giovedì 19 dicembre 2013

IL PARADIGMA DELLA COSTA CONCORDIA Carlo Biancheri

Per moltissimi anni lo sport principale degli italiani è stato quello dell’autodenigrazione; malgrado i problemi, tuttora irrisolti, che abbiamo denunciato ripetutamente su questo blog ,il paese, la gente erano migliori delle descrizioni fornite. Sembra che la crisi grave che stiamo vivendo abbia fatto saltare tutto questo e che ci sia una generazione di giovani, cresciuta con le nuove tecnologie che sembra del tutto disarmata dinanzi ad un approfondimento culturale e tecnico serio e, quindi, priva di una visione complessiva, di un quadro di valori in grado di guidare la nave, senza farle fare la fine della Costa Concordia. I mezzi d’informazione sono responsabili, come i politici e gli imprenditori, del resto, di un abbassamento complessivo dell’analisi, del confronto. Abbiamo assistito su La 7 ad un dibattito increscioso col Direttore Generale dell’Associazione bancaria italiana dove il conduttore, Formigli crediamo si chiami…, voleva soltanto che il suddetto si scusasse, a nome delle banche, per il comportamento da loro tenuto nel corso della crisi. Ci sono molti validi argomenti di critica per il comportamento di svariate banche italiane e forsanco del sistema, ma bisogna sapere di che si parla. Sebbene Sabatini spiegasse che la banca è un’impresa che raccoglie (depositi, emissioni obbligazionarie ecc…) e presta soldi lucrando una commissione e che quindi se non presta più chiude (va detto che le banche in realtà invece di fare il loro mestiere spesso parcheggiano la liquidità in investimenti redditizi per loro, che non aiutano l’economia…, come i depositi presso la BCE), la reazione è stata quella di descrivere le banche come demoni. Va anche detto che le banche non sono enti caritativi, ma come le imprese cercano il profitto e ciò ne consente la sussistenza. Questo è l’abc della questione eppure nel dibattito-corrida si sono sentiti insulti da querela, grida, sciocchezze, gente che credeva di sapere per aver scritto un libercolo trasformando il tutto in una partita tra tifosi/teppisti. Pensate che l’arbitro/moderatore sia intervenuto per ristabilire un po’ di chiarezza per il povero ascoltatore? Al contrario, si è lanciato anche lui nell’agone come parte in causa, trattando temi che si capiva gli fossero del tutto ignoti come i ‘prodotti derivati’: un male in sé, colpa delle banche. Ma non hanno per caso alcuni di questi strumenti funzione di copertura? Che cosa ne avrà ricavato lo spettatore? La gentile Sig.ra Gruber si ostina ad invitare una professoressa nella sua trasmissione che confonde le pere con le mele. Può una sig.ra che si definisce economista esser esperta, nel contempo, di profili lavoristici e di offerte pubbliche di acquisto, materia complessissima di diritto societario e di borsa? No, all’evidenza e infatti gli interventi sono infarciti di strafalcioni, declamati con sicumera, degna di miglior causa. Il giornalista Muchetti, ora deputato Pd e presidente di Commissione alla Camera, ha cercato di farglielo rilevare, ma nulla da fare: fin de non recevoir, si dice in francese. Che fa la Gruber? Nulla,naturalmente… E quale succo ne possono aver ricavato gli ascoltatori non esperti? Nell’informazione ciò che conta è la mossa ad effetto non l’approfondimento e, successivamente, il giudizio informato. Non poca parte ha avuto un’informazione cretina nel far pressione sul Governo perché quest’ultimo ritirasse un emendamento che avrebbe probabilmente riportato la Consob a svolgere meglio i suoi compiti: si trattava di far tornare a cinque il numero dei Commsissari, come è da sempre il caso della SEC americana. Un improvvido provvedimento del Monti, con la scusa del risparmio li aveva portati a tre… Ma… la Consob è finanziata dallo Stato in modo residuale e solo perché svolge compiti di interesse generale, in particolare nel combattere insider trading e aggiotaggio, ma anche nel cercare di assicurare la trasparenza dell’informazione, il corretto comportamento dei prestatori di servizi d’investimento. Quindi il risparmio economico non c’entra un fico secco; invece, rimanendo com’è adesso, l’organo di controllo non è più veramente collegiale (attualmente sono in due!), il che è grave per la delicatezza dei compiti che la legge gli assegna. Non va meglio per i politici. I giovanotti e signorine di Renzi, anche se parlano con speditezza, rivelano spesso un giudizio acerbo: la ponderazione si acquisisce con la maturità, ahimé… il che non vuole affatto preferire la gerontocrazia, ma auspicare che si parli con la consapevolezza della complessità dei problemi. Ciò che conta non è vincere il confronto, ma risolvere le questioni. Il regno dell’effimero porta la Costa Concordia a sbattere contro uno scoglio, provocando una tragedia, lo stesso avviene in politica.

lunedì 16 dicembre 2013

LE PAROLE DELLA POLITICA Rosa Elisa Giangoia

Il linguaggio politico ha perso quella raffinatezza che la storia della cultura ci aveva insegnato, dagli oratori greci a Cicerone, da cui molti, con la ripresa dell’Umanesimo, avevano preso modello per dare alla politica un tono elevato, essendo un’attività nobile, come ci ha insegnato Aristotele, in quanto finalizzata al bene di tutti. La riflessione politica era, quindi, fatta di parole, ma parole attraverso cui si esprimevano valori, si disegnavano strategie e si davano consigli ai governanti (anche quelli di Machiavelli!), si prospettavo soluzioni, parole a cui corrispondeva la realtà della vita. Ora invece il linguaggio politico è arrivato ad un livello che potremmo definire “bestiale”, in quanto, attraverso le parole si vorrebbero realizzare percosse, morsi, zampate ed altre cose simili nei confronti dell’avversario. Bastano pochi, recentissimi esempi: il Salvini, dall’alto della sua nuova posizione di segretario della Lega, per un diverso corso, fondata su un nuovo immaginario, oggi è stato tutto insulti e turpiloquio e ha pensato di aver raggiunto il suo vertice oratorio, quando, per difendere il suo sodale, governatore del Piemonte, ha detto che i giornalisti che parlano delle mutande verdi del Cota, comprate con fondi pubblici in America, ”verranno cacciati a calci in culo”. La competizione con gli 'intellettuali' dei forconi si può così esemplificare: “i forconi padani faranno un mazzo così” e “a Bruxelles sono dei criminali in giacca e cravatta”. Mancano solo rutti e pernacchie. Il sedicente cattolico Borghezio vorrebbe più o meno impalare gli immigrati: per uno che si definisce cattolico, non c'è male... Forse dovrebbe sostituire nel Vangelo la parola amore con odio. Grillo risponde al segretario del Pd chiamandolo “Renzie” (per squalificarlo), senza entrare mai nel merito dei problemi del paese. Sulla stessa linea, un ragazzo deputato del Movimento recita in tv una lezioncina col visino compunto e con le ciglia sistemate in modo muliebre (chi ci rappresenta dovrebbe, anche nell'aspetto, mostrare una qualche gravitas...: i senatori romani indossavano la toga; anche in certe professioni, come i revisori contabili, bisogna dare pure l' 'apparenza' dell'indipendenza...). Ma per parlare di Grillo bisogna avere idee chiare per non confondere destra e sinistra. Esempio ne è la polemica tra Scalfari e la Spinelli, indicativa dell'atteggiamento presuntuoso di una parte della sinistra che fà la maieutica dei contenuti politici altrui. Noi siamo convintissimi, con buona pace dei Travaglio e soci, che le proposte del comico di Scientology (o affini) siano delle baggianate, dannosissime per il paese. La Spinelli sarà pur figlia di 'qualcuno', ma ciò non dà valore aggiunto ad un discorso, povero, retorico in cui traspare una gran concetto di sé stessa, mal riposto. Sostenere Grillo è indecente, altro che bene comune! Le posizioni alla Spinelli favoriscono appunto quella confusione di destra e sinistra, già sperimentata nella storia, che portò all'ascesa del nazismo. Lo abbiamo già detto: esponenti della sinistra come Fo o Spinelli non sono un apporto costruttivo al linguaggio politico perché privi di proposte serie, le loro sono solo declamatorie... E poi c’è il movimento dei “forconi” che fonda il suo linguaggio sugli insulti a tutti coloro che rappresentino qualcosa di pubblico, a cominciare dagli impiegati dei municipi (come è avvenuto a Genova) e dei comuni (ad Imperia). In questi casi il meccanismo psicologico è chiaro e il linguaggio, come sempre (lo diceva bene Saussure) lo rivela in pieno: la colpa è solo e sempre degli altri, per cui non si trova di meglio che rovesciare sugli altri il proprio rancore. Ma oggi il linguaggio, come si evince analizzando il dire del nucleo portante del movimento dei “forconi” (padroncini, artigiani, piccoli imprenditori) e del M5S, che ha portato la mentalità dei padroncini in politica, è tutto incentrato sul soggetto, in quanto ciascuno sente e crede di avere a disposizione la sua piazza, nel web: quello che poteva essere il circolo al bar, ha trovato ora una cerchia di possibili lettori/ascoltatori senza confini, ma anche senza volto, con la messa in moto di meccanismi psicologici inediti, ma anche con la possibilità di una nuova, più diretta, libera e coinvolgente democrazia. E’ proprio nella solitudine del web, in cui l’individuo si sente protagonista, che si rafforza in ciascuno l’attaccamento ad un unico valore assoluto, il proprio interesse, di fronte al quale tutti gli altri diventano antagonisti, a parte quella ristretta consorteria che possa condividerlo in pieno. In quest’ottica si diventa indifferenti a tutto il resto e ci esprime solo con il linguaggio dettato dalla rabbia. Gli altri sono in primo luogo la classe politica, che anche i soggetti stessi hanno votato, cosa che, accantonando la logica, non mettono in conto. Il linguaggio politico o è privo di senso o, come scriveva Gadda per Mussolini, diviene un linguaggio fisico, priapeo, che cerca di essere persuasivo utilizzando i bassi istinti. Ma non dovrebbe esser finalizzato, come indica il quadro del Buon Governo a Siena, a proporre soluzioni per il trionfo della pace, della giustizia e di tutti quei valori che possono determinare l’ordinata convivenza dei cittadini, ai quali deve essere garantito il miglior benessere possibile? Ma anche nel mondo classico, dalle altezze della grande oratoria politica, si cadde nel contrario. Al tempo dei sofisti, infatti, si arrivò all'afasia, come può succedere sempre se nella vita sociale non c'è più un parametro, un fattor comune... La crisi contemporanea ha forse un primo forte impatto nel Settecento francese con gli enciclopedisti, quando Diderot e i fratelli massoni illuministicamente, cioè razionalisticamente, ridisegnavano il mondo, usciti da quello che loro definivano “il sonno dogmatico della ragione” con la critica ad ogni metafisica, il che riduceva tutto ad un antropocentrismo e, di conseguenza, in definitiva, ad un soggettivismo. Le proposte per vivere e per morire, dopo il regicidio e la critica ad ogni fede trascendente, bollata come illusoria e primitiva, non sono sufficienti a formare solide basi per una società che si fondi su valori capaci di giustificare rinunce e sacrifici. Esempio lampante è la retorica religiosa dei presidenti statunitensi, che son tutti deisti, in quanto massoni. Negli USA il motto ufficiale stampato anche sui dollari è In God we trust (adottato nel 1956, in sostituzione del precedente E pluribus unum, solo per contrapporsi all’ateismo sovietico), ma si tratta di una vuota liturgia, a cui non corrisponde nulla di reale, anche per la libertà religiosa del paese, che ovviamente comprende la possibilità di non credere. Più aderente alla realtà americana è l'Antologia di Spoon River, in cui i personaggi non sono affatto conclusi nella loro esistenza, ma in tensione verso un compimento, come lo sono autori quali Kerouac per il cui slancio vitale l’esistenza umana non è sufficiente, o Baldwin o pittori come Hopper, nei cui quadri regnano il vuoto e il silenzio, carichi di attesa. ***************************************************************************************************** POST SCRIPTUM A dimostrazione dell'imbecillità di molti soggetti deputati e senatori cui siamo nostro malgrado affidati, citiamo le critiche dei Brunetta e dei beta di M5S al sacrosanto emendamento del Governo nella Legge di Stabilità che riporta, com’è sempre stato, sin dal 1974, a cinque i Commissari della Consob. Cinque sono i Commissari della SEC e Guido Rossi che disegnò con molta intelligenza negli anni '70 l'organo di controllo sui mercati mobiliari, ispirandosi alla SEC, si preoccupò che per scelte delicatissime ci fosse una vera collegialità con esperienze professionali diverse. Fu il famoso Monti che tra i molti pasticci del suo Governo ridusse anche il numero dei Commissari a tre, senza avvedersi che rompeva un delicatissimo equilibrio e trasformava di fatto in organo monocratico il watch-dog dei mercati mobiliari, per cui, se il presidente è un incapace o un dittatore, che succede? Nella fattispecie l'attuale presidente, che votò, pur nominato, per il Governo Berlusconi, in spregio a tutti i principi internazionali sull'indipendenza e terzietà degli organi di vigilanza (IOSCO), conosce la contabilità di Stato, ma non conosce affatto la borsa (gli emittenti quelli sì...) e ha trasformato la Commissione in una sorta di Ministero, disperdendo l'altissima professionalità che la caratterizzava: si pensi che la Consob vigila, tra gli altri, sui casi Telecom, MPS, ecc.... Gli scienziati di Forza Italia e i beta di Scientology (o affini) ne fanno, nella loro dappocaggine e ignoranza crassa, una questione di poltrone! Avviso ai naviganti che li votano... Carlo Biancheri

mercoledì 11 dicembre 2013

POST SCRIPTUM Carlo Biancheri

Se qualcuno ha ascoltato oggi gli interventi alla Camera dei gruppi sulla dichiarazioni del Governo per la fiducia, non può che esser preoccupato per il futuro del paese. Normalmente c’è da attendersi che gli eletti siano selezionati tra i migliori, tra i competenti, ciascuno nel proprio ambito. Non debbono forse gli eletti comportarsi con ‘dignità e con onore’? Non debbono far proposte serie per por mano ai problemi gravi che deve affrontare questo scassatissimo paese? Esaminiamo un po’ cosa dicono questi che più che i migliori sembrano dei malcapitati. Distacco tra la società civile e le istituzioni. Abbiamo sentito, com’ è d’uopo nel linguaggio delle sette, la necessità di una palingenesi che suppone la distruzione di tutto l’esistente, separando la pars destruens dalla pars construens, come se si potesse costruire qualcosa avendo prima distrutto tutto. Non c’è bisogno di Einstein per capire che molti di questi tenori non hanno mai aperto un libro di Storia o sono in malafede e quindi dei facinorosi. Se si seguissero le tesi di questi sciagurati, la gente sarebbe alla fame in un mese. Il diritto di esprimersi è fondamentale, ma occorre un autocontrollo per non trasformare l’uomo in una bestia. Si sfogano i giovanotti e le signorine incolti senza sapere che ignorano cosa sia un’antropologia, distrutta da quasi cent’anni di fenomenologia, in filosofia, o di scientismo o di positivismo. Siamo tornati a quell’ homo homini lupus in assenza di una visione finalistica, che non è propriamente quella di trasformare la terra nel pianeta Gaia… Reddito di cittadinanza dicono: con quali risorse? Aumentando le tasse? Tagliando le spese? Quali? Tutte? Ce l’hanno in tanti in Europa? Bene e hanno anche il nostro debito pubblico, un’amministrazione inefficiente, una criminalità organizzata onnipresente che costringe il potere pubblico ad un’emergenza permanente? E questi soggetti debbono decidere per tutti? Questa è la riprova che il dato anagrafico vale molto poco, anzi… Giova ricordare che Aristotele riteneva che si fosse giovani fino a quarant’anni e la vita media non era quella attuale! Europa Non contiamo nulla in Europa e il governo deve farsi valere per cambiare passo, sbattere i pugni sul tavolo. Questa considerazione è raccapricciante. Lo sanno gli ignoranti, forse no, perché non parlano alcuna lingua estera e male l’italiano…, che gli Stati membri sono ventotto e che uno può battere tutti i pugni sul tavolo che vuole e nessuno ascolta perché noi valiamo per quanti punti ci attribuisce il Trattato nelle maggioranze ponderate del Consiglio? Se un medico diagnostica un cancro questi tenori ammutoliscono, ma se debbono parlare dell’Europa allora si recita a soggetto. Tutto si acquisisce con fatica e giorno per giorno…: lavorare stanca! Ancora: siamo in mano al potere delle banche, della finanza, della moneta unica. E allora? Usciamo dalla moneta unica? I greci sono molto più intelligenti di questi mentecatti, perché, pur essendo in una situazione drammatica, se ne guardano bene dal chiedere l’uscita dalla moneta unica. L’abbiamo detto: in un regime di libera circolazione dei movimenti di capitali il destino nostro sarebbe da paesi sudamericani in altri tempi…, con svalutazioni della moneta del 20% minimo all’anno… e attacchi speculativi come quelli già perpetrati da Soros quando c’era la lira. Un fallimento. E’ vergognoso ripetere queste cose quando sono palesemente false. Il Parlamento non è un’osteria e invece… Come giustamente ha detto Letta nella replica il ‘proprio’ punto di vista non si impone con la violenza su quello degli altri. La disoccupazione E’ colpa del governo, si dice, se non si pone mano alla crisi economica. Per rimettere in piedi questo paese, a giudizio di chi scrive, bisogna fare tante cose perché il male fatto e l’inazione sono durati troppo a lungo. Una considerazione, però, va fatta. Viviamo in una società di mercato dove comanda la legge della domanda e dell’offerta, che deve esser regolata…; non si può pretendere che la produzione avvenga in modo volontaristico: quanto durerebbe un’impresa? Letta ha ben risposto, speriamo che alle parole corrispondano i fatti…

lunedì 9 dicembre 2013

DOVE STA ANDANDO IL PAESE? Carlo Biancheri

Oggi certi personaggi del gruppo dei forconi, intervistati in punta di piedi dai giornalisti, il cui livello culturale è ormai catastrofico (nella maggior parte dei casi…), hanno dichiarato di voler sbattere tutti i politici a casa, di volersi prendere non si sa cosa, di essere molto arrabbiati (per esprimersi urbanamente…). Hanno bloccato strade e stazioni e ferito, come al solito, un carabiniere. Molti dei giovinastri che erano con loro e che sfogavano la loro rabbia in modo sedizioso, avevano il volto coperto durante la manifestazione: anche questo è un reato che lo Stato non riesce a reprimere. Si parte da disagi reali per poi imporre il proprio volere: una versione aggiornata della legge della giungla. Renzi ha vinto e con gran seguito su un apparato che ricorda le cerimonie dell’Arcadia e le liturgie della disciplina di partito imposte da Lenin (quante devastazioni e quante tragedie sono state provocate dal delirio e dall’obbedienza alla volontà di uno solo o di un piccolo gruppo di dirigenti…). Cuperlo si esprime bene, in modo ordinato, ma che tipo di formazione ha avuto uno che durante un’intervista televisiva per strada dice ai cameramen: ’spostiamoci perché c’è ‘un lavoratore’ che deve passare’… Ma forse lui non ha mai lavorato? Non pensa che lavoriamo tutti o lo abbiamo fatto? No, la parola “lavoratore” ha evidentemente un significato ‘liturgico’, evocativo di una marcia eroica della classe oppressa…, come nel quadro di Pellizza da Volpedo. I suoi compagni e lui stesso non hanno ancora compreso che vi è stata una proletarizzazione progressiva e trasversale nella società e che non esiste più l’aristocrazia della classe operaia che guida? Esistono, invece, dei funzionari, come la Camusso, che esercitano una funzione…: sono scelti perché, nel loro processo di cooptazione, sono ritenuti affidabili e più capaci degli altri…, ma sono lontanissimi dalla gente, dal quotidiano… Eppure Renzi, che talora dice cose non prive di senso, sembra ritenere l’esser giovani un valore in sé. Nel Manifesto del Futurismo si legge: ’...quando avremo quarant’anni, altri giovani più giovani e più validi di noi ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili’… Viene in mente anche: ’Giovinezza, giovinezza, /primavera di bellezza, /nel Fascismo è la salvezza / della nostra libertà’… Perché, poi? Forse la qualità è connessa all’età piuttosto che al contenuto di quel che ciascuno dice? Certo il politico ha a che fare con le folle che sono come animali selvatici e svolge un po’ il ruolo dell’addomesticatore di orsi bruni dei circhi d’altri tempi…, senza scomodare le teorie di McLuhan, ma - lo abbiamo già detto - quando morì J.F. Kennedy, “Le Monde”, che allora era un quotidiano di formazione, non d’informazione… scrisse che un grande politico è colui che prende atto della realtà e tuttavia riesce a modificarla… La prima condizione è la competenza e la capacità, ma anche l’umiltà, che consiste nel saper distinguere tra quel che si vuol fare e quello che si può fare. L’informazione dei mass media è un problema serissimo. La maggior parte dei giornalisti sembra esser parte di una gioiosa macchina da guerra, oppure assume un atteggiamento agnostico per cui ciò che conta è dare la notizia che colpisce, qualsiasi notizia senza saperla analizzare. Sempre oggi abbiamo sentito un dibattito a RaiNews dove il Giacalone di “Libero” ripeteva con voce stentorea, per ben due volte, questa frase: “non conosco nessuna Banca Centrale al mondo che sia una public company", cioè che abbia un azionariato diffuso, come prevede il decreto legge in discussione per la conversione in Parlamento. Ermete Realacci, gran sostenitore di Renzi, dichiara subito dopo che ci vuole vedere chiaro in questa storia, in modo minaccioso…, e il giornalista di rincalzo che fa vedere di conoscere bene l’argomento: “non si tratta di disegno di legge ma di decreto legge…” che tradotto per i mortali significa: “si sbrighi a intervenire”. Si dà il caso che andando su Google l’esperto Giacalone che supponiamo abbia un’infarinatura di inglese… troverà che sono quotate in borsa la Banca Centrale del Belgio, del Giappone, della Grecia e del Sud Africa. Credo che ci stia pensando anche la National Bank in Australia e che lo sia anche la Banca Centrale dell’India. La Banca d’Italia, come noto, è una Spa, ed il capitale è detenuto per lo più dalle Banche la cui partecipazione è stata testé rivalutata. Il problema non è affatto se va sul mercato o meno, quando il capitale è diffuso, ma qual è lo Statuto, quali i limiti stabiliti per legge al possesso azionario (per esempio 5%) diretto od indiretto… Pensate che il moderatore sia intervenuto per smentire una sciocchezza? Manco per idea e nessuno lo saprà alla Rai e probabilmente, con l’eccezione di pochi, in Parlamento. Morale: si può dire qualsiasi cosa basta dirlo con convinzione, che sia vero o meno non importa. Ciò che conta è convincere…, guardate il Cavaliere…

mercoledì 4 dicembre 2013

LA QUINTA COLONNA Carlo Biancheri

Il noto giornalista della cronaca di Roma Tajani, divenuto per meriti forzaitalioti Vice Presidente della Commissione Europea su designazione del governo Barnum, quello di nani e ballerine è il caso di dirlo…. si è espresso questa sera, contro gli interessi del paese da cui proviene, per sostenere il Commissario Rehn, candidato liberal democratico alla presidenza della futura Commissione Europea. Il Rehn che incute timore in quanto non sorride mai, semmai ghigna…, è il tipico esponente di un mondo massonico ugonotto che dà lezioni di etica salvo poi essere attentissimo a difendere con qualsiasi mezzo i propri interessi contro chiunque. Il suo paese è sopravvissuto con l’ambiguità alla pressione dell’Unione Sovietica da un lato e dell’Occidente e della Svezia, che lo ha più volte dominato, dall’altra. Era neutrale la Finlandia e in realtà era un covo di spie, dove i finlandesi stessi erano tutti sotto controllo da parte di quelli che esprimono i quadri politici attuali. Quando ci fu l’apertura al PCI nel nostro paese si parlò di finlandizzazione dell’Italia e di filo-neutralismo a proposito della critica da parte di alcuni all’adesione al Patto Atlantico. Questo il contesto. Per ingraziarsi i suoi potenziali elettori il Rehn, in modo maldestro e senza nessuna diplomazia, secondo le migliori tradizioni dei popoli nordici, per lo più dei vichinghi o, come nel caso della Finlandia, ugro-finnici, forse di origine asiatica, ha attaccato con tono sprezzante i progetti del Governo italiano, cioè uno dei Pigs... E’ scettico il Commissario (anche noi lo siamo…) sulla realizzabilità di certi progetti, ma chi ha la responsabilità a livello europeo di politica economica non può esprimersi con stati d’animo, lo scetticismo, ma deve citare fatti ed analizzarli: qualsiasi cosa dica ha un impatto sulle aspettative, sui mercati. Ma sui fatti e sulle analisi a Bruxelles si va a buon peso… Quel che è stupefacente è che il giornalista della cronaca romana abbia sentito il bisogno di affermare che il Rehn, sodale del gruppo liberal democratico (ma Forza Italia teme di esser cacciata dai Popolari europei?), abbia ragione a sostenere che ci vuole la riforma della giustizia (ci viene in mente chi scambia lucciole per lanterne… si parlava d’altro…) e che caso mai il problema è quello di un Euro troppo forte che danneggia le esportazioni europee. Come se uno chiedesse ad un altro: dove vai? E la risposta: porto ceci… Il liberal democratico, arrogante, Rehn mette in discussione quel che facciamo (male…)noi, ma si guarda bene da usare lo stesso tono con altri Stati membri e neppure i maggiori! Puro atteggiamento di superiorità, espressione di una cultura portatrice di razzismo. Tanto per aver l’idea dei rapporti di forza in Europa: forte con i deboli e debole coi forti…

domenica 1 dicembre 2013

MALESSERE Carlo Biancheri

E’ la sensazione più diffusa, in questo tempo, per chi non voglia lasciarsi trascinare dalle mode, dai luoghi deputati, dal conformismo culturale e che si chieda: cosa è giusto fare in questo disordine? La decadenza dalla carica di senatore del povero pregiudicato ha scatenato una scena da nave dei folli, dalle sue parti: proclami dell’economista di ‘alta statura accademica’, come lo definì Monti, in uno scatto d’ira…, pitonesse che parlano per vedere l’effetto che fà, ex ballerine e modelle scollacciate che ripetono a memoria la lezioncina senza capire quel che dicono, esattamente come le testimoni del processo Ruby (v. motivazioni alla sentenza), deputate capogruppo che non perdono occasione di far capire che han studiato diritto, senza accorgersi che parlano come studentesse di giurisprudenza, cioè acerbe…, figlie viziate e sdegnate di tanto affronto… consiglieri fraudolenti… Eppure c’è, a dar retta ai sondaggi…, una buona percentuale di vittime o di stolti o… di lestofanti che sostengono il pregiudicato. Non ce ne interesseremmo se domani costoro non potessero governarci. Speculare ai succitati è il movimento che noi ( per primi?) chiamammo di Scientology, perché, a parte l’ideologia del Casaleggio sul pianeta Gaia…, si comportano con atteggiamento da setta, cioè manipolatorio coi loro adepti: li cacciano, non sopportano il dissenso, uno o due soli comandano e gli altri sono beta… Fa specie che i cosiddetti ‘intellettuali’ di sinistra - noi non consideriamo Fo un intellettuale, ma un attor semi-comico, che ci ha sempre annoiato coi suoi misteri buffi – o giornaletti come” Il fatto quotidiano”, diano tanta importanza a questa gente, sperando di conquistarli alla loro causa. Tempo perso: questi insultano perché si sentono ‘giustificati’, propongono sciocchezze senza motivarle (l’uscita dall’Euro :i grafici di Grillo sono dei falsi, perché non indicano le cause. Per dirne una, gli economisti hanno spiegato fino alla noia che se il PIL diminuisce, il debito aumenta in percentuale… Ma che studi ha fatto l’uomo?),vogliono un unico partito, propongono di parlare agli altri partner europei con un linguaggio mussoliniano (ricordate il “Dio stramaledica gli inglesi”?) e pensano che l’Europa stia lì pronta ad ascoltare come se i paesi nordici fossero disponibili ad essere benevoli e non piuttosto focalizzati a difendere i loro interessi. Nelle sedi internazionali le negoziazioni sono durissime, ma i nostri se ne infischiano, da irresponsabili: tanto non le fanno. E predicano… Per portare avanti le posizioni in Europa ci vuole la maggioranza…, secondo le maggioranze ponderate del Trattato nel Consiglio Europeo e poi in sede di Parlamento Europeo: sembra facile… L’amato Manzoni descrive benissimo la demagogia nei tumulti di Milano, durante le carestia, quando le parole d’ordine erano: pane per tutti! Sono i fornai che nascondono il grano! A morte! E anche adesso: reddito di cittadinanza per tutti! Consolidiamo il debito! (e poi… quel che resta chi se lo ricompra?). Disgraziatamente la gente non è informata adeguatamente perché i ‘media’ in genere e i conduttori televisivi (per la stragrande maggioranza)che debbono creare la notizia… o sono di parte e quindi voglion far dire quel che loro stessi reputano vero o sono del tutto ignoranti. Non ci avventureremmo mai a parlar di medicina, di fisica quantistica, di matematica superiore, questi, invece, parlan di qualsiasi argomento ed interrompono proprio quando qualcuno interpreta il senso di un avvenimento: l’assunto è che bisogna adeguarsi al livello più basso dell’ascoltatore medio e… certo, per questa via, ragioneremo presto tutti come degli analfabeti. Si potrebbe discorrere a lungo sul fatto che la nostra democrazia rappresentativa poco ci rappresenta e che in altri paesi, come gli Stati Uniti, esistono molti più contrappesi e corpi intermedi che da noi che consentono, seppur limitatamente…, la gestione del bene pubblico da parte dei cittadini. Noi crediamo, però, che il disagio sia più profondo: ci sono fior di imprenditori disonesti, contigui con la malavita o con molti politici parimenti disonesti, ci sono rendite di posizione nella pubblica Amministrazione centrale o periferica, mancano controlli efficaci, i contributi sono sperperati, la scuola è in crisi per mancanza di mezzi e per demotivazione e non sempre ottima qualificazione dei docenti o per programmi sovente inadeguati, i costi della politica vanno radicalmente ridotti, la giustizia riformata come le istituzioni ecc., ecc. Eppure tutto quel che succede avviene anche perché la gente è abituata a questo e si comporta allo stesso modo. E’ auto-referenziale, prepotente, cerca il denaro, il piacere, soddisfa continuamente il narcisismo e non si prefigge di costruire un futuro stabile, di realizzare a tutti i costi un progetto. E’ rassegnata e prende quel che può, non spera…, come dice il papa Francesco. Accettare il sacrificio, accettare certe rinunce non renderebbe immediatamente senza ruolo i piazzisti, i cialtroni, gli attor comici seduttori e populisti? Bisognerà inventare un nuovo slogan: uomini di buona volontà di tutto il mondo unitevi!

venerdì 1 novembre 2013

L'EUROPA E I POPULISMI Carlo Biancheri

Sembra già avviata la campagna per le elezioni europee col dibattito su Europa e populismi di cui, da ultimo, l’intervista del Presidente del Consiglio. Abbiamo assistito in questi anni a varie fasi della costruzione europea. Una prima fase, che potremmo definire dei ‘pionieri’, con un numero limitato di Stati e con scelte all’unanimità: questa era caratterizzata da una sincera volontà di integrazione ed aveva favorito lo sviluppo delle economie degli Stati membri e una comprensione e solidarietà reciproca. Gli Stati Uniti non vedevano di buon occhio un’ Europa troppo forte e imposero l’accettazione del Regno Unito e suoi satelliti, come i paesi nordici, all’interno della Comunità Europea. Un ruolo maggiore fu giocato dalla massoneria internazionale nel favorire questo sviluppo. Ci si rende conto oggi, quando lo stesso Governo inglese ipotizza l’uscita dall’UE, quale errore sia stato l’aver incluso, in pratica, l’intera EFTA, tranne la Norvegia, nella Comunità europea. Dall’ingresso degli inglesi, abilissimi ad accaparrarsi posti chiavi nella Commissione Europea, è prevalso l’interesse nazionale e il Regno Unito ha operato per trasformare l’Europa in un’area di libero scambio e non in una struttura sovranazionale, sempre mirando a far salvi gli interessi propri e quelli statunitensi, anche se contrari a quelli dell’Europa stessa. Altra linea dominante nella politica inglese era quella di indebolire l’asse franco-tedesco che costituiva il motore della costruzione europea (va detto che i sussidi esagerati all’agricoltura francese sono stati da sempre un vulnus alla credibilità della spinta propulsiva..., come la linea gollista sulla difesa…). Non vi era testo della legislazione della Comunità Europea che non fosse bloccato dagli inglesi, quando era in gioco il loro tornaconto (o quello americano): nei gruppi di lavoro del Consiglio i rappresentanti del Regno Unito sostenevano apertamente le posizioni degli Stati Uniti, anche se paese terzo alla Comunità. Se poi soccombevano, trasponevano le direttive con interpretazioni nazionali che le svuotavano di contenuto, in attesa delle lente verifiche della Commissione... Per ovviare ad uno stallo che si era determinato nella costruzione europea, la Thatcher fu messa in minoranza da Craxi nel 1985 col famoso Libro bianco sul mercato interno, mentre col successivo Atto unico europeo si introdusse la votazione a maggioranza. Negli anni successivi con Delors (e Padoa Schioppa…) si delineò la moneta unica. A quel tempo, l’Italia era, in termini di industria manifatturiera, la prima a livello europeo, ma l’inflazione era elevata, il debito pubblico anche e vi erano frequenti svalutazioni per mantenere la competitività: ogni Governo a fine anno doveva fare manovre che incidevano pesantemente sul paese. Un fatto che nessuno ricorda e che invece è fondamentale consiste nella limitazione dei movimenti di capitale che erano soggetti ad autorizzazione per il trasferimento all’estero: non esisteva ancora la libera circolazione che oggi viviamo e che costituisce una delle libertà fondamentali dei Trattati europei. Quando la circolazione divenne operativa, anche a seguito del dibattito teorico avviato in sede OCSE coi codici di liberalizzazione dei movimenti di capitale e delle transazioni invisibili correnti, risultò chiaro che l’Italietta, col debito pubblico che aveva e che doveva esser periodicamente rifinanziato…, non avrebbe retto al flusso di capitali in uscita dal paese. Così si fece di tutto per entrare nella moneta unica anche se si accettò un cambio effettivo (non nominale) della moneta molto sfavorevole per il paese: l’inserimento nell’Euro avrebbe reso meno vulnerabile l’Italia dagli attacchi della speculazione internazionale (si ricordano ancora i piani di Soros sull’attacco alla lira…). L’idea era così riassumibile: iniziamo con la moneta e il resto seguirà. Si trattava di un azzardo, forse sostenibile in assenza di crisi economiche … e se si fossero monitorati seriamente (e non con la burocrazia di una Commissione spesso inefficiente) i paesi aderenti. Nel contempo si fece di tutto per liberalizzare il mercato (v. direttive sui servizi, e-commerce, servizi d’investimento e mercati, le direttive banche, specie la II banche ed assicurazioni ecc.), secondo le teorie in voga all’epoca, in vista del completamento del mercato interno, mediante mutuo riconoscimento e controllo del Pese di origine del prestatore di servizi, anche nell’offerta transfrontaliera di servizi. A questo processo di liberalizzazione non corrispondeva una vera armonizzazione delle normative nazionali, peraltro postulata dal Libro bianco, e soprattutto della vigilanza. Si favoriva, invece, sotto spinta inglese, l’auto-regolamentazione: la conseguenza era un arbitraggio regolamentare (regulatory arbitrage) che falsava la concorrenza tra gli Stati membri, il c.d. Level playing field, consentendo l’operatività di Stati membri parassiti, come il Lussemburgo, come l’Irlanda, come l’Estonia, ma anche il Regno Unito e l’Olanda.... Le Autorità di controllo europeo, istituite successivamente nel settore dei servizi finanziari (l’idea fu di Padoa Schioppa), sono ancora agli esordi... Questo contesto forse aiuta a capire che senso avrebbe ipotizzare l’uscita dalla moneta unica come propongono certi bizzarri economisti … o gente con cultura da angiporto che ripete come un beta simili teorie senza padroneggiarle. Il dominio tedesco, favorito dall’assenza dell’Italia, che nel lungo periodo di ‘papi’ ha svolto un ruolo minore nell’UE e ha mandato a Bruxelles anche giornalisti della cronaca di Roma … a fare i vice-presidenti della Commissione, ha dato luogo ad una Commissione di servi e poi il terzetto Berlusconi, Sarkozy, Aznar, alleati dell’ex alcolizzato Bush Jr., è stato micidiale... E’ rimasta la massaia tedesca a dettare la linea, buona per lei e sciagurata per l’Europa del Sud. I giornalisti italiani (pochissimi sono specializzati) non aiutano a capire: Curzio Maltese su ‘Venerdì’ di Repubblica scrive oggi che l’Italia si salva e gli Italiani vanno in fallimento col governo Letta che è eterodiretto (dalla troika …). A lui e a tutti gli altri chiediamo: dobbiamo tornare alla situazione ante Euro, in un quadro di internazionalizzazione e liberalizzazione dei capitali spinta come quello attuale? Col debito che abbiamo? Denominato in Euro? E se facciamo un consolidamento del debito, crediamo davvero che poi avremo la fila di investitori pronti a darci i soldi? Non sarebbe meglio incominciare a metter mano alle tantissime cose che in questo blog abbiamo più volte enunciato e che non sono mai state fatte da lustri? Bisogna avere più rispetto per le parole che debbono corrispondere alle cose e che non sono flatus vocis

NON C'E' PIU' RELIGIONE, MA ... NEANCHE CULTURA! Rosa Elisa Giangoia

Mi sono resa conto che per la maggior parte di quanti hanno meno di 15 anni oggi si vive ancora e soltanto nella scia della festa di Halloween, ma nemmeno quella autentica irlandese, di ascendenza celtica, che aveva un suo profondo significato cosmologico e anche religioso, ma la sua versione recentemente importata dagli USA, banale rivisitazione in chiave carnevalesco-horror, di valore soltanto commerciale, banalmente consumistica, senza radici né significati. E così le nuove generazioni stanno perdendo del tutto la festa di Ognissanti, che era una meditazione sulla santità e che preludeva in modo consolatorio alla ricorrenza dei defunti, sui quali ricadevano l’auspicio e la speranza della perenne beatitudine eterna, grazie alla “comunione dei santi”, che permetteva ai vivi di poter operare per il bene dei loro cari defunti. Si sa, in una generazione molte cose tramontano e altre si affermano! A questo proposito leggo sul quotidiano ligure IL SECOLO XIX di mercoledì 30 ottobre che è in corso su facebook una polemica con contrapposizioni accese tra sacerdoti sull’opportunità o meno di celebrare feste di Halloween anche in locali parrocchiali, cosa che a molti sacerdoti sembra soltanto un insignificante occasione di divertimento, ma che ha fatto sì che nei giorni scorsi gli esperti dell’Agenzia della CEI abbiano preso le distanze da questo “evento di banale consumismo fatto di feste, maschere e consumi”, pur cercando di reinterpretare il significato di questi giorni di fine ottobre scavando nella storia. Volto questa pagina del quotidiano, pensando, come diceva mio nonno negli anni Sessanta di fronte all’incalzare della modernità «Non c’è più religione!». Ma, ben presto, mi devo soffermare con stupore e rammarico su un’altra pagina, di quelle cosiddette culturali, dove un articolo di Anna Orlando, non una giovane giornalista avventizia, ma persona considerata esperta di arte, soprattutto del periodo barocco genovese, dando conto dell’apertura alla Queen’ Gallery di Buckingham Palace a Londra dell’esposizione di novanta opere del pittore genovese Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, correda il suo articolo con la riproduzione di un’acquaforte al centro della quale c’è un cartiglio (che lei erroneamente chiama “distico”, che nel mondo classico indica un ben preciso metro poetico, formato da un esametro e da un pentametro) con su scritto: Genium Io: Benedicti Castilionis Ianuen. con l’incredibile traduzione “Io Genio, Benedetto Castiglione “Ianuensis”, cioè genovese”. Tipico esempio di prendere fischi per fiaschi da parte di chi evidentemente non sa il latino e neppure si cura di fare un minimo di verifica della sua assurda interpretazione! Di peggio mi era capitato solo un po’ di anni fa, quando, facendo parte di una commissione ministeriale di esami di concorso per aspiranti insegnanti di Latino e Greco nei nostri licei, alcuni candidati avevano tradotto la semplice frase: Cicero dicit Musas locutas esse… con “Cicerone dice che le Muse sono cavallette…”. Sfortunatamente quei candidati, naturalmente neppure ammessi all’orale, avranno poi usufruito di qualche immissione in ruolo ope legis, dando il loro notevole contributo a peggiorare la scuola italiana… Ma una cosa è una prova d’esame, un’altra quello che si pubblica su un quotidiano, per l’autorevolezza che ha sempre la carta stampata! Come pensare che un Io: latino possa corrispondere al pronome ”io” italiano, dimenticando quell’ego che anche la moderna psicanalisi utilizza nella differenziazione tra ego e super ego? E poi pensare che un pittore definisca se stesso genium, senza minimamente cercare di approfondire le complesse valenze semantiche di questo termine nel suo itinerario dal mondo classico all’età barocca? Non mi è rimasto altro che esclamare tra di me: «Non c’è più cultura!». Certo che non si capisce se l’aver intitolato la mostra londinese “Castiglione Lost Genius” sia un seguire l’errata traduzione del cartiglio del disegno o un’errata autonoma interpretazione inglese, per cui ha avuto buon gioco Renato Tortarolo del SECOLO XIX a rispondere (privatamente, mica dando spazio sul quotidiano alla rettifica!) a chi gli aveva fatto osservare gli svarioni pubblicati sul quotidiano che la questione delle traduzioni era di minima importanza, mentre la cosa notevole era che a Londra proponessero Castiglione come un genio! A questo punto non mi resta che compiacermi d’essere in pensione e di non dover più correggere e valutare compiti di latino dei miei studenti, perché, se correggessi Io: tradotto con “io”, di sicuro qualcuno insorgerebbe, dicendomi che c’era scritto sul giornale! Certo, il giornale… le preghiere dell’uomo moderno, come diceva anche Hegel! E una volta non si diceva che la morfologia latina si doveva sapere a memoria come l’Ave Maria? Ma, se le preghiere diventano il giornale… non c’è più cultura!

martedì 29 ottobre 2013

Renzi condannato in primo grado dalla Corte dei Conti per danno erariale e nessuno ne parla

Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana. Sicuramente un biglietto da visita non proprio positivo per il Sindaco fiorentino del Pd che punta dritto a Palazzo Chigi e alla segreteria del partito. Una condanna, seppur in primo grado, per un amministratore locale non è decisamente un buon viatico. Il Sindaco infatti, quando era Presidente della Provincia di Firenze, aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento sbagliata rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone. In pratica Renzi aveva assunto 4 segretarie per il suo staff con un contratto di categoria D invece che C, in soldoni stipendi gonfiati. Queste infatti non possedevano alcuna laurea, pertanto è stato ravvisato un danno erariale che la procura contabile aveva originariamente stimato in 2 milioni e 155mila euro, ridotto dai giudici di primo grado a un risarcimento di 50mila euro. Di questa somma, circa 14mila sono stati posti a carico del rottamatore e 1.000 al suo vice di allora, Andrea Barducci, oggi promosso presidente della Provincia medesima. Il resto è stato addebitato a ex assessori e funzionari dell’ente locale. Le persone condannate sono 21; nove dei 30 indagati sono stati archiviati. Renzi contestò pesantemente il lavoro della procura contabile: «Una ricostruzione fantasiosa e originale».. Nessuno tuttavia gli ha sentito dire: accetto la sentenza, la giustizia faccia il suo corso, auspico tempi brevi per il processo di appello. Del quale, a due anni dal verdetto di primo grado, si è persa ogni traccia. Ma la Corte dei conti ha dovuto occuparsi anche delle spese di rappresentanza del giovane presidente della provincia di Firenze. Le ha denunciate un dipendente di Palazzo Medici Riccardi che ha il dente avvelenato con Renzi. Il suo mandato è costato ai contribuenti fiorentini 600mila euro in cinque anni tra viaggi, ristoranti, regali, ospitalità: una visita negli Stati Uniti nei giorni in cui Obama fu eletto presidente è costata 70mila euro. La Provincia aveva dato a Renzi una carta di credito con un plafond di 10mila euro mensili. I magistrati contabili sono andati a caccia dei giustificativi, ricevute e scontrini. Quando mancavano, il capo di gabinetto autorizzava ugualmente gli esborsi: «Spese regolarmente eseguite in base alle disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza istituzionale». Renzi ha fatto felici le migliori cucine di Firenze: 1.300 euro alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino e 1.213 al Cibreo. Sotto inchiesta sono finiti anche i 4,5 milioni che la provincia ha elargito alla Florence Multimedia, società che svolge attività di comunicazione e informazione per la provincia. (Questo testo ci è stato inviato da Donato Salemi)

sabato 26 ottobre 2013

VENDITORI DI SAPONETTE Carlo Biancheri

Nel dopoguerra, fino agli anni Sessanta ed anche oltre in certe zone del paese, non solo esistevano i commessi viaggiatori, di letteraria memoria, ma i venditori a domicilio di elettrodomestici, spazzole, scope, saponi, detersivi: dei venditori porta a porta che per avere il tempo d’ imbonire il cliente mettevano il piede nell’uscio, impedendo la chiusura tempestiva della porta di casa.Tenevano concione, un po’ come i testimoni di Geova che a due a due suonavano di casa in casa e parole, parole, un fiume di parole, fino a che la gente esausta o comprava qualcosa o sbatteva la porta in faccia al malcapitato. Ad ascoltare i giovani neo-politici sulla scena ci sembra di intravvedere delle affinità con quei signori: con la differenza che quelli si procacciavano da vivere onestamente, mentre questi hanno deciso, come già Donna Prassede, che il bene, si sa, bisogna farlo per forza… a noi poverini… Le tipologie variano, ma c’è un massimo comun divisore: la mancanza di contenuti e la declamazione di esigenze, senza individuare i mezzi per realizzarle o l’impatto che tali mezzi hanno sulla società e, soprattutto, una totale mancanza di auto-critica. Partiamo dagli alternativi, i cosiddetti no-TAV. Questi signori che esprimono, tramite media, concetti vagamenti insurrezionalisti e che ignorano del tutto, a sentirli parlare, la storia dei movimenti sociali degli ultimi duecento anni, reputano che il loro modo di vedere le cose è la verità e il popolo bue è colpevole di non seguirli a sufficienza. La valle in questione è loro, quindi tutti i mezzi sono leciti per difenderla, anche quelli violenti, perché di legittima difesa si tratta. Ci sono anarchici stranieri che mettono bombe o danno fuoco ai mezzi delle imprese che realizzano l’opera o minacciano quelli che non la pensano come loro? Certo! Ci sono tante realtà no-TAV nel mondo per cui bisogna divulgare ovunque la dottrina di una vita alternativa... Altro che Silvio Pellico che era ben conscio di quel che il suo agire avrebbe comportato… No, la loro visione del mondo è la realtà non manipolata dalla modernità. Vi è mai stato chiesto se siete d’accordo? E il principio di democrazia maggioranza/minoranza gioca ancora oppure no? Se, puta caso, la TAV, tra vent’ anni per ipotesi…, costituisse un ulteriore varco nella corona delle Alpi per diminuire l’isolamento dell’Italia dal resto d’Europa è rilevante? Hanno già deciso che è del tutto inutile perché il commercio langue sulla linea esistente che è più che sufficiente: non mettiamo bocca perché non siamo esperti, ma storicamente la realizzazione di un’infrastruttura di questa portata favorisce un flusso… I giovanotti e le signorine della setta della Scientology (all’ italiana…) già incominciano a far danni coi loro emendamenti da incompetenti in Parlamento: se mai fate una compravendita immobiliare, vedrete che ginepraio si è creato col certificato di attestazione energetica, anche grazie a loro… Eppure insultano, danno lezioni di etica, sanno tutto…; provetti costituzionalisti, giuristi affermati, esperti fiscalisti, conoscitori del mercato finanziario, economisti: ’La si ingegni,la faccia da sé giacché la cosa Le par tanto chiara…’ diceva Don Ferrante alla moglie. Per loro tutto è chiarissimo, tuttavia ad ascoltarli, quando si esprimono con un italiano povero ed incerto, viene fuori più che altro una conoscenza approfondita del bondage…(‘tira di qua, tira di là…’) che non sembra utile a realizzare il bene comune… Il Grillo, modesto comico, che è convinto di conoscere il mercato finanziario (ci ricordiamo ancora la sua performance all’Assemblea MPS quando fu tacitato in modo umiliante da Profumo: da dove ricava queste cifre?) dà la linea (o almeno vorrebbe) insieme al guru che intende realizzare il pianeta Gaia sulla terra; dicono continuamente che tutti i partiti spariranno e che rimarranno solo loro: roba da far venire i brividi. Poi c’è l’attor giovine, l’eterno fidanzato, che parla di sé in terza persona, il cui volto ormai rassomiglia a quello di Tutankamen, per i trattamenti subiti. Questo signore, non pago di aver beneficato il paese per lustri, adesso vuol far cadere il governo, d’intesa col Grillo…, perché occorre una palingenesi tornando alla fortunata Forza Italia, di fausta memoria e… meno male che Silvio c’è… Forza Italia si ispira ai principi cattolici, difende i valori tradizionali, come la famiglia, quella del bunga-bunga (banga-banga in inglese…) aggiungiamo noi. Con quella madonnina infilzata della Gelmini, che ha passato finalmente gli esami da avvocato in Calabria, per intenderci…, novella Giovanna d’Arco insieme alla danzatrice scollacciata (parliamo dei calendari…) Carfagna, un giro di intellettuali dove svetta Fitto: ricorda spesso nell’espressione il pensatore di Rodin. E poi l’autorità morale di Verdini e la competenza economica di Brunetta costituiscono un sicuro viatico per il futuro del paese… delle banane, si diceva un tempo. Ci resta da dire dei contendenti del PD. Apparire primeggia sull’essere perché malgrado le numerose tavolate, i sostegni più o meno dichiarati di certi poteri…, vorremmo ancora capire come si diminuisce il debito pubblico, come si favoriscono gli investimenti, come si ripartisce la pressione fiscale senza allontanare tutti i capitali in un regime di libera circolazione, come si affronta l’evasione fiscale, in quanto tempo e secondo quali criteri si deve riformare la giustizia ,come si riforma una pubblica Amministrazione autoreferenziale che continua ad esistere solo perché l’amministrazione della giustizia non funziona, come si tutelano i governati, come si organizza la formazione, la ricerca, come si riformano i partiti, la legge elettorale, come si mette mano alla follia delle autonomie regionali che ci costano un patrimonio e che si sono rivelate del tutto inefficienti: avete mai parlato con i rappresentanti delle regioni (!) italiane a Bruxelles o in Bulgaria (regione Sicilia…)? Il ricambio generazionale sta a dimostrare che contrariamente a quel che diceva il Mussolini, l’esser giovani non è un valore in sé, giacché non ci sembra che i candidati diano risposte a queste problematiche con cognizione di causa. Molti slogans, demagogia, spesso improvvida perché si pone in contrasto con principi costituzionali: la Costituzione va cambiata nelle parti che chiaramente lo necessitano, non perché è vecchia… Una richiesta: invece di piazzisti vorremmo persone che fanno proposte serie: è troppo ‘dimandare’?

martedì 22 ottobre 2013

DIBATTITO SULL'ITALIA

Che ne dite di quest'articolo? http://www.corriere.it/editoriali/13_ottobre_20/potere-vuoto-un-paese-fermo- 1e477e6a-394d-11e3-893b-774bbdeb5039.shtml Mi piacerebbe sapere se anche Carlo Biancheri pensa che siamo ormai senza speranza, che ci dissolveremo... Fabrizio Verri ************************************************************************************************** Ci dissolveremo se non si riesce a trovare una ragione per vivere e trasmetterla alle nuove generazioni. Mi pare che siamo paghi di aver tirato su giovani che ignorano la parola sacrificio,che identificano il tempo con l'istante,che vivono di sesso(spesso droga),come un fatto biologico, normale e che hanno come unico valore il loro io, come assoluto, che ovviamente proteggono in un mondo virtuale, cibernetico. Dobbiamo ringraziare gli americani che ci hanno dato prima la società dei consumi che ha finito col consumare l'uomo stesso, poi l'informatica 'senza freni' (...ma con molti controlli...) che ha determinato una babele cosmica. Un popolo sostanzialmente materialista ed incapace di criticità... La parola insight confonde l'interlocutore anglosassone: non sa cosa sia, non sa spiegarla. Fatti concreti..., come dicono sempre tutti i nostri politici,opposti ad astratto: siccome non pensano, non sanno che astratto non è sinonimo di irreale..., come giovinezza... Storicamente la gente cambia dopo terribili calamità come le guerre: speriamo di esserne risparmiati. Per il resto l'analisi è corretta, ma c'è un'omissione: lo sconquasso ha dei responsabili, in primis la massoneria che ci ha governati da cinquant'anni a questa parte. Carlo Biancheri

giovedì 17 ottobre 2013

CONTRO I DETRATTORI DI PAPA FRANCESCO di Rosa Elisa Giangoia

Chi come noi ha sempre espresso dalle pagine di questo blog disagio per l’impostazione tradizionalista degli ultimi due papi, più che fedele a quella Tradizione viva della Chiesa, fonte, insieme alla Scrittura, della Verità, nonché per l’indulgenza nei confronti di governi, come quello allora in Italia, discutibile, se non esecrabile, ha puntato il dito contro i legami del Vaticano e in particolare dello IOR con i poteri economico-finanziari, ha polemizzato contro gli intrecci tra uomini di Curia e lobby intra ed extra ecclesiastiche, ha subito iniziato a vivere con grande entusiasmo e profonda speranza la nuova stagione di papa Francesco. Il modo di pensare, di operare, di parlare, di comunicare, di mandare messaggi di papa Francesco è davvero nuovo e per questo non c’è da stupirsi che si determinino posizioni di dissenso e di critica, dovute a chiusure e rigidi attaccamenti alla Tradizione, sopravalutata al di là dell’obiettivo del papa di rivitalizzare la Chiesa alla fonte diretta del Nuovo Testamento e della vita delle origini. Le critiche sono iniziate negli Stati Uniti, dove viva è la battaglia in campo politico, capeggiata dal conservatore arcivescovo di New York, Timothy Dolan, sui cosiddetti “principi non negoziabili” (aborto, contraccezione e nozze omosessuali). Le riserve e le critiche a papa Francesco si sono intensificate dopo la Giornata Mondiale della Gioventù, soprattutto a seguito della frase pronunciata sull’aereo durante il viaggio di ritorno: “Chi sono io per giudicare un gay?”. A questo proposito bisognerebbe ricordare la raccomandazione evangelica alla prudenza nel giudicare: “Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà misurato a voi” (Lc 6,36-38). Poi ci sono stati attacchi sempre più serrati e frequenti dei cattolici tradizionalisti, ad iniziare dai lefebvriani della Fraternità di san Pio X, per passare al gruppo Inter Multiplices Una Vox, che per confondere le idee usa l’inganno di un sito con la grafica identica a quella del sito del Vaticano, e ad altri gruppi, come Rorate Coeli, Pontifex, ecc., che cercano (ed anche ottengono) consensi in rete, anche tra i giovani. Si sono determinate, però, anche spaccature all’interno di questo schieramento di critici, come dimostra l’espulsione dei giornalisti Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro da Radio Maria, che inizialmente aveva accolto con freddezza il nuovo corso impresso da papa Francesco, mentre successivamente ha iniziato ad enfatizzare il suo sostegno al pontefice, forse perché molto amato dall’opinione pubblica. Anche la lettera che Lucrecia Rego de Plana, dal Messico, dove ricopre un ruolo importante nel movimento Regnum Christi, ha indirizzato al papa per esprimere interrogativi e dubbi, non sembra aver trovato sostegno e appoggio da parte dei Legionari di Cristo. Il quotidiano “Il Foglio” negli ultimi tempi ha aperto un confronto di opinioni pro o contro il Papa, che ha visto due fronti, quello di chi afferma che papa Francesco “sta fondando una nuova religione opposta al Magistero Cattolico” e quella di chi propendo per una comprensione del “disagio” da parte di certe aree cattoliche, da vivere, però, nell’ottica che “nella Chiesa si cammina col Papa o si va verso lo scisma”. A nostro avviso, sono tutte posizioni dettate da ristrettezza mentale e miopia culturale. Posizioni che si basano sulla ripetizione pedissequa, senza andare al nocciolo del contenuto e della comprensione della Verità, che non si identifica con la Tradizione, in quanto come afferma la Dei Verbum “la Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo; cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro (cfr Lc 2, 19 e 51), sia con la esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. La Chiesa cioè, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengono a compimento le parole di Dio” (8). Papa Francesco ha indubbiamente un orizzonte di vedute più ampio e cristianamente più vero, al di là dell’attaccamento a quella Tradizione, tanto invocata dai suoi detrattori, che altro non è che una creazione storica cristallizzata, mentre il cristianesimo, nel suo vivificarsi alla linfa del Vangelo, va rivivendo in autenticità nel divenire della realtà del tempo, perché, come ha ben evidenziato Mario Pomilio nel suo romanzo, si realizzi in quel "Quinto Evangelio" che è la capacità dei cristiani di seguire il Vangelo nell’hic et nunc in cui ci si trova a vivere. L’ottica di papa Francesco, che sui “principi non negoziabili” ha detto nell’intervista a “Civiltà Cattolica” che “l’opinione della Chiesa è nota e non c’è bisogno di parlarne sempre”, si apre ad un orizzonte molto più ampio, che privilegia l’attenzione alla povertà, nonché gli atteggiamenti di misericordia e di pietà cristiana. Soprattutto ritiene che di questi temi se ne debba parlare soprattutto nel contesto adeguato, come ha dimostrato pronunciando parole durissime contro l’aborto, nell’ udienza ad una delegazione di medici cattolici. I critici di papa Francesco, in primis i lefebvriani, lo accusano di essere “modernista” per la loro incapacità di comprendere che il Papa, quando parla ai credenti, alla Chiesa in quanto tale, è attentamente rigoroso, e ben lo dimostrano i recenti discorsi pronunciati durante la visita ad Assisi, mentre, quando è necessario, è aperto al dialogo con i non credenti e, per avvicinare le pecorelle smarrite, cerca, almeno inizialmente, un terreno comune da cui partire. I fedeli, però, aperti di mente e generosi di cuore, comprendono la verità del messaggio di papa Francesco; infatti più si intensificano le condanne alla dittatura del denaro e ai peccati della Chiesa, più i fedeli aumentano. Nonostante la campagna diffamatoria, i fedeli alle udienze generali del mercoledì e agli Angelus domenicali sfiorano quasi sempre la cifra record di 90 mila presenti. Il papa si rivolge a loro, come pastore che predica al suo popolo e non assume vesti e toni da accademico, privilegia l’obiettivo di indirizzare l’attenzione della Chiesa e del mondo a Gesù Cristo. Evidenzia che la fede cristiana è una grande affermazione della vita, dei suoi fondamenti positivi, dell’ordine naturale e soprannaturale del creato, i quali esprimono una realtà voluta e redenta da Dio che è Amore. Naturalmente la sua è la fede di sempre, senza concessioni al modernismo, ma il suo intento è quello di rendere amabile questa fede di sempre, scendendo sul terreno che accomuna gli uomini di oggi, che vuol dire parlare di Gesù anche sui giornali, parlando un linguaggio alla portata di tutti, sapendo utilizzare forme espressive efficaci, di immediata presa comunicativa, confrontandosi anche con chi ha fatto dell’ateismo la sua bandiera. Questa è la vitalità della Chiesa, che sa cambiare la forma, fedele sempre alla sostanza.

domenica 29 settembre 2013

E CESSERA' L'ORGIA DEI DISSOLUTI...



Carlo Biancheri

Così ammonisce il profeta Amos gli spensierati di Sion… che si curano di banchettare, ma non di Giuseppe…
E chi sono gli spensierati oggi? Quelli che antepongono il loro personalissimo tornaconto, il loro ego malato al bene di tutti, quelli che corrompono con la menzogna sistematica e che hanno predicato  per lungo tempo idoli del potere, del denaro e del piacere come norma di vita, infischiandosene del prossimo e della giustizia o meglio… facendo la carità… alle ragazze piacenti da vent’anni in giù, leste a partecipare alle cene eleganti! Hanno approfittato prima di un papato  tutto centrato sulla caduta del comunismo e su una fede da stadio e poi di un papa debole nel governo,  professore di università con teorie discutibili, chiuso nel suo solipsismo e marcato da un agostinismo in cui non si riconoscerebbe neppure Agostino… Si son serviti di teste bizzarre, formate in organizzazioni di attivisti che confondono allegramente religione, politica, potere e che di fatto han violato molte leggi, attribuendo al potere un fine in sé… come Lenin. Han  potuto agganciare cardinali e vescovi che non esitiamo a definire  falsi fratelli, per il sostegno vergognoso che han dato ad una forza politica che non aveva nulla a che spartire con la dottrina sociale classica della Chiesa… ,in spregio al Concilio Vaticano II che affida ai laici il ruolo politico, in modo eminente. Hanno lentamente messo in crisi le fondamenta della moderna democrazia in Italia, con modifiche demenziali alla Costituzione, peraltro condivise da tutte le parti politiche, seguendo le mode del tempo; con leggi elettorali di comodo definite giustamente dagli stessi autori delle maialate; oppure  sgovernando l’economia, non facendo una riforma, dicesi una…, in vent’anni, degna di questo nome, nominando a capo degli organi di vigilanza indipendenti, sovente, loro compari, del tutto incompetenti nel settore e certo privi di quell’ autorevolezza ed integrità che la carica suppone. E ora che fanno? Muoia Sansone con tutti i Filistei… Le conseguenze che dovremo pagare tutti dopo tanti sacrifici saranno rilevanti: la tattica sembra essere quella del tanto peggio tanto meglio, a voler esser generosi… perché i consiglieri sembrano più esperti di cure di bellezza o di sfacciataggine nel linguaggio o di loschi traffici di influenze nelle banche, memori delle passate esperienze  nel commercio minuto (macelleria) che di strategia politica capace di durare. Governare è forse qualcosa che non è alla loro portata, ma che volete… agli italioti piacciono i piazzisti che promettono i circenses (neppure il pane…) e si capisce bene come mai un Michelangelo o un Leonardo non esitassero a manifestare disprezzo per tanti loro contemporanei, affatto simili agli attuali spensierati di Sion. Sì, chi non sa governare sé stesso non può neppure governare gli altri, diceva quel Tommaso d’Aquino, finalmente citato di nuovo dal papa nella sua intervista. Aggiungiamo con Geremia che chi corre dietro al nulla diventa nullità… Ma attenzione il prossimo passo può essere la sedizione, la trasformazione in insurrezione con l’ausilio del guru della Scientology italiana e dei suoi beta, incapaci di esprimersi in modo critico e ancora non adulti: la vita resta un gioco, un vaffa’…
Noi speriamo che con il nuovo papa, che pure giustamente pone una qualche distanza dalla vita politica quotidiana, e che, con la sua semplice presenza, fa impallidire gli ‘impiegati’ della Chiesa perché dice quel che vive…, come faceva San Benedetto ,i vescovi italiani, il cui coraggio ricorda quello di don Abbondio de I promessi sposi dell’amato Manzoni, dicano che è moralmente colpevole per i cattolici dare un voto a partiti di ‘venditori’ fraudolenti come Forza Italia o a sette come il Movimento 5S.

giovedì 12 settembre 2013

LE BOURGEOIS GENTILHOMME Carlo Biancheri

Al tempo di Luigi XIV, in Francia, il Re Sole credette di intimidire il nuovo ambasciatore del ‘Gran turco’, che gli presentava le credenziali, vestendosi di broccato d’oro tempestato di pietre preziose. All’uscita, l’ambasciatore ebbe a dire che nel suo paese il cavallo del sovrano sarebbe stato addobbato così, lasciando capire che il sovrano stesso si sarebbe vestito in modo ben più sontuoso. Per tutta risposta il Re Sole decise di ridicolizzare il personaggio affidando a Molière il compito di scrivere una pièce, musicata da Lully o Lulli che dir si voglia, nella quale il borghese, che smaniava di imitare i gentiluomini con maestri di buone maniere, di danza e… di filosofia, finiva per risultare assai comico. Leggendo l’ulteriore commento su “Repubblica” di oggi di Scalfari al papa Francesco, per associazione di idee, abbiamo pensato al Borghese gentiluomo di Molière. Si sa che, molto spesso, chi svolge una professione ritiene che la propria vocazione sarebbe stata un’altra e quando ci si avventura, ahimè, in quel settore non si brilla per competenza né per profondità. Abbiamo già avuto modo di segnalare che lo Scalfari sostiene di apprezzare Aristotele, Kant e Hegel, ciò che, quantomeno per il primo, risulta esser come i cavoli a merenda, come si suol dire. Se è vero che in filosofia o si è realisti o idealisti (sic Wittgenstein), come scelta di campo, Aristotele è realista e gli altri due no. Lo Scalfari, novello borghese gentiluomo, non solo si impanca a filosofo, ma anche a teologo. Così ci spiega che questo papa va ben oltre Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II, in contrasto con gli ultimi due papi che lo hanno preceduto. Infatti, udite, udite, si avverte in lui più Agostino, Bernardo, Benedetto che Tommaso e la Scolastica !Uhm… da dove incominciare? Diremo a Scalfari che, a ben vedere, l’agostiniano di ferro è Benedetto XVI, cui abbiamo attribuito più volte in questo blog la dimenticanza del rilievo delle realtà create e la loro autonomia relativa…, come insegna la Gaudium et Spes; agostinianamente, al contrario, nel suo magistero ordinario Benedetto poneva immediatamente… la necessità di un richiamo alla fede in Cristo, anche quando sarebbe stato più prudente lasciare all’ambito del lume naturale, la retta ragione, la scelta, una ricerca comune a credenti e non credenti. Agostino, si sa, era stato manicheo. Terrorizzato dalla presenza costante del male per la coesistenza dei due principi, bene e male, in ogni creatura terrestre, era portato a svalutare la creazione e a porre l’enfasi sulla Città di Dio, retta cioè dalla fede, lasciando al loro destino i regni umani…; storia della salvezza e storia umana sono due cose separate (v. H.I. Marrou). Bernardo è tutt’altra cosa e si inserisce nel quadro della vita monastica, come lo stesso fondatore del monachesimo occidentale, il santo padre Benedetto che conosciamo attraverso le opere del suo discepolo, san Gregorio Magno. Non vediamo come questi ultimi influenzino il pensiero del papa Francesco, formato ad una spiritualità ignaziana, se non nell’attitudine all’interiorità e alla trascendenza. Al contrario, nel discorso tenuto in occasione della veglia per la pace in Siria e nel mondo, che ha spiazzato, per il suo coraggio e chiaroveggenza, tutte le cancellerie, massoniche e non, del pianeta, ha iniziato citando il Genesi e, quindi, la bontà della creazione e la necessità della pace, della fraternità (Caino e Abele). San Tommaso, secondo Pieper, avrebbe dovuto esser chiamato Thomas a Deo Creatore…, proprio per la costante enfasi sulla bontà della creazione e sulla capacità umana di raggiungere certe verità, comuni appunto ai credenti e non credenti. Forse per questo, papa Francesco lo ha citato nella sua prima Enciclica, mentre il suo predecessore non lo faceva mai? La Gaudium et Spes ha avuto come estensore, per la gran parte, il padre domenicano M.D.Chenu, storico e profondo conoscitore di Tommaso, come il suo confratello Congar, gran tomista, ha redatto in gran parte la Costituzione Lumen Gentium, quella sulla Chiesa, nel Concilio Vaticano II. Che significa questo? Contrariamente a quel che pensa lo Scalfari, la Scolastica che, peraltro, non esiste più da un pezzo…, non genera solo dogmatici e reazionari… Di tutti i filosofi che cita il fondatore di “Repubblica”, Marx salvava solo Aristotele, specie nella parte relativa alla prassi… La retta coscienza di cui parla il papa Francesco non è propriamente una novità… Non significa, però, come crede lo Scalfari che ognuno la pensa come gli pare, ma, al contrario, che di fronte ad una ricerca sincera, si arriverà a distinguere ciò che è bene e ciò che è male; ad esempio, vale più vita che non vita, ciascuno ha diritto ad esistere e quindi i beni vanno condivisi, non si può imporre con la forza agli altri una convinzione, bisogna operare secondo i parametri della giustizia commutativa (a tutti lo stesso) e distributiva (a ciascuno in base a ciò a cui ha diritto). Il borghese non padroneggiava le conoscenze del gentiluomo… e quindi, per Molière, si rendeva ridicolo non è che lo Scalfari in questo nuovo ambito ripete come un mantra la famosa frase: “il cielo stellato sopra di me e la coscienza morale dentro di me…” che diviene la maieutica di tutto? Solo un dubbio…

domenica 18 agosto 2013

LA LINEA DEL COMPASSO Carlo Biancheri

Se voi andate ad Alexandria, raggiungibile con la metropolitana da Washington DC, troverete il Masonic Temple, aperto al pubblico, edificio lugubre sin dall’esterno; dentro ci sono le foto di molti fratelli americani con ruolo pubblico, tra cui quelle di tutti i presidenti degli Stati Uniti, Kennedy incluso! Se, per avventura, aveste mai partecipato a riunioni internazionali con rappresentanti di US Treasury o FMI o altri organismi internazionali a carattere economico, vi sareste immediatamente accorti che l’odg era già stabilito altrove (…) e che vigeva una gerarchia tra i partecipanti perché gli interventi di alcuni erano decisivi, per così dire… Il mondo è stato retto così e non dal 1950 in poi, ma da prima. Bisogna risalire all’epoca dei lumi, del regicidio, della trasgressione teorizzata, della filosofia del boudoir, della lotta a tutte le superstizioni, Chiesa inclusa, e della religione del progresso. Su cosa si fondava il progresso? Sulla ragione che coi suoi lumi avrebbe ricreato una sorta di Eden, elaborato dal Rousseau, in un periodo successivo, con lo stato di natura e col mito del buon selvaggio. Non si vogliono qui disconoscere i meriti acquisiti che hanno dato luogo alla definizione dei diritti e alla nascita dello Stato moderno e ad un uso meno arbitrario del potere. Ma, come Marx ebbe ad osservare, più che la democrazia, cioè il governo del popolo, si era introdotto il ‘democraticismo’, ben guidato da un gruppo di compari appartenenti ai vari circoli (del tennis, per caso?) che trasformarono il tutto in associazione di mutuo soccorso tra ricchi o carrieristi… Pensiamo all’unità d’Italia, fatta da un ristretto gruppo di politici, a tavolino, e sostenuta da un milione di uomini che per censo od altre ragioni avevano il diritto di voto… A centocinquant’anni di distanza si può affermare che sia stata realizzata? Lega a parte, non sembra proprio: continuano a sussistere comportamenti quotidiani diversissimi che si fondano su culture ancora patriarcali e contadine, da un lato,e commerciali o gianseniste/calviniste dall’altro, per rappresentare i due estremi. Se si guarda il rapporto con la cosa pubblica, sia lo Stato sia gli enti locali, tale diversità di atteggiamenti, fatte le debite proporzioni, salta agli occhi e si potrebbe continuare per ciò che attiene alla nozione stessa di legalità e come essa è percepita e il suo ambito (in molte aree d’Italia una violazione di norme è considerata tale solo all’interno di un contesto familiare, in senso allargato…). Eppure si è voluto fare l’unità perché gli italiani sarebbero stati fatti in un secondo momento: bravi! Non diverso è l’approccio col problema che sta vivendo l’Egitto. La nostra Bonino, grande esperta di mondo arabo avendo vissuto (un anno?) al Cairo per motivi personalissimi…, dove ha appreso l’arabo (non solo a dire Choukran, sia chiaro…) è per definizione un’autorità nella crisi medio-orientale. Questa signora aveva già pasticciato non poco come Commissario europeo, in una Commissione di chiara matrice massonica, sostenendo il Commissario Bolkenstein e la sua sciagurata direttiva sulla liberalizzazione dei servizi dove ne hanno beneficiato solo i paesi esportatori e non quelli importatori di servizi come l’Italia…; ha insistito su un approccio liberista ad oltranza, tipo Thatcher, come Ministro delle politiche comunitarie, gettando i presupposti, in ambito comunitario, per la piccola (…) crisi finanziaria che ha fatto fallire il sistema bancario inglese ed americano e di svariati altri paesi, come l’Irlanda, e messo in crisi il resto del mondo. Ci informa adesso che in Egitto i militari devono smettere di usare la forza e debbono accordarsi coi fratelli musulmani… usando il lume della ragione… La linea della Bonino è conforme a quella del Rappresentante dell’UE che si occupa di rapporti esterni, lady Ashton, quella gentile Sig.ra che fece persino arrabbiare il sedicente Ministro Frattini (c’è chi lo ricorda?) perché non diede alcun posto di rilievo all’Italia tra i diplomatici europei: Frattini l’aveva votata e pensava che la ‘sorella’ avrebbe trattato bene i suoi connazionali, superando il disprezzo che gli angli nutrono per noi… La Ashton, che sta in posizione chiave nell’UE, come quinta colonna di Washington, secondo la costante linea inglese, non assume mai una posizione diversa da quella degli Stati Uniti. Questi ultimi con Obama avevano sostenuto ampiamente Morsi perché aveva bloccato il confine con Hamas nella striscia di Gaza: il resto era irrilevante. Per chi ragiona, sembra che per stare insieme bisogna esser d’accordo…: come si fa ad andar d’accordo con chi si prefigge di introdurre nella legislazione la stretta applicazione della Sharia, islamizza le istituzioni e non è imparziale, che ha tra le sue fila terroristi, uno dei quali nominato governatore a Luxor, che dà fuoco agli edifici di culto di altre religioni (secondo il nostro vice-ministro degli Esteri Marta Dassu’, che è della partita,’ questo è una conseguenza dello scatenamento della violenza…’. Veramente, Sig.ra Dassu’, né i copti né i cattolici o protestanti c’entrano un fico secco con queste sollevazioni di masse di contadini che vengono dal basso Egitto e si accampano nei quartieri borghesi del Cairo o di Alessandria…, provocando reazioni di gruppi armati costituiti localmente…). Questa linea è ampiamente strombazzata dai giornalisti impreparati e settari: ci ha colpito in particolare quella di Rai-news che continuava ad ogni piè sospinto a ricordarci che Morsi era il presidente democraticamente eletto… Ma quali elezioni, Signora mia? Va bene che anche qui le elezioni… visto che la gente vota Berlusconi quali che siano atti di governo e gli altri… che compie…, però, prima di parlare di elezioni democratiche (!) in Egitto, bisognerebbe farsi un giretto per il paese, magari non adesso… Come volete esportare il sistema democratico in un contesto che segue naturalmente il ‘capo’…, a tutti i livelli…? La democrazia in tantissimi paesi del mondo riguarda una ristrettissima èlite e non le masse i cui comportamenti sono determinati da ben altri fattori. Torniamo alla Grecia. Nell’Assemblea dei cittadini, pochi partecipanti…, chi proponeva una legge che non fosse stata votata dalla maggioranza veniva sanzionato con la morte… La democrazia non è fatta di proclami, di disegni a tavolino, di scelte logico/matematiche, ma di ‘comportamenti’ quotidiani, di rispetto per l’altro, di obiettivi comuni, di solidarietà, di confronto: queste cose suppongono cultura… Prima di lanciare certi slogans, si consiglia di riflettere ed ascoltare…

mercoledì 7 agosto 2013

FETICISTI

COMMENTO
Penso che serva poco rinvangare situazioni del passato e fare delle sterili contrapposizioni. La situazione che il Papa ha davanti è davvero molto difficile, in quanto la sfida da vincere è quella della secolarizzazione, che ha ormai pervaso l’Europa, soprattutto nelle aree prima legate all’URRS di tradizione ortodossa e in quelle del nord protestanti, e che si sta progressivamente infiltrando anche nell’area cattolica, soprattutto attraverso una serie di atti legislativi che separano e allontanano fortemente la legalità dalla morale cattolica. Infatti è stata secolarizzata la trasmissione della vita con la legalizzazione dell’aborto e con la possibilità della fecondazione assistita e dell’uso di embrioni umani, a scopo terapeutico, è stata secolarizzata la famiglia con la legalizzazione del divorzio e con la sua equiparazione ad altre forme di unione tra persone anche dello stesso sesso, è stata secolarizzata la sessualità, liberandola da ogni conseguenza procreativa e da ogni vincolo morale, è stata secolarizzata la morte con l’esclusione di ogni assistenza religiosa, con l’eutanasia ed il suicidio assistito. Tutto questo rappresenta una novità assoluta nella tradizione della civiltà europea, dato che si è imposta una frattura radicale tra ciò che è legale e ciò che è morale. Questo passaggio da un mondo cristiano a un mondo secolarizzato è in Europa un avvenimento talmente nuovo per l’avvenire del cristianesimo da esigere, da parte della Chiesa, una riflessione approfondita e creativa sui metodi di evangelizzazione che, in larga misura, sono ancora quelli del passato. Su queste tematiche penso sarebbe necessario un nuovo concilio ecumenico.
 Valerio Colonna



RISPOSTA
Credo che questa lettera meriti una risposta perché per troppi anni posizioni come questa hanno svolto una funzione di leadership nella Chiesa, complice prima un papato da spettacolo e povero teologicamente, poi una linea debole e conservatrice, ad un tempo, che ha permesso a vescovi incolti e prepotenti di allearsi, in Italia, pervicacemente col Berlusconi e i suoi accoliti, in spregio agli ‘ambiti’ chiaramente definiti, tra l’altro, nella Costituzione conciliare Gaudium et Spes. Di questo i cardinali e vescovi in questione, per i credenti, dovranno render conto… Lo scandalo è stato grande e, soprattutto, ha annientato per lungo tempo lo spirito profetico nella Chiesa, postulato dal Concilio c.d. pastorale…, incentivando movimenti pasticcioni ed integralisti che cioè non avevano contezza della distinzione tra fede e costruzione del bene comune nella società, tutta imperniata sulle scelte di prudenza: bene maggiore/male minore, senza pretendere di raggiungere una perfetta coincidenza tra la città di Dio e la città degli uomini nel tempo storico. Questo è l’abc del tomismo che, diciamolo chiaro, ha avuto una rinascita in terra francese, specie negli anni Cinquanta/Sessanta, mentre in Italia conservatori alla Siri conoscevano il tomismo tramite pessimi manuali e, in pratica, sostenevano posizioni oscillanti tra una linea suareziana ed il volontarismo giansenista. E questi sono i maestri degli odierni campioni, spazzati via dall’elezione di papa Francesco… Tra bontadiniani (il povero San Tommaso ridotto ad un platonico per conciliare le cretinate idealiste…), rosminiani/sciacchiani, personalisti d’accatto, cripto-heideggeriani, il cattolicesimo italiano non ha riletto, in anni cruciali, San Tommaso in modo forte, e cioè nella dimensione aristotelica - come un Chenu, ad esempio - e specie di quell’ Aristotele del libro VII della Metafisica. L’esito è stato pessimo perché si è tradotto, per fare un esempio, nell’incapacità di dare risposte serie al fine vita (abbiamo più volte ricordato che le posizioni di Giovanni Paolo II, sollecitato dall’attivista Ruini, contraddicono quelle di Pio XII, molto più fondate e circonstanziate, v. il discorso agli anestesisti cattolici), di portare argomenti congrui in merito all’equiparazione dei generi nella famiglia (ci fosse uno che avesse rilevato la differenza tra una scelta istintuale e la scelta che caratterizza l’uomo! Quest’ultima si configura sempre come scelta di beni che impattano naturalmente sulla vita sociale… L’uomo è un animale ‘razionale’, dice Aristotele, e San Tommaso parla di governo di sé tramite l’habitus, il comportamento costante…, che favorisce la pienezza dell’uomo, il suo ‘attuarsi’... Se io, per soddisfare l’istinto, non cesso di mangiare, che mi succede dopo due ore?), di contrastare in modo argomentato la diffusione dell’aborto che spesso si riduce ad un metodo contraccettivo: a parte le foto dei feti, c’è chi ha proposto argomenti (non gli slogans cretini) a favore della vita che vuol dire solidarietà, che vuol dire giustizia sociale, che vuol dire soprattutto accoglienza e speranza insieme...? Le critiche al papa Francesco dei tradizionalisti, da un lato, para-scismatici, come quelli del blog messa in latino, fiancheggiatori dei lefevriani, quelli sì scismatici, nella sostanza, nonostante il ritiro della scomunica da parte del debole papa Benedetto, e dei massoni, dall’altro, che lo qualificano demagogo, interpellano i cattolici consapevoli, se ve ne sono rimasti… I primi si rifiutano di guardare in faccia la realtà: vogliono che il papa indossi il camauro, usi pastorali d’oro, crocioni, scarpette rosse e anelloni d’oro, perché il papa rappresenta il successore di Pietro che per la verità era un pescatore illetterato… il cui Maestro diceva di non avere neppure una tana come le volpi dove dormire… Sapete cosa risponde San Domenico al papa che, indicandogli il suo fastoso palazzo, gli dice: “Pietro non potrà più dire: non ho né oro né argento?” “Ma nemmeno potrà più dire: alzati e cammina…!” Come la mettiamo, signori feticisti, attaccati ai fiocchi e ai filatteri, con San Domenico nemico degli albigesi? Questi erano dei manichei, perché pensavano che il mondo fisico fosse male… e, come Plotino, volevano fuggire al Padre, perché la realtà attuale è ‘samsara’… E così i calvinisti, più tardi. Sostengono, infatti, sulla stessa linea, che l’uomo fa la volontà di Dio dannandosi, cioè seguendo il male inevitabile…: c’è chi si salva e c’è chi si danna: è già scritto. Quell’agostinismo oltre Agostino, cioè Plotino, da noi criticato, è portato a svalutare grandemente la Creazione e quindi il Genesi V. Il sesso è male (ma il matrimonio??? Il Cantico dei Cantici?); la storia umana è votata all’insuccesso e solo la fede può salvarci: ma la ragione, dono di Dio, resta una luce naturale o no? Conta solo l’intelletto che ha già inscritto in sé le Verità necessarie? C’è dell’idealismo ante-litteram in questo… A parte doni speciali che non neghiamo…, normalmente la conoscenza non avviene a partire dai sensi o invece la natura è ‘samsara’? I sensi sono un mero accidente? O il Signore ‘poverello’ ha assunto ‘questa’ natura (seppur decaduta) nella sua bontà, nelle sue potenzialità? Vien da ricordare l’Agostino che diceva che i peccati dello spirito sono ben più gravi di quelli della carne perché fondati sull’orgoglio, sull’amor proprio come il primo peccato, quello di origine… I feticisti della messa in latino (ma il Signore ‘poverello’ parlava in aramaico e non consta che Pietro conoscesse il latino…, senza fare dell’archeologismo…) non sono interessati al kerygma, al convertirsi, al dono della fede ma al rito, al loro rito che diviene un fine in sé: jam recepisti mercedem tuam, verrebbe da dir loro. Degli altri la critica è connessa alla preoccupazione di salvare la loro ‘gnosi’: se questo papa fa sul serio è un problema… Quanti lo seguiranno? Ma lo Spirito soffia dove vuole e i segni dei tempi di cui ci parlano il Concilio e il magistero di questo papa, un dono di Dio, costituiscono le tracce… del compiersi della Storia della Salvezza.
Carlo Biancheri