassione, è l’atteggiamento del M5S, che a Rousseau si ispira, in particolare con il reddito di cittadinanza: infatti, con questo provvedimento, manifestano solo pietà (con tutto il suo carico declamatorio) per i meno abbienti, ma in modo astratto, senza vera partecipazione, con disinteresse nei confronti dei beneficiari, avendo elaborato un meccanismo di sussidiarietà che può rappresentare solo un’occasione di ausilio momentaneo, ma incapace di cambiare in modo duraturo e significativo il destino di quelli che la Rivoluzione Francese definiva maleureux.