lunedì 19 febbraio 2018

IL COMANDARE NON È POSSIBILE A TUTTI




 Carlo Biancheri

Chi lo ha detto? Aristotele nella Grande Etica, II (B), 3: «Tutti ritengono di essere capaci di servirsi del comando, del potere, della ricchezza, però non hanno ragione nel pensare ciò» […]  «Se qualcuno si adirerà perché non comanda o perché nessuno lo lascia comandare,  gli si potrà rispondere:  ciò avviene perché tu non hai nell’anima nulla per cui tu possa comandare e governare» (Ibidem). 
Applichiamo quel che scrive Aristotele alla campagna elettorale in corso.
Non possiamo non pensare al giovine Di Maio che dà prova di aggressività immotivata, di impudenza politica nell’accusare gli altri per distogliere l’attenzione da un movimento alle prese con contraddizioni rilevanti, portatore del nulla, anzi della ricetta: uno vale uno e tutti possono governare  -senza averne le capacità, aggiungerebbe il nostro autore del IV sec. a. C. -. Si scoprono gli altarini ma loro restano, novelli catari, i perfetti,  perché hanno versato per il microcredito 23 milioni (pare…, a questo punto è il caso di aggiungere) a settemila aziende (cioè 3.000 Euro in media? E che aziende sono? Commercio ambulante?) e quindi i traditori della buona fede dei creduloni, si sa l’uomo è debole…, verranno cacciati o si autosospendono. Come spiegare al giovinotto che non cambia nulla perché, se eletti, possono andare a casa solo con un voto favorevole del Parlamento?
Il diavolo fà le pentole ma non i coperchi, recita la saggezza popolare e,  in effetti, dalla pentola sta uscendo di tutto. In primis, ricette politiche prive di senso, scopiazzate male, irrealizzabili che avrebbero solo un risultato gravissimo: porterebbero instabilità ed incertezza in un contesto internazionale difficile dove si gioca il futuro della prossima generazione e che richiede gente seria e preparata che non dica insensatezze ad ogni piè sospinto; Cottarelli ha fatto rilevare che il programma della setta  che prevede tra l’altro la riduzione del debito pubblico di quaranta punti (!) – come? con la patrimoniale?- suppone un PIL pari a quello della Cina… Se li tenga i suoi annunciati famosi tecnici di primissimo piano, alla ricerca di un posto al sole; noi almeno non li vogliamo. Coloro che intendono votarli sappiano che la loro vita quotidiana potrà peggiorare sensibilmente, come  hanno ben capito i romani che scelsero in massa  un’astuta donzella che sta danneggiando seriamente la città con le sue scelte stravaganti, nonostante le furbizie volte a girare la frittata in ogni occasione, o l’arte del dilazionare: non risponde alle lettere, così non si sa mai quel che pensa…  ma nel frattempo  la vita continua e Roma crolla (v. da ultimo la Balduina) o perde occasioni rilevanti, come ha spiegato bene il ministro Calenda. Nessuno risponde, nessuno paga per il cattivo operare, nessuno controlla.
Ma anche il Grasso, peso piuma in politica, non è da meno. Prodi non vota Pd ha dichiarato tronfiamente  – vota la coalizione…- e lui cosa propone? Il suo economista Fassina vuole ristrutturare il debito italiano e ciò è pura follia: l’Italia sarà come l’Equador, diceva Grillo, e loro che si vogliono alleare con il  movimento - come aveva già fatto il noto statista emiliano all’inizio della legislatura con scarso successo- ci porteranno senz’altro a questo risultato. Il solito Visco, esperto fiscale e uno dei loro, ci propone la sua ricetta keynesiana di aumento degli investimenti pubblici, omettendo di dire come farà col debito pubblico che crescerebbe in modo esponenziale con le sue proposte… Un gruppo nato per rabbia che avrà il solo merito di far perdere il Pd ammantandosi dietro le gloriose sorti del socialismo che non si è realizzato democraticamente da nessuna parte…
Berlusconi ed il circo Barnum degli alleati, dove troviamo gente contigua a Forza Nuova che inneggia a suprematisti, al fascismo ed è omogenea ai partiti neonazisti, oppure il noto Salvini criptoalleato del democratico Putin, in odore di voler destabilizzare l’Europa per contare qualcosa, visto che la sua economia con la corruzione  che c’è non decolla, che creerebbe problemi serissimi con la UE e confermerebbe l’idea corrente all’estero dell’Italia malata dell’Europa. Vuole uscire dall’Euro il Salvini con i suoi due economisti di rinomanza padana e balcanica e ci ritroveremmo con la liretta svalutata del 40%. Il noto cavaliere che ha così bene operato  –per le sue aziende?- fà promesse scoppiettanti, come di consueto, che porteranno a sicuri disatri. L’uomo politico che propone alla guida del carro, il Taiani, già giornalista a Il Tempo per la cronaca di Roma, avrà pure imparato i meccanismi di Bruxelles, ma qual è la sua visione politica del futuro dell’Italia? A cominciare dall’economia? La Confidustria ha fatto delle proposte e quantomeno ha delineato alcuni temi, mancano gli aspetti sociali, ma si dovrebbe discutere di quelli, invece le solite promesse del paese di Bengodi e le grida.
Noi non siamo sostenitori di Renzi, troppe scelte sbagliate e contiguità con la massoneria che in Italia si caratterizza con i suoi riti e la sua obbedienza da soldatini per essere la più gretta e la più stupida d’Europa, ma riteniamo che, per il bene del paese, Gentiloni sia la persona probabilmente meglio caratterizzata per continuare l’azione di un governo che quantomeno ha riavviato la crescita (inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto alla Francia…) e ha consentito la indispensabile stabilità. Non ci saranno fuochi di artificio, ma sana routine e di questo abbiamo bisogno adesso.