venerdì 26 giugno 2015

Risposta a Matteo Allegri

Sì, lei ha ragione. Il fatto è che le scelte politiche importanti si giocano su questi fronti e non nei talk shows dove giornalisti incompetenti, fabbricanti ... di notizie, confondono i dibattiti e dove personaggi sciagurati che gridano fanno opinione. In pillole: viviamo, come noto, in un quadro di sovranità limitata. L'Europa che non esiste nelle aspirazioni delle persone perché si è pensato di concentrare tutto sull'economia e non nella cultura, la sovrastruttura ... stratificata nei secoli, che pure ha una sua autonomia 'relativa' in quanto incide anche sull'organizzazione della società, ha un gran peso nella circolazione dei capitali, nella vendita di servizi e di beni transfrontaliera nonché nella circolazione delle persone, nell'economia, insomma, che è poi la vita quotidiana della gente (la Yourcenar attribuisce ad Adriano l'interesse dell'economia per questo motivo...). Questa Europa gestita in gran parte, da un club di gentelemen..., diciamo così..., che tiene ben conto del peso di ciascun paese (noi, con la nostra impreparazione e le arlecchinate di politici formati non so dove..., questo peso lo abbiamo sostanzialmente diminuito...) è prona ai desiderata degli americani su certi 0fronti in quanto essi assicurano (assicuravano?) la sicurezza. Fino al 2008 le grandi imprese del mondo per approvvigionarsi di capitali dovevano andare a finanziarsi sul mercato americano, il mercato più liquido, e a questo punto gli americani imponevano di rifare i bilanci secondo i loro criteri. Per semplificare, la Fiat faceva due bilanci: uno secondo le norme italiane ed uno secondo quelle americane, per cui, oltre al costo, poteva risultare in utile da una parte dell'Atlantico e in perdita dall'altra ... creando confusione negli investitori. Così l'Europa decise, con regolamento, di adottare i principi contabili internazionali scritti sotto dettatura americana, auspicando una convergenza planetaria.
L'Italia, poi, che ha avuto un frate che secoli addietro ha inventato la partita doppia e che è tuttora studiato, Luca Pacioli, ha avuto la bella pensata di applicare questi principi non solo al bilancio consolidato, quello del gruppo, come fa la maggioranza, ma anche a quello annuale delle società, sul quale si pagano le imposte... Ora se questi principi si basano su un sistema di Common Law o su prassi che non si attagliano ad un determinato paese (pensate un po' alla differenza di comportamento di un tedesco e di un italiano: l'amministrazione pubblica borbonica e poi quella italica ... partiva dal presupposto che il cittadino che presentava un'istanza non fosse in regola e quindi lui doveva dimostrare di esserlo...; altro che autocertificazione...) non funzionano e forniscono un' informazione non aderente alla realtà, talvolta generando dei rischi come si è visto con la volatilità degli strumenti finanziari, detenuti dalle imprese durante la crisi; la valutazione giornaliera in molti casi aveva un effetto cd pro-ciclico sul mercato, cioè amplificava le perdite ...
Spero di aver spiegato un po' il mio pensiero ma ammetto che la materia è difficile da divulgare ...

Carlo Biancheri