martedì 29 novembre 2016

PER AMORE DI UN PAESE DI GENTE DI PARTE

Carlo Biancheri


I nostri fedeli venticinque lettori, per richiamarci all’amato Manzoni, non ce ne vorranno se li tediamo con qualche riflessione su quel che ci aspetta dopo il voto referendario.
La premessa è che il giovanotto di Rignano si sia imbarcato in una proposta con svariati strafalcioni, i cui  contenuti sembrano, in parte, riecheggiare temi dell’eterno Cavaliere che  aveva riproposto il programma di Propaganda 2, specie sull’ampliamento dei poteri dell’Esecutivo - anzi, l’anfitrione delle cene eleganti voleva la Repubblica presidenziale… -; Renzi ha probabilmente seguito i consigli di amici come Verdini o di certi suoi coetanei privi di quel che si chiama capacità critica e autocritica…
Eppure, l’abbiamo già detto, nel quadro delle libertà dei movimenti di capitale in cui viviamo, la riforma è percepita mondialmente come il solo tentativo del paese di girar pagina per diventare credibile;  un paese fermo e ripiegato su sé stesso  non attira investimenti. Ci si occupa invece, come i grillini a Roma, per distogliere l’attenzione dai loro scandali, di difendere la democrazia in Italia, mettendo in prima fila la Raggi che, viceversa, in certi quartieri di Roma, come a Ponte Milvio…, è meglio non circoli… .
Risibili, in quanto comiche, sono le affermazioni dell’ex attore Grillo  il quale sostiene che sul mercato di capitali non ci saranno conseguenze in caso di vittoria del no: se si  intende del resto come di economia finanziaria, stiamo a posto. Ma anche il paludatissimo professor Monti ne segue le orme: business as usual, dopo la vittoria del no al Referendum, anzi il Renzi deve restare al Governo: lo dice lui che conosce come stanno  le cose, fà parte del gruppo di Bildenberg… e, poi, ci ricordiamo bene dei suoi successi come Presidente del Consiglio o come Commissario europeo al mercato interno, amico degli inglesi. Non dissimili le giaculatorie  degli orfani della sinistra dura e pura che oggi celebrano Fidel Castro, dimenticando che Cuba  è tuttora un regime che vuol praticare il marxismo-leninismo, regime che loro hanno studiato sui libri ma che non hanno mai vissuto sulla loro pelle. La giovane, già fascista, Meloni che si esprime pacatamente, come il suo sodale Salvini, partecipante ai quiz televisivi nel periodo di formazione giovanile e capace di esprimere messaggi profondi, analoghi a  quelli del sindaco leghista di Padova, testé buttato fuori, che  tra le molte ordinanze ha deciso il sequestro delle elemosine date ai barboni… cavalcano l’allegra macchina da guerra.
Tutti tranquilli, tutti esperti di economia e di mercati finanziari che hanno non poco rilievo nella nostra vita quotidiana, piaccia o meno, tutti uniti  a voler dare una botta al governo così poi si va ad elezioni.
E bravi.
Ripetiamo quel che è successo a Roma? Quando si va dal medico si sta bene attenti che sia capace ma quando si vota no: persino uno dell’establishment come Romiti ha confessato candidamente di aver votato i grillini, salvo pentirsene dopo… Intanto buttiamo giù, poi si vedrà. Non pretendiamo che questi conoscano la Storia e sappiano quel che è successo dopo la rivoluzione francese o dopo quella di Ottobre: troppa grazia, basta ascoltarli… ma con i loro affari, a casa loro per intendersi, seguono lo stesso principio o sono più prudenti?
Secondo Brunetta, altro economista di vaglia, Renzi/Superman con le sue dichiarazioni ha fatto salire lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi: per chi conosce queste cose  e, soprattutto, i volumi giornalieri delle transazioni ed i soggetti che operano sui mercati, si tratta di una stupidaggine che farà bene a raccontare a Cannaregio e non a Montecitorio.
I mercati vogliono stabilità e l’attuale Governo non ci soddisfa ma l’alternativa è molto peggio anche perché non c’è una classe politica all’altezza della situazione né una maggioranza in grado di sostituirlo. Se il prevalere del no portasse ad una speculazione al ribasso sui nostri titoli azionari, più che altro su quelli bancari, giacché le banche (e gli investitori cd istituzionali) hanno in portafoglio titoli del debito pubblico, e non sui titoli di Stato che godono ancora della protezione della BCE, si potrebbe rendere difficile il salvataggio di MPS e di altre banche, come ha ricordato Draghi,  e questo potrebbe generare anche un rischio sistemico su tutto il comparto, in altre parole, la bravata la pagheremo tutti.
Inoltre, una crisi con nuovi soggetti alla guida dell’economia potrebbe bloccare la ripresa modesta ma costante in atto nel paese, creando incertezza: chi conosce le cose sa che ci vogliono anni per dare una immagine diversa e positiva del paese.
L’amato Manzoni, nel descrivere i tumulti di Milano causati dalla carestia – ma per il popolo la causa era la speculazione dei fornai…- dice che ci sono sempre due anime in queste circostanze: una composta di gente come il vecchio malvissuto («una canizie vituperosa») che grida «ammazza, ammazza» e un’altra che cerca di metter pace.
Lo scenario è lo stesso, salvo che adesso ci sono asini che si impancano a maestri.
Speriamo in bene.