venerdì 30 maggio 2014

SCAMPATO PERICOLO MA CHE LEZIONE TRARNE?




Carlo Biancheri

Ci siamo molte volte soffermati sui vizi che per secoli hanno caratterizzato questa penisola ed abbiamo ricordato quella “serva Italia… non donna di provincie ma bordello”, come la definisce Dante, nel canto VI del Purgatorio.
Questa volta, invece, in un soprassalto di resipiscenza dinanzi al ‘nulla’ che incombeva, è apparsa una qualche saggezza che rannoda i fili con quel modo di essere di grandi maestri dell’arte italiana che, comparati ai loro contemporanei d’Oltralpe, rappresentano una visione ‘a tutto tondo’, più serena dell’esistere; pensiamo a Nicola Pisano, a Giovanni Bellini, al Beato Angelico, a Raffaello, al Perugino, a Piero e a quanti, quanti altri, anche in tempi recenti: valgano per tutti Manzù, Messina, Rosai, Morandi…
Dunque il comico del ‘vinciamo …poi’… ci fa sapere che non lo meritiamo: sì siamo pensionati ,e, udite, udite…,  siamo anche presuntuosi nella nostra vecchiaia  perché pensiamo di saperne più di lui! Lesa maestà? Anche il compare  che inspiegabilmente ha avuto il premio Nobel (per Mistero buffo, forse? Buffo per lui…) parla di noi come di coprofili allegri: grazie, grazie…Ma il suo non è forse un’ pensiero unico’? E poi una pletora di fabbricanti di notizie, vere o finte non importa ,tutto fà brodo, che discettano se il Pd abbia veramente vinto o se invece il quadro sia rimasto  sostanzialmente immutato. E’ incredibile vedere  quelli che avevano sbagliato i conti girare la frittata come spesso si fà nella Storia, per partigianeria: i pentastellati persone a modo, ci vuole tempo…, fanno proposte… Per associazione di idee pensiamo a quel lupo e a quell’agnello che stava sotto a bere nel ruscello e che veniva accusato dal lupo di sporcargli l’acqua. C’è capitato di leggere su qualche giornale l’analisi dei disegni di legge presentati in Parlamento dai cittadini (ma lo siamo anche noi e siamo tanti di più di quelli che partecipano al sito…, un po’ come i ‘vandeani’, poveretti…  dopo il 1789…). Dall’analisi ci sembrano, ahimé, dilettanteschi: una studentessa parlamentare  propone che si dia il reddito di cittadinanza finanziandolo con cespiti  incapienti (le pensioni d’oro…, le multe sui giochi d’azzardo…) senza menzionare il finanziamento della cassa integrazione  in deroga…; si mantiene anche quella? O si abolisce? Lo sanno i cassintegrati che li hanno votati? Sull’Euro poi si propone un referendum, come vuole la donna di estrema destra francese del cui partito fanno parte i picchiatori, che farebbero tornare, in caso di vittoria, il paese alla situazione del dopo-guerra, cioè alla miseria… Non ripetiamo quanto scritto sul punto e tuttavia ci fa piacere notare che ormai tutti i professori, eccettuati i bastian contrari per ‘natura’…, confermino che l’uscita dall’Euro sarebbe un grave errore e che, caso mai, occorre modificarne le regole di funzionamento: meglio tardi che mai! Circola un documento di analisi del voto nelle file degli adepti della stella: sono arrivati alla conclusione che abbiamo sostenuto in questo piccolo blog: non si dà protesta senza proposta! Che ci abbiano letti?
Il cammino solitario del leader lo porta ad infilare uno svarione in fila all’altro: lo sa chi è l’alleato inglese? Un liberista selvaggio che protegge la City e le famigerate banche, causa di tutti i mali del paese, secondo l’ex comico. Come la mettiamo? Sentiremo i pentastellati nel Parlamento europeo propalare la de-regulation nel settore dei servizi finanziari, malgrado la crisi? Il direttore de” Il fatto quotidiano”, sostenitore, se non andiamo errati, del movimento, è al corrente?
Sempre nell’area della reazione europea abbiamo visto che i separatisti italici (fautori del  ducato o dello zecchino?) fanno comunella con gli eredi di Vichy: gli immigrati da cacciare perché vadano a pescare il pesce a casa loro (caso mai gli diamo una canna), la moneta da distruggere come l’Europa… Non capiremo mai perché si precipitino all’alba alla messa del papa che sostiene l’esatto contrario di quel che dicono: che siano masochisti? Per definire la reazione ci piace ricordare il Carducci con quel suo “asin bigio” che al fischio del treno  “rosicchiando un cardo rosso e turchino, non si scomodò”…
Il tempo che resta va utilizzato bene ma… come?
Va sfatata la leggenda che con la Presidenza italiana si metteranno le cose a posto: la Presidenza  stabilisce l’ordine del giorno del Consiglio ed indica le proposte normative che intende privilegiare, ma… deve negoziare con la Commissione che ha pure delle priorità e poi si vota sulla base delle maggioranze, calcolate per gli Stati membri con voto ponderato. Deve anche raccordarsi con Van Rompuy  e  poi, qual è l’opinione del Parlamento visto che la procedura di approvazione delle norme è in co-decisione tra Consiglio e Parlamento? In altre parole c’è un certo potere di orientamento (per inciso, è pronta l’Amministrazione a designare  persone capaci a presiedere i gruppi di lavoro al Consiglio europeo?) da parte della Presidenza di turno, specie se di un grande Paese ma ci vuole il seguito, il follow-up, cioè una strategia chiara: la buona volontà non basta.
Sull’economia le considerazioni finali di quest’anno del Governatore della Banca d’Italia ci sono parse chiarissime: dopo tante chiacchere e numeri al lotto, abbiamo finalmente dati certi e vediamo che il ritardo è dovunque: le grandi imprese, le banche, l’apparato pubblico, il funzionamento burocratico e giudiziario che costituiscono condizion necessaria per attrarre investimenti esteri: in un’era di globalizzazione ogni proposta autarchica è risibile…
E allora? Non c’è tempo da perdere, bisogna monitorare tutte le proposte del Segretario fiorentino, visto che dagli altri gruppi politici c’è poco da attendersi, e sapere che una visione ideale, non temiamo di parlare di ideologia, è imprescindibile perché  è il faro che orienta le scelte: se io sono persuaso di far parte di una civiltà superiore  proporrò leggi conseguenti… Questo vale sia per la riforma costituzionale  che per la legge elettorale dove non è il caso di trasformare la politica in one man show, ma in una vera rappresentanza dove i rappresentati possano esprimersi senza esser prigionieri dei professionisti della politica collusi col malaffare come avvenuto troppe volte per tanti anni.