domenica 4 giugno 2017

IL GENERALE DEI GESUITI E IL DIAVOLO


Carlo Biancheri

Domanda:… ’il male è un processo di psicologia umana o proviene da un’entità superiore’?
Risposta: ‘Abbiamo creato figure simboliche, come il diavolo, per esprimere il male. Anche i condizionamenti sociali rappresentano questa figura, dal momento che ci sono persone che agiscono come fanno perché si trovano in un contesto in cui è molto difficile fare altrimenti’  (Intervista concessa a El Mundo pubblicata il 31/5/2017).
‘Io credo che il diavolo non esista e, quindi, se è stato l’uomo ad inventarlo, questi lo ha creato a sua immagine e somiglianza’… E’ sempre il generale dei gesuiti p. Sosa  Abascal che parla? Corrisponde a quanto ha appena detto sopra…, invece, è Ivan Karamazov, quello dei tre fratelli che ha come assoluto, prima di Nietzsche, il proprio ‘io’ e come corollario ‘tutto è permesso’… e che non teme il confronto col diavolo stesso che gli compare.
Già, ma il primo è un prete, e non da poco, che reputa che abbiamo creato una figura simbolica… Tra l’altro, Satana è un angelo, secondo la dottrina della Chiesa, ne consegue che anche gli angeli sono creature simboliche… Perciò l’Annunciazione – spiace per quella meraviglia dipinta dal Beato Angelico e per Della  Robbia sul tema- va soppressa: l'ha semplicemente pensata Maria… Gli angeli del sepolcro vuoto, anche quelli sono allucinazioni… E quelli dopo l’Ascensione che mandano gli Apostoli nella Galilea delle genti? Beh… fà parte del folclore, altrimenti Raffaello come faceva a dipingere un quadro così bello? Tocca ripensare tutto? Scusate, ma al tempo di Gesù non c’era mica il registratore!
Chi è questo personaggio incolto, teologicamente parlando, che sembra ignorare che le fonti, dopo tutto, siano due: la Scrittura e la Tradizione (…)?
E’ figlio di un banchiere, ex-ministro del Venezuela. In Sud America con quel censo  ti chiamano Senor fin dalla prima infanzia e poi ti si rivolgono con Usted che sarebbe  per noi ‘Vossignoria’… Usted, Senor General, no nos entiende… si canta nella canzone degli Intillimani e sono i contadini a farlo… C’è una distanza stellare tra questi discendenti di Hidalgos e la gente, specie se india, che li vede come Santiago a cavallo che li scaccia con la spada: il Santiago Matamoros della Spagna diventa nelle Chiese coloniali dell’America latina Santiago Mataindios… Porta i baffi: a chi deve piacere? E quando parla lo fà con distacco, come quando dice che la sociologia è ormai una scienza da cent’anni e quindi può sostituire, nell'elaborare la teologia, il ruolo sin qui svolto dalla filosofia che ha come fondamento la ricerca del ‘che cos’è delle cose’, le cause… Credevamo che la sociologia fosse, come l’antropologia, una scienza descrittiva che non si ponesse proprio il problema  della ricerca delle cause, arrestandosi al livello comportamentale: nelle isole Fiji vige la poliandria, il sistema funziona e quindi va benissimo così. In altri paesi vige la poligamia: nessuno si lamenta? E va bene. Veramente Maometto qualche problema nell’autorizzare la poligamia se lo poneva (…), perché nel sostenere che un uomo può  avere fino a cinque mogli, aggiunge subito dopo ’a  condizione che sia giusto con ciascuna di esse’… e poi ‘ma nessun uomo è giusto’…
Dove ha studiato costui? Forse a Macondo o in un clima analogo? Il problema della ‘qualità’della scelta al di là di ciò che è descrittivo se lo è mai posto? Avrà anche studiato alla Gregoriana dove ormai si insegnano Heidegger e Lévinas per diventar preti e cioè che l’Essere è indefinibile e tutto è affettivo. Ma non si va dritti al fideismo per questa via? E  come faccio a dire che Dio è buono se non posso definire cosa sia buono e, come direbbe perfino Dostoevskji, io stesso non ho esperienza di ciò che è buono?
O forse, come sostenevano i modernisti, è  la Storia, hegelianamente intesa, il criterio di tutto per cui la liberazione degli oppressi coincide con l’evangelizzazione?
San Filippo Neri nell’organizzare il metodo dell’Oratorio grande con i due sermoni si raccomandava che non venisse usato il ‘modo parisino’ o ‘sorbonista’ – S. Ignazio voleva che le scuole della Compagnia si stabilissero nel ‘modo parisiense’ quanto agli ordinamenti ed alla didattica – ‘senza che ci si mettesse profundo et meditato diuturno studio et risolutione di libri et di diversi authori et scholastici…’ a favore della semplicità e dell’autenticità. Sebbene il Cistellini (San Filippo Neri, L’oratorio e la congregazione oratoriana, vol.I, pag. 88) si affretti  a precisare che ciò non deve esser inteso come polemica verso i gesuiti, che venivano appunto detti 'maestri parisini’, menziona solo il p. Lainez come esempio di spiritualità che contraddice l’approccio ‘parisino’. Si tratta infatti, con questo metodo, di trasformare il ‘sistema’ in logica dove la volontà/volontarismo, ma anche la preoccupazione del risultato, non hanno un ruolo minore e se ci si preoccupa del risultato si diventa necessariamente dei propagandisti, degli apologeti perché c’è un conflitto di interessi  e non si prende sul serio l’umano: la filosofia, scrive Aristotele, inizia con lo stupore delle cose… Preferiamo  una descrizione del comportamento umano come fattualità?
Il papa a Fatima, nel riconoscere i propri peccati, ha menzionato quello di non sapersi scegliere i collaboratori… Veda un po’ se in questo caso… e non dimentichi che, al tempo dei bombardamenti americani in Vietnam, in Europa, si gridava nelle manifestazioni: chi tace acconsente.