martedì 29 maggio 2018

VEDETE, LO SPREAD SI ALZA E NON PER COLPA NOSTRA...

Carlo Biancheri

Il pool di esperti di mercati mobiliari, cioè di borsa, di Lega e 5S ha consigliato Arlecchino e Pulcinella a fare un’affermazione  sull’andamento dello spread sui titoli di Stato italiani cui solo degli imbecilli possono prestar fede.
I due fanno finta di  credere che con il governo  del cambiamento lo spread sarebbe sceso, perché i mercati si sarebbero arciconvinti che con un programma, pardon contratto, di governo il cui costo si aggira sui 120 miliardi di Euro,  per un paese che ha un debito pubblico in essere pari al 130% del PIL, il futuro italiano sarebbe stato radioso; ricordate l’albero di Pinocchio e le monete d’oro? Se le avesse sotterrate  sotto il tronco, l’albero avrebbe prodotto monete d’oro, dicevano il gatto e la volpe…
Purtroppo occorre insegnare ai due che vorrebbero governare – «tu non puoi governare perché non hai l’anima» ammonisce Aristotele nella Grande Etica…- che i mercati non hanno fiducia, come ha spiegato bene il giornalista Longo, perché sospettano che il governo sciagurato (per tutti…) dei pifferai del popolo potrebbe portare il paese all’uscita dall’Euro.
La pletora di giornalisti incompetenti o schierati col nuovo padrone ci segnala oggi che il comico in disarmo, condannato penalmente in via definitiva, che abita nel villone con vista mozzafiato sulle alture di Genova, si è espresso in modo moderato, ammonendo i ragazzi a non cadere nella sindrome adolescenziale di voler a tutti costi farsi dar ragione da papà. Siamo stati fermati dall’establishment, sostiene, dimostrando tutta la scarsa conoscenza del diritto pubblico, continuiamo la lotta… Bisogna chiedere agli italiani: volete esser governati dalla finanza?
Certo lui, anche se propone il ritorno all’economia del baratto o la decrescita felice, non ha problemi, perché, in quanto a ville ed investimenti immobiliari in area caraibica, se ben ricordiamo, avrà, comunque, una vita tranquilla, ma i comuni cittadini, quelli veri, non quelli teorizzati  dal matto Rousseau, fanno i conti con la realtà e la finanza non è né buona né cattiva…, non è la mamma che ci accudisce, è, piuttosto, la realtà della vita, visto che i sistemi che hanno abolito i mercati hanno provocato macerie umane ed economiche, e chi scrive sa quel che dice.
Il rifiuto manicheo delle leggi di mercato, della finanza, quasi fosse il male assoluto – negativi sono gli eccessi, la speculazione senza regole che non accetti limiti: Keynes scriveva, infatti, che un mercato senza regole è la giungla- fà il paio con quel che dice il Salvini che anche lui, esperto com’è…, vuole trarre argomenti dall’andamento dello spread, facendo finta di non capire che lo spread si alza a causa sua e del ragazzo di Pomigliano d’Arco e delle loro teorie, perché con il governo Gentiloni era a 120 non a 320 punti! Dice il Salvini in tono minaccioso ad una platea che non si ribella – che siano autistici?- che se, per ridurre le tasse, dare un lavoro agli italiani, difendere i confini, bisogna ridiscutere le regole europee, «chi si allea con me (auguri!) deve sottoscrivere di esser disposto a farlo» (capito Berlusconi?). Si dà il caso che il giovine politico sottace che per discutere qualcosa bisogna almeno essere in due a volerlo fare… e che ne sa il tizio della reazione dell’interlocutore, nella fattispecie degli interlocutori? La probabilità di cambiare le regole, nel senso di spesa a go-go per un paese come il nostro, è pari alla luce che aveva Diogene nella caverna, sempreché  sappia di che si tratti…- ne dubitiamo-.
Emerge con tutta chiarezza che  questi vogliono andare alla guerra con Bruxelles ma, ispirandosi ai fascisti di cui sono sodali, rischiano di fare come fece Mussolini che mandò i soldati italiani in Russia a combattere con gli scarponi di cartone… Inutile fare i rodomonti in casa e poi presentarsi col cappello in mano, perché neppure ti ascoltano, dove conti il due di picche, specie se sei arrogante: il mondo non finisce a Tradate e, infatti, quando il Salvini è andato all’estero, ha scambiato la Corea del Nord per la Svizzera.



lunedì 28 maggio 2018

LA MANOVRA DEL SALVINI E CAMERATI

Carlo Biancheri

«Non c’è scritto in Costituzione che non si possono cambiare le regole europee» dice il Salvini, accusando il Presidente Mattarella di aver fatto il ruolo di arbitro e di giocatore oppure, udite, udite di don Abbondio!
Tra le poche cose che conosce c’è il calcio, giacché non constano studi importanti od esperienze lavorative, uso della parola/chiacchiera, a parte. Il riferimento a don Abbondio, poi, manifesta chiaramente il livello culturale  del tizio che guida la Lega e l’imprecisione, l’imbrogliare tutto nei concetti. Chi sarebbe che ha spaventato il presidente Mattarella? Che ne sai dei mercati finanziari, Salvini? Ogni volta che parli, dici sciocchezze in materia e poi don Abbondio ha tergiversato, non ha detto un no secco, come Mattarella ha coraggiosamente ed onestamente fatto. Temeva anche Renzo don Abbondio, non lo sai? Cosa hai capito de I promessi sposi?
Come si suol dire, qui casca l’asino, perché se io faccio un programma di governo, pardon contratto, senza coperture  finanziarie vado in rotta di collisione con gli impegni liberamente assunti in sede europea. Si possono certamente cambiare le regole, ma con le maggioranze previste dal Consiglio europeo e dal Parlamento, ma dove trova l’esperto di calcio del bar del Giambellino gli alleati per raggiungere la maggioranza dei voti? Quelli di Orban? Sono pochissimi e anche quelli cechi o della Polonia… E allora di che parla?
O forse in tutta questa storia, dove il ragazzetto di Pomigliano d’Arco, vittima di una crisi di nervi e che dall’alto della sua scienza giuridica – due anni di frequenza a giurisprudenza…- vuole tradurre in stato d’accusa il Presidente della Repubblica, insieme alla Meloni, altra fine giurista, è stato beffato come in una novella del Boccaccio, con la differenza che il tutto si svolgeva a Roma e che un milanese ha ‘uccellato’ un napuriello, ohibò…
Dove sta la parzialità, Salvini?
O forse, senza dirlo in campagna elettorale, tu volevi precostituire le condizioni che avrebbero costretto il paese ad uscire dalla moneta unica? Con i tuoi economisti di vaglia ti sei convinto che non ci sia altro modo di favorire chi ha la fabrichètta in Brianza per esportare meglio e chi se ne frega della macelleria sociale, della perdita di valore del 40%  dei depositi o degli immobili e del caos sui mercati finanziari: non è il tuo elettorato. Così, ragioni?
Il tenacissimo professore sardo Savona, noto bastian contrario, aveva in serbo un piano B per cui, alle brutte…, dopo aver provocato la UE, col sostegno dell’amico e sostenitore (…) Putin, ci si sarebbe trovati in una situazione senza via d’uscita, obbligandoci a tornare alla lira. Il paese è ancora più povero? Non importa, recuperiamo la sovranità monetaria… Per farci cosa? Per importare inflazione come in Venezuela o in Argentina? Questo vuoi? E l’azzimato Zaia e le massaie venete con i  loro uomini che, senza battere ciglio, votano la Lega, cioè un partito anticristiano, giacché contraddice il ‘secondo comandamento’ che  è simile al primo («ama il prossimo tuo») e che, tuttavia, la domenica vanno a messa tranquillamente, ciò…, come delle dissociate, sono convinti che per loro sarà conveniente uscire dalla moneta dei loro confinanti?
La menzogna di Salvini consisteva nel sostenere che nel programma di governo non c’era l’uscita dall’Euro… ma c’erano tutte le premesse; se l’affermazione del ‘fannullone’, come lo chiamano in Parlamento europeo, è corretta, perché non ha accettato Giorgetti al MEF? Qui sì, c’è qualcosa sotto.
Adesso la situazione  è più chiara: i votanti dovranno decidere se vogliono stare nel quadro europeo, pur cercando di modificarlo, o se vogliono seguire la ricetta degli estremisti che ci porterà nel burrone.
E gli estremisti sono i violenti, gli arroganti, coloro che agiscono senza trasparenza e, pur ispirandosi al fascismo, usano metodi leninisti: il potere per il potere.
Lasciamoli governare vuol dire: finiamo pure nel burrone, tanto dopo non potremo punire nessuno perché i pifferai si saranno squagliati.



domenica 27 maggio 2018

BRAVO MATTARELLA!

Carlo Biancheri

Questo blog è antifascista e si oppone ai prepotenti, agli arroganti, agli incapaci che pretendono di fare governi del cambiamento che provocherebbero la catastrofe del Paese. Rappresentano la metà dei votanti, non degli italiani, e questo non dà loro il diritto di comportarsi in modo eversivo contro il quadro costituzionale.
Siamo grati al Presidente della Repubblica che ha difeso la Costituzione che gli attribuisce compiti precisi, segnatamente ha tutelato l’appartenenza del paese nella Unione Europea e il risparmio degli italiani.
Una banda di avventurieri ha portato il paese in rotta di collisione col resto dell’Europa, alleandosi con la fascista Le Pen, con i sostenitori della Brexit di Farage, con il partito neonazista tedesco e con i paesi dell’Est Europa che vogliono goderne dei vantaggi senza costi ed obblighi.
Parlano a nome del popolo quasi avessero una investitura mentre viviamo, grazie al cielo, in una democrazia rappresentativa.
Sono stati sostenuti dalla cultura dei picchiatori e da giornali giustizialisti e favoriti da una sinistra stupida, incapace di accettare il principio di realtà.
Per il bene di tutti, bisognerà impegnarsi nella campagna elettorale per smascherare fascisti ed impostori che vogliono imporsi con la forza.
Questo faremo.

sabato 26 maggio 2018

ATTENTI A QUEI DUE!


Carlo Biancheri

L’attacco cui stiamo assistendo da parte  del Salvini, spalleggiato dal capetto dalla setta e adesso anche dalla Meloni, nota esponente della destra, oggettivamente neofascista, alle prerogative del Presidente della Repubblica, suona  eversivo.
Il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione, approva la lista dei ministri e, come avvenuto mille volte in passato, se non è convinto riguardo alla figura di taluno dei prescelti, non la approva.
In Costituzione abbiamo tra le clausole l’appartenenza dell’Italia alla Unione Europea e anche il pareggio di bilancio. Il ministro dell’Economia e delle Finanze che vorrebbe il Salvini l’ottuagenario sardo Savona, uomo di tutte le associazioni… e presente in molti consigli di amministrazione  e, a motivo di ciò,  pure accusato di reati quali aggiotaggio e taroccamento dei bilanci di Impregilo per valutazioni, secondo l’accusa, fatte a braccio, procedimento poi caduto in prescrizione…, è certamente un  economista preparato, ma  sostiene tesi che contrastano con l’appartenenza dell’Italia alla UE e non ha in gran conto il pareggio di bilancio.
Reputa infatti il ‘tenacissimo’ professore che l’Euro sia stato fatto male e che l’Italia non aveva, al momento dell’adesione, le caratteristiche richieste per parteciparvi e fin qui nulla quaestio, ma aggiunge che se non si riformano i Trattati europei che, lo ripetiamo, comportano una procedura di codecisione tra Consiglio e Parlamento Europei e poi le ratifiche dei Parlamenti nazionali, l’Italia dovrebbe avere un piano B  e cioè, se la situazione si fà troppo tesa, minacciare od uscire dalla moneta unica dal venerdì al lunedì e battere moneta nazionale per recuperare la sovranità monetaria.
Il professore sa benissimo che questo comporterebbe una macelleria sociale perché la lira per competere dovrebbe svalutare del 40% circa e le case di proprietà quindi perderebbero in percentuale il loro valore in un week-end e, inoltre, non essendo l’Italia paese produttore di materie prime, dovrebbe acquistarle a maggior costo, specie per quanto attiene  ai consumi energetici, importando inflazione, una iattura per i salari, ecc.
Naturalmente questo progetto tanto chiaro adesso non era previsto nel programma della Lega e associati in campagna elettorale e la Meloni, che cambia opinione ogni mattina,  aveva ragione a dire che il Salvini è un ‘traditore’: infatti, ha fatto il pieno con i suoi candidati anche con i voti degli alleati e, Forza Italia di uscire dall’Euro, per una volta saggiamente, non ci pensava proprio, ben sapendo che l’Italietta da sola, nel mare della globalizzazione e dei mercati finanziari, senza vincoli ai movimenti di capitali, sarebbe una navicella spinta dai monsoni.
Sembrerebbe che neppure la setta del pianeta Gaia sia tanto interessata a cambiare la UE e ad uscire dall’Euro – sulla questione le posizioni sono cambiate a seconda della convenienza del momento…- preferendo invece, come annuncia il colto Toninelli, realizzare lo Stato etico (!), dove l’ethos consisterebbe nel condividere le idee del movimento; per fare ciò, occorre prendere il potere e mettere tutte le decisioni del popolo nelle mani del garante/guru, filtrate dall’ottimo sistema Rousseau. Chiaro il programma?
Nella canea che si sta sviluppando abbiamo i soliti giornalisti  alla Mario Sechi che, per difesa d’ufficio del conterraneo, ci spiegano che la dottrina costituzionalistica non è univoca circa le decisioni del Presidente della Repubblica e lui, che sa, assicura che il Presidente non si deve permettere di interferire. A questo siamo: le opinioni dei giornalisti spacciate per verità, tout court.
Poi abbiamo la sinistra di Liberi e Uguali che difendono il caro Paolo Savona col Fassina che di economia  e di politica, a parere di chi scrive, non ne azzecca una e con lui Boccia della corrente di Emiliano.
Tutte anime belle che hanno fatto sì che in pochi giorni lo spread sia passato da 120 punti a 216 con un rincaro del servizio del debito italiano  che comporterà meno soldi per sanità, strade e asili (…).Quel che è peggio è che un’altra importante agenzia di rating ha messo l’Italia sotto osservazione e se sono tre a ridurre il rating, la cosa si fà serissima, perché la BCE non potrà più comprare titoli italiani, ridotti a livello di titoli spazzatura e le banche italiane non potranno più farsi finanziare dalla Banca centrale europea, restando prive di liquidità.
Chiaro il concetto?
La stampa tedesca ha dato prova in questi giorni, sebbene provocata, dell’ottusità di cui sono capaci i teutonici, ma qualche ragione la hanno giacché anche gli americani danno la valutazione di un paese affidato a dei dilettanti che vogliono pilotare un aereo senza brevetto...
La morale è che in questa pantomima del governo del cambiamento, guidato dal Signor Nessuno, durata ottanta giorni, ci siamo già fatti male. Continuiamo a farcelo!





martedì 22 maggio 2018

UNA BANDA DI IRRESPONSABILI MA NON BISOGNA CEDERE

Carlo Biancheri

Rassicuriamo la setta e gli estremisti della Lega che sostengono che non c’è più destra né sinistra come se gli interessi di chi non ha casa né lavoro coincidessero con quelli di chi si può permettere la Ferrari: non abbiamo paura del nuovo governo di incapaci – temiamo per tutti noi, per l’Italia, come se uno si affidasse ad un macellaio per una operazione chirurgica…- ma constatiamo che per loro le balle sono irrilevanti. In effetti, ne hanno contate tante agli italiani e le continuano a raccontare, come da ultimo la conversione dell’ILVA a Taranto (!), anche se lo scienziato Emiliano concorda… Per loro è del tutto irrilevante che un professore di diritto privato a Firenze, potenziale presidente del Consiglio, immanicato con la setta grillina che ne ha proposto la candidatura nell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa, come membro laico, dichiari nel cv di aver frequentato la New York University senza precisare di aver assistito a tre lezione o di aver parlato con gli studenti per perfezionare la lingua… oppure di aver conseguito un master. Io ho visitato la Casa Bianca, come turista, ma non ho mai scritto nel mio cv di aver intrattenuto rapporti con la Casa Bianca… C’è differenza o no? Il buon giorno si vede dal mattino…
Il ligure Rixi, esponente della Lega, autorizzato a parlare per il gruppo di incompetenti, descrive l’estero, confondendo tra UE e mercato finanziario, anzi su Sky oggi precisa che il mercato finanziario internazionale comprende quello africano… Forse si ricorda degli investimenti della Lega in Tanzania e dei diamanti ma, per favore, non lo dica a chi si intende di mercati finanziari, perché gli esperti chiederebbero a gran voce di riaprire a Quarto i tetti rossi – i genovesi capiranno…- per mandarcelo con provvedimento di trattamento obbligatorio.
Assistiamo ad una tarantella con delle proposte esplosive, irrealizzabili, infantili che stiamo già pagando in quanto si è innalzato lo spread e continuerà a farlo, costringendoci ad un onere aggiuntivo per il servizio del debito pubblico. Il direttore di Libero, intervenuto nel dibattito, non si preoccupa perché tutti gli ultimi governi hanno aumentato il debito, secondo lui, senza fornire cifre precise e soprattutto omettendo di dire quanto aumenterebbe con questo governo…- se andassimo al 140% (siamo al 130%) del PIL,  il debito sarebbe   fuori controllo- ; come dice il proverbio: mal comune mezzo gaudio, cioè, come abbiamo scritto più volte, mal de todos, remedio de tontos, in castigliano…
Ma non sono tanto le balle che pure sono significative di un modo di essere e di pensare, ma la totale incapacità di capire il limite del nostro operare. Bisogna riequilibrare l’Europa centrandola sul Mediterraneo, sostengono: giusto ma dove sono gli alleati? Quanto contano? C’è una maggioranza ponderata  nel Consiglio europeo dove si assumono le decisioni? Vogliamo uscire dall’Europa come quando bocciamo la TAV, opera inutile…, non capendo che non può esser la Val di Susa a decidere per tutti noi, perché rinunciare alla TAV significa far passare la modernità dei trasporti al di là delle Alpi, se conoscessero almeno un po’ di Storia!
Siamo nel tempo delle conseguenze e i governi degli ultimi quindici anni  portano la responsabilità dell’attuale degrado, perché si sono comportati come ignavi, anche se gli ultimi due hanno riagganciato la ripresa. Bisognava fare ben altro, però. Tuttavia, gli uomini di buona volontà debbono mantenere la lucidità e non cedere al trend di idee correnti e continuare a riconoscere la realtà: il re è nudo, infatti…




domenica 20 maggio 2018

IL CONTO DELLA SERVA

Carlo Biancheri

Lo steward dello stadio san Paolo Di Maio così si è espresso a proposito dei giusti calcoli effettuati sulle coperture che l’infantile programma di governo M5/Lega richiede per essere attuato.
La notazione è una sorta di lapsus in quanto denota quale considerazione il giovanotto, proveniente dalla terra del lavoro, così chiamata in altri tempi, abbia della povera ‘serva ‘, come la chiama lui. Il mestiere di servo – forse nel napoletano la Rivoluzione Francese è durata pochissimo, perché il re borbone non riconosceva diritti, ma faceva solo elargizioni, concessioni ai ‘pezzenti’… - senza dover scomodare il pensiero di san Paolo al riguardo, non ha nulla di disdicevole, perché il lavoro nobilita l’uomo e, per citare l’amato Manzoni, ricorderemo che il padre di fra’ Cristoforo si vergognava di esser stato mercante, «non riflettendo mai che il vendere non è cosa più ridicola del comprare» (I promessi sposi, cap.IV) e così il servire non è cosa più disdicevole dell’essere serviti; i conti che fà la ‘serva’ non si distinguono da tutti gli altri conti, Di Maio, aspirante fautore della giustizia  sociale!
La povera serva del resto i conti li fà meglio del pool di esperti di Roccacannuccia o di Abbiategrasso che hanno messo insieme il programma casereccio’, buono per il 60% dei minchioni che credono che vada bene e che il governo si debba fare.
Al riguardo occorre ancora una volta spendere qualche parola sui media e segnatamente sulla giornalista Annunziata, presa come emblema di una pletora di personaggi che sulla televisione pubblica parlano a vanvera e fanno propaganda per chi gli aggrada, senza rispondere a nessuno.
Per chi paga il canone non è un bel vedere che la RAI arruoli soggetti che non padroneggiano gli argomenti degli intervistati e che, tuttavia, insistono con protervia nel portare avanti le loro ideuzze.
La Annunziata, nella fattispecie, ha  intervistato tre economisti sul programma dello sciagurato governo che dovrebbe nascere e tutti e tre hanno sostenuto tesi sensate, ma lei, non paga, insisteva a sostenere ipotesi che palesemente risultavano delle idiozie.
Vediamole nel dettaglio.
La cancellazione del debito di 250 miliardi di Euro relativamente a titoli di Stato comprati dalla BCE.
Il più favorevole alla tesi ha sostenuto che si potrebbe fare solo se lo facessero tutti a livello mondiale, ma essendo stata proposta malissimo – non può un pierino da solo sostenere: cancelliamo il debito- non è attuabile. E subito la Annunziata, defensor vinculi, ribatte: ma l’idea è buona… e poi in Sud America ha funzionato. A scuola da noi si insegnava a stare attenti a non mettere assieme capra e cavoli e negli Stati Uniti, che la Annunziata conosce tanto bene, si dice di non mischiare pineapples and oranges; infatti, l’intervistato nota che nel caso del Sud America il debito pubblico era detenuto da entità estere non dalla Banca centrale… e tant’è…
La flat tax.
Perché non va bene, chiede l’Annunziata? Con Reagan ha funzionato.
La risposta è: funziona in paesi dove si è produttori di materie prime e poi la flat tax di Reagan ha lasciato buchi enormi negli Stati Uniti e ha aumentato il debito pubblico di venti punti percentuali; anche uno sciocco capirebbe che col debito pubblico italiano in essere non si può fare. Tra l’altro c’è il problema della costituzionalità, ma per la signora de minimis non curat praetor!
L’introduzione della flat tax comporterebbe, nel programma, la cancellazione di tutte le agevolazioni, a cominciare dagli sconti fiscali sui lavori  edilizi, sul risparmio energetico, sulle spese sanitarie, sull’assistenza ai disabili…, insomma una macelleria sociale.
Tutte queste considerazioni per la Annunziata sarebbero ‘il pensiero dominante’ e, alla ricerca dell’ebbrezza del nuovo, la signora si vuole avventurare ad esplorare le proposte  dei poveri eretici e patrocinare a tutti i costi le loro buone ragioni, in questo spalleggiata da uno dei tre che ha affermato che il voto è sacro e se il 60% degli italiani vuol uscire dall’Euro va fatto: questa è l’idea che gli economisti hanno della politica.... Già ma quel 60% di minchioni è al corrente di come sarà la loro vita il giorno dopo l’uscita dall’Euro? Il latte si andrà a prenderlo dalle mucche con la bottiglia perché la moneta sarà subito svalutata del 40% e che garanzia avremo di continuità dell’energia elettrica? Non sarà male studiare quel che succede in Venezuela o in Equador, il modello per i 5S, tenuto conto dell’ampia comunità di equadoriani a Genova, città del comico pregiudicato in disarmo.
La morale è che alla scuola degli asini il voto può decidere di qualsiasi cosa e non è così  perché il voto è all’interno dei limiti imposti dalla Costituzione.
Se la maggioranza dei votanti decidesse domani, a maggioranza, di mandare gli ebrei nelle camere a gas per noi quel voto non varrebbe una cicca.
Capito Annunziata?


martedì 15 maggio 2018

STIAMO SCRIVENDO LA STORIA...

Carlo Biancheri


Così il giovane steward al San Paolo, che non ha passato molto tempo sulle ‘sudate carte’,  per dirla con il Leopardi, si è espresso su queste cosiddette trattative per formare il nuovo governo che sembrano gestite dal cappellaio matto di Alice del paese delle meraviglie. Sul passare alla storia l’amato Manzoni si esprime così a proposito del governatore di Milano, don Gonzalo Fernandez de Cordoba: «Da tutti i portamenti di don Gonzalo, pare che avesse una gran smania d’acquistarsi un posto nella storia, la quale infatti  non poté non occuparsi di lui; ma (come spesso le accade)non conobbe, o non si curò di registrare l’atto di lui più degno di memoria, la risposta  che diede al Tadino [conservatore della Sanità che rappresentava il pericolo enorme che per Milano sarebbe stato l’assedio di Mantova per via della peste, portata dall’esercito che veniva dai Grigioni e dalla Valtellina] in quella circostanza. Rispose che non sapeva cosa farci; che i motivi d’interesse e di riputazione, per i quali s’era mosso quell’esercito pesavano più che il pericolo rappresentato; che  con tutto ciò si cercasse di riparare alla meglio, e si sperasse nella Provvidenza» e aggiunge poi… «In quanto a don Gonzalo, poco dopo quella risposta, se ne andò da Milano; e la partenza fu trista per lui, come lo era la cagione. Veniva rimosso per i cattivi successi della guerra, della quale era stato il promotore e il capitano; e il popolo lo incolpava  della fame sofferta sotto il suo governo… » (I promessi sposi, cap. XXVIII). Verrebbe da dire: messaggio ai naviganti… Per la prima volta discutiamo di temi… affermano lui e l’altro, il Salvini  con quelli del suo gruppo o ghenga, a giudicare dal modo di esprimersi, sempre senza cravatta, e che a Milano  verrebbero definiti in fretta ‘bamba’ per la sfilza di sciocchezze  e  per la  semplicioneria con la quale trattano temi complessi. Ma non importa, ci provano per fare un favore, peraltro non richiesto, agli italiani: sarò sincero, dice il Salvini e questo per lui giustifica tutto anche se il paese non è rappresentato in sede internazionale, in quanto guidato da un governo che fà solo l’ordinaria amministrazione ed il ritardo comporta la perdita di occasioni utili alla collettività per ogni giorno trascorso (e ormai  sono  settanta). Discutiamo sui temi: una novità per i ragazzi che ignorano la storia politica del Paese dove nella cosiddetta prima Repubblica il presidente del Consiglio incaricato a formare il nuovo governo passava molto tempo a discutere i dettagli del programma con le forze politiche con le quali prevedeva di formare la maggioranza, come vuole la Costituzione. Non si capisce di che novità si tratti se non del tentativo di limitare i poteri del Presidente della Repubblica per confinarlo al ruolo di notaio, trascurando interamente nel merito il quadro internazionale in cui opera il Paese, nell’ambito cioè dell’Unione europea e degli accordi internazionali sottoscritti dal Paese stesso, specie in materia di difesa: dilettanti allo sbaraglio perché ritengono che l’Italia consenta loro di fare l’apprendistato per poi guidarla. Peraltro, questo ha espresso il voto degli hooligans e degli hobbit e richiede una riflessione. La demagogia fa sì che i cittadini vengano ingannati chiamandoli ad esprimersi su questioni che non sono in grado di valutare. Quanti sono quelli che possano stabilire se sia meglio restare nell’area Euro o uscirne? Chi è capace di fare una valutazione seria, tenendo conto delle conseguenze? È un inganno formulare una domanda del genere, sarebbe come chiedere alla casalinga se sia opportuno accettare la fisica quantistica… ne consegue che chi lancia queste proposte, come quelle di un governo che promette tutto a tutti, è un irresponsabile e fà il male del Paese.Ritorniamo a quello che abbiamo scritto più volte in questo blog. Viviamo in un tempo di apparenza, di equilibrio all’esterno della persona – direbbe Fromm- del fare  cose, del godere dei beni, dell’affermare  diritti, senza mai chiedersi alcunché sul significato del nostro agire, sulle conseguenze dell’operare sulle persone. Sin qui si è fatto troppo poco e si sono abbandonate intere collettività, si è trascurato l’inefficienza dello Stato,che in molti casi appare un mero flatus vocis, ponendo mano a riforme troppo timide, si sono fatte leggi inattuabili, mancano i controlli efficienti, si è ceduto troppo alle corporazioni, nelle emergenze, per quanto in situazioni difficili, non si sono trovate soluzioni per mettere insieme i particolarismi con l’interesse della gente di avere un aiuto subito. Lo Stato è fatto di troppe repubbliche indipendenti che si combattono tra loro e manca la sintesi. In una parola non si è  avuta fiducia nella gente, pensando, come il Guicciardini, che tanto tutti si occupano del loro ’particulare’.Finalmente ci si comincia ad accorgere del peso di media ignoranti e faziosi in tutto questo quadro – da ultimo Mieli e il Foglio- che fanno propaganda ed inseguono le ultime novità di successo: non faremo i nomi questa volta, ma sono arcinoti.Cerchiamo  un po’ di resipiscenza per opporci al dilagare dell’ immaturità, se non è troppo tardi…