sabato 23 gennaio 2016

DOVE VA LA STORIA, PROFESSOR CACCIARI?


Carlo Biancheri

Il professor Cacciari, di professione filosofo… - nella nostra pochezza diremmo “storico della filosofia”,   perché lo stabiliranno i posteri se è stato filosofo veramente oppure no… - ci annuncia oggi che la legge della Sig.na Cirinnà va approvata perché è nel senso della Storia…
Il papa si è pronunciato? Cosa volevate che dicesse? Quel che sostiene Scalfari? È il suo ruolo…
Oh professore, questa è bella davvero! Secondo lei il papa deve difendere il suo ruolo e continuare a sostenere una tradizione sclerotizzata? Se non la si condivide vuol dire, allora, che è una sciocchezza? Non le passa neppure per la sua (profonda) mente di ritenere che ciò che sostiene sia vero e che, cioè, come dice  Aristotele, diversi secoli prima di Cristo, la famiglia è il primo nucleo naturale dove l’uomo entra in relazione e si identifica? E il papa aggiunge che deve esser indissolubile e che deve difendere la prole…, cioè la vita.
No, il papa ha il suo ‘ruolo’ come dicevano i massoni piemontesi…”Previ e carabiné fan sté el mund en pé …’, anche  se dicono stupidaggini…
Per lei, invece, la Verità è la Storia ( quale Storia, quella degli ‘ottimati’, come sosteneva Croce?)! Questa sciocchezza, questa sì, inventata dal visionario Hegel, del resto, lei professore, reputa che il solo grande filosofo italiano del Novecento sia Gentile, un seguace, di cui parla con religioso ossequio…, in base al quale c’è progresso nella Storia e quindi anche il matrimonio gay – attendiamo quello tra specie diverse? – e la stepchild adoption.
Dove stava, egregio professore, il progresso nel periodo nazista con l’eugenetica e la Shoah o in quello stalinista e fascista? E se lei giustifica ciò con la dialettica della Storia, sappia che in Italia lo sviluppo ci ha portato, per esempio,  alla DC… Un progresso? E in Russia a Putin… E l’Isis oggi, come la mettiamo?
Un progresso anche quello?
Prima di scrivere certe cose la gente dovrebbe pensare un po’, specie in un tempo di Arcadia che equivale oggi al politically correct, cioè al conformismo.
Noi siamo con Wittgenstein che sostiene che in filosofia o si è realisti o idealisti, tertium non datur e certo non crediamo che “la vera realtà sia l’intelligibile”… e men che meno che il vero sia la Storia che non è come la macchina di Ryle, in quanto è l’esito delle scelte umane.