Carlo Biancheri
L’andamento della campagna elettorale, se
così si può chiamare…, è preoccupante perché non attiene all’Europa, ai suoi
programmi, al suo futuro ma evoca invece un oscuro rifiuto di un quadro
complessivo che non si accetta senza sapere bene cosa sostituire.
Più volte abbiamo sostenuto che in un mondo globalizzato, l’Italia da
sola (non parliamo delle regioni indipendenti…) è del tutto irrilevante e ciò
significa che subirà le decisioni degli altri in materia economica, ma non
soltanto in questa. Se si fanno certi accordi commerciali planetari, mangeremo
e già mangiamo prodotti OGM o prodotti con pesticidi nocivi all’organismo; se
la produzione culturale va in una certa direzione, usufruiremo di quel che
passa il convento, secondo le tendenze dominanti (gli alternativi nella musica
leggera nostrana sono delle mere marionette che mimano i modelli dominanti…); se
si impara a dire ‘Good Afternoon’ in
inglese si percepisce come un imperativo categorico dire ‘Buon pomeriggio’ e
non più ‘Buongiorno’ fino a sera, come si era sempre detto in italiano… Se
qualcuno invade un altro Paese con la forza, noi non ci turbiamo fino a che non
ci riguarda e quando ci tocca è spesso troppo tardi per reagire…
La politica è diventata spettacolo
perché corre dietro al modo di essere della gente che vuole sostanzialmente
affermarsi, godere, avere una vita facile, un’identità riconosciuta ed
apprezzata dagli altri, senza fatica, se possibile, e senza limiti temporali. Se
ci si affatica, spesso, lo si fà per misurare la propria capacità di
resistenza: una ‘performance’; avete mai sentito dire a proposito di una prova:
è andata male, ma sono soddisfatto di me stesso. Gli aspiranti mandarini cinesi
quando perdevano il famoso concorso, che supponeva una memoria prodigiosa, spesso
si suicidavano… ma in una società connotata dal narcisismo dove non si coglie
una ragione per andare oltre il proprio ’io’… le scelte sono altre.
Quindi la politica è sostanzialmente protesta, aggressione e quando si
fa proposta è sciocchezza.
I
ragazzi(e) di Grillo, se notate, si limitano all’enunciato, ma non
abbordano mai la dimostrazione… Per esempio, per loro la sola cosa seria è il
reddito di cittadinanza: ottima idea, ma… come si finanzia? Aumentando le
tasse?
Bisogna fare il referendum sull’Euro. Abbiamo già spiegato che per
quanto la moneta unica non abbia dato buona prova dinanzi ad una crisi
economica epocale, nondimeno ha consentito di vivere con bassa inflazione, con
bassi tassi d’interesse e soprattutto di rifinanziare il debito. Con la lira si
sarebbe potuto fare? Non agevolmente.
Il comico Grillo e qualche professore dissennato (ce ne sono… e
avrebbero forse bisogno di un supporto…) sostengono che bisognerebbe
consolidare il debito: questo indica totale nescienza del mercato finanziario,
perché chi si avventurerebbe a comprare il debito di un Paese che ha dichiarato
default? Ci sono alcuni che vogliono
far vedere che han studiato e ricordano che il Giappone ha un debito ben più
alto del nostro: l’osservazione è da principianti perché l’ammontare del debito
non è il solo fattore da considerare, a fronte di un’economia tanto
maggiore della nostra e con una produttività e tecnologia ben superiore e poi
con una propria moneta.
Ancora… usciamo dall’Euro e rimaniamo nel mercato interno? Con tutti i
vantaggi di libera circolazione di merci e capitali? In caso di uscita
dall’Euro gli altri accetterebbero? È vero che ci sono paesi che hanno
mantenuto la loro moneta e che sono nel mercato interno, ma se succedesse che
un grande paese lasciasse la moneta unica non si avvierebbero forse quei
meccanismi di cooperazione rafforzata che vorrebbe dire in pratica un’Europa a
due velocità con l’Italia nella fascia di Cipro, Malta, Grecia, Bulgaria, Romania
ecc…
I professori disturbati ammettono
che se si uscisse dall’Euro ci sarebbe una fuga di capitali e allora le nostre
banche chi le salverebbe? La Merkel, tanto sbeffeggiata?
Si continua a ripetere che la ricchezza delle nostre famiglie è
superiore a quella di molti altri paesi in Europa: è vero, ma è inclusa la casa
dove si abita… In caso di necessità si butterebbe tutto il patrimonio
immobiliare sul mercato? A quali prezzi?
Si sente comparare la tassazione sulla casa con quella di altri paesi: saremmo
nella media medio-alta…, ma non si dice che da noi gli immobili non danno
reddito in ragione dell’alto livello delle aliquote di tassazione che sono
determinate dall’evasione fiscale e dal grande debito pubblico accumulato
negli anni.
Tutti a casa per il gruppo guidato dal guru, ma… le decisioni come si
prendono, con la democrazia della rete? Se guardate su Internet le
caratteristiche di una malattia ditemi se riuscite ad avere un quadro chiaro. Così,
a fronte di scelte economiche complesse, che suppongono conoscenze sofisticate,
adottiamo l’approccio del sotto a chi tocca? È serio? Specie quando si ignorano
il contesto internazionale, i Trattati europei, le modalità d’intervento in
Parlamento e in Consiglio Europei, le prassi e soprattutto il contesto
culturale di quel melting pot che è
diventata l’Unione Europea. L’Europa è come è anche perché l’Italia è stata
assente negli ultimi quindici anni e non ha continuato a fornire un
contributo di qualità, come aveva fatto in precedenza. Hanno deciso gli altri e
la Commissione è stata presieduta, a parte il periodo di Prodi, da un
lussemburghese (350.000 abitanti…) o da un portoghese (8 o 10 milioni?), non
propriamente personalità stratosferiche… La burocrazia europea è quasi
autoreferenziale, ma di chi è la colpa?
Non bisogna votare gli adepti del
comico perché ignorano queste cose, ma bisogna imporre che il dibattito avvenga
sui temi veri di un cambiamento in Europa, ma… ci vuole tempo e competenza…