lunedì 12 dicembre 2016

L'INTEMPERANZA DEL M5S

Ormai Renzi ha accantonato definitivamente le sue velleità di rottamatore e, manovrando dietro le quinte il suo avatar (mai nomignolo fu più appropriato!) Gentiloni, cerca sostegno nella vecchia nomenklatura, a cominciare dal Gentiloni stesso uomo dalle battaglie multicolori, anche se con una prevalenza prima di verde e poi di bianco, per arrivare a riesumare Fassino che, sconfitto dall’Appendino, ha ben diritto ad un risarcimento!
Ma cosa ci vengono a raccontare? Loro sono sempre gli stessi, il vero nuovo che (per fortuna!) avanza e il M5S!

Pietro Dotto


Carlo Biancheri

Proviamo, Egregio Signore, ad esaminare quel che non va, non diremo del suo pensiero, perché non è ampio, ma nelle sue affermazioni apodittiche.
Quel che notiamo, di primo acchito, ed è comune agli adepti della setta di cui trattasi, è l’intemperanza che, secondo Aristotele nell’Etica Nicomachea (cap. III), è l’opposto della moderazione.
L’intemperanza è ciò che allontana dalla ragione in quanto non interessa quella parte per cui  siamo uomini bensì quella per cui siamo animali. Si applica anche il nome di intemperanza agli errori fanciulleschi i quali infatti hanno una certa analogia… e non sembra che il nome sia applicato a torto; infatti deve esser moderato ciò che ha tendenza alle cose turpi e che può accrescersi di molto: e di tal natura sono soprattutto il desiderio ed il fanciullo: infatti anche i fanciulli vivono secondo i desideri… Sic Aristotele.
Non è forse intemperanza trinciare giudizi su tutti ed esaltare le gloriose future sorti di un movimento/setta che non è in grado di fare una proposta, dicasi una, anzi, quando la fa, è inconsistente?
Fico ripete  il refrain dei governi non eletti: che non conosca la Costituzione più bella del mondo che pure dice di difendere? Non lo sa che i governi non sono eletti dal popolo ma dai rappresentanti del popolo che siedono in Parlamento? Per lui non ci deve essere un Primo Ministro/Presidente del Consiglio (in Italia…) ma un portavoce dei cittadini. Quali? Quelli che sceglie lui? Gli amici di spiaggia o di bisbocce? Lo sa il nostro giovane uomo aspirante a destini superiori  –nell’interesse generale si intende!- che la democrazia ad Atene era composta da pochi soggetti (lo abbiamo anche scritto in questo blog…) e che gli esempi di democrazia diretta  nella Storia  sono pochini? O forse pensa ad una situazione di democrazia diretta per l’Italia del tipo della Libera repubblica di Fiume? Tutti nudisti?
In compenso il Di Battista motociclista ci dispensa il programma di governo secondo il quale bisogna sottoporre a referendum la permanenza nell’Euro. Da fine conoscitore di economia avrà valutato l’impatto sull’economia del paese, con un debito pubblico del 132% del PIL, di una simile scelta… Cosa possono dire i votanti? Sono tutti conoscitori di economia? Lo sanno cosa li aspetterà dopo? Se alle scadenze del debito il Tesoro non riuscirà a piazzare nuovi titoli perché nessuno se li compra, che succederà? Faremo la Comune? E la liretta si svaluterà almeno quanto la sterlina dopo la Brexit? Molto di più, pensiamo noi. E allora le materie prime come le paghiamo? Ah certo, col petrolio italico: cultura e turismo! Ma anche lì con i nostri trasporti…, con l’insicurezza e con i furbi  che truffano i turisti, con la sporcizia in molte città…
E poi gli immigrati sono troppi: bisogna rimandarli a casa! Benissimo. Perfino i giornalisti hanno finalmente capito che i paesi di origine non hanno alcuna intenzione di riprenderseli, specie gli Stati sub-sahariani dove sovente non esiste neppure l’anagrafe fuori dalle città… ed occorrono accordi che per giunta devono esser negoziati congiuntamente alla Commissione europea…: roba da 2050.
E non è fanciullesco ed intemperante tutto ciò? La conclamata onestà ha conosciuto qualche pesante ombra negli ultimi tempi eppure la risposta è: repetita iuvant. Ci sembra di capire che la logica sia elastica nella testa di alcuni portavoce che esaltano l’orizzontalità della rete ma poi… (udite, udite!) hanno il garante ed il mago del motore Rousseau  –per il quale, sia detto per inciso, non abbiamo alcuna stima col suo mito dell’uomo buono, il buon selvaggio…- che sono superuguali.
No, Egregio Signore, non c’è da brindare a sentire la vacuità dei ragionamenti e le parole intemperanti gridate e non pensate e gli insulti gratuiti di rivoluzionari fai da te. Scenderanno in piazza? Molto bene: i moderati, cioè quelli che usano la ragione, i virtuosi, come li chiama Aristotele, si opporranno ai desideri fanciulleschi.