giovedì 30 giugno 2016

COLTIVARE O STUDIARE?


Rosa Elisa Giangoia

E così Renzi sul latino è di nuovo cascato!
Per sostenere in sede di Consiglio europeo che i giovani britannici devono avere "la possibilità di continuare a far parte della grande famiglia europea con una specie di cittadinanza ad hoc” ha affermato che bisogna garantire loro una sorta di “ius culturae". E così ha detto quello che non voleva dire, perché questa sua espressione significherebbe “diritto alla coltivazione”, in quanto il termine latino cultura appartiene al lessico del mondo agrario e non significa “cultura” come la intendiamo noi e ci vorrà un lungo percorso perché il termine assuma il significato che gli diamo oggi. Poteva dire eruditionis, doctrinae o meglio ancora humanitatis.
Al di là del fatto (discutibile) se sia opportuno dare dei diritti a chi ha votato per non averli, restano da fare altre considerazioni. Molto probabilmente i dotti docenti di Latino di Oxford e Cambridge, dall’alto delle loro cattedre in cui insegnano composizione latina in prosa e in poesia (cosa per noi inimmaginabile!) abituati a tenere conferenze di alto livello in latino e a conversare brillantemente nella lingua di Cicerone, non gradirebbero che i loro studenti venissero ad apprendere il latino da noi,, dove abitualmente lo si disprezza e lo si usa in modo errato. Questo strafalcione di Renzi, però, dimostra soprattutto  la sua superficialità e  faciloneria: perché ostinarsi a fare citazioni in una lingua che conosce pochissimo? Almeno potrebbe prima informarsi, da sua moglie che è stata immessa in ruolo ope legis per insegnare latino (a meno che sia lei la suggeritrice...) o da fonti del tutto sicure, come la Pontificia Academia Latinitatis o, se vuole un ambiente laico, l’Accademia Vivarium Novum, o qualche associazione, come il Centrum Latinitatis Europae o Europa Latina, tutte disponibili...
Con questo non vogliamo certo dire che altri, come la setta in marcia verso il potere, farebbero meglio e sfoggerebbero una maggiore sicurezza culturale, tutt’altro!

Almeno la sinistra può vantare illustri latinisti e classicisti, come Rodolfo Mondolfo, Concetto Marchesi, Antonio La Penna e tanti altri, in memoria e omaggio ai quali vale la spesa mantenere alta una tradizione.

martedì 28 giugno 2016

DEMOCRAZIA IERI E OGGI


Rosa Elisa Giangoia

La democrazia è considerata la forma di organizzazione del vivere civile assolutamente migliore nelle società attualmente più evolute, anche là dove persiste la monarchia, mantenuta in un ruolo almeno  apparentemente decorativo, tanto che della regina Elisabetta sappiamo molto sulle sue preferenze in fatto di abbigliamento, cani e cavalli, ma nulla di ufficiale sulla Brexit. 
Dobbiamo, però, ricordarci che nella sua accezione originale il termine “democrazia”, dal greco démos (popolo) e krátos  (forza), aveva in sé una certa qual connotazione negativa. Nell'antica Grecia, infatti, la parola nacque come espressione dispregiativa utilizzata dagli avversari del sistema di governo di Pericle, in quanto krátos, più che il concetto di governo (designato da archía) rappresentava quello di "forza materiale" e, quindi, "democrazia" aveva un significato che si avvicinava a "dittatura del popolo" o "della maggioranza", come Tucidide fa dire a Pericle: «Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza». I sostenitori del regime ateniese utilizzavano altri termini per indicare la condizione di parità  necessaria al buon funzionamento di un sistema politico: isonomía (ovvero eguaglianza delle leggi per tutti i cittadini).
Dobbiamo anche considerare che la democrazia greca costituì un fenomeno isolato nel tempo e nello spazio con numerose successive modifiche fino a raggiungere la sua configurazione migliore nell’età di Pericle. Fenomeno, quindi, storicamente breve e limitato ad alcune  pόleis, ma di notevole influsso sulla configurazione delle democrazie moderne, nonostante le radicali differenze.
Anche se l'Atene classica è considerata il primo esempio di democrazia, non deve essere sottovalutato il fatto che solo i cittadini ateniesi sopra i 18 anni, di sesso maschile e che avevano completato l'addestramento militare, godevano del diritto di voto. Questo escludeva la gran parte della popolazione: minori, donne, anche quelle discendenti da cittadini ateniesi, schiavi, compresi coloro che avessero ricevuto la libertà, ed infine i residenti stranieri, oltre ai cittadini i cui diritti erano posti in sospensione (per mancato pagamento di un debito nei confronti della città) i quali potevano anche non essere reintegrati, con effetti permanenti pure sui discendenti.
Il diritto di cittadinanza, inoltre, seguiva il modello dello ius sanguinis, ovvero bisognava essere nati da un genitore in possesso della stessa cittadinanza; in seguito, nel 450 a.C., una riforma di Pericle e Cimone stabilì che occorresse discendere sia in linea paterna che materna da altrettanti cittadini ateniesi.
Di conseguenza, sebbene le stime della popolazione di Atene varino a seconda delle fonti, è assai probabile che nel corso del V secolo a.C., al tempo di Pericle, l'Attica avesse una popolazione di 250.000 - 300.000 persone: di queste, solo 100.000 avrebbero avuto la cittadinanza e solo 30.000 avrebbero posseduto, oltre alla cittadinanza, il requisito del sesso maschile e dell'età adulta. Quindi nella tanto decantata democrazia ateniese a votare, per alzata di mano o gettando una pietra bianca o nera in un recipiente, era una percentuale intorno al 10% o forse anche meno dato che tanti erano impegnati nella Guerra del Peloponneso con le sue continue e numerose perdite!
L’elezione apparve in alcuni momenti non sufficiente per debellare il temuto rischio dell’oligarchia, per cui si ricorse al sorteggio. Naturalmente, l'assegnazione di incarichi di responsabilità a persone non competenti era un rischio di cui si resero conto gli Ateniesi che, infatti, introdussero salvaguardie: un esame iniziale e finale dell'operato, un sistema di incarichi collegiali o di consiglio o un supporto di assistenza al fine di garantire un controllo reciproco tra i singoli funzionari ed, infine, la verifica da parte dell'assemblea.
Tutto questo ci fa capire come di fatto l’attuazione della democrazia sia sempre stata difficile.
Oggi si sta delineando il rischio di mitizzarla con il voler ritornare al modello archetipico dell’ agorà dove gli Ateniesi discutevano le leggi e decidevano le posizioni politiche da prendere, tentando progressivamente di esautorare ed escludere quella democrazia rappresentativa che ha visto un dominio indiscusso negli ultimi due secoli. Gli espedienti attuali sono i referendum, l’iniziativa popolare e la petizione popolare. Questo dimostra il crescente desiderio di realizzare una democrazia diretta nella nostra civiltà di massa (arrivando all’ingenua sacralizzazione del voto proclamata da Di Maio), cosa per nulla rispondente al decantato modello dell’Atene di Pericle, in quanto i grandi numeri di oggi si oppongono a quella che abbiamo visto essere sta una democrazia che potremmo definire “selettiva”.
La democrazia di massa finisce per sfuggire di mano. L’abbiamo visto nel recente voto inglese sulla Brexit: molti non sono riusciti ad avere una chiara consapevolezza sulla questione in discussione, non sono stati in grado di comprenderne tutti gli aspetti, di prevedere le conseguenze, le quali, a posteriori, risultano preoccupanti, tanto che gli stessi promotori del referendum, preoccupati, tentano di minimizzare… Ma dovevano pensarci prima, stabilendo una “super-maggioranza” o due consultazioni popolari distanziate o un’approvazione parlamentare ampia dopo quella popolare.
E poi oggi non possiamo dimenticare la forza di manipolazione delle masse esercitata dai media, capaci di persuadere, di confondere, di far apparire forte il discorso debole…
La democrazia è una cosa seria da non lasciare in mano ad un partito che assume sempre più la forma di una setta senza democrazia al suo interno, con un controllo così rigido che fa sentire il singolo in inferiorità rispetto al gruppo, o alle valutazioni e alle proposte di giornalisti d’accatto.
E poi chi lo dice che l’opinione della maggioranza sia la migliore?
Che questa consapevolezza ci sia lo dimostra il fatto che il terzo potere, quello giudiziario, non sia in mano a persone elette dal popolo, ma sia affidato a funzionari selezionati con il metodo degli esami e dei concorsi, sconosciuto alla classicità ed entrato a poco a poco in Europa sul modello dei funzionari del mondo cinese, i mandarini, anche se lo si è voluto temperare con l’aggiunta dei giudici popolari…
L’esercizio della democrazia è difficile, la storia lo insegna e lo dimostra, occorre stare attenti: talvolta anche i dittatori sono stati eletti, non sempre hanno preso il potere con le armi e talvolta hanno pure mantenuto la forma e l’apparato della democrazia. Bisogna anche rendersi conto che il tanto decantato “uno vale uno” è la contraddizione della democrazia, perché vuol dire che chi occupa una carica è un fantoccio eterodiretto da un’autorità occulta non eletta.

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domenica 26 giugno 2016

L'ALLEGRIA DEI DEMENTI


Carlo Biancheri

C'è chi festeggia per l'esito del referendum inglese ed auspica che analogo esito si verifichi in altri Stati membri incluso il nostro, quasi si sia trattato di una conquista di libertà. Ci sono poi i furbi, indovinate chi..., alleati nel Parlamento europeo con Ukip..., che ora dicono: siamo contro l'Euro non contro l'Europa. Una confusione indescrivibile che dimostra che i cosiddetti opinion makers hanno conoscenze risibili del sistema europeo.
Proviamo a mettere in fila qualche idea in un frangente di cambio epocale che probabilmente ne genererà altri.
1. Abbiamo più volte scritto in questo blog che il Regno Unito è entrato nell'allora CEE non per far parte della Comunità ma per trasformarla in libero mercato senza armonizzazione di norme. L'EFTA era un fallimento, gli USA premevano per avere gli inglesi dentro, anche per controllare un'Europa molto dinamica. Non a caso la Thatcher votò contro il Libro bianco del 1985 a Milano, che introduceva il principio del mercato interno e cioè il controllo del Paese di origine ed il riconoscimento reciproco, cioè il passaporto europeo. Craxi la mise in minoranza al Consiglio e lei gli tolse il saluto.
2. La gestione europea si è andata via via deteriorando ma non, come dice Prodi, perché la Commissione europea è stata esautorata dagli Stati membri e quindi si è occupata del prezzemolo non potendo far altro. Il federalismo  elaborato nei pensatoi... illuministico-massonici era una emerita sciocchezza, in quanto prima occorreva l'armonizzazione delle normative e dei controlli, poi il divieto di arbitraggi regolamentari specie in materia fiscale che generavano dumping tra Stati membri, poi doveva stabilirsi un vero level playing field, come teorizzavano così bene gli Angli, salvo poi giocare a carte truccate, sempre. Infine, occorreva tornare alla solidarietà comunitaria senza la quale non c'è comunità.
3. Dopo il disfacimento dell'URSS, gli americani facevano lavorare la CIA tramite US Aid per creare ai confini dell'Europa ad Est una serie di Stati protettorato americano... che avrebbe creato problemi all'Europa. Cercavano di vendere sistemi di Common Law a Stati ex comunisti che ripristinavano i codici! Così ci fu l'allargamento in tutta fretta  a satelliti tedeschi come la Slovenia e a Stati come la Romania e Bulgaria che non erano pronti ad entrare. Tutti questi paesi dovevano adottare l'intera legislazione comunitaria anche se per la gran parte era inapplicabile: si pensi per i prodotti finanziari ai mercati di strumenti derivati inesistenti o quasi in quei paesi!  Dopo la riunificazione tedesca l'asse franco-tedesco cominciò a vacillare: Kohl non c'era più, in Francia c'era Chirac e chi comandava era Bernadette, la moglie... Poi è arrivata la ragazza della Germania Est, figlia di pastore protestante, collaboratore della Stasi e, non a caso, vincitrice di un premio di conoscenza della lingua russa, normalmente attribuito ai figli della Nomenklatura. Con metodi alla Honecker fece fuori il suo protettore Kohl, mentre in Francia c'era l'ungherese... Sarkozy. Nessuna visione europea ma piuttosto di bottega, approfittando della debolezza italiana che era rappresentata da un certo Cavaliere che ha così ben operato! Per esser in linea con gli americani e compiacere gli inglesi si approvavano direttive come quella Bolkestein, non a caso olandese..., patrocinata in Italia dalla Bonino e da Tremonti che ora nega... Di che di trattava? Ma di liberalizzare senza armonizzare: come dire, vinca il più forte anche se delinquente... E poi le direttive sul commercio elettronico... E ancora e ancora... In Italia eravamo tra i pochi europei ad avere un elevato tasso di risparmio delle famiglie e, quindi, eravamo un'ottima prateria, adatta a scorribande come nel caso Parmalat che ha visto coinvolti tutti i grandi intermediari mondiali... Berlusconi, che doveva farsi sentire a Bruxelles, organizzava invece cene eleganti che lo tenevano occupato... Merkel e Sarkozy nominavano dopo Santer un incapace lussemburghese, un callido portoghese, Barroso, che ha combinato grossi guai. Sarkozy aveva voluto come Commissario al mercato interno per l'importante settore dei servizi finanziari, Barnier: un vero disastro! Durante la tremenda crisi finanziaria che ha generato quel che ha generato non ha fatto alcunché e poteva, invece, trarre lo spunto dalla situazione per cambiare e metter mano alle falle della normativa e dei controlli che avevano fatto fallire interi sistemi bancari. In una parola l'asse franco-tedesco ha funzionato per i due paesi ma non per gli altri. Noi dove eravamo? A parlare con Bush o nella dacia di Putin? Nessun interesse generale  veniva ricercato anche per una crisi di ideologie e valori in una società dedita a sesso, corruzione e rock and roll, con Chiese in crisi tra cui la cattolica che aveva buttato allegramente alle ortiche la sua grande tradizione culturale a favore dei movimentisti pasticcioni ed affaristi come CL ed altri.
4. In un mondo dove sono sorti nuovi grandi protagonisti come gli emergenti, Cina, India ecc., l'illusione di tornare al milkman che porta il latte la mattina davanti alla porta di casa che non si chiude perché non ci sono ladri è un'idiozia. Bisogna unirsi ma rispettandosi e mettendo in comune le risorse necessarie a stare assieme. La decrescita felice è una insensatezza che lasciamo agli adepti del pianeta Gaia e dispiace che il papa simpatizzi per qualcosa che può solo generale affamati. L'aristocratico Cameron formatosi ai riti di Eton (per caso ha visto il film If?) sarà ricordato nella Storia per esser riuscito a disunire sia l'Unione Europea che il suo Regno..., come annunciato dal Primo Ministro scozzese. È inutile che Prodi insista a dire che i tedeschi debbono assumere la leadership in Europa: sanno solo dominare, non fare sintesi. Sono essi stessi una federazione di popoli molto diversi... Il dramma è che il genio italiano che ha generato il Medio Evo che solo gli sciocchi storici protestanti hanno chiamato età buia e l'arte rinascimentale (più che il pensiero...) latita. Ci vorrebbe intuizione, buona volontà e, soprattutto, fuori gli incapaci delle confraternite che hanno sin qui gestito il tutto. Occorre  far convergere ad un appropriato punto di mediazione gli interessi nazionali e quelli generali di tutti i membri della UE.



mercoledì 22 giugno 2016

IL TEMPO DELLE CONSEGUENZE

Zitti, zitti, annichiliti aspettate anche voi i fatti per giudicare i vincitori del M5S?
Massimiliano Cosma

E ora Renzi avrà capito che le parole e le promesse non bastano...
Mario Saccone



Carlo Biancheri

Ti ho sposato per allegria... intitolava Natalia Ginzburg, molti anni fa, una pièce teatrale che voleva riecheggiare, per certi versi, Chi ha paura di Virginia Woolf di Albee, un anticipo della crisi della famiglia e dei rapporti senza impegno che contribuiscono a rendere vuota per tanti la vita del nostro tempo. Sembra che femminicidio, suicidio ed eutanasia diventino parte della cultura contemporanea insieme a guerre ignorate, emigrazioni bibliche, stragi efferate e terrorismo nel quotidiano. Le monde à l'envers, dicono i francesi;  Bunuel anticipava bene l'assurdo di oggi, rappresentando il declino e la mancanza di senso dell'esistenza borghese. Era profeta, inascoltato.
Diciamo che la gente  non ne poteva più del gatto e della volpe e cioè dei tiranelli alla Superbone dei fumetti di altri tempi o delle conventicole, eredi delle chiese piciote, che hanno giocato cinicamente su apparato ed obbedienza al capo. Così hanno votato contro, ma per chi hanno votato? Non si sa... Vedremo quando la laureata, espressione della decadenza bocconiana dopo lustri di cura Monti, si opporrà ai grandi progetti, TAV inclusa, che costituiscono il volano di un'economia che non si limiti alle Valli di Lanzo, a Poirino, a Settimo Torinese. Vedremo quando sostituirà Profumo con un aspirante economista/banchiere che conseguenze ci saranno, a cominciare dal mercato che, ahimé, madamin, cumanda... per la prima banca italiana...Vedremo che esperienza avrà di amministrazione, di integrazione e di sviluppo in una città alla ricerca di una identità dopo l'internazionalizzazione della Fiat e la riduzione della manodopera operaia ed impiegatizia per il cambiamento tecnologico epocale di cui poco si parla... Su quali valori di riferimento? Un generico ribellismo, un rivendicazionismo giacobino che non capisce che tutto comporta scelte e sacrifici da ripartire equamente. È di sinistra la giovine? La destra l'ha votata? Con quale vantaggio? Il risveglio sarà brusco, temiamo. Non è che l'apprendistato lo pagheremo tutti noi come nel caso dell'attor giovine? La donna mostra un provincialismo che una città che fu capitale non merita. Né ci convince il punteggio dei cattolici di professione che fanno, come la Storia ha ampiamente dimostrato, i furbi: non è l'etichetta che fà il cattolico ma la prassi...
Passiamo alla capitale d'Italia, cioè ad una massa informe di immigrati che non ha un sentire comune ma che è rinchiusa nel suo privato per non dire il suo egoismo -viene in mente Gli egoisti di Bonaventura Tecchi- o è emarginata nelle periferie dormitorio o nel ribellismo o malaffare quando non nell'apatia e nel degrado. Non c'è religione a Roma e, quando c'è, si tratta di quella del familismo; le chiese sono semivuote e parroci funzionari, malgrado le chitarre e canti orrendi, tipo Orietta Berti... I giovani sempre in giro di notte: incontri senza storia, chiacchiere, sballo... Quali i progetti? I trasporti, la spazzatura, lo stadio della Roma, il traffico... Tutto qui? La gasatissima donna che predica la svolta epocale per sedere sulla poltrona di sindaco, poi sa che fare oltre a cambiarsi d'abito e sistemare le chiome? Vuol metter mano alle partecipate ingovernabili: per farci che? Crede seriamente che il personale del Comune possa gestirle? E il debito non lo paga? Lo consolida? Chi la finanzia poi? E i salari dei dipendenti comunali li paga la Casaleggio e associati? O Grillo scende dai monti con vista mozzafiato e vende il villone per finanziarla? I Romani, quelli veri..., avevano scelto Cola di Rienzo ma... che fine gli hanno fatto fare? In politica non ci sono vuoti e tutto ha un prezzo. La prudenza, e cioè la scelta dei mezzi adeguati rispetto ai fini che ci si prefigge di raggiungere, ha un ruolo essenziale, è l'operare, la ragion pratica di Kant. Ma chi è abituato a vivere l'istante, chi non distingue tra vero e falso, chi ignora la parola sacrificio, appunto perché ci si sposa per allegria... come può guidare gli altri? Chi non sa governare sè stesso non può neppure governare gli altri: sic Tommaso d'Aquino.
Post scriptum
Esistono ancora quelli che sostengono che tutto sommato gli espostamenti si 5stelle debbano essere messi alla prova dopo il voto vergognoso al Parlamento europeo di ieri 28 giugno, insieme alla neofascista sostenitrice del governo di Vichy Le Pen, e all'organizzatore del Brexit  Farage e a tal Salvini...
I giovani esponenti del movimento/setta non sono solo inesperti ma continuano a ripetere il mantra insensato..., ad essere gentili, che bisogna sottoporre a referendum, da noi, l'uscita dall'Euro  e che gli inglesi debbono uscire dalla UE quando vorranno: sic tale Fico.
Questi, dopo aver visto quel che è successo e che spaventa persino i fautori di Brexit che usano ora toni moderati e non sanno che pesci prendere dopo la caduta verticale della sterlina ed il downgrading delle agenzie di rating, osano ancora esprimere le loro sciocche proposte. Come si dice a Roma?  O ci sono o ci fanno...
Quel che è  peggio è la dappocaggine di chi li ha votati e li sostiene... Ce la faranno pagare a tutti come stiamo vedendo con i rifiuti a Roma... La sindachessa vuole i rapporti invece di prendere decisioni per liberare i famosi cittadini dalla spazzatura sparsa ovunque. Il risveglio amarissimo coinvolgera' anche quelli che avevano capito la pericolosità di questi signori.


venerdì 17 giugno 2016

DOMANDA e RISPOSTA

Perché Biancheri spari su Minenna e taci su Vegas?
Romolo Rossi

Egregio Signore,


noi non siamo manichei come i seguaci del Grillo, cioè il male ed il bene sono separati: tutto il bene da una parte e tutto il male dall’altra. Su queste basi si può insultare la persona come questi fanno regolarmente.
Abbiamo detto più volte che la nomina di Vegas da parte di Tremonti, propriamente non  nostro sodale…, era scandalosa né ci appare che abbia ben operato per rendere la Consob unita ed efficiente. Non ha competenze in materia di servizi finanziari, essendo la sua formazione piuttosto quella della contabilità pubblica che nulla ha a che vedere con la borsa.
Ciò non ci esime dal criticare la questione degli scenari probabilistici da includere nel prospetto e propugnati dalla stella di tutti i giornalisti disinformati.
Quel che nessuno ha menzionato, temiamo per non conoscenza del diritto comunitario…, giudici inclusi che fanno dotti pareri su ‘an’ e sulle informazioni aggiuntive…, è che ci troviamo col Regolamento sul prospetto nel quadro di un’armonizzazione massima e non minima cioè quella che lascia la facoltà agli Stati membri di introdurre norme più rigorose, indicata, in tal caso, nei considerando al testo normativo comunitario. Per giunta, quello del Prospetto è un Regolamento cioè è di diretta applicazione nel diritto interno dei singoli Stati membri senza necessità di trasporlo con legge o provvedimento nazionale.
Se ne comprende la ratio che si fonda sul fatto che il prospetto, una volta approvato dall’Autorità del paese di origine dell’emittente i titoli, gode del cosiddetto passaporto europeo e, quindi, può circolare liberamente in altri Stati dello Spazio Economico Europeo, senza che le Autorità degli Stati membri ospitanti possano richiedere informazioni aggiuntive, ad eccezione di quelle relative al collocamento dei titoli offerti, il trattamento fiscale e la traduzione in lingua inglese. Pensa che gli altri Stati membri possano riconoscere reciprocamente dei testi di prospetto con contenuto diverso da Stato a Stato? Sulle perplessità degli scenari abbiamo già scritto ampiamente.

domenica 12 giugno 2016

VOTARE I SEGUACI DI GRILLO È INCOMPATIBILE CON I VALORI CRISTIANI


Carlo Biancheri


La Gaudium et Spes, Costituzione pastorale e pietra miliare del Concilio Vaticano II, indica chiaramente quali sono i compiti dei laici che si possono sintetizzare nell'animare cristianamente le realtà create. Quindi non può esserci un partito cristiano, imposto dalle gerarchie, che sarebbe una sorta di integrismo tra fede religiosa e scelte politiche: nessuno rivendichi l’autorità della Chiesa a difesa delle proprie idee politiche… leggiamo in questa Costituzione pastorale.
Ciò detto, un cristiano non potrà mai sostenere un partito o una setta che ne contraddicano il messaggio.
Se, per ipotesi, qualcuno, come avvenuto storicamente, propagandasse la pedofilia come scelta di libertà, questo contrasterebbe con il messaggio cristiano per molti valori rilevanti in quanto foriera di violenza su innocenti, scandalo, impudicizia, fornicazione. Così chi sostiene che i poveri debbano esser rimandati a casa loro a calci nel sedere contraddirebbe il comandamento  ‘ama il prossimo tuo come te stesso’.
Ne consegue che esistono valori umani e cristiani, ad un tempo, che sono essenziali per chi si professa cristiano, senza con ciò imbarcarsi  nell'ambito della dottrina sociale della Chiesa che è pure rilevante.
A sentir parlare la Appendino (la Bocconi è ben cambiata giacché la laureata non è in grado di articolare, in modo compiuto, un programma organico per Torino che non vada oltre gli slogan  o il mantra: ascolteremo, ci confronteremo con i cittadini. Ehi, giovine, l’abbiamo ben visto fino ad ora come vi confrontate e come manipolate con la gestione del web le opinioni dei cittadini o forse ci sono alcuni  che sono più cittadini degli altri?) o la Raggi, emerge subito un aspetto che per il cristiano è inaccettabile: il disprezzo per l’avversario, la certezza di essere nel giusto senza possibilità di confronto, la totale mancanza di umiltà anzi la presunzione che non fà perdere la maschera del sorriso anche quando si dicono sciocchezze o si falsifica la realtà.
La Appendino considera che vanno privilegiate le piccole imprese a Torino e non solo la Fiat…. Ignora forse che la massa è costituita da fornitori della Fiat? Come ragiona la candidata? Se non c’è la Fiat per chi producono le piccole e le medie imprese? Faranno i gianduiotti? Giusto in una città che è diventata di bugia nen o di frequentatori del salotto della signorina Felicita… in altri tempi, si può dar credito ad una giovane trionfante che non esprime alcun contenuto serio nel programma, tra l’altro intenzionata a dialogare con i no-TAV, e che vuole fare il sindaco della città? Ciò contraddice il precetto cristiano di realizzare il bene comune mediante il proprio carisma. E quello dell'Appendino qual è? Fare il sindaco?
L’aggressività della Raggi è incompatibile con i valori cristiani. Come i càtari si reputavano cristiani perfetti o meglio votati alla perfezione, alla stregua dei loro antenati balcanici,  i bogòmili, così la Raggi dispensa giudizi di valore, spesso errati. Questo contraddice il rispetto per la persona e il nolite iudicare evangelico.
La medesima sostiene, poi, proposte palesemente false o irrealizzabili: faremo la raccolta dei rifiuti a domicilio (abita a Roma? Quando si farà nel 2025?), il compostaggio in ogni quartiere (per il Borgo nelle adiacenze di piazza San Pietro?), tureremo le buche (con quali imprese? Scelte sul web?), non pagheremo il mostruoso debito del Comune di Roma perché lo deve fare il governo…
L’acqua bolle, cambia il vento… meglio questo linguaggio, signora/signorina, magari aggiunga: rosso di sera, buon tempo si spera...
Quel che inquieta nei rappresentanti del gruppo è l’approccio fanatico, l’eterno gioco di rimessa, l’irrisione per chi è fuori dalla setta, atteggiamento tipico degli gnostici e noi consideriamo Scientology una gnosi.

Questo è incompatibile per un cristiano, a meno che si tratti di un cristiano  del tipo ‘new age’

venerdì 10 giugno 2016

QUANDO L’ACQUA INIZIA A BOLLIRE È DA SCIOCCHI SPEGNERE IL FUOCO…




E allora Biancheri cosa ne dice dei risultati delle elezioni?
Per noi del M5S la presa del potere si sta facendo sempre più vicina...

Federico Meloni


Carlo Biancheri



Pensiero profondo, da meditare come un karma,anche se ricorda qualcosa come ‘finché la barca va,lasciala andare…’(Orietta Berti). Di chi è? Ma di Virginia Raggi, avvocata  giovanetta, formatasi allo studio del corruttore dei giudici, Previti, e in quello di Sammarco, avvocato del gruppo Berlusconi il cui padre, caso unico nella Storia, fu bocciato come Presidente nominato della  Consob  dal Parlamento per certi fattarelli poi definiti in sentenza, se non andiamo errati.
Ma lei di bianco vestita è pura, disinteressata, vuol fare il bene dei cittadini come i Sanculotti, mentre i predecessori sono tutti corrotti. Sembra di sentire parlare un cataro - si parva licet - anzi l’adepto di una setta: quelli del pianeta Gaia per caso? Non comunica i nomi degli assessori fino all’ultimo giorno, non sia mai che ci fosse qualche magagna... Il suo programma? La lista della spesa e pure abbondante in una casa  dove i soldi non ci sono… Tredici miliardi di debiti per le follie, i furti, in una parola  il malgoverno della città di Roma, nei decenni trascorsi, non la impensieriscono perché tanto paga Pantalone: ’Renzi non sia di parte’, come dire, se vinciamo ci deve aiutare. Ma come, signorina, giacché non pare sposata ma convive (come coppia prevista dalla nuova sapientissima legge Cirinnà?), lo insultate dalla vostra alta moralità e saggezza un giorno sì e l’altro pure, come si dice a Roma? E poi il Governo deve farsi carico del debito per lasciarvi giocare ad amministrare Roma con le partecipate? Ma cosa crede lei? che sia sufficiente enunciare? Inebriarsi di parole come il vento cambia… che orecchia Via col vento o qualche canzone della Resistenza?
Il Sallusti, certamente non nostro sodale, ha detto una cosa giusta: sarebbe come affidare la Fiat, la maggiore azienda italiana, nel periodo della crisi ad una trentacinquenne, che non è propriamente Mozart, aggiungiamo noi…
Ma cosa pensano questi? Di essere alla Corrida? Dilettanti allo sbaraglio?
Abbiamo ascoltato il dibattito in Parlamento ieri sulla legge relativa alle banche fallite. Gli interventi dei grillini sono certo più precisi di quelli degli altri che non ci capiscono nulla, ci sono probabilmente dei suggeritori (in Consob?) che però sanno le cose a metà.
Uno di loro diceva con sicumera: la Consob doveva vigilare (nella loro testa il controllore deve verificare transazione per transazione?) e non lo ha fatto, quindi… bisogna aumentare i suoi poteri (peraltro già amplissimi, aggiungiamo noi! Peccato che non siano esercitati.)… E i risparmiatori devono avere indietro tutti i loro soldi: ma cos’è?Un  investimento a capitale  garantito? Vogliono un sistema alla bulgara dove l’organo di vigilanza, in passato e non più adesso…, approva ogni singola operazione degli intermediari e delle società quotate? Sarebbe un mercato mobiliare questo?
E poi sul tema un altro, un giornalista di Repubblica (ahimè), ma il linguaggio è lo stesso.
I rischi di perdere il capitale erano nel prospetto - che gli investitori si debbono guardare prima di dare i loro soldi - ma i prospetti non si capivano, come ha anche sostenuto Vegas…
Infatti, il Commissario europeo Barnier, tanto bravo, ha previsto una semplificazione con le schede prodotto! E poi perché proibire gli scenari probabilistici - inventati da un funzionario Consob che ora è altrove -?
Non si sa da dove incominciare per rispondere a questa insalata che mette insieme pere e mele e molte sciocchezze.
Ci proviamo.
Sappiano gli orecchianti che quello del prospetto, una sorta di dépliant dei medicinali, per intendersi, è un regolamento comunitario e che gli Stati membri nel recepirlo, anche se è di diretta applicazione, non possono aggiungere una virgola al contenuto e cioè i famosi studi probabilistici. Perché? Gli ignoranti non sono al corrente che opera il passaporto europeo e cioè il controllo delle autorità del paese d’origine, principio del mercato interno, e che il documento può circolare per tutta Europa con i collocatori senza bisogno di ulteriore autorizzazione da parte dell’autorità dove i titoli vengono collocati? Come potrebbero venir riconosciuti prospetti con contenuto difforme da paese a paese? Trattandosi di regolamento comunitario, anche se l’offerta resta a livello nazionale, non si può cambiare il contenuto, pena la condanna della Corte di Giustizia Europea. Il prospetto non si capisce? Certo che no perché è scritto da avvocati che, come nei contratti della luce e del gas, aggiungono dati per manlevare il cliente e  scrivono in modo che risultino comprensibili a pochi (non tutti…) addetti ai lavori. Siccome esistono le norme di secondo livello, nel quadro della cosiddetta procedura Lamfalussy, in cui la Consob con l’allora Presidente Spaventa (altri tempi…) giocò un ruolo molto rilevante, si poteva discutere del tema degli studi probabilistici di cui tutti si riempiono la bocca da Report  ecc., in ambito ESMA cioè l’Autorità che raccoglie tutte le Consob europee e la Commissione stessa, tra gli altri. È stato fatto ma erano tutti contrari, tranne la Consob… Forse noi ne sappiamo più di tutti gli altri in materia? Negli USA la Sec consente gli scenari, a volte, ma… con la responsabilità di chi emette i titoli e dei collocatori cioè i grandi intermediari…!!!  Il che vuol dire che ci si sottopone alla possibilità di una Civil action e, quindi, nessuno lo fa…
Quanto al Commissario Barnier, messo lì da Sarkozy (…),è stato, contrariamente a quel che scrive il tale su Repubblica, uno dei peggiori Commissari di settore: non ha fatto nulla e non è riuscito nel periodo terribile della crisi neppure a mettere in riga seriamente le agenzie di rating, in teoria vigilate da ESMA che non scopre mai i conflitti d’interesse pesantissimi che le riguardano: del resto la Executive Director dell’ESMA è inglese… La scheda prodotto è altra cosa dal prospetto ma… a chi spiegarlo?
Abbiamo citato tutto questo per far capire che non si può affidare la cosa comune a chi conosce la materia a metà e… crede di sapere, ha un gran concetto di sé: evidentemente ignora cosa sia l’acribia, la criticità anche sulle proprie idee. Questo viene col tempo, non in tutti…, ed è la maturità.
I romani (cioè gli immigrati, visto che Roma è la seconda città siciliana dopo Palermo) vogliono cambiare purchessia, nuovi futuristi non pensano che cambiare comunque può significare pure fare un salto dalla finestra.
Il Grillo ha orecchiato forse … l’imagination au pouvoir del ’68, i suoi seguaci sono giovani che vivono in un universo onirico. Non ci sono mai proposte sensate ma si gioca solo di rimessa perché manca la cultura.
Aristotele dice che in una società di pazzi i savi sono considerati matti dagli altri… Senza un intelletto ben formato, dove si va?