lunedì 19 dicembre 2016

ERRORI SENZA CONSEGUENZE



Carlo Biancheri


-Ho sbagliato ma andiamo avanti… -
-Le avevamo detto che era una persona infida… ma gode del nostro appoggio… anzi questa scelta è la soluzione migliore.-
-Chiedo scusa ai cittadini romani e a Beppe Grillo che aveva qualche perplessità…:si cambiano un paio di persone e tutto continua come prima.-
Non è il caso di dilungarsi su tal Travaglio che sostiene che in realtà il M5S non c’entri nulla in quanto i fatti contestati sono anteriori alla sua presa del potere a Roma: o ci è o ci fà.
Ci ricordiamo perfettamente di tutte le volate che i giornalisti, i conduttori televisivi, i sinistri ed i Soloni di professione hanno tirato  al movimento che sin dall’inizio era qualcosa di oscuro, in quanto non rispondeva ai votanti in modo trasparente, al di là delle sceneggiate col web e degli scontrini, ma ad un altro referente con cui si stipulava persino un contratto con clausola penale in caso di inadempienza…: una setta.
Non dimentichiamo anche l’atteggiamento di coloro che  argomentavano che bisognava lasciargli prendere dimestichezza, imparare… L’abbiamo già detto: anche con un medico si direbbe lo stesso? Dopo soli  sei mesi a Roma vediamo il peggioramento della situazione, se fosse possibile…, e guasti irreparabili nelle scelte; se è vero che le Olimpiadi avrebbero portato molti soldi dal CIO alla capitale, adesso, grazie alla trentaquattrenne pervicace, che si rifugia sui tetti del Campidoglio, i fondi non ci saranno ed i problemi di Roma rimangono tali anche perché i vincoli di bilancio italiani non consentono di aiutare alla cieca questa sindacatura del tutto inadeguata e con un debito residuo enorme in capo alla città.
Quel che fà specie è che sia invalsa la convinzione in molti  delle giovani generazioni che la vita sia una performance, una prova, come il gioco dei bambini che sperimentano il mondo, senza conseguenze: ci ho provato, mi sono sbagliato, scusatemi e andiamo avanti.
In politica, per definizione, il bene operare è ciò che riesce: se uno vuol fare l’apprendista stia nelle retrovie fino a che è pronto; poi, se sbaglia, ne tira le conseguenze, altrimenti la sua è occupazione del potere. Invece no, con la crisi delle ideologie, si sceglie la persona: ci metto la faccia, come dire fidati di me… ma che senso ha?
Posso fidarmi di uno che vuol essere candidato a presidente del Consiglio (o voleva) come Di Maio che  non conosce l’italiano giacché scrive “tenpo” nel suo commento di ieri  sui fatti politici?E non parliamo del congiuntivo… Fosse solo un fatto di lingua che pure rileva perché è indice di conoscenza e ordine mentale ma, purtroppo, consideriamo i contenuti politici ed il carattere del soggetto: secondo i giornali, negli ultimi giorni si è rifugiato in ridotta.
La situazione economica di tanti nel paese è serissima e certo i bonus del giovinotto di Rignano o Pontassieve che sia  sono stati delle insulsaggini. Ma, come per la carestia di Milano, la colpa non è dei fornai se manca il pane. C’è stata prima la crisi finanziaria, dovuta a scarsa regolamentazione e vigilanza, per la quale il famoso Tremonti ha  responsabilità non minori per aver approvato, negli anni, come Ministro, normative a Bruxelles che andavano nel senso della de-regulation oltre ad aver nominato Vegas  presidente della Consob. Non dimenticheremo la Bonino sostenitrice accanita della direttiva, caratterizzata da un liberismo spinto, caldeggiata dai circoli massonici, del Commissario Bolkenstein, né la direttiva sulle OPA praticamente scritta dall’on.le Buttiglione col parlamentare popolare tedesco, espressione del gruppo Volkswagen: OPA à la carte. Diversamente da quel che pensano i giovanotti sotto i riflettori ed i furbi (…) certe scelte si pagano ed anche a caro prezzo per le conseguenze che comportano.
Certo la crisi è diventata economica da finanziaria che era, perché ci sono cambiamenti tecnologici tali cui la forza lavoro non è stata in grado di adattarsi e chissà per quanto tempo ancora… Prendiamo, ad esempio, il sistema degli intermediari finanziari: non c’è più bisogno dello stesso personale e delle qualifiche che servivano prima con lo sviluppo della tecnologia. Sono questi i punti su cui bisognerebbe riflettere di più, insieme all’analfabetismo di ritorno, determinato proprio dalle troppe informazioni che diminuiscono la capacità critica, l’assimilazione e l’approfondimento.
Ma dove sono gli interlocutori nell’era dell’apparenza?