giovedì 2 aprile 2015

ALLA SCUOLA DEGLI ASINI: FATTI MATERIALI RILEVANTI... NEL FALSO IN BILANCIO

   
Carlo Biancheri

   L’abbiamo detto più volte in questo blog: abbiamo sin qui esitato ad attaccare l’attor giovine, come si diceva un tempo nelle compagnie di giro, di Pontassieve perché coloro che lo hanno preceduto non si sono distinti, nonostante le dichiarazioni cantilenanti sino alla noia, per il bene operare; anzi, il loro motto segreto ci pare esser quello del conte zio de I promessi Sposi dell’amato Manzoni: «sopire e sedare…».
   Ma… oggi  è stata approvata da un ramo del Parlamento una norma sul falso in bilancio, già soppresso come reato dal governo del pregiudicato Berlusconi. Bene, direte voi… Sì, ma… voi potete spiegarmi quali siano i fatti non materiali, fatta eccezione per i miracoli ed escluso l’avviamento e le stime (sono fatti?)? E qual è la differenza tra materiali e rilevanti? Per caso, qualche discolo degli ultimi banchi di scuola è stato chiamato a scrivere il testo e ha scopiazzato dalla norma inglese la parola material cioè “importante”, “rilevante”, traducendola con “materiale”, come nella versione italiana degli IFRS? Oppure è uno che sa l’inglese come i nostri politici che non smettono di dire, per far vedere che loro sì che hanno studiato (!), Good work, suscitando l’ilarità degli interlocutori? Oppure è un esperto come le segnorine della tv o quei conduttori che considerano una promozione culturale dire ‘buon pomeriggio’, ma… non dicono, nel contempo, buona mattina…; forse per loro il giorno (buono) finisce a mezzogiorno?
   Quindi il signor sotutto di Pontassieve (va detto che ne sa ben di più dei fannulloni del Parlamento Europeo come è stato definito il Salvini: «lei, Salvini, è un fannullone va sempre in televisione ma non ha fatto, come relatore, quello che doveva nel Comitato…» o degli adepti della setta che vogliono comprendere le ragioni dell’Isis ) desidera che sia punito chi omette di rendere pubblici o  falsifica fatti materiali rilevanti nei bilanci delle società quotate o non quotate. Lo scrivano di cui sopra si è ben guardato, abituato com’è a fermarsi alla prima osteria, come si dice a Roma, di indicare cosa sia material (per gli anglosassoni) o rilevante (per gli italici). Infatti la materialità o rilevanza nei testi di legge di tradizione anglosassone è stabilita normalmente da una soglia di valore numerico: per esempio, il 10% di determinati assets o, per meglio dire, di voci di bilancio… Il relatore della norma, udite, udite… quando gli si è chiesta una spiegazione al riguardo si è pure adombrato: queste cose le decide la giurisprudenza e non seccate, è stata la risposta!     Uhm… si approvano norme che sono già incerte e rinviano all’interprete in prima stesura? Non è un bell’operare anche perché in un paese di azzeccagarbugli che esprimono aria fritta con la prosopopea di Pericle è prevedibile un profluvio di ricorsi.
   Abbiamo preso questo esempio per contrastare la moda futurista, marinettiana della modernità, del giovanilismo, della velocità e del fare a tutti i costi perché… si possono anche fare delle sciocchezze e il politico non può dire: «scusate, ho sbagliato», perché ormai la frittata è fatta…
L’arroganza  è cattiva consigliera: S. Tommaso ed Aristotele del resto dicevano che le idee vanno difese con passione, ma il giudizio deve esser scevro dalla passione…
   E di arroganza ne vediamo in giro. Facciamo un esempio: un economista, digiuno di diritto, non può dire a proposito delle pensioni d’oro, pure scandalose in certi casi, chi se ne importa dei diritti acquisiti... Così ragionava Robespierre… Se io faccio un contratto, la parte forte non può poi rimetterlo in discussione perché si apre un vulnus, si costituisce un precedente che può anche portare, ad esempio, in una concessione, a cambiare i termini del contratto anche quando un privato ha fatto un investimento…; si tratta, ci sembra, di arbitrio. Diverso  e sacrosanto è, invece, disciplinare una fattispecie per il futuro.
Dunque, caro attor giovine, che non ci hai ascoltati quando ti dicevamo di non intestardirti per il bene del Paese sulla nomina della Mogherini, non vale il fare purchessia ma bisogna guardare al contenuto di quel che si fà ed alle conseguenze: si parva licet