martedì 26 giugno 2018

LE FROTTOLE DEL SALVINI

Carlo Biancheri

Voi forse ricorderete i cinquecentomila migranti che dovevano esser rispediti nei loro paesi di origine in quattro e quattr'otto e, se non voi, di certo gli sciocchi che hanno votato la Lega o affini.Ebbene sembra che l'intreccio si sia infittito perché il ritorno promesso è più problematico di quel che credesse il soggetto politico di formazione bar Sport di Milano.
L'Italia aveva, in tutta pompa e con la pubblicità costante dei 5S, dando prova di maleducazione e di goffaggine, come rilevato da Juncker, annunciato in tempo reale al mondo il suo piano in ben dieci punti -caspita! - per prendere di petto la questione migrazioni bibliche dall'Africa verso l'Europa. Aveva altresì proposto l'altro  ieri, dicesi l'altro ieri, di istituire centri di identificazione in Libia per bloccare i flussi. Disgraziatamente il Salvini, aduso a non dire le cose come stanno, quando ha illustrato la sua mirabile proposta al Governo, diciamo così..., libico a Tripoli, si è   sentito rispondere in conferenza stampa congiunta(...) dal vice-premier di quel Paese che tali centri sono contrari alla legge libica e che pertanto non  saranno mai realizzati. Credete voi che il Salvini si sia scomposto, essendo stato smentito clamorosamente? Neppure per idea; in conferenza stampa a Roma ha avuto la faccia tosta di sostenere che intendeva insediare i centri al di fuori dei confini libici (...)cioè in Ciàd, Sudan, Mali e Niger, in quanto la Libia,come noi del resto, non deve diventare un imbuto per i migranti!
Al bar Sport sono tutti amiconi e i conti, si sa, si fanno senza l'oste, ma il Salvini, che forse non ha viaggiato al di là della Lomellina  -ah no, è andato con Razzi in Corea del Nord, definita come la Svizzera... -sembra ignorare che da quei paesi, specie dopo la presa di posizione libica, avrà la stessa risposta ascoltata a Tripoli, a meno che non ricopra d'oro i loro capi con i soldi dei contribuenti italiani che pagheranno anche le molte motovedette che verranno inviate a Tripoli entro l'estate -quale uso ne facciano non è dato conoscere...-.
Si sa che il nostro si sente leader e parla a nome dell'Europa,dove è molto popolare...; ha annunciato,infatti, una Conferenza europea in Libia in Settembre per far capire agli altri (leggi europei) che va tutto benissimo in quel paese e che i centri di identificazione sono un modello (sempre Svizzera?). Del resto,a suo dire, con questo nuovo Governo l'Italia è tornata protagonista perché ha formulato una proposta che è stata presa in considerazione al tavolo della riunione informale (!) - dette riunioni sono convocate abitualmente dalla Commissione in preparazione di vertici importanti per avvicinare le posizioni -.Veramente, oltre alla proposta italiana, c'erano quella della Presidenza di turno e quella della Commissione europea e poi quella di Francia e Spagna e, a detta dei partecipanti, quella italiana non aggiungeva elementi di novità dirompenti, salvo cassare la Convenzione di Dublino, quella regalataci proprio dalla Lega (!) a suo tempo. Purtroppo  non ha suscitato l'entusiasmo di alcuno dei partecipanti, tanto che l''Avvocato del popolo' ha confessato ai suoi che aveva tutti contro...Anzi si apprende che il Presidente del Consiglio Tusk avrebbe deciso di togliere dall'odg la questione Dublino che verrà trattata a fine 2019...
Salvini ce l'ha con la Francia,forse per aiutare la sua amica fascista, e lui, proprio lui, ha accusato di cattiveria il Ministro dell'Interno francese che non apre i porti e non lo leva d'impiccio, come ha fatto la Spagna che, però, gli ha dato dell'egoista. Il Ministro francese non è rozzo, fà politica da un pezzo come sindaco di Lione, e si è rifatto al diritto internazionale che naturalmente il nostro neoministro lombardo ignora e che prevede, tra l'altro,  nel caso di soccorso marittimo, la competenza del paese più vicino al soccorso stesso, se il porto di sbarco sia reputato sicuro.
Non pago delle sue bravate che stanno isolando l'Italia in sede europea,come non era mai avvenuto prima,ha avuto la buonagrazia di svillaneggiare nuovamente Macron  a Roma,in visita al papa,chiamandolo  'gentiluomo'...:un vice-Presidente del Consiglio di un Governo incarica che insulta un Presidente di un Paese confinante e del calibro della Francia è roba da angiporto.

La narrativa di questa gente del Governo del cambiamento è inesauribile e quindi l'abilità di girare le frittate continuerà, contro ogni evidenza empirica, fino a quando il Paese tutto intero si prenderà una tranvata come quando voleva spezzare le reni alla Grecia: ma non andò così!