mercoledì 17 gennaio 2018

Fuga dalla realtà della setta 5S e dei loro alleati e della Lega



Carlo Biancheri

Tra le tante letture (!) cui sono dediti i pentastellati, oltre alla biblioteca sul pianeta Gaia della chiesa di Scientology, duce il defunto Casaleggio, manca, all’evidenza, il libro di Fromm, intitolato Fuga dalla libertà, il cui titolo si può anche parafrasare come fuga dalla realtà. Lo stesso vale per i leghisti che ora leggono nella Costituzione italiana una sorta di presidio per la razza italica… Scusate l’ignoranza, ma i terroni non erano per caso inferiori ai puri della razza padana? Ora sono riabilitati? Roma ladrona e compagnia cantando dove finiscono?
Inutile che il Commissario Moscovici cerchi di spiegare che non si può sforare il 3% annuo di ulteriore debito dello Stato per un paese che ha già un debito in essere tra i più alti del mondo e cioè circa il 130% del prodotto interno lordo .
Il giovanottello Di Maio che di economia se ne intende, anche in relazione agli studi fatti ed all’attività lavorativa pregressa, risponde che non si può accettare una critica da una persona che viene da uno Stato come la Francia che ha sforato sempre il 3% annuo, questo sarebbe come dire: sei un incoerente, ma… Moscovici con la Francia non c’entra più, è alla UE… Qualcuno l’ha detto a Di Maio?
Noterete che non si entra mai nel merito, ma si attacca sempre, come insegnava Lenin - ma anche le camicie brune all’avvento del Nazismo (v. i quaderni di “Paideia” sui metodi nazisti nella conduzione delle assemblee)- sul piano personale per squalificare l’avversario: in altri termini, non sono in grado di reggere il confronto quando è richiesta la competenza.
Così fan tutti, a cominciare dalla Raggi che, interpellata dal Ministro per l’ambiente su come intenda smaltire la spazzatura di Roma che straborda dai cassonetti da moltissimo tempo e, segnatamente, sulla necessità di identificare i siti dove scaricarla, risponde che si tratta di un attacco politico. La stessa, quando le si fa notare la vergognosa inefficienza e la mancata collaborazione del Comune di Roma con lo Stato, afferma: ci vogliono più poteri! E come no… dopo la strabiliante attività sin qui svolta…
La Banca d’Italia ha comunicato che il debito pubblico inizia a diminuire, ma Di Maio dice che continua ad aumentare: sappiamo che il suo italiano è incerto, specie con la consecutio temporum, ma leggere sa, vero?
Su Il Foglio del 17 gennaio 2018 c’ è un confronto molto istruttivo su quello che intendano fare le forze politiche per il debito pubblico in essere del Paese, fattore che aumenta lo spread sui titoli pubblici (con quel che ne deriva…) e ostacola ogni possibilità di investimento pubblico consistente, perché i vincoli europei sono tali da non consentirlo. Li abbiamo scelti liberamente questi vincoli e con la liretta in un contesto di liberalizzazione dei mercati finanziari in cui viviamo avremmo fatto la fine che fece a suo tempo l’Argentina. Del resto la Brexit…, gli inglesi ci ripensano?
L’esperta del movimento 5S, Castelli, sostiene che basta austerità, servono più investimenti e meno tasse. Ragiona così lei in famiglia? Spendiamo di più, paghiamo di meno e tira in ballo, dulcis in fundo, lo scomparso professor Caffè, molto stimato da Draghi, che inorridirebbe a sentire simili sciocchezze. Gentile Castelli, il debito scade in continuazione e, secondo lei, come si rinnova alle scadenze? Se lei ha un debitore  che ha l’acqua alla gola gli dice: ti presto ancora e mi pagherai nel 2050? I conti con la realtà lei li ha  fatti?
Per fortuna che interviene il Fassina, l’economista di Liberi ed uguali, il gruppo del Grasso, peso leggero in politica, che vuole abolire le tasse universitarie per i ricchi giacché i poveri, purtroppo, i figli all’Università non ce la fanno a mandarli. Il Fassina va giù piatto e sostiene che, come ha sostenuto Schauble (loro nemico giurato!) prima di andarsene, per alcuni Stati il debito va ristrutturato. Bene. Quali le conseguenze? Ha studiato il caso Argentina? Quanti anni ci sono voluti per tornare sul mercato? Una scelta siffatta porterebbe ad un impoverimento serissimo  del paese nel quadro delle libertà di mercato in cui ci troviamo ad operare. Le sue teorie trovano una solidarietà(casuale?) con quelle del famoso prof. Minenna, l’inventore degli scenari probabilistici nell’offerta di titoli mobiliari sul mercato e che nessuno al mondo vuole adottare – la SEC americana lo consente se i collocatori, cioè gli intermediari finanziari, se ne assumono la responsabilità(!)-. Il Minenna già prevede che sarà pacifico,per risolvere il problema del debito italiano, l’aiuto dell’Europa con il Fondo salvastati che assicurerà i debiti sovrani. Decisamente a Bruxelles non ci ha mai messo piede.
Poi la Lega con  Borghi Aquilini, responsabile economico del partito, il quale prospetta quattro soluzioni: 1) il default non si può fare e così il  Fassina è cassato; 2 )la crescita dell’inflazione neppure, perché bisognerebbe aumentare i salari e perderemmo competitività; 3) monetizzazione del debito. Il Giappone ha già fatto ricomprare alla sua Banca centrale la metà del suo debito. Ora la Lega vorrebbe monetizzare i titoli italiani comprati dalla BCE col Quantitative easing, ma riconosce che la Germania dirà di no: che scoperta dell’America! 4) resta solo la crescita e, siccome l’Italia è all’interno della moneta unica, la Lega potrà solo fare in modo di immettere denaro nel sistema economico con detassazioni ed investimenti produttivi: più crescita, meno debito. Un momento, Borghi Aquilini…, gli investimenti sono a debito? E le detassazioni a chi ? A famiglie o a imprese? Quali gli effetti per la sostenibilità del debito?
Molto più seria ed articolata la proposta di Marattin del Pd mentre quella di Brunetta con l’avanzo primario e la flat tax per aggredire il debito, che avvantaggerebbe solo i ricchi, è uno dei soliti spot, come la reintroduzione delle case chiuse del Salvini, perché fare l’amore (con chi Salvini?) fa bene alla salute, o le sparate di Berlusconi.
Noi credevamo che un paese adulto facesse i conti con la realtà, ma qui siamo a proposte adolescenziali al potere… Mala tempora currunt.