sabato 17 giugno 2017

M5S E SALVINI, UN'ALLEANZA NATURALE

Carlo Biancheri

Che si siano incontrati o no, poco ci importa ma che ci sia una convergenza è sotto gli occhi di tutti.
Forse qualche imbarazzo in più e qualche scrupolo, tenuto celato, naturalmente, in ossequio alla dottrina leninista che reputa che ciò che conta è la conquista del potere con tutti i mezzi, per gli intellettuali alla Micromega, come Asor Rosa che li ha votati, o per i dialoganti alla Zagrebelski o per i fuoriusciti dal Pd che hanno così ben interloquito con la setta ad inizio legislatura…, o per i divulgatori di sciocchezze come il fatterello quotidiano.
No, la cittadinanza a chi è nato e vive qui non la vogliono dare: ci vuole il sangue… Ma quella Lega che chiamava Roma ladrona e terrun i provenienti da una certa latitudine adesso ha spostato i confini in quanto accoglie tutti gli italiani? Ah, no chiede l’autonomia in vista dell’indipendenza con l’azzimato Zaia che non vuole sanzioni per chi non fà i vaccini… - oltre a non conoscere i Promessi sposi, malgrado le dichiarazioni in contrario, ignora che il Ministro della Sanità francese sta rendendo obbligatori  ben undici vaccini…- e col batterista Maroni: autonomia sì ma la difesa, l’ordine pubblico, le scuole, le opere pubbliche, le strade e i trasporti quelli li paga lo Stato cioè noi: come si dice? La botte piena e la moglie ubriaca.
La setta/ movimento  ci ha ormai stancati con le dichiarazioni di questi ragazzotti che fanno danni tremendi per imperizia - come  Torino e Roma insegnano - e  si  rifugiano in affermazioni apodittiche in un italiano spesso approssimativo, poi smentiscono o dichiarano che anche loro hanno il diritto di sbagliare… ma… chi paga i danni dell’apprendistato?
Erano alleati di Farage (Ukip) nel Parlamento europeo, il fascista inglese della Brexit che ha buttato il Regno Unito in una situazione  veramente difficile e la condizione della May , dopo le elezioni, lo indica chiaramente:sterlina a picco dopo un anno dal referendum, aumento del 2,3% dei prezzi sui prodotti non alimentari,salari in diminuzione… Hanno festeggiato l’arrivo di Trump che una persona sensata, fin dalla campagna elettorale, poteva ben comprendere dove avrebbe condotto l’America ed il mondo… Sono sostenitori di Putin, cioè Kgb -  non lo conoscono perché giovanottelli - eppure con sfrontatezza e sicurezza impartiscono lezioni senza  comprendere o addirittura conoscere i problemi.
Salvini ha tra i suoi adepti un tizio corpulento che in Parlamento, sedendosi con violenza e, in spregio alle regole, sui banchi del governo, ha mandato in infermeria la Fedeli. Questo soggetto ha sentenziato baldanzoso in televisione, dopo il fatto, che stava conducendo una battaglia che diventa anche ‘fisica, quando si vogliono difendere le proprie idee’, come fà l’Isis, appunto… La democrazia si difende con le mani per questa gente? Cosa hanno in mente, le purghe? I fascisti avevano organizzato il delitto Matteotti… La proposta politica consiste nell’alleanza con Trump, Putin e l’uscita dall’Euro: se la sterlina che era fuori si è svalutata, noi quanto svaluteremo con la liretta? Il 30%? Da mangiare poi ce ne porta lui? E caccia libera ai migranti…
Gli italiani non reagiscono, perché sono storditi. La giusta riforma della Chiesa, innescata da papa Francesco, è portata avanti in modo pasticciato e confuso;  non si capisce più quali siano i punti fermi: il generale dei gesuiti  ci spiega che non c’era il registratore al tempo di Cristo per esser certi di quel che abbia detto e che il diavolo è una figura simbolica e anche il male molte volte… Ci riferiamo alla Chiesa perché ha sempre  esercitato un compito di supplenza, almeno tra il 1950 e l’avvento del papa polacco e il Ruini,quello che ha distrutto quel che c’era di valido nel mondo cattolico a vantaggio dei movimenti, in questo povero paese. Se la Chiesa non insegna più molto ad una società che è concentrata soltanto sull’edonismo ed è ripiegata su sé stessa, la società come si rialzerà? Il problema dei migranti non è quello di accogliere tutti, impossibile per noi, e neppure, come dice la setta, di iniziare i rimpatri –come,con la polizia? dove? In paesi dove non esiste l’anagrafe? Con gente senza documenti? E quanto ci costerà l’accordo con lo Stato di origine ‘presunto’ che accetti di riprenderseli?- E poi per i rifugiati… Dovremo  denunciare le Convenzioni internazionali cui abbiamo liberamente aderito? Un bel problema…

Se manca un umanesimo integrale…, c’è solo la reazione e questo accomuna Salvini e la setta: l’alleanza è naturale.

venerdì 16 giugno 2017

IN QUALI MANI METTIAMO GENOVA?


Rosa Elisa Giangoia



Il fatto che 88.781 genovesi abbiano votato per Marco Bucci al primo turno delle elezioni comunali lascia piuttosto stupiti per il fatto che il suddetto candidato, pochi giorni prima, aveva dichiarato in un’intervista a “Panorama” che Genova può diventare il più bel sobborgo di Milano, indicando così una linea di decadimento della nostra città che, privata della sua antica connotazione di Superba, verrebbe ridotta ad un sobborgo, entrando in competizione con altri comuni satelliti di Milano, come, ad esempio, Abbiategrasso, entrambi a 45 minuti dal centro del capoluogo lombardo, con la costruzione del Terzo valico nel giro di pochi anni. Evidentemente questi genovesi hanno poco amore per la loro città, per la sua identità storica e culturale e privilegiano il fatto che ad Abbiategrasso ci siano gelaterie che producono gelati di oltre 60 gusti, mentre a Genova, tradizionalisti e poco fantasiosi, si rimane legati alla panera e al paciugo!  Ma, scherzi a parte, prospettare una tale evoluzione per Genova vuol dire privilegiare per il futuro i collegamenti ferroviari veloci con Milano, con molte conseguenze per l’assetto cittadino, in primo luogo la rivitalizzazione delle zone abitative vicine alle stazioni ferroviarie e l’abbandono delle altre ad un loro non meglio precisato destino…
Domenica 25 Marco Bucci dovrà vedersela al ballottaggio con il candidato della sinistra Gianni Crivello che ha realizzato circa 12.000 voti in meno. La competizione per il Comune di Genova è dura e indubbiamente la sinistra, a guida PD, deve fare un intenso sforzo di convincimento e di propaganda per sperare di poter continuare a governare il Comune di Genova. Al momento non ci pare lo stia facendo. Indubbiamente i cinque anni in Comune di Marco Doria non aiutano, in quanto riverberano sulla sinistra un’immagine di immobilismo e di assenteismo dai problemi cittadini, aureolati solo dal mito della sua onestà. Siamo però convinti che serva poco agitare nei confronti di Bucci lo spauracchio della peggiore destra o il becerume trumpiano di troppi consiglieri e affini, appoggiandosi su foto di Bucci stretto tra Salvini e Meloni, accusando tutti loro e il governatore regionale Toti di xenofobia neofascista.
Ci sembra che il discorso da fare ai genovesi dovrebbe essere molto diverso, alternativo anche alle generiche promesse di una città più pulita e ordinata, di un ipotetico sviluppo che dovrebbe portare nuovi posti di lavoro in città. Occorre prendere atto con consapevolezza e sincerità dei problemi che l’amministrazione Doria ha lasciato insoluti e/o inaffrontati e proporre documentate ipotesi di soluzione, suffragate da precise ipotesi  e possibilità di spesa. Alle promesse elettorali non ci crede più nessuno, come non serve la demonizzazione dell’avversario. Per vincere servono delle idee, gli spauracchi non bastano Ai genovesi bisogna dire qualcosa di chiaro e risolutivo su AMT, sui rapporti AMIU IREN, sulla gestione dell’immigrazione e sulla sicurezza; occorre concludere opere che si  trascinano da troppo tempo, come la copertura del Bisagno o lo scolmatore del Fereggiano e dar inizio ad altre.
Ma occorre anche mettere Marco Bucci difronte a precise e responsabili scelte. Lui si è sempre dichiarato cattolico e recentemente ha presenziato alla Messa di papa Francesco. E allora, come concilia questa sua scelta con le dichiarazioni del suo patronus politico Matteo Salvini che ha affermato che “per i migranti serve una pulizia via per via, quartiere per quartiere e con le maniere forti, se serve, perché ci sono interi pezzi d’Italia fuori controllo”. Le posizioni del papa sono completamente diverse e Bucci deve dire da che parte sta.

martedì 13 giugno 2017

AVVENIRE, AMORIS LAETITIA E LA SOLITA ASTUZIA GESUITICA


Carlo Biancheri


La premessa è che: ‘Non chi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli ma colui che fà la volontà del Padre mio che è nei cieli…’ (Mt 7,21); ne deriva che l’esser cristiani non è una professione, è prima di tutto una prassi, ‘giacché le prostitute vi precederanno nel Regno…’(Mt.21). Si vedrà alla fine della vita chi lo è stato veramente, inclusi papi, vescovi e presbiteri.
Perciò è con molto sospetto che leggiamo ‘Avvenire’ (venerdì 9 giugno 2017), di proprietà della Conferenza episcopale italiana, che si pone come voce semi-ufficiale dei cattolici italiani, pur non avendone titolo, né  retroterra culturale e teologico adeguati, allorché sostiene con il suo ineffabile direttore, quello, per chi non se ne ricorda, che trovava consonanza tra il programma politico di Scientology/grillino e quello cattolico…, la sussistenza della pari dignità di fronte a Dio di ogni orientamento sessuale in Amoris laetitia, l’enciclica del papa Francesco.
Anzi, il Tarquinio, che probabilmente pensa che la Verità si fondi sul ‘consenso’ allorché cita le molte missive ricevute dai lettori a sostegno di questa tesi…, pubblica la lettera di chi, secondo lui, sarebbe invece  sostenitore dello status quo – noi leggiamo  semplicemente che non ha trovato in alcun documento  pontificio un’affermazione del genere e che una cosa è il comportamento e un’altra l’accoglienza della persona…- ed una di un gesuita, Piva, a sostegno della pari dignità.
Crediamo che occorra soffermarsi un poco su quanto, emblematicamente, scrive il gesuita Piva per formulare qualche riflessione.
Il dibattito nasce da un articolo di Luciano Moia che scrive tra l’altro: ‘Meno rilevanza al normativo, più evidenza all’umano in un atteggiamento di carità e di misericordia, secondo quella legge della gradualità che non intende cancellare i principi ma indicarli – senza trasformarli in pesi insopportabili per la vita delle persone -come punti di arrivo in un cammino di fede’. In ‘politichese’ vorrebbe dire che non si può esser casti subito… Secondo il gesuita ‘questa è una delle chiavi per intendere Amoris Laetitia: una nuova prospettiva della norma, che non cambia, in un atteggiamento più pastorale e attento all’umano; così essa diventa più efficace per la vita delle persone e delle famiglie…’.
Prima considerazione: siete certi che la gente di Lgbt concordi che ‘la norma non cambia’? O non vuole che piuttosto sia riconosciuto come moralmente lecito il proprio comportamento sessuale? E allora a cosa si riduce il cambiamento, al fatto che il prete in Chiesa non si metta ad imprecare se vede entrare un transessuale? Perché, se lo avesse fatto prima di Amoris laetitia, era lecito? Non incontrava il Cristo i pubblicani e le prostitute? E non ci sono ordini religiosi  nella Chiesa, da molto tempo, che uniscono ex-prostitute ed altre donne senza distinguerle? Se mai nella storia della Chiesa si fossero cacciati tutti i peccatori, le Chiese sarebbero state sempre vuote, a cominciare dai preti. Ma il gesuita sottilizza, secondo la tradizione suareziana e la casistica: ‘si personalizzano i cammini perché ciascuno nella condizione esistenziale concretamente data o ormai definita possa praticare quella vita-in-Dio a lui possibile. In questo senso leggo anche l’affermazione della pari dignità di fronte a Dio di ogni orientamento sessuale. Lo sappiamo: in senso ‘oggettivo’ questa affermazione non corrisponde letteralmente all’attuale magistero; ma in senso ‘soggettivo’ l’orientamento, come condizione data e definita, qualsiasi esso sia, rimane l’unico qui-ed-ora a partire dal quale la persona può rivolgersi a Dio e attuare il bene a lei possibile…’.
A nostro debol parere, gli apologeti, nell’ansia di difendere una posizione, semplificano e talora falsificano. Quel che lascia sconcertati è la totale  carenza di ‘esperienza umana’.
Innanzitutto tra gli orientamenti sessuali esiste anche la pedofilia che è una pulsione incoercibile, dicono gli psicologi…, ma potremmo ampliare la gamma dei comportamenti istintuali e citare anche la zoofilia. Qual è la dirimente che porta ad escludere un comportamento a favore di un altro? E il famoso terreno da cui ci si rivolge a Dio perché vale in alcuni casi ed in altri no? E qui vien fuori il personalismo cui si rifà il Piva che sarebbe anche alla base della Gaudium et Spes. Veramente la Costituzione conciliare è stata scritta, in gran parte, dal p.Chenu, o.p., che proprio un seguace di Mounier non era. È tutta tomista ma certo di un tomismo che prende sul serio l’umano e non come fanno i gesuiti da un lato con l’evoluzionista Teilhard, più che altro uno che identifica evoluzione umana ed azione di Dio, dall’altro con i Maréchal, Rahner, i von Balthasar che leggono l’umano in chiave soggettivistica, ‘idealistica’ dice Wittgenstein nel Tractatus. ‘Gradualità’ sembra esser la parola magica per portare poi sulle posizioni prefissate: in altri termini, la conquista del ‘mondo’ con i mezzi del mondo, una vecchia storia…
Nel discorrere di questi argomenti non si prende in considerazione che il male consiste in una violenza, in un’ingiustizia verso un altro o sé stessi e qui è l’origine dell’oggettività contro il soggettivismo. Senza scomodare un’antropologia teologica corretta, è opinione diffusa  tra gli psicologi che il comportamento istintuale maschile e femminile sono cose ben distinte. Si può bene avere un’omeostasi in certi comportamenti ma i ruoli si riproducono artificialmente in ciò che ciascuno cerca nell’altro, protezione o possesso, e c’è da chiedersi se nella gran parte dei casi non ci sia un’ingiustizia, un furto di possibilità, di un’alternativa per uno dei due partners. Uomo e donna li creò… e la vita si trasmette così; i figli hanno bisogno di entrambi i ruoli; possono, certo, sopravvivere a tragedie ed essere anche senza genitori, tuttavia, rimarranno marcati per sempre. C’è una smania a voler trovare soluzioni a tutto per suscitare consenso, peccato, però, che per un cieco nato od uno zoppo non ci siano risposte…


martedì 6 giugno 2017

MADAMIN NON E' CAPACE?


Rosa Elisa Giangoia


Per la prima volta nella storia di questo nostro povero paese si è verificato quello che si poteva temere in occasione di grandi assembramenti di persone, non sufficientemente organizzati e controllati:  ci sono stati 1.500 feriti in una piazza di Torino dove 60 mila persone assistevano ad una manifestazione sportiva sui maxischermi. Ci sarebbe da chiedersi se chi ha deciso di assegnare piazza S. Carlo, il salotto buono di Torino, ad un evento del genere dove alle famiglie si  mescolano tifosi provenienti da mezza Italia, tutti rigorosamente in divisa, non propriamente famosi per il tratto rispettoso dell’altro, sapesse quel che faceva. I circenses, si sa, sono la religione del tempo, così Madamin anche lei ha abbandonato la piazza della sua città al popolo e si è affrettata ad andare nel Galles a vedere una finale sportiva conclusasi assai male per la città che governa, anche se poi è dovuta rientrare precipitosamente per le notizie che provenivano da Torino. Non serviva a nulla far credere che fosse un complotto il numero dei feriti, come sosteneva uno degli ineffabili della setta, mentre occorreva prendere coscienza che fosse l’esito di un’impreparazione, di un’incapacità gestionale, di un’immaturità amministrativa della sindaca a cui si aggiungeva la colpevolezza di chi l’aveva votata: la realtà è stato un disastro, divulgato in  tutto il mondo, che ha riverberato ovunque un’immagine negativa del nostro paese.
Madamin, nelle prime dichiarazioni tra una frase d’appoggio e l’altra –‘ovviamente’, ’sicuramente’, c’è stato un attimo di panico… Act of God !- ha scaricato tutto su Nizza et similia, poi  sulla controllata del Comune al 100% che aveva organizzato l’evento; si è persino vantata di aver adottato le stesse misure di sicurezza  della precedente amministrazione  di due anni prima. Ma in realtà la situazione era un’altra: le misure di sicurezza due anni fa erano ben diverse, lo schermo non era posizionato in modo da bloccare le vie di fuga e, soprattutto, non c’erano stati gli eventi di terrorismo che impongono ormai, in simili circostanze, ben altra circospezione, soprattutto i vigili urbani erano pochi, non si era pensato al posteggio sotterraneo, né ai venditori abusivi di bevande in contenitori di vetro… e a molte altre cose, in primis, garantire adeguate vie di fuga.
Quanto è accaduto porta ad una riflessione più generale su una forza politica che arriva al governo di una città come Torino senza la minima preparazione, competenza ed assennatezza per farlo.
I giornali ci parlano quotidianamente con serietà del giovanottello fuoricorso che dovrebbe diventare il presidente del Consiglio nel governo del paese (!), se (malauguratamente!) vincesse la setta. Ci hanno riempito la testa insieme a quei personaggi… che gestiscono i talk shows televisivi  di lodi per questa sindaca che era la più popolare d’Italia, mentre non faceva altro che ordinaria amministrazione o meglio una pessima ordinaria amministrazione, senza nessuna capacità di far fronte a situazioni nuove, complesse e impegnative da gestire..
Da quanto è purtroppo accaduto emerge il vuoto di questi giovani che voglionogovernare con l’improvvisazione, l’immaturità e l’incompetenza: in prima fila, in una gioiosa macchina da guerra, nelle manifestazioni no TAV o Gay pride, ma incapaci di comprendere che una piazza come quella non doveva esser data per  manifestazioni sportive che rasentano spesso il vandalismo e la rissa, che una massa enorme di persone non può essere lasciata in balia di se stessa, specie nell’attuale situazione in cui dominano insicurezza e paura per il ripetersi di attentati. Se almeno avessero letto le pagine del Manzoni sulla folla…
Tutto questo deve rappresentare un monito per tutti quelli che voteranno alle prossime elezioni, in primo luogo a quelle amministrative di domenica prossima. Se hanno a cuore il futuro di questo paese per sé e per i propri figli, riflettano sulle persone a cui dare il voto, considerino attentamente la loro integrità, sincerità, maturità e soprattutto la loro competenza riguardo agli incarichi di cui vogliono farsi carico. Ci vogliono persone che abbiano progetti precisi, solidi e validi per lo sviluppo delle nostre città e del nostro paese, non che si limitino a gestire l’ordinario quotidiano e che siano poi impreparati e incapaci di fronte a eventi eccezionali e a emergenze.


domenica 4 giugno 2017

IL GENERALE DEI GESUITI E IL DIAVOLO


Carlo Biancheri

Domanda:… ’il male è un processo di psicologia umana o proviene da un’entità superiore’?
Risposta: ‘Abbiamo creato figure simboliche, come il diavolo, per esprimere il male. Anche i condizionamenti sociali rappresentano questa figura, dal momento che ci sono persone che agiscono come fanno perché si trovano in un contesto in cui è molto difficile fare altrimenti’  (Intervista concessa a El Mundo pubblicata il 31/5/2017).
‘Io credo che il diavolo non esista e, quindi, se è stato l’uomo ad inventarlo, questi lo ha creato a sua immagine e somiglianza’… E’ sempre il generale dei gesuiti p. Sosa  Abascal che parla? Corrisponde a quanto ha appena detto sopra…, invece, è Ivan Karamazov, quello dei tre fratelli che ha come assoluto, prima di Nietzsche, il proprio ‘io’ e come corollario ‘tutto è permesso’… e che non teme il confronto col diavolo stesso che gli compare.
Già, ma il primo è un prete, e non da poco, che reputa che abbiamo creato una figura simbolica… Tra l’altro, Satana è un angelo, secondo la dottrina della Chiesa, ne consegue che anche gli angeli sono creature simboliche… Perciò l’Annunciazione – spiace per quella meraviglia dipinta dal Beato Angelico e per Della  Robbia sul tema- va soppressa: l'ha semplicemente pensata Maria… Gli angeli del sepolcro vuoto, anche quelli sono allucinazioni… E quelli dopo l’Ascensione che mandano gli Apostoli nella Galilea delle genti? Beh… fà parte del folclore, altrimenti Raffaello come faceva a dipingere un quadro così bello? Tocca ripensare tutto? Scusate, ma al tempo di Gesù non c’era mica il registratore!
Chi è questo personaggio incolto, teologicamente parlando, che sembra ignorare che le fonti, dopo tutto, siano due: la Scrittura e la Tradizione (…)?
E’ figlio di un banchiere, ex-ministro del Venezuela. In Sud America con quel censo  ti chiamano Senor fin dalla prima infanzia e poi ti si rivolgono con Usted che sarebbe  per noi ‘Vossignoria’… Usted, Senor General, no nos entiende… si canta nella canzone degli Intillimani e sono i contadini a farlo… C’è una distanza stellare tra questi discendenti di Hidalgos e la gente, specie se india, che li vede come Santiago a cavallo che li scaccia con la spada: il Santiago Matamoros della Spagna diventa nelle Chiese coloniali dell’America latina Santiago Mataindios… Porta i baffi: a chi deve piacere? E quando parla lo fà con distacco, come quando dice che la sociologia è ormai una scienza da cent’anni e quindi può sostituire, nell'elaborare la teologia, il ruolo sin qui svolto dalla filosofia che ha come fondamento la ricerca del ‘che cos’è delle cose’, le cause… Credevamo che la sociologia fosse, come l’antropologia, una scienza descrittiva che non si ponesse proprio il problema  della ricerca delle cause, arrestandosi al livello comportamentale: nelle isole Fiji vige la poliandria, il sistema funziona e quindi va benissimo così. In altri paesi vige la poligamia: nessuno si lamenta? E va bene. Veramente Maometto qualche problema nell’autorizzare la poligamia se lo poneva (…), perché nel sostenere che un uomo può  avere fino a cinque mogli, aggiunge subito dopo ’a  condizione che sia giusto con ciascuna di esse’… e poi ‘ma nessun uomo è giusto’…
Dove ha studiato costui? Forse a Macondo o in un clima analogo? Il problema della ‘qualità’della scelta al di là di ciò che è descrittivo se lo è mai posto? Avrà anche studiato alla Gregoriana dove ormai si insegnano Heidegger e Lévinas per diventar preti e cioè che l’Essere è indefinibile e tutto è affettivo. Ma non si va dritti al fideismo per questa via? E  come faccio a dire che Dio è buono se non posso definire cosa sia buono e, come direbbe perfino Dostoevskji, io stesso non ho esperienza di ciò che è buono?
O forse, come sostenevano i modernisti, è  la Storia, hegelianamente intesa, il criterio di tutto per cui la liberazione degli oppressi coincide con l’evangelizzazione?
San Filippo Neri nell’organizzare il metodo dell’Oratorio grande con i due sermoni si raccomandava che non venisse usato il ‘modo parisino’ o ‘sorbonista’ – S. Ignazio voleva che le scuole della Compagnia si stabilissero nel ‘modo parisiense’ quanto agli ordinamenti ed alla didattica – ‘senza che ci si mettesse profundo et meditato diuturno studio et risolutione di libri et di diversi authori et scholastici…’ a favore della semplicità e dell’autenticità. Sebbene il Cistellini (San Filippo Neri, L’oratorio e la congregazione oratoriana, vol.I, pag. 88) si affretti  a precisare che ciò non deve esser inteso come polemica verso i gesuiti, che venivano appunto detti 'maestri parisini’, menziona solo il p. Lainez come esempio di spiritualità che contraddice l’approccio ‘parisino’. Si tratta infatti, con questo metodo, di trasformare il ‘sistema’ in logica dove la volontà/volontarismo, ma anche la preoccupazione del risultato, non hanno un ruolo minore e se ci si preoccupa del risultato si diventa necessariamente dei propagandisti, degli apologeti perché c’è un conflitto di interessi  e non si prende sul serio l’umano: la filosofia, scrive Aristotele, inizia con lo stupore delle cose… Preferiamo  una descrizione del comportamento umano come fattualità?
Il papa a Fatima, nel riconoscere i propri peccati, ha menzionato quello di non sapersi scegliere i collaboratori… Veda un po’ se in questo caso… e non dimentichi che, al tempo dei bombardamenti americani in Vietnam, in Europa, si gridava nelle manifestazioni: chi tace acconsente.