mercoledì 29 marzo 2017

NO AL MERCATO INTERNO SE VERRANNO IMPOSTE CONDIZIONI INACCETTABILI DALLA UE


Carlo Biancheri

Questa l’ennesima roboante dichiarazione della decisa Sig.ra May alle folle che la Storia dirà quale impatto abbia avuto sul corso degli eventi.
Giustamente il Rappresentante permanente del Regno Unito presso l’Unione Europea si è dimesso ed è stato sostituito dall’attuale Ambasciatore, nell’assunto che il Governo inglese sia composto da dilettanti in materia comunitaria e che il negoziato di uscita dall’Unione non potesse esser avviato sulle basi inizialmente previste da Londra.
Ascoltiamo adesso in Italia - e non solo nel nostro paese - una serie di analisi, anche di professoroni, oltreché di politici,  da cui emerge la profonda incomprensione dei meccanismi comunitari.
Spesso accade in politica che non ci sia soluzione di continuità tra verità e menzogna e noi  ne sappiamo qualcosa…, tuttavia si ha l’impressione, nella estrema confusione del dibattito pubblico sulla Brexit, che, insieme alla malafade, ci siano anche molta incompetenza ed approssimazione.
Cominciamo dagli inglesi. Per mesi hanno sostenuto che  se ne andavano perché l’Unione è burocratica e che cambiava la loro vita quotidiana, ma che le loro imprese dovevano poter liberamente circolare in Europa, specie quelle finanziarie, come se nulla fosse.
Se mai avessero capito come funziona il meccanismo europeo saprebbero benissimo che, a parte l’indivisibilità delle libertà del Trattato – libera circolazione di persone, di merci e servizi e di capitali – il presupposto del cd passaporto europeo ed il controllo del paese di origine si fondano sulla fiducia tra Stati membri,  il che presuppone una legislazione sottostante  armonizzata,  cioè non ci possono essere leggi inglesi difformi da quelle  comunitarie e, nel contempo, beneficiare dei vantaggi della libera circolazione; si creerebbe, in tal caso, una disparità di trattamento tra Stati,  a vantaggio di alcuni e a scapito di altri. Inoltre, in caso di conflitto, ci vuole un giudice che, nella UE, è la Corte di Giustizia (esiste un organismo analogo nello Spazio economico europeo che include Liechtenstein, Norvegia ed Islanda), ma Londra non vuole più riconoscere il potere della Corte di Giustizia: questo potrà avvenire solo quando la Brexit avrà effettivamente luogo, per ora non c’è, si è avviata, ma ci vorranno almeno due anni perché sia sancita. I mercati finanziari anticipano gli eventi sulla base delle aspettative ed infatti oggi la sterlina ha aperto con un bel tonfo; si è ripresa in prosieguo, ma bisognerà comprendere il perché si è ripresa nei confronti dell’Euro… e lo si vedrà nei prossimi giorni. Oltre alla Corte di Giustizia ci sono le cosiddette Authorities che raggruppano le Autorità di controllo di settore, specie   in quello finanziario, come ESMA, EBA, EIOPA, e che armonizzano le pratiche  di vigilanza: la legislazione comune non basta, occorre anche il controllo di come viene applicata in modo conforme in un vero mercato interno.
Si comprende  quanto il sogno europeo sia ambizioso e, malgrado i difetti, ben costruito per far sì che si crei un vero mercato interno di centinaia di milioni di cittadini senza le barriere ed i controlli dei singoli Stati. Gli inglesi furono tra i principali artefici dell’allargamento ai paesi dell’Est, nel tentativo di annacquare il più possibile i vincoli comunitari e fare dell’Unione un libero mercato. Gli Stati Uniti fecero da sponda anche per favorire lo sfaldamento del blocco sovietico e così questi paesi entrarono  troppo in fretta; nella maggior parte di loro non si era ancora passati dal regime di Stato a quello di mercato, nel senso che le banche erano ancora pubbliche e la borsa muoveva i primi passi con sistemi arcaici: ricordo che alla Borsa di Varsavia (che  si insediò nel palazzo dove aveva sede il Partito comunista…) il presidente della Borsa polacca ci raccontava che se lui non leggeva il listino alla chiusura delle negoziazioni di borsa gli investitori non credevano  che i prezzi delle azioni affissi fossero quelli veri… Questa persona con i suoi funzionari avrebbe dovuto controllare, successivamente, le privatizzazioni, banche incluse…, mediante le offerte pubbliche di vendita e la relativa informazione al pubblico…, mentre già si discuteva di legislazione europea sofisticata  sui prodotti derivati, mercati che non esistevano nei paesi dell’Est e quindi inapplicabile. L’equivoco è consistito nel lasciar creder loro che dall’adesione avrebbero avuto solo soldi e vantaggi e non oneri; a ciò si aggiunga una mentalità  autocratica di stampo sovietico, diffusa tra la gente, interessata principalmente a sopravvivere, a qualsiasi costo.
Il negoziato sulla Brexit sarà ben complesso e si svolgerà  tra Consiglio Europeo, Commissione e Parlamento da un lato e Governo inglese dall’altro: in televisione un deputato di una certa Lega…, in polemica con Pittella, sosteneva che gli inglesi della Corte Europea di Giustizia se ne infischiano; ignora il tale che in caso di conflitto si applica il diritto internazionale comune con le sue sanzioni e cioè la retaliation che agli inglesi non conviene proprio, non foss’altro che per ragioni geografiche, e così si spiega il voto contrario dei Lords sull’impostazione del Governo inglese al negoziato del tipo hard-Brexit e alla fine  il riconoscimento del diritto del Parlamento inglese ad essere informato sulle varie fasi e sugli esiti del negoziato stesso, cosa che  la Sig.ra May avrebbe volentieri evitato.
Le conseguenze della Brexit non ci sono ancora, perché semplicemente la Brexit non c’è stata; i mercati finanziari anticipano qualcosa, ma questo qualcosa dovrebbe far riflettere gli irresponsabili, che predicano un ritorno alla divisione, che in un paese come il nostro vorrebbe dire il ritorno alla povertà.