giovedì 13 ottobre 2016

DOMANDA e RIPOSTA

Renzi ha detto che se vince il NO si torna indietro di 30 anni. Ma si rende conto di come si viveva meglio allora? Va beh, lui aveva solo 10 anni, ma la storia dovrebbe conoscerla...
Allora non esistevano i contratti cococo, a progetto, lo jobact, la partita iva, i voucher, si andava in pensione ad un’ età decorosa con una pensione soddisfacente, c'era l'articolo 18 e le tutele per il lavoratore, la benzina costava £1.258 tradotto in €0,65 al litro, c'erano tanti concorsi per i posti pubblici, non c'era il ticket nella sanità pubblica, a 25 anni ci si poteva permettere di metter su famiglia perché non c’era la disoccupazione giovanile di adesso. E chi ha rovinato tutto?

Andrea Finotti
Carlo Biancheri
Guardi noi non amiamo Renzi che consideriamo espressione della decadenza del paese.
Abbiamo sentito il dibattito in Parlamento oggi e ci è parso, però, che gli altri siano molto peggio.
Se vince il no non è vero affatto  che non accadrà nulla, come dicono mentendo degli insipienti. Viviamo in un contesto eccessivamente condizionato dagli eventi internazionali – a ben vedere forse è sempre stato così nella Storia…- e la vittoria del no verrà presa all’estero come il rifiuto di cambiare o meglio come la volontà di affidarsi a dei poveretti che non conoscono neppure l’abc della gestione della cosa pubblica e che  proferiscono in continuazione propositi da  squilibrati.
Il Grillo si è persino avventurato a contestare le cifre fornite da Padoan, forte della sua cultura economica da avanspettacolo:  lui sa come si deve governare…
All’estero il pregiudizio nei confronti del paese è ormai atavico: italiano è, salvo eccezione, sinonimo di chiacchierone, superficiale, orecchiante  da tener fuori dai consessi che contano perché inaffidabile. Al massimo è un buon albergatore…
Lei ricorda gli aspetti positivi di trent’anni fa ma omette di dire che il governo si cambiava annualmente fino a Craxi, la svalutazione della lira, prima dell’aggancio al marco, per cifre superiori al 20% avveniva periodicamente ed il Tesoro non riusciva a collocare il cospicuo debito pubblico nelle aste. Il tasso d’interesse era alto e anche con l’inflazione… Inoltre, la bolla immobiliare cominciava a crescere. Negli anni Settanta la situazione era quasi insurrezionale e nel periodo successivo seguirono gli scandali, il patto stato/ malavita organizzata, un partito comunista al governo ed all’opposizione al tempo stesso (il compromesso storico…), i sindacati che  contribuivano allegramente ad aumentare il macigno del debito pubblico che ci ritroviamo ora, il cui aumento serviva ad assicurare la pace sociale. L’Europa era residuale (diversamente da come la consideravano i centroeuropei che la gestivano); la normativa della UE non la rispettavamo: eravamo il paese col maggior numero di condanne per mancato recepimento della legislazione europea. Senza far parte di  confraternite laicissime… non si faceva carriera nel paese e poi la commistione del potere politico con i servizi segreti, il parastato…,gli attentati, più tardi, contro i magistrati, le bombe a  S. Giovanni in  Laterano, agli Uffizi, alla basilica paleocristiana attigua all’arco di Giano… Gli anni ’80 ci hanno poi regalato il governo del ben operare col cavaliere cantante per ben vent’anni, dopo il fattarello di Gelli…
È difficile comparare epoche storiche anche perché il contesto varia ed oggi noi ci confrontiamo con una crisi economica superiore a quella del 1929. Dopo la crisi della finanza determinata dagli anglosassoni che hanno voluto ed imposto un mercato mobiliare senza regole e senza controlli per decenni, in sede OCSE, FMI, Basel Committe, UE, G7, G20  abbiamo subito un liberismo darwiniano scriteriato in economia che ha portato ai demenziali accordi GATS e GATT -  approvati da quel Tremonti amico della Lega che ora li disconosce! – dove in pratica si privilegiava solo il minor costo: come faceva l’Italia a competere con paesi che garantivano un salario mensile di 150 dollari? Senza pensione e senza assistenza sanitaria? Tutto ciò è stato fatto sull’altare delle multinazionali, fregandosene del futuro e dell’equilibrio dei paesi. I politici pensavano: tanto io duro per dieci anni e après moi
Come vede non c’è da brindare né si può lodare il tempo che fu, quando in Confindustria comandava la FIAT e l’Amministrazione, sempre inefficiente…, prendeva ordini… C’era chi diceva che Gianni Agnelli dicesse sciocchezze in tre lingue e dai risultati… forse non aveva torto. Adesso noi ci troviamo in una fase di profondo cambiamento del sistema produttivo e del modo di vivere e la gente, gli investitori sono nell’incertezza sulla piega che si prenderà. In un tempo di cambiamento ci vorrebbero  degli umanisti al comando cioè gente veramente dedita a salvare ciò che è umano e invece si vedono tanti saccenti presuntuosi incapaci di sintesi, purtroppo… dei demagoghi.