sabato 3 maggio 2014

I MOTIVI PER NON VOTARE GLI ADEPTI DI GRILLO



    Carlo Biancheri

   


       L’andamento della campagna elettorale, se così si può chiamare…, è preoccupante perché non attiene all’Europa, ai suoi programmi, al suo futuro ma evoca invece un oscuro rifiuto di un quadro complessivo che non si accetta senza sapere bene cosa sostituire.
     Più volte abbiamo sostenuto che in un mondo globalizzato, l’Italia da sola (non parliamo delle regioni indipendenti…) è del tutto irrilevante e ciò significa che subirà le decisioni degli altri in materia economica, ma non soltanto in questa. Se si fanno certi accordi commerciali planetari, mangeremo e già mangiamo prodotti OGM o prodotti con pesticidi nocivi all’organismo; se la produzione culturale va in una certa direzione, usufruiremo di quel che passa il convento, secondo le tendenze dominanti (gli alternativi nella musica leggera nostrana sono delle mere marionette che mimano i modelli dominanti…); se si impara a dire ‘Good Afternoon’ in inglese si percepisce come un imperativo categorico dire ‘Buon pomeriggio’ e non più ‘Buongiorno’ fino a sera, come si era sempre detto in italiano… Se qualcuno invade un altro Paese con la forza, noi non ci turbiamo fino a che non ci riguarda e quando ci tocca è spesso troppo tardi per reagire…
La politica è diventata spettacolo perché corre dietro al modo di essere della gente che vuole sostanzialmente affermarsi, godere, avere una vita facile, un’identità riconosciuta ed apprezzata dagli altri, senza fatica, se possibile, e senza limiti temporali. Se ci si affatica, spesso, lo si fà  per misurare la propria capacità di resistenza: una ‘performance’; avete mai sentito dire a proposito di una prova: è andata male, ma sono soddisfatto di me stesso. Gli aspiranti mandarini cinesi quando perdevano il famoso concorso, che supponeva una memoria prodigiosa, spesso si suicidavano… ma in una società connotata dal narcisismo dove non si coglie una ragione per andare oltre il proprio ’io’…  le scelte sono altre.
    Quindi la politica è sostanzialmente protesta, aggressione e quando si fa proposta è sciocchezza.
    I ragazzi(e) di Grillo,  se notate, si limitano all’enunciato, ma non abbordano mai la dimostrazione… Per esempio, per loro la sola cosa seria è il reddito di cittadinanza: ottima idea, ma… come si finanzia? Aumentando le tasse?
    Bisogna fare il referendum sull’Euro. Abbiamo già spiegato che per quanto la moneta unica non abbia dato buona prova dinanzi ad una crisi economica epocale, nondimeno ha consentito di vivere con bassa inflazione, con bassi tassi d’interesse e soprattutto di rifinanziare il debito. Con la lira si sarebbe potuto fare? Non agevolmente.
    Il comico Grillo e qualche professore dissennato (ce ne sono… e avrebbero forse bisogno di un supporto…) sostengono che bisognerebbe consolidare il debito: questo indica totale nescienza del mercato finanziario, perché chi si avventurerebbe a comprare il debito di un Paese che ha dichiarato default? Ci sono alcuni che vogliono far vedere che han studiato e ricordano che il Giappone ha un debito ben più alto del nostro: l’osservazione è da principianti perché l’ammontare del debito non  è il solo fattore da considerare, a fronte di un’economia tanto maggiore della nostra e con una produttività e tecnologia ben superiore e poi con una propria moneta.
    Ancora… usciamo dall’Euro e rimaniamo nel mercato interno? Con tutti i vantaggi di libera circolazione di merci e capitali? In caso di uscita dall’Euro gli altri accetterebbero? È vero che ci sono paesi che hanno mantenuto la loro moneta e che sono nel mercato interno, ma se succedesse che un grande paese lasciasse la moneta unica non si avvierebbero forse quei meccanismi di cooperazione rafforzata che vorrebbe dire in pratica un’Europa a due velocità con l’Italia nella fascia di Cipro, Malta, Grecia, Bulgaria, Romania ecc…
I professori disturbati ammettono che se si uscisse dall’Euro ci sarebbe una fuga di capitali e allora le nostre banche chi le salverebbe? La Merkel, tanto sbeffeggiata?
    Si continua a ripetere che la ricchezza delle nostre famiglie è superiore a quella di molti altri paesi in Europa: è vero, ma è inclusa la casa dove si abita… In caso di necessità si butterebbe tutto il patrimonio immobiliare sul mercato? A quali prezzi?
     Si sente comparare la tassazione sulla casa con quella di altri paesi: saremmo nella media medio-alta…, ma non si dice che da noi gli immobili non danno reddito in ragione dell’alto livello delle aliquote di tassazione che sono determinate  dall’evasione fiscale e dal grande debito pubblico accumulato negli anni.
    Tutti a casa per il gruppo guidato dal guru, ma… le decisioni come si prendono, con la democrazia della rete? Se guardate su Internet  le caratteristiche di una malattia ditemi se riuscite ad avere un quadro chiaro. Così, a fronte di scelte economiche complesse, che suppongono conoscenze sofisticate, adottiamo l’approccio del sotto a chi tocca? È serio? Specie quando si ignorano il contesto internazionale, i Trattati europei, le modalità d’intervento in Parlamento e in Consiglio Europei, le prassi e soprattutto il contesto culturale di quel melting pot che è diventata l’Unione Europea. L’Europa è come è anche perché l’Italia è stata assente negli ultimi  quindici anni e non ha continuato a fornire un contributo di qualità, come aveva fatto in precedenza. Hanno deciso gli altri e la Commissione è stata presieduta, a parte il periodo di Prodi, da un lussemburghese (350.000 abitanti…) o da un portoghese (8 o 10 milioni?), non propriamente personalità stratosferiche… La burocrazia europea è quasi autoreferenziale, ma di chi è la colpa?
     Non bisogna votare gli adepti del comico perché ignorano queste cose, ma bisogna imporre che il dibattito avvenga sui temi veri di un cambiamento in Europa, ma… ci vuole tempo e competenza…