giovedì 19 dicembre 2013

IL PARADIGMA DELLA COSTA CONCORDIA Carlo Biancheri

Per moltissimi anni lo sport principale degli italiani è stato quello dell’autodenigrazione; malgrado i problemi, tuttora irrisolti, che abbiamo denunciato ripetutamente su questo blog ,il paese, la gente erano migliori delle descrizioni fornite. Sembra che la crisi grave che stiamo vivendo abbia fatto saltare tutto questo e che ci sia una generazione di giovani, cresciuta con le nuove tecnologie che sembra del tutto disarmata dinanzi ad un approfondimento culturale e tecnico serio e, quindi, priva di una visione complessiva, di un quadro di valori in grado di guidare la nave, senza farle fare la fine della Costa Concordia. I mezzi d’informazione sono responsabili, come i politici e gli imprenditori, del resto, di un abbassamento complessivo dell’analisi, del confronto. Abbiamo assistito su La 7 ad un dibattito increscioso col Direttore Generale dell’Associazione bancaria italiana dove il conduttore, Formigli crediamo si chiami…, voleva soltanto che il suddetto si scusasse, a nome delle banche, per il comportamento da loro tenuto nel corso della crisi. Ci sono molti validi argomenti di critica per il comportamento di svariate banche italiane e forsanco del sistema, ma bisogna sapere di che si parla. Sebbene Sabatini spiegasse che la banca è un’impresa che raccoglie (depositi, emissioni obbligazionarie ecc…) e presta soldi lucrando una commissione e che quindi se non presta più chiude (va detto che le banche in realtà invece di fare il loro mestiere spesso parcheggiano la liquidità in investimenti redditizi per loro, che non aiutano l’economia…, come i depositi presso la BCE), la reazione è stata quella di descrivere le banche come demoni. Va anche detto che le banche non sono enti caritativi, ma come le imprese cercano il profitto e ciò ne consente la sussistenza. Questo è l’abc della questione eppure nel dibattito-corrida si sono sentiti insulti da querela, grida, sciocchezze, gente che credeva di sapere per aver scritto un libercolo trasformando il tutto in una partita tra tifosi/teppisti. Pensate che l’arbitro/moderatore sia intervenuto per ristabilire un po’ di chiarezza per il povero ascoltatore? Al contrario, si è lanciato anche lui nell’agone come parte in causa, trattando temi che si capiva gli fossero del tutto ignoti come i ‘prodotti derivati’: un male in sé, colpa delle banche. Ma non hanno per caso alcuni di questi strumenti funzione di copertura? Che cosa ne avrà ricavato lo spettatore? La gentile Sig.ra Gruber si ostina ad invitare una professoressa nella sua trasmissione che confonde le pere con le mele. Può una sig.ra che si definisce economista esser esperta, nel contempo, di profili lavoristici e di offerte pubbliche di acquisto, materia complessissima di diritto societario e di borsa? No, all’evidenza e infatti gli interventi sono infarciti di strafalcioni, declamati con sicumera, degna di miglior causa. Il giornalista Muchetti, ora deputato Pd e presidente di Commissione alla Camera, ha cercato di farglielo rilevare, ma nulla da fare: fin de non recevoir, si dice in francese. Che fa la Gruber? Nulla,naturalmente… E quale succo ne possono aver ricavato gli ascoltatori non esperti? Nell’informazione ciò che conta è la mossa ad effetto non l’approfondimento e, successivamente, il giudizio informato. Non poca parte ha avuto un’informazione cretina nel far pressione sul Governo perché quest’ultimo ritirasse un emendamento che avrebbe probabilmente riportato la Consob a svolgere meglio i suoi compiti: si trattava di far tornare a cinque il numero dei Commsissari, come è da sempre il caso della SEC americana. Un improvvido provvedimento del Monti, con la scusa del risparmio li aveva portati a tre… Ma… la Consob è finanziata dallo Stato in modo residuale e solo perché svolge compiti di interesse generale, in particolare nel combattere insider trading e aggiotaggio, ma anche nel cercare di assicurare la trasparenza dell’informazione, il corretto comportamento dei prestatori di servizi d’investimento. Quindi il risparmio economico non c’entra un fico secco; invece, rimanendo com’è adesso, l’organo di controllo non è più veramente collegiale (attualmente sono in due!), il che è grave per la delicatezza dei compiti che la legge gli assegna. Non va meglio per i politici. I giovanotti e signorine di Renzi, anche se parlano con speditezza, rivelano spesso un giudizio acerbo: la ponderazione si acquisisce con la maturità, ahimé… il che non vuole affatto preferire la gerontocrazia, ma auspicare che si parli con la consapevolezza della complessità dei problemi. Ciò che conta non è vincere il confronto, ma risolvere le questioni. Il regno dell’effimero porta la Costa Concordia a sbattere contro uno scoglio, provocando una tragedia, lo stesso avviene in politica.

lunedì 16 dicembre 2013

LE PAROLE DELLA POLITICA Rosa Elisa Giangoia

Il linguaggio politico ha perso quella raffinatezza che la storia della cultura ci aveva insegnato, dagli oratori greci a Cicerone, da cui molti, con la ripresa dell’Umanesimo, avevano preso modello per dare alla politica un tono elevato, essendo un’attività nobile, come ci ha insegnato Aristotele, in quanto finalizzata al bene di tutti. La riflessione politica era, quindi, fatta di parole, ma parole attraverso cui si esprimevano valori, si disegnavano strategie e si davano consigli ai governanti (anche quelli di Machiavelli!), si prospettavo soluzioni, parole a cui corrispondeva la realtà della vita. Ora invece il linguaggio politico è arrivato ad un livello che potremmo definire “bestiale”, in quanto, attraverso le parole si vorrebbero realizzare percosse, morsi, zampate ed altre cose simili nei confronti dell’avversario. Bastano pochi, recentissimi esempi: il Salvini, dall’alto della sua nuova posizione di segretario della Lega, per un diverso corso, fondata su un nuovo immaginario, oggi è stato tutto insulti e turpiloquio e ha pensato di aver raggiunto il suo vertice oratorio, quando, per difendere il suo sodale, governatore del Piemonte, ha detto che i giornalisti che parlano delle mutande verdi del Cota, comprate con fondi pubblici in America, ”verranno cacciati a calci in culo”. La competizione con gli 'intellettuali' dei forconi si può così esemplificare: “i forconi padani faranno un mazzo così” e “a Bruxelles sono dei criminali in giacca e cravatta”. Mancano solo rutti e pernacchie. Il sedicente cattolico Borghezio vorrebbe più o meno impalare gli immigrati: per uno che si definisce cattolico, non c'è male... Forse dovrebbe sostituire nel Vangelo la parola amore con odio. Grillo risponde al segretario del Pd chiamandolo “Renzie” (per squalificarlo), senza entrare mai nel merito dei problemi del paese. Sulla stessa linea, un ragazzo deputato del Movimento recita in tv una lezioncina col visino compunto e con le ciglia sistemate in modo muliebre (chi ci rappresenta dovrebbe, anche nell'aspetto, mostrare una qualche gravitas...: i senatori romani indossavano la toga; anche in certe professioni, come i revisori contabili, bisogna dare pure l' 'apparenza' dell'indipendenza...). Ma per parlare di Grillo bisogna avere idee chiare per non confondere destra e sinistra. Esempio ne è la polemica tra Scalfari e la Spinelli, indicativa dell'atteggiamento presuntuoso di una parte della sinistra che fà la maieutica dei contenuti politici altrui. Noi siamo convintissimi, con buona pace dei Travaglio e soci, che le proposte del comico di Scientology (o affini) siano delle baggianate, dannosissime per il paese. La Spinelli sarà pur figlia di 'qualcuno', ma ciò non dà valore aggiunto ad un discorso, povero, retorico in cui traspare una gran concetto di sé stessa, mal riposto. Sostenere Grillo è indecente, altro che bene comune! Le posizioni alla Spinelli favoriscono appunto quella confusione di destra e sinistra, già sperimentata nella storia, che portò all'ascesa del nazismo. Lo abbiamo già detto: esponenti della sinistra come Fo o Spinelli non sono un apporto costruttivo al linguaggio politico perché privi di proposte serie, le loro sono solo declamatorie... E poi c’è il movimento dei “forconi” che fonda il suo linguaggio sugli insulti a tutti coloro che rappresentino qualcosa di pubblico, a cominciare dagli impiegati dei municipi (come è avvenuto a Genova) e dei comuni (ad Imperia). In questi casi il meccanismo psicologico è chiaro e il linguaggio, come sempre (lo diceva bene Saussure) lo rivela in pieno: la colpa è solo e sempre degli altri, per cui non si trova di meglio che rovesciare sugli altri il proprio rancore. Ma oggi il linguaggio, come si evince analizzando il dire del nucleo portante del movimento dei “forconi” (padroncini, artigiani, piccoli imprenditori) e del M5S, che ha portato la mentalità dei padroncini in politica, è tutto incentrato sul soggetto, in quanto ciascuno sente e crede di avere a disposizione la sua piazza, nel web: quello che poteva essere il circolo al bar, ha trovato ora una cerchia di possibili lettori/ascoltatori senza confini, ma anche senza volto, con la messa in moto di meccanismi psicologici inediti, ma anche con la possibilità di una nuova, più diretta, libera e coinvolgente democrazia. E’ proprio nella solitudine del web, in cui l’individuo si sente protagonista, che si rafforza in ciascuno l’attaccamento ad un unico valore assoluto, il proprio interesse, di fronte al quale tutti gli altri diventano antagonisti, a parte quella ristretta consorteria che possa condividerlo in pieno. In quest’ottica si diventa indifferenti a tutto il resto e ci esprime solo con il linguaggio dettato dalla rabbia. Gli altri sono in primo luogo la classe politica, che anche i soggetti stessi hanno votato, cosa che, accantonando la logica, non mettono in conto. Il linguaggio politico o è privo di senso o, come scriveva Gadda per Mussolini, diviene un linguaggio fisico, priapeo, che cerca di essere persuasivo utilizzando i bassi istinti. Ma non dovrebbe esser finalizzato, come indica il quadro del Buon Governo a Siena, a proporre soluzioni per il trionfo della pace, della giustizia e di tutti quei valori che possono determinare l’ordinata convivenza dei cittadini, ai quali deve essere garantito il miglior benessere possibile? Ma anche nel mondo classico, dalle altezze della grande oratoria politica, si cadde nel contrario. Al tempo dei sofisti, infatti, si arrivò all'afasia, come può succedere sempre se nella vita sociale non c'è più un parametro, un fattor comune... La crisi contemporanea ha forse un primo forte impatto nel Settecento francese con gli enciclopedisti, quando Diderot e i fratelli massoni illuministicamente, cioè razionalisticamente, ridisegnavano il mondo, usciti da quello che loro definivano “il sonno dogmatico della ragione” con la critica ad ogni metafisica, il che riduceva tutto ad un antropocentrismo e, di conseguenza, in definitiva, ad un soggettivismo. Le proposte per vivere e per morire, dopo il regicidio e la critica ad ogni fede trascendente, bollata come illusoria e primitiva, non sono sufficienti a formare solide basi per una società che si fondi su valori capaci di giustificare rinunce e sacrifici. Esempio lampante è la retorica religiosa dei presidenti statunitensi, che son tutti deisti, in quanto massoni. Negli USA il motto ufficiale stampato anche sui dollari è In God we trust (adottato nel 1956, in sostituzione del precedente E pluribus unum, solo per contrapporsi all’ateismo sovietico), ma si tratta di una vuota liturgia, a cui non corrisponde nulla di reale, anche per la libertà religiosa del paese, che ovviamente comprende la possibilità di non credere. Più aderente alla realtà americana è l'Antologia di Spoon River, in cui i personaggi non sono affatto conclusi nella loro esistenza, ma in tensione verso un compimento, come lo sono autori quali Kerouac per il cui slancio vitale l’esistenza umana non è sufficiente, o Baldwin o pittori come Hopper, nei cui quadri regnano il vuoto e il silenzio, carichi di attesa. ***************************************************************************************************** POST SCRIPTUM A dimostrazione dell'imbecillità di molti soggetti deputati e senatori cui siamo nostro malgrado affidati, citiamo le critiche dei Brunetta e dei beta di M5S al sacrosanto emendamento del Governo nella Legge di Stabilità che riporta, com’è sempre stato, sin dal 1974, a cinque i Commissari della Consob. Cinque sono i Commissari della SEC e Guido Rossi che disegnò con molta intelligenza negli anni '70 l'organo di controllo sui mercati mobiliari, ispirandosi alla SEC, si preoccupò che per scelte delicatissime ci fosse una vera collegialità con esperienze professionali diverse. Fu il famoso Monti che tra i molti pasticci del suo Governo ridusse anche il numero dei Commissari a tre, senza avvedersi che rompeva un delicatissimo equilibrio e trasformava di fatto in organo monocratico il watch-dog dei mercati mobiliari, per cui, se il presidente è un incapace o un dittatore, che succede? Nella fattispecie l'attuale presidente, che votò, pur nominato, per il Governo Berlusconi, in spregio a tutti i principi internazionali sull'indipendenza e terzietà degli organi di vigilanza (IOSCO), conosce la contabilità di Stato, ma non conosce affatto la borsa (gli emittenti quelli sì...) e ha trasformato la Commissione in una sorta di Ministero, disperdendo l'altissima professionalità che la caratterizzava: si pensi che la Consob vigila, tra gli altri, sui casi Telecom, MPS, ecc.... Gli scienziati di Forza Italia e i beta di Scientology (o affini) ne fanno, nella loro dappocaggine e ignoranza crassa, una questione di poltrone! Avviso ai naviganti che li votano... Carlo Biancheri

mercoledì 11 dicembre 2013

POST SCRIPTUM Carlo Biancheri

Se qualcuno ha ascoltato oggi gli interventi alla Camera dei gruppi sulla dichiarazioni del Governo per la fiducia, non può che esser preoccupato per il futuro del paese. Normalmente c’è da attendersi che gli eletti siano selezionati tra i migliori, tra i competenti, ciascuno nel proprio ambito. Non debbono forse gli eletti comportarsi con ‘dignità e con onore’? Non debbono far proposte serie per por mano ai problemi gravi che deve affrontare questo scassatissimo paese? Esaminiamo un po’ cosa dicono questi che più che i migliori sembrano dei malcapitati. Distacco tra la società civile e le istituzioni. Abbiamo sentito, com’ è d’uopo nel linguaggio delle sette, la necessità di una palingenesi che suppone la distruzione di tutto l’esistente, separando la pars destruens dalla pars construens, come se si potesse costruire qualcosa avendo prima distrutto tutto. Non c’è bisogno di Einstein per capire che molti di questi tenori non hanno mai aperto un libro di Storia o sono in malafede e quindi dei facinorosi. Se si seguissero le tesi di questi sciagurati, la gente sarebbe alla fame in un mese. Il diritto di esprimersi è fondamentale, ma occorre un autocontrollo per non trasformare l’uomo in una bestia. Si sfogano i giovanotti e le signorine incolti senza sapere che ignorano cosa sia un’antropologia, distrutta da quasi cent’anni di fenomenologia, in filosofia, o di scientismo o di positivismo. Siamo tornati a quell’ homo homini lupus in assenza di una visione finalistica, che non è propriamente quella di trasformare la terra nel pianeta Gaia… Reddito di cittadinanza dicono: con quali risorse? Aumentando le tasse? Tagliando le spese? Quali? Tutte? Ce l’hanno in tanti in Europa? Bene e hanno anche il nostro debito pubblico, un’amministrazione inefficiente, una criminalità organizzata onnipresente che costringe il potere pubblico ad un’emergenza permanente? E questi soggetti debbono decidere per tutti? Questa è la riprova che il dato anagrafico vale molto poco, anzi… Giova ricordare che Aristotele riteneva che si fosse giovani fino a quarant’anni e la vita media non era quella attuale! Europa Non contiamo nulla in Europa e il governo deve farsi valere per cambiare passo, sbattere i pugni sul tavolo. Questa considerazione è raccapricciante. Lo sanno gli ignoranti, forse no, perché non parlano alcuna lingua estera e male l’italiano…, che gli Stati membri sono ventotto e che uno può battere tutti i pugni sul tavolo che vuole e nessuno ascolta perché noi valiamo per quanti punti ci attribuisce il Trattato nelle maggioranze ponderate del Consiglio? Se un medico diagnostica un cancro questi tenori ammutoliscono, ma se debbono parlare dell’Europa allora si recita a soggetto. Tutto si acquisisce con fatica e giorno per giorno…: lavorare stanca! Ancora: siamo in mano al potere delle banche, della finanza, della moneta unica. E allora? Usciamo dalla moneta unica? I greci sono molto più intelligenti di questi mentecatti, perché, pur essendo in una situazione drammatica, se ne guardano bene dal chiedere l’uscita dalla moneta unica. L’abbiamo detto: in un regime di libera circolazione dei movimenti di capitali il destino nostro sarebbe da paesi sudamericani in altri tempi…, con svalutazioni della moneta del 20% minimo all’anno… e attacchi speculativi come quelli già perpetrati da Soros quando c’era la lira. Un fallimento. E’ vergognoso ripetere queste cose quando sono palesemente false. Il Parlamento non è un’osteria e invece… Come giustamente ha detto Letta nella replica il ‘proprio’ punto di vista non si impone con la violenza su quello degli altri. La disoccupazione E’ colpa del governo, si dice, se non si pone mano alla crisi economica. Per rimettere in piedi questo paese, a giudizio di chi scrive, bisogna fare tante cose perché il male fatto e l’inazione sono durati troppo a lungo. Una considerazione, però, va fatta. Viviamo in una società di mercato dove comanda la legge della domanda e dell’offerta, che deve esser regolata…; non si può pretendere che la produzione avvenga in modo volontaristico: quanto durerebbe un’impresa? Letta ha ben risposto, speriamo che alle parole corrispondano i fatti…

lunedì 9 dicembre 2013

DOVE STA ANDANDO IL PAESE? Carlo Biancheri

Oggi certi personaggi del gruppo dei forconi, intervistati in punta di piedi dai giornalisti, il cui livello culturale è ormai catastrofico (nella maggior parte dei casi…), hanno dichiarato di voler sbattere tutti i politici a casa, di volersi prendere non si sa cosa, di essere molto arrabbiati (per esprimersi urbanamente…). Hanno bloccato strade e stazioni e ferito, come al solito, un carabiniere. Molti dei giovinastri che erano con loro e che sfogavano la loro rabbia in modo sedizioso, avevano il volto coperto durante la manifestazione: anche questo è un reato che lo Stato non riesce a reprimere. Si parte da disagi reali per poi imporre il proprio volere: una versione aggiornata della legge della giungla. Renzi ha vinto e con gran seguito su un apparato che ricorda le cerimonie dell’Arcadia e le liturgie della disciplina di partito imposte da Lenin (quante devastazioni e quante tragedie sono state provocate dal delirio e dall’obbedienza alla volontà di uno solo o di un piccolo gruppo di dirigenti…). Cuperlo si esprime bene, in modo ordinato, ma che tipo di formazione ha avuto uno che durante un’intervista televisiva per strada dice ai cameramen: ’spostiamoci perché c’è ‘un lavoratore’ che deve passare’… Ma forse lui non ha mai lavorato? Non pensa che lavoriamo tutti o lo abbiamo fatto? No, la parola “lavoratore” ha evidentemente un significato ‘liturgico’, evocativo di una marcia eroica della classe oppressa…, come nel quadro di Pellizza da Volpedo. I suoi compagni e lui stesso non hanno ancora compreso che vi è stata una proletarizzazione progressiva e trasversale nella società e che non esiste più l’aristocrazia della classe operaia che guida? Esistono, invece, dei funzionari, come la Camusso, che esercitano una funzione…: sono scelti perché, nel loro processo di cooptazione, sono ritenuti affidabili e più capaci degli altri…, ma sono lontanissimi dalla gente, dal quotidiano… Eppure Renzi, che talora dice cose non prive di senso, sembra ritenere l’esser giovani un valore in sé. Nel Manifesto del Futurismo si legge: ’...quando avremo quarant’anni, altri giovani più giovani e più validi di noi ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili’… Viene in mente anche: ’Giovinezza, giovinezza, /primavera di bellezza, /nel Fascismo è la salvezza / della nostra libertà’… Perché, poi? Forse la qualità è connessa all’età piuttosto che al contenuto di quel che ciascuno dice? Certo il politico ha a che fare con le folle che sono come animali selvatici e svolge un po’ il ruolo dell’addomesticatore di orsi bruni dei circhi d’altri tempi…, senza scomodare le teorie di McLuhan, ma - lo abbiamo già detto - quando morì J.F. Kennedy, “Le Monde”, che allora era un quotidiano di formazione, non d’informazione… scrisse che un grande politico è colui che prende atto della realtà e tuttavia riesce a modificarla… La prima condizione è la competenza e la capacità, ma anche l’umiltà, che consiste nel saper distinguere tra quel che si vuol fare e quello che si può fare. L’informazione dei mass media è un problema serissimo. La maggior parte dei giornalisti sembra esser parte di una gioiosa macchina da guerra, oppure assume un atteggiamento agnostico per cui ciò che conta è dare la notizia che colpisce, qualsiasi notizia senza saperla analizzare. Sempre oggi abbiamo sentito un dibattito a RaiNews dove il Giacalone di “Libero” ripeteva con voce stentorea, per ben due volte, questa frase: “non conosco nessuna Banca Centrale al mondo che sia una public company", cioè che abbia un azionariato diffuso, come prevede il decreto legge in discussione per la conversione in Parlamento. Ermete Realacci, gran sostenitore di Renzi, dichiara subito dopo che ci vuole vedere chiaro in questa storia, in modo minaccioso…, e il giornalista di rincalzo che fa vedere di conoscere bene l’argomento: “non si tratta di disegno di legge ma di decreto legge…” che tradotto per i mortali significa: “si sbrighi a intervenire”. Si dà il caso che andando su Google l’esperto Giacalone che supponiamo abbia un’infarinatura di inglese… troverà che sono quotate in borsa la Banca Centrale del Belgio, del Giappone, della Grecia e del Sud Africa. Credo che ci stia pensando anche la National Bank in Australia e che lo sia anche la Banca Centrale dell’India. La Banca d’Italia, come noto, è una Spa, ed il capitale è detenuto per lo più dalle Banche la cui partecipazione è stata testé rivalutata. Il problema non è affatto se va sul mercato o meno, quando il capitale è diffuso, ma qual è lo Statuto, quali i limiti stabiliti per legge al possesso azionario (per esempio 5%) diretto od indiretto… Pensate che il moderatore sia intervenuto per smentire una sciocchezza? Manco per idea e nessuno lo saprà alla Rai e probabilmente, con l’eccezione di pochi, in Parlamento. Morale: si può dire qualsiasi cosa basta dirlo con convinzione, che sia vero o meno non importa. Ciò che conta è convincere…, guardate il Cavaliere…

mercoledì 4 dicembre 2013

LA QUINTA COLONNA Carlo Biancheri

Il noto giornalista della cronaca di Roma Tajani, divenuto per meriti forzaitalioti Vice Presidente della Commissione Europea su designazione del governo Barnum, quello di nani e ballerine è il caso di dirlo…. si è espresso questa sera, contro gli interessi del paese da cui proviene, per sostenere il Commissario Rehn, candidato liberal democratico alla presidenza della futura Commissione Europea. Il Rehn che incute timore in quanto non sorride mai, semmai ghigna…, è il tipico esponente di un mondo massonico ugonotto che dà lezioni di etica salvo poi essere attentissimo a difendere con qualsiasi mezzo i propri interessi contro chiunque. Il suo paese è sopravvissuto con l’ambiguità alla pressione dell’Unione Sovietica da un lato e dell’Occidente e della Svezia, che lo ha più volte dominato, dall’altra. Era neutrale la Finlandia e in realtà era un covo di spie, dove i finlandesi stessi erano tutti sotto controllo da parte di quelli che esprimono i quadri politici attuali. Quando ci fu l’apertura al PCI nel nostro paese si parlò di finlandizzazione dell’Italia e di filo-neutralismo a proposito della critica da parte di alcuni all’adesione al Patto Atlantico. Questo il contesto. Per ingraziarsi i suoi potenziali elettori il Rehn, in modo maldestro e senza nessuna diplomazia, secondo le migliori tradizioni dei popoli nordici, per lo più dei vichinghi o, come nel caso della Finlandia, ugro-finnici, forse di origine asiatica, ha attaccato con tono sprezzante i progetti del Governo italiano, cioè uno dei Pigs... E’ scettico il Commissario (anche noi lo siamo…) sulla realizzabilità di certi progetti, ma chi ha la responsabilità a livello europeo di politica economica non può esprimersi con stati d’animo, lo scetticismo, ma deve citare fatti ed analizzarli: qualsiasi cosa dica ha un impatto sulle aspettative, sui mercati. Ma sui fatti e sulle analisi a Bruxelles si va a buon peso… Quel che è stupefacente è che il giornalista della cronaca romana abbia sentito il bisogno di affermare che il Rehn, sodale del gruppo liberal democratico (ma Forza Italia teme di esser cacciata dai Popolari europei?), abbia ragione a sostenere che ci vuole la riforma della giustizia (ci viene in mente chi scambia lucciole per lanterne… si parlava d’altro…) e che caso mai il problema è quello di un Euro troppo forte che danneggia le esportazioni europee. Come se uno chiedesse ad un altro: dove vai? E la risposta: porto ceci… Il liberal democratico, arrogante, Rehn mette in discussione quel che facciamo (male…)noi, ma si guarda bene da usare lo stesso tono con altri Stati membri e neppure i maggiori! Puro atteggiamento di superiorità, espressione di una cultura portatrice di razzismo. Tanto per aver l’idea dei rapporti di forza in Europa: forte con i deboli e debole coi forti…

domenica 1 dicembre 2013

MALESSERE Carlo Biancheri

E’ la sensazione più diffusa, in questo tempo, per chi non voglia lasciarsi trascinare dalle mode, dai luoghi deputati, dal conformismo culturale e che si chieda: cosa è giusto fare in questo disordine? La decadenza dalla carica di senatore del povero pregiudicato ha scatenato una scena da nave dei folli, dalle sue parti: proclami dell’economista di ‘alta statura accademica’, come lo definì Monti, in uno scatto d’ira…, pitonesse che parlano per vedere l’effetto che fà, ex ballerine e modelle scollacciate che ripetono a memoria la lezioncina senza capire quel che dicono, esattamente come le testimoni del processo Ruby (v. motivazioni alla sentenza), deputate capogruppo che non perdono occasione di far capire che han studiato diritto, senza accorgersi che parlano come studentesse di giurisprudenza, cioè acerbe…, figlie viziate e sdegnate di tanto affronto… consiglieri fraudolenti… Eppure c’è, a dar retta ai sondaggi…, una buona percentuale di vittime o di stolti o… di lestofanti che sostengono il pregiudicato. Non ce ne interesseremmo se domani costoro non potessero governarci. Speculare ai succitati è il movimento che noi ( per primi?) chiamammo di Scientology, perché, a parte l’ideologia del Casaleggio sul pianeta Gaia…, si comportano con atteggiamento da setta, cioè manipolatorio coi loro adepti: li cacciano, non sopportano il dissenso, uno o due soli comandano e gli altri sono beta… Fa specie che i cosiddetti ‘intellettuali’ di sinistra - noi non consideriamo Fo un intellettuale, ma un attor semi-comico, che ci ha sempre annoiato coi suoi misteri buffi – o giornaletti come” Il fatto quotidiano”, diano tanta importanza a questa gente, sperando di conquistarli alla loro causa. Tempo perso: questi insultano perché si sentono ‘giustificati’, propongono sciocchezze senza motivarle (l’uscita dall’Euro :i grafici di Grillo sono dei falsi, perché non indicano le cause. Per dirne una, gli economisti hanno spiegato fino alla noia che se il PIL diminuisce, il debito aumenta in percentuale… Ma che studi ha fatto l’uomo?),vogliono un unico partito, propongono di parlare agli altri partner europei con un linguaggio mussoliniano (ricordate il “Dio stramaledica gli inglesi”?) e pensano che l’Europa stia lì pronta ad ascoltare come se i paesi nordici fossero disponibili ad essere benevoli e non piuttosto focalizzati a difendere i loro interessi. Nelle sedi internazionali le negoziazioni sono durissime, ma i nostri se ne infischiano, da irresponsabili: tanto non le fanno. E predicano… Per portare avanti le posizioni in Europa ci vuole la maggioranza…, secondo le maggioranze ponderate del Trattato nel Consiglio Europeo e poi in sede di Parlamento Europeo: sembra facile… L’amato Manzoni descrive benissimo la demagogia nei tumulti di Milano, durante le carestia, quando le parole d’ordine erano: pane per tutti! Sono i fornai che nascondono il grano! A morte! E anche adesso: reddito di cittadinanza per tutti! Consolidiamo il debito! (e poi… quel che resta chi se lo ricompra?). Disgraziatamente la gente non è informata adeguatamente perché i ‘media’ in genere e i conduttori televisivi (per la stragrande maggioranza)che debbono creare la notizia… o sono di parte e quindi voglion far dire quel che loro stessi reputano vero o sono del tutto ignoranti. Non ci avventureremmo mai a parlar di medicina, di fisica quantistica, di matematica superiore, questi, invece, parlan di qualsiasi argomento ed interrompono proprio quando qualcuno interpreta il senso di un avvenimento: l’assunto è che bisogna adeguarsi al livello più basso dell’ascoltatore medio e… certo, per questa via, ragioneremo presto tutti come degli analfabeti. Si potrebbe discorrere a lungo sul fatto che la nostra democrazia rappresentativa poco ci rappresenta e che in altri paesi, come gli Stati Uniti, esistono molti più contrappesi e corpi intermedi che da noi che consentono, seppur limitatamente…, la gestione del bene pubblico da parte dei cittadini. Noi crediamo, però, che il disagio sia più profondo: ci sono fior di imprenditori disonesti, contigui con la malavita o con molti politici parimenti disonesti, ci sono rendite di posizione nella pubblica Amministrazione centrale o periferica, mancano controlli efficaci, i contributi sono sperperati, la scuola è in crisi per mancanza di mezzi e per demotivazione e non sempre ottima qualificazione dei docenti o per programmi sovente inadeguati, i costi della politica vanno radicalmente ridotti, la giustizia riformata come le istituzioni ecc., ecc. Eppure tutto quel che succede avviene anche perché la gente è abituata a questo e si comporta allo stesso modo. E’ auto-referenziale, prepotente, cerca il denaro, il piacere, soddisfa continuamente il narcisismo e non si prefigge di costruire un futuro stabile, di realizzare a tutti i costi un progetto. E’ rassegnata e prende quel che può, non spera…, come dice il papa Francesco. Accettare il sacrificio, accettare certe rinunce non renderebbe immediatamente senza ruolo i piazzisti, i cialtroni, gli attor comici seduttori e populisti? Bisognerà inventare un nuovo slogan: uomini di buona volontà di tutto il mondo unitevi!