martedì 1 aprile 2014

DILETTANTI ALLO SBARAGLIO




 Carlo Biancheri

L’amato Manzoni scriveva  I Promessi sposi per i suoi venticinque lettori. Anche noi ci rivolgiamo a quei pochi che vogliano comprendere i concetti sottostanti ad un tentativo di analisi di una realtà  complessa e difficile da discernere. Lo confessiamo: siamo atterriti dal chiasso di chi si impanca, oggi, a maestro; la confusione attuale non è di certo quel E questa sera si recita a soggetto… di Pirandello, che riflette sul senso/non senso dell’esistere; si tratta, invece, di mero chiasso da osteria, confusione mentale per cui si dice: sarò “circonciso” e “coinciso” quando si deve dire “conciso”…
La premessa è che la situazione politica attuale è frutto di incultura e pavidità e purtroppo corruzione di molti, a cominciare dalla generazione che ha preceduto l’attuale. Diversamente dal Veltroni, non crediamo che  Berlinguer, rispettabile persona, oggetto di un attentato a Sofia  da parte del più fedele alleato dell’URSS, Zhivkov, in ragione delle sue posizioni ‘eretiche’, dopo esser stato con lui a Varna sul Mar Nero, fosse quel gigante politico, divenuto ora un mito. Si muoveva all’interno di una lettura gramsciana di Marx che non ripudiava affatto i sacri testi e la dialettica delle classi col ruolo salvifico del proletariato che, nel farsi della storia, avrebbe portato alla fase della libertà dal capitale. Emblematica al riguardo fu la totale censura del PCI dell’epoca sull’attentato (1973), per ragion di… partito: in Italia non si scrisse nulla, silenzio totale. Ancor oggi il Veltroni sostiene che non si era sicuri che si trattasse di attentato... Qualcuno ha forse scritto che Berlinguer si fece dimettere dall’ospedale a Sofia dove era ricoverato dopo poche ore dall’incidente stradale, diciamo così…, sulla via dell’aeroporto, chiusa al traffico…, dove un camion militare faceva manovre…? Morì un vice-primo ministro che accompagnava Berlinguer e che era in disgrazia con Zhivkov e morì anche l’interprete. La macchina non cadde dal ponte di un cavalcavia solo perché sbatté contro il palo della luce che ancora esiste... Berlinguer chiese al governo, di cui non faceva parte, di riportarlo immediatamente in Italia (tanta fiducia aveva negli ospiti…) e questo avvenne con un aereo dell’aeronautica militare… Ricordo nel 2009/2010 la stampa bulgara raccontare apertamente tutto ciò e noi, ancora adesso, stentiamo a dire le cose come stanno. Forse perché la verità è rivoluzionaria, come diceva Pajetta?
Queste sono le premesse e questi sono gli istruttori di tanti conduttori/divulgatori (i più istruiti…) che ci dovrebbero aiutare a capire che succede.
Ci concentriamo su pochi punti.
Il presidente del Consiglio in carica, già sindaco di Firenze, segretario del Pd, a nostro debol parere, vuol smuovere una situazione  fossilizzata da moltissimi anni di malaffare, iniziato ben prima di Mani pulite e forse da sempre presente nella storia d’ Italia. La commistione di tanti anni, specie nell’ultimo trentennio, tra malavita e molti settori politici, la spartizione della “torta” tra appartenenze, hanno bloccato il sistema e trasformato la politica stessa in mestiere, costosissimo per la comunità, scoraggiando chi avrebbe voluto occuparsi del bene comune, disinteressatamente. In politica si entrava per affiliazione, appartenenza a certi gruppi…, a condizione di divenire un beta, ben inteso. La Chiesa, duce Ruini, che in passato aveva svolto importanti ruoli di supplenza, si è avviluppata in una lotta per il mantenimento di privilegi, appoggiando i più alieni dalla propria tradizione di pensiero e dottrina come il Berlusconi: una caduta di tensione impressionante che contrasta e stride con l’operare dell’attuale papa. A ciò si aggiunga l’affossamento del Concilio Vaticano II, pastorale…, con l’ appoggio a movimenti tradizionalisti, in senso deteriore, come certi settori dell’ Opus Dei o  Comunione e Liberazione. Maritain lo aveva previsto, profeticamente, quando scriveva ne Le paysan de la Garonne di un tempo a venire caratterizzato da due gruppi contrapposti nella Chiesa: “i montoni di Panurgo” che si buttano in fila nel burrone, i progressisti…, “i ruminanti della Santa Alleanza”  tra scettro ed altare! Altro che maestri come Chenu o Congar… L’incultura della Chiesa la paghiamo oggi: i giovani preti sono digiuni teologicamente; non distinguono tra una teoria luterana e una cattolica: salvezza per grazia o libero arbitrio, simul iustus et peccator, rifiuto della Tradizione a vantaggio della libera lettura della Scrittura, tutti concetti semisconosciuti, come il senso di colpa, del resto, perché non c’è più peccato. Aveva ragione Nietzsche, con il suo Al di là del bene e del male? La realtà è più complessa e non pare che il mondo che sta sotto cieli vuoti sia pieno di ‘allegroni’…, piuttosto vediamo soggetti caratterizzati da cupio dissolvi… Anche gli industriali ci paiono speculari ai sindacati: tutelano e hanno tutelato interessi di parte, senza preoccuparsi minimamente del destino generale. La liberalizzazione mondiale del commercio e dei capitali, senza controlli seri, da loro tanto sostenuta, è stata un disastro umano ed economico per molti...: ha consentito, in primis, ‘arbitraggi regolamentari’; pochi lo sanno e capiscono di che si tratti, sebbene abbia conseguenze rilevantissime su noi tutti.
Allora ha ragione Renzi? Per incominciare bisognerebbe spiegargli che nessuno gli chiede di cambiare l’Italia: è forse un seguace della teoria dello Stato etico? Il suo compito è di proporre qualcosa, anche di ardito, e verificare se ha il sostegno necessario, ma con metodo democratico e guardandosi da quelli di un Lorenzo il Magnifico che, secondo il Savonarola, usava qualsiasi strumento per comprare gli avversari con donne e denaro e, se non gli riusciva, cercava di corrompere i figli. Controllava tutti il Magnifico, scegliendo anche i cuochi e non sceglieva i migliori perché sarebbero divenuti autonomi da lui! Ergo, non basta il cambiamento occorre soprattutto il contenuto che, per esempio, in materia di riforma elettorale col rifiuto delle preferenze è pessimo mentre l’abolizione del Senato è pasticciata. Guai a rifarsi all’esempio di una vera Repubblica federale come quella tedesca: credete voi che ci sia molto in comune tra un bavarese ed un sassone? Forse soltanto il disprezzo per noi meridionali…, tra i più.. Quindi che il nostro Senato somigli al Bundesrat perché ci siederà Maroni, Zaia o Marino e compagnia cantante fa ridere i polli, a nostro sommesso avviso. Per non parlare del Conseil Constitutionnel francese che opera in un contesto amministrativo che parte dagli arrondissements e dai prefetti ed opera in modo diversissimo dal nostro. Sarei cauto con gli esempi che sentiamo strombazzare…
Il giovane Renzi fa bene a provare, ma un po’ di umiltà e di approfondimento che non sia quello del medico onnisciente che gli sta accanto, non guasterebbe. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi, si diceva in questo Paese…
Ma che dicono gli avversari?
Usciamo dall’Euro. Bravi. Con ciò intendendo che nell’Europa del Mercato interno ci continueremo a stare, secondo loro… Non parliamo ai conduttori di talk shows perché si tratta di argomenti all’evidenza complessi per loro, in quanto non lasciano mai che si approfondisca la questione: siamo condannati a dire in un minuto uno slogan che equivale a sciocchezza. Basterebbe una infarinatura della costruzione europea per capire che un’uscita dell’Italia dalla moneta unica provocherebbe uno sconvolgimento che rimetterebbe in discussione le regole del Mercato interno e quindi la libera circolazione di beni e servizi oltreché di persone. L’uscita dall’Euro, come giustamente ha ricordato Prodi su “La Repubblica”, porterebbe immediatamente una svalutazione della moneta del 30/40% con il debito che si continua a pagare in Euro (!) e se lo consolidiamo, cioè lo ristrutturiamo, chi ci darà i soldi per comprare le nuove emissioni di BTP in lire e a quale tasso d’interesse? E le pensioni e gli stipendi del settore pubblico come si pagheranno? I soldi in cassa non sono sufficienti a pagare debito e salari e pensioni, ad un tempo. Facciamo una patrimoniale? Nazionalizziamo i beni di produzione? Espropriamo? E poi? E poi? Facciamo uno Stato socialista o un regime tipo quello del defunto Chaves? E le importazioni le paghiamo con una moneta svalutata del 30 o del 40%? Cosa compriamo? Un litro di latte! È vero che l’Euro è stato fatto in modo ‘illuministico’, male, malissimo, ma l’alternativa per noi sarebbe stata demenziale. Avevamo un’inflazione superiore al 20%, qualcuno se ne ricorda? E l’Argentina? Il grande esempio… che tasso d’inflazione mensile ha adesso? Perché la gente parla di quel che non conosce? Non credo che la lira sia competitiva, ha detto Schulz, Presidente del Parlamento europeo, e ha ragione da vendere in un regime di liberalizzazione di movimenti di capitale. Aboliamo l’Euro, svalutiamo solo del 40% e torneremo a crescere: sì, come a Weimar… questo diceva qualcuno dal Veneto discendente di quelli che emigrarono per  miseria, financo a Latina (!) nel secolo scorso. E allora dobbiamo subire tutto? Diremmo di no: come sempre nella vita se c’è un pensiero ed una proposta seri (che costa fatica, però…) alla fine… si fanno strada; non è forse Aristotele a sostenere che l’errore è incomprensibile?
Ai nostri venticinque lettori chiediamo vigilanza e di rifiutare il mendacio e l’irrazionale corrente. Noi crediamo, come dice Aristotele, che la negazione implica l'affermazione di una realtà diversa e questa dobbiamo esigere dai politici: altro che la riapertura delle case chiuse!

Post scriptum: apprendiamo con raccapriccio che alla messa del papa c’erano rappresentanti di tutte le forze politiche, grillini inclusi. Siamo atterriti: mettere insieme la credenza sull’esistenza delle sirene, il pianeta Gaia e il Signore ‘poverello’ di cui parla Francesco ‘piccolino’ ci turba.