sabato 23 luglio 2022

LE CONSEGUENZESULL'ECONOMIA DELLA MASCALZONATA DI FAR CADERE DRAGHI

Carlo Biancheri

L’inflazione italiana è all’8% e non si prevede un aumento dei salari e delle pensioni per compensare la perdita del potere d’acquisto in tempi ravvicinati, senza calcolare gli effetti che ciò comporterebbe sui conti pubblici e la spirale inflazionistica che si genererebbe. In pratica una diminuzione secca del potere di acquisto e una perdita di risparmio.
Il costo dell’energia era già salito prima della guerra ma adesso che la Russia dell’autocrate Putin ha invaso proditoriamente l’Ucraina il costo è divenuto una variabile indipendente, mentre non si vedono sullo scacchiere internazionale politici autorevoli, capaci, cioè, di portare avanti, come aveva proposto Draghi, un price cap al gas, per esempio; contrariamente a quanto sbandierato dalla cultura marxista degli ultimi settant’anni, l’aspetto c.d. strutturale non è così determinante negli eventi, come credeva Marx de Il Capitale: le persone – l’aspetto sovrastrutturale- contano eccome e possono imprimere una direzione oppure un’altra alla politica, uscendo da una dialettica ideologica di tipo meccanicistico - oppressore/oppresso - che renderebbe la rivoluzione inevitabile.
Il nuovo Governo si troverà subito ad affrontare la scadenza degli oltre cento adempimenti richiesti dalla Commissione Europea entro il 31 dicembre p.v. per non perdere i 20 miliardi di Euro che verrebbero erogati dall’Europa nel quadro del PNRR; per quanto l’attuale Governo faccia il possibile per operare nei prossimi mesi, i limiti imposti dall’ordinaria amministrazione faranno sì che resterà ancora molto da fare per chi subentrerà.
I baldanzosi sciagurati della destra e i 5S che hanno fatto cadere Draghi, incluso l’anziano cavaliere che, vilmente ora nega, hanno agito come gli apprendisti stregoni radicalizzando, cioè, il quadro politico italiano che si muove adesso tra un sovranismo nazional fascista e un populismo giacobino con dilettanti allo sbaraglio e ruminanti del marxismo-leninismo. Se Forza Italia fa parte del Ppe, questo è dovuto soltanto al cinismo della Merkel, cresciuta sotto Honecker nella Germania dell’Est e figlia di un pastore protestante membro della Stasi, la famigerata polizia della DDR, di cui vediamo ora il disastro politico (v., tra l’altro, la politica energetica ma anche la mediazione in ogni circostanza che ha favorito sempre la Germania e non l’Europa), la stessa Merkel che ridicolizzò Berlusconi, all’occorrenza, con Sarkozy, prima delle sue dimissioni come capo del governo italiano.
Se vince la destra –e speriamo che non sia così- non otterranno affatto proroghe da Bruxelles col PNRR, specie di fronte ad una politica economica che si annuncia fin d’ora fatta di irresponsabili scostamenti di bilancio come l’aumento delle pensioni a 1000 Euro, la diminuzione dell’età pensionabile, il milione di alberi da piantare (vendendo le ville di Berlusconi, però…), gli ostacoli alla concorrenza come il trattamento di favore ai balneari e alla categoria dei taxisti. Sulla riforma fiscale che trascina balzelli inverosimili e prevede ‘tax expenditure’ (sconti cioè…) assurde, nessun segnale, se non una ulteriore perenne dilazione sulle cartelle in scadenza e l’annuncio di una diminuzione delle tasse (ma gli stipendi pubblici e le pensioni poi come vengono pagati?).Tutto ciò viene proposto a degli elettori che non capiscono affatto l’inganno perché con una politica fiscale di questo tenore la BCE, gestita ora da una avvocatessa francese pasticciona con nessuna simpatia per l’Italia, ha posto criteri di discrezionalità e vincoli di compatibilità, con conti in ordine secondo i parametri europei, per venire in soccorso di un paese nel caso in cui lo spread si impenni. Per ora la situazione è relativamente calma perché la BCE sta riacquistando i nostri titoli pubblici in scadenza ma quando si fermerà presto, come annunciato, cosa succederà? E poi chi ci va a trattare, il Tremonti di scarso peso internazionale che ora critica la globalizzazione, meccanismo che si è realizzato proprio quando lui era il Ministro responsabile con gli accordi GATT e GATS a Ginevra o quelli OCSE a Parigi con i codici di liberalizzazione dei movimenti di capitale e delle transazioni invisibili correnti?
L’Italia torna inaffidabile perché non farà le riforme necessarie, ben sapendo che tutto l’apparato pubblico funziona malissimo.
Soprattutto in un regime di tassi crescenti ed una crescita stimata adesso per il 2023 sotto l’1%, il pagamento del servizio del debito pubblico, il secondo in Europa dopo la piccola Grecia, diventa problematico, nonostante la buona scadenza dei titoli. Se la guerra continua, rischiamo la recessione con diminuzione dei posti di lavoro e crescita della povertà.
Nessuno parla della produttività e di una seria formazione lavoro: ma allora come si crescerà?
Ci pensa quello del bar Sport di Milano Rogoredo con madonne e rosari e donne al tempo stesso perché tutto fa brodo, dopo i formativi viaggi a Mosca, in Corea del Nord o la Giorgia che grida nei comizi, forse ispirandosi ai mercati rionali della Città eterna…
Ma non scherziamo.
Attualmente sentiamo parlare di pugno duro con i clandestini e cioè blocco navale (sparando sui canotti?), mentre le migrazioni neppure i romani riuscirono a bloccarle, se non con politiche di vera cooperazione ed integrazione che non siamo capaci a realizzare neppure con i paesi rivieraschi del Mediterraneo per grettezza, insipienza culturale, mancanza di visione.
Come si vede, la democrazia richiede una guida autorevole, cioè persone sagge, capaci, in grado cioè di attuare il buon governo che ci riguarda tutti, non degli araldi.