mercoledì 7 agosto 2013

FETICISTI

COMMENTO
Penso che serva poco rinvangare situazioni del passato e fare delle sterili contrapposizioni. La situazione che il Papa ha davanti è davvero molto difficile, in quanto la sfida da vincere è quella della secolarizzazione, che ha ormai pervaso l’Europa, soprattutto nelle aree prima legate all’URRS di tradizione ortodossa e in quelle del nord protestanti, e che si sta progressivamente infiltrando anche nell’area cattolica, soprattutto attraverso una serie di atti legislativi che separano e allontanano fortemente la legalità dalla morale cattolica. Infatti è stata secolarizzata la trasmissione della vita con la legalizzazione dell’aborto e con la possibilità della fecondazione assistita e dell’uso di embrioni umani, a scopo terapeutico, è stata secolarizzata la famiglia con la legalizzazione del divorzio e con la sua equiparazione ad altre forme di unione tra persone anche dello stesso sesso, è stata secolarizzata la sessualità, liberandola da ogni conseguenza procreativa e da ogni vincolo morale, è stata secolarizzata la morte con l’esclusione di ogni assistenza religiosa, con l’eutanasia ed il suicidio assistito. Tutto questo rappresenta una novità assoluta nella tradizione della civiltà europea, dato che si è imposta una frattura radicale tra ciò che è legale e ciò che è morale. Questo passaggio da un mondo cristiano a un mondo secolarizzato è in Europa un avvenimento talmente nuovo per l’avvenire del cristianesimo da esigere, da parte della Chiesa, una riflessione approfondita e creativa sui metodi di evangelizzazione che, in larga misura, sono ancora quelli del passato. Su queste tematiche penso sarebbe necessario un nuovo concilio ecumenico.
 Valerio Colonna



RISPOSTA
Credo che questa lettera meriti una risposta perché per troppi anni posizioni come questa hanno svolto una funzione di leadership nella Chiesa, complice prima un papato da spettacolo e povero teologicamente, poi una linea debole e conservatrice, ad un tempo, che ha permesso a vescovi incolti e prepotenti di allearsi, in Italia, pervicacemente col Berlusconi e i suoi accoliti, in spregio agli ‘ambiti’ chiaramente definiti, tra l’altro, nella Costituzione conciliare Gaudium et Spes. Di questo i cardinali e vescovi in questione, per i credenti, dovranno render conto… Lo scandalo è stato grande e, soprattutto, ha annientato per lungo tempo lo spirito profetico nella Chiesa, postulato dal Concilio c.d. pastorale…, incentivando movimenti pasticcioni ed integralisti che cioè non avevano contezza della distinzione tra fede e costruzione del bene comune nella società, tutta imperniata sulle scelte di prudenza: bene maggiore/male minore, senza pretendere di raggiungere una perfetta coincidenza tra la città di Dio e la città degli uomini nel tempo storico. Questo è l’abc del tomismo che, diciamolo chiaro, ha avuto una rinascita in terra francese, specie negli anni Cinquanta/Sessanta, mentre in Italia conservatori alla Siri conoscevano il tomismo tramite pessimi manuali e, in pratica, sostenevano posizioni oscillanti tra una linea suareziana ed il volontarismo giansenista. E questi sono i maestri degli odierni campioni, spazzati via dall’elezione di papa Francesco… Tra bontadiniani (il povero San Tommaso ridotto ad un platonico per conciliare le cretinate idealiste…), rosminiani/sciacchiani, personalisti d’accatto, cripto-heideggeriani, il cattolicesimo italiano non ha riletto, in anni cruciali, San Tommaso in modo forte, e cioè nella dimensione aristotelica - come un Chenu, ad esempio - e specie di quell’ Aristotele del libro VII della Metafisica. L’esito è stato pessimo perché si è tradotto, per fare un esempio, nell’incapacità di dare risposte serie al fine vita (abbiamo più volte ricordato che le posizioni di Giovanni Paolo II, sollecitato dall’attivista Ruini, contraddicono quelle di Pio XII, molto più fondate e circonstanziate, v. il discorso agli anestesisti cattolici), di portare argomenti congrui in merito all’equiparazione dei generi nella famiglia (ci fosse uno che avesse rilevato la differenza tra una scelta istintuale e la scelta che caratterizza l’uomo! Quest’ultima si configura sempre come scelta di beni che impattano naturalmente sulla vita sociale… L’uomo è un animale ‘razionale’, dice Aristotele, e San Tommaso parla di governo di sé tramite l’habitus, il comportamento costante…, che favorisce la pienezza dell’uomo, il suo ‘attuarsi’... Se io, per soddisfare l’istinto, non cesso di mangiare, che mi succede dopo due ore?), di contrastare in modo argomentato la diffusione dell’aborto che spesso si riduce ad un metodo contraccettivo: a parte le foto dei feti, c’è chi ha proposto argomenti (non gli slogans cretini) a favore della vita che vuol dire solidarietà, che vuol dire giustizia sociale, che vuol dire soprattutto accoglienza e speranza insieme...? Le critiche al papa Francesco dei tradizionalisti, da un lato, para-scismatici, come quelli del blog messa in latino, fiancheggiatori dei lefevriani, quelli sì scismatici, nella sostanza, nonostante il ritiro della scomunica da parte del debole papa Benedetto, e dei massoni, dall’altro, che lo qualificano demagogo, interpellano i cattolici consapevoli, se ve ne sono rimasti… I primi si rifiutano di guardare in faccia la realtà: vogliono che il papa indossi il camauro, usi pastorali d’oro, crocioni, scarpette rosse e anelloni d’oro, perché il papa rappresenta il successore di Pietro che per la verità era un pescatore illetterato… il cui Maestro diceva di non avere neppure una tana come le volpi dove dormire… Sapete cosa risponde San Domenico al papa che, indicandogli il suo fastoso palazzo, gli dice: “Pietro non potrà più dire: non ho né oro né argento?” “Ma nemmeno potrà più dire: alzati e cammina…!” Come la mettiamo, signori feticisti, attaccati ai fiocchi e ai filatteri, con San Domenico nemico degli albigesi? Questi erano dei manichei, perché pensavano che il mondo fisico fosse male… e, come Plotino, volevano fuggire al Padre, perché la realtà attuale è ‘samsara’… E così i calvinisti, più tardi. Sostengono, infatti, sulla stessa linea, che l’uomo fa la volontà di Dio dannandosi, cioè seguendo il male inevitabile…: c’è chi si salva e c’è chi si danna: è già scritto. Quell’agostinismo oltre Agostino, cioè Plotino, da noi criticato, è portato a svalutare grandemente la Creazione e quindi il Genesi V. Il sesso è male (ma il matrimonio??? Il Cantico dei Cantici?); la storia umana è votata all’insuccesso e solo la fede può salvarci: ma la ragione, dono di Dio, resta una luce naturale o no? Conta solo l’intelletto che ha già inscritto in sé le Verità necessarie? C’è dell’idealismo ante-litteram in questo… A parte doni speciali che non neghiamo…, normalmente la conoscenza non avviene a partire dai sensi o invece la natura è ‘samsara’? I sensi sono un mero accidente? O il Signore ‘poverello’ ha assunto ‘questa’ natura (seppur decaduta) nella sua bontà, nelle sue potenzialità? Vien da ricordare l’Agostino che diceva che i peccati dello spirito sono ben più gravi di quelli della carne perché fondati sull’orgoglio, sull’amor proprio come il primo peccato, quello di origine… I feticisti della messa in latino (ma il Signore ‘poverello’ parlava in aramaico e non consta che Pietro conoscesse il latino…, senza fare dell’archeologismo…) non sono interessati al kerygma, al convertirsi, al dono della fede ma al rito, al loro rito che diviene un fine in sé: jam recepisti mercedem tuam, verrebbe da dir loro. Degli altri la critica è connessa alla preoccupazione di salvare la loro ‘gnosi’: se questo papa fa sul serio è un problema… Quanti lo seguiranno? Ma lo Spirito soffia dove vuole e i segni dei tempi di cui ci parlano il Concilio e il magistero di questo papa, un dono di Dio, costituiscono le tracce… del compiersi della Storia della Salvezza.
Carlo Biancheri