domenica 26 giugno 2016

L'ALLEGRIA DEI DEMENTI


Carlo Biancheri

C'è chi festeggia per l'esito del referendum inglese ed auspica che analogo esito si verifichi in altri Stati membri incluso il nostro, quasi si sia trattato di una conquista di libertà. Ci sono poi i furbi, indovinate chi..., alleati nel Parlamento europeo con Ukip..., che ora dicono: siamo contro l'Euro non contro l'Europa. Una confusione indescrivibile che dimostra che i cosiddetti opinion makers hanno conoscenze risibili del sistema europeo.
Proviamo a mettere in fila qualche idea in un frangente di cambio epocale che probabilmente ne genererà altri.
1. Abbiamo più volte scritto in questo blog che il Regno Unito è entrato nell'allora CEE non per far parte della Comunità ma per trasformarla in libero mercato senza armonizzazione di norme. L'EFTA era un fallimento, gli USA premevano per avere gli inglesi dentro, anche per controllare un'Europa molto dinamica. Non a caso la Thatcher votò contro il Libro bianco del 1985 a Milano, che introduceva il principio del mercato interno e cioè il controllo del Paese di origine ed il riconoscimento reciproco, cioè il passaporto europeo. Craxi la mise in minoranza al Consiglio e lei gli tolse il saluto.
2. La gestione europea si è andata via via deteriorando ma non, come dice Prodi, perché la Commissione europea è stata esautorata dagli Stati membri e quindi si è occupata del prezzemolo non potendo far altro. Il federalismo  elaborato nei pensatoi... illuministico-massonici era una emerita sciocchezza, in quanto prima occorreva l'armonizzazione delle normative e dei controlli, poi il divieto di arbitraggi regolamentari specie in materia fiscale che generavano dumping tra Stati membri, poi doveva stabilirsi un vero level playing field, come teorizzavano così bene gli Angli, salvo poi giocare a carte truccate, sempre. Infine, occorreva tornare alla solidarietà comunitaria senza la quale non c'è comunità.
3. Dopo il disfacimento dell'URSS, gli americani facevano lavorare la CIA tramite US Aid per creare ai confini dell'Europa ad Est una serie di Stati protettorato americano... che avrebbe creato problemi all'Europa. Cercavano di vendere sistemi di Common Law a Stati ex comunisti che ripristinavano i codici! Così ci fu l'allargamento in tutta fretta  a satelliti tedeschi come la Slovenia e a Stati come la Romania e Bulgaria che non erano pronti ad entrare. Tutti questi paesi dovevano adottare l'intera legislazione comunitaria anche se per la gran parte era inapplicabile: si pensi per i prodotti finanziari ai mercati di strumenti derivati inesistenti o quasi in quei paesi!  Dopo la riunificazione tedesca l'asse franco-tedesco cominciò a vacillare: Kohl non c'era più, in Francia c'era Chirac e chi comandava era Bernadette, la moglie... Poi è arrivata la ragazza della Germania Est, figlia di pastore protestante, collaboratore della Stasi e, non a caso, vincitrice di un premio di conoscenza della lingua russa, normalmente attribuito ai figli della Nomenklatura. Con metodi alla Honecker fece fuori il suo protettore Kohl, mentre in Francia c'era l'ungherese... Sarkozy. Nessuna visione europea ma piuttosto di bottega, approfittando della debolezza italiana che era rappresentata da un certo Cavaliere che ha così ben operato! Per esser in linea con gli americani e compiacere gli inglesi si approvavano direttive come quella Bolkestein, non a caso olandese..., patrocinata in Italia dalla Bonino e da Tremonti che ora nega... Di che di trattava? Ma di liberalizzare senza armonizzare: come dire, vinca il più forte anche se delinquente... E poi le direttive sul commercio elettronico... E ancora e ancora... In Italia eravamo tra i pochi europei ad avere un elevato tasso di risparmio delle famiglie e, quindi, eravamo un'ottima prateria, adatta a scorribande come nel caso Parmalat che ha visto coinvolti tutti i grandi intermediari mondiali... Berlusconi, che doveva farsi sentire a Bruxelles, organizzava invece cene eleganti che lo tenevano occupato... Merkel e Sarkozy nominavano dopo Santer un incapace lussemburghese, un callido portoghese, Barroso, che ha combinato grossi guai. Sarkozy aveva voluto come Commissario al mercato interno per l'importante settore dei servizi finanziari, Barnier: un vero disastro! Durante la tremenda crisi finanziaria che ha generato quel che ha generato non ha fatto alcunché e poteva, invece, trarre lo spunto dalla situazione per cambiare e metter mano alle falle della normativa e dei controlli che avevano fatto fallire interi sistemi bancari. In una parola l'asse franco-tedesco ha funzionato per i due paesi ma non per gli altri. Noi dove eravamo? A parlare con Bush o nella dacia di Putin? Nessun interesse generale  veniva ricercato anche per una crisi di ideologie e valori in una società dedita a sesso, corruzione e rock and roll, con Chiese in crisi tra cui la cattolica che aveva buttato allegramente alle ortiche la sua grande tradizione culturale a favore dei movimentisti pasticcioni ed affaristi come CL ed altri.
4. In un mondo dove sono sorti nuovi grandi protagonisti come gli emergenti, Cina, India ecc., l'illusione di tornare al milkman che porta il latte la mattina davanti alla porta di casa che non si chiude perché non ci sono ladri è un'idiozia. Bisogna unirsi ma rispettandosi e mettendo in comune le risorse necessarie a stare assieme. La decrescita felice è una insensatezza che lasciamo agli adepti del pianeta Gaia e dispiace che il papa simpatizzi per qualcosa che può solo generale affamati. L'aristocratico Cameron formatosi ai riti di Eton (per caso ha visto il film If?) sarà ricordato nella Storia per esser riuscito a disunire sia l'Unione Europea che il suo Regno..., come annunciato dal Primo Ministro scozzese. È inutile che Prodi insista a dire che i tedeschi debbono assumere la leadership in Europa: sanno solo dominare, non fare sintesi. Sono essi stessi una federazione di popoli molto diversi... Il dramma è che il genio italiano che ha generato il Medio Evo che solo gli sciocchi storici protestanti hanno chiamato età buia e l'arte rinascimentale (più che il pensiero...) latita. Ci vorrebbe intuizione, buona volontà e, soprattutto, fuori gli incapaci delle confraternite che hanno sin qui gestito il tutto. Occorre  far convergere ad un appropriato punto di mediazione gli interessi nazionali e quelli generali di tutti i membri della UE.