giovedì 30 novembre 2017

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE


Carlo Biancheri

No, non ci riferiamo a quelli della setta M5S, non vale la pena; è inutile sforzarsi a ridurre a logica  proposizioni del tutto insensate, anzi caratterizzate dal solo scopo di insultare chi la pensa diversamente da loro. Ci riferiamo, invece, a due interventi che abbiamo ascoltato in Parlamento in occasione della discussione della legge di bilancio: a quello della Gelmini di Forza Italia e a quello di Maria Cecilia Guerra di art 1 MDP.
La Gelmini è stata abile Ministro dell’istruzione nel peggiorare la crisi della scuola, come membro del governo del Cavaliere che ha così ben operato. Ha passato l’esame da procuratore legale in Calabria non per ragioni  turistiche ma perché lì è più difficile… e così lei ne sa di più degli altri.
Bene: dalla legge nelle province calabresi al Ministero, ora passa all’economia e allora si lancia a dire che non è il caso di vantarsi  per la ripresa, perché l’Italia resta il fanalino di coda dell’Europa. Ipse dixit. La lombarda evidentemente è all’oscuro dei dati dell’ISTAT  e dell’OCSE che ha appena rivisto al rialzo le proiezioni di crescita dell’Italia per il 2017 e 2018 secondo le quali quest’anno superiamo la Francia, la seconda economia europea, che si ferma all’1,5%, e questa è la prima perla.
Non contenta, contesta la creazione dei posti di lavoro in ragione del Jobs Act perché, secondo lei, si tratta di lavori a termine e comunque il numero  resta di molto inferiore ai livelli del 2008. Ci tocca ricordare alla sapiente procuratrice legale, già Ministra, che abbiamo attraversato una crisi economica epocale, provocata dalla finanza anglosassone deregolamenta che il Governo Berlusconi, paladino della deregulation, non ha mai contrastato, anzi, in sede europea, col non dimenticato Ministro Tremonti si è sovente schierato su posizioni vicine agli inglesi, interessati solo al libero mercato nell’Unione Europea e non, come si è visto, all’Unione stessa. Sappiamo tutti – si fà per dire…- che il lavoro fisso, non in Italia, ma financo nel modello tedesco, sta diminuendo, perché è il lavoro che si sta trasformando in modo sensibile e le imprese, oltre all’imposizione fiscale e contributiva troppo elevata, se  viene loro imposto un ulteriore onere, non assumono o chiudono. Questo si vuole? E’ doloroso dirlo, ma con questa realtà ci dobbiamo confrontare perché con la digitalizzazione stiamo vivendo un periodo comparabile a quello del passaggio dal treno alla diligenza o dal vapore alla elettricità. E’ chiaro?
La baggiana,come direbbe l’amato Manzoni,si turba per la mancata ricostruzione nelle zone terremotate –eh sì perché le case de L’Aquila con i balconi che cascavano,costruite dal Governo del Cavaliere poi oggetto di processi, se le ricorda?- fingendo di non sapere che molto del ritardo è connesso alla scelta,per noi sbagliata, di aver lasciato alle comunità locali le decisioni su come ricostruire e l’inventario dei danni…
Non ricorderemo che sotto il Governo del Cavaliere, impegnatissimo nelle cene eleganti, lo spread aveva superato i 550 punti base e ciò rendeva il nostro debito pubblico insostenibile… o quasi. Ci basta rilevare che la sig.ra mente altrimenti… beh… è pure peggio.
E parliamo della Guerra, seguace del profondo pensiero di Speranza, allievo di D’Alema, il protettore di Mussari alla guida di MPS (…) ora sotto processo, e nel gruppo dell’esperto di bocciofila dell’Emilia Romagna. Anche per lei siamo il fanalino di coda nella crescita e un simile atteggiamento a Roma si chiama ‘esser di coccio’… Soprattutto si lamenta che non abbiamo ancora raggiunto i livelli del 2008 in termini di PIL. Ma perché, lei ha la ricetta? Per caso la nazionalizzazione dei beni di produzione oppure un nuovo miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci? In effetti la Guerra, che dall’accento sembra esser mia conterranea, aggredisce il vice-Ministro Morando, uno dei pochi tecnici seri che siedono in Parlamento, per non aver accolto la lista della spesa. In un Parlamento  rispettabile uno che fà una proposta dovrebbe indicare nel contempo dove si trovano le risorse, non descrivere il libro dei sogni. Ma, come noto, in Italia basta l’enunciato non la verifica, non a caso siamo stati per decenni sotto la dittatura crociana, di marca idealistica, in cultura…
I posti di lavoro creati sono fasulli perché a tempo determinato – sarebbe interessante che andasse un po’ in Inghilterra e vedere quel che trova…-; lei vuole il posto fisso… ma… non c’è più l’articolo 18, ricorda? E allora la differenza è sempre così grande quando si può licenziare ad libitum?
Come si fà poi a pretendere per un paese, che ha un debito pubblico al 130% del PIL ed una Pubblica Amministrazione che funziona male e una giustizia di cui non parliamo, recuperare in fretta  i punti di PIL persi durante la più importante crisi economica dalla fine della seconda guerra mondiale? L’affermazione che la ripresa è solo dovuta ai bassi tassi d’interesse e alla liquidità immessa dalla BCE è smentita da tutti i centri di studio economici, tranne Baldassarri, che hanno analizzato il Paese, tanto che veniamo spronati da FMI e dalla UE e dall’OCSE a “continuare” il processo di riforme.
Non dire le cose chiaramente equivale a mentire.