sabato 24 settembre 2016

DEUTSCHLAND, DEUTSCHLAND UBER ALLES...

Carlo Biancheri


"Germania, Germania sopra tutti" recita l'inno nazionale tedesco e dopo Guglielmo II e  Hitler suona in modo sinistro…; non è irrilevante ricordare che nella Germania comunista l’'esercito continuava imperterrito ad eseguire il passo dell'oca …e  anche nell’'URSS.
Il nostro giovanotto di Pontassieve scopre, come del resto la 'capretta sacrificale’ di Roma, così battezzata da  Statera  (non Madamin, a Torino, dove, a suo dire (…), tutto va benissimo, Madama la Marchesa…), quanto sia difficile la politica, in primis quella internazionale.
Così l’Italia  è in B - o meglio tra la A e la B… - per l'’ennesima volta. Quando si fà sul serio e  non ci sono  diversivi, come la gita turistica a Ventotene, il Presidente del Consiglio italiano è bene che non venga a far confusione negli incontri franco-tedeschi.
E’ sempre stato così  da quando i politici italiani non si sono più interessati  al paese ma solo agli interessi personali, in pratica da Berlusconi in poi, salvo la parentesi prodiana.
Ministri dell'economia e delle finanze debolissimi, tutta la schiera della riserva della Banca d’Italia, Ciampi incluso che ha aumentato considerevolmente il debito pubblico ed ha costruito una moneta unica zoppa con l'idea che l’inténdance suivra…, non hanno messo mano a quel che serviva al paese: un po’ di serietà.
Invece, si è costruito un regionalismo con libertà di spesa e con duplicazioni pesantissime in settori legislativi riservati in ambito nazionale, addirittura le regioni avevano (e hanno...) le loro sedi di Rappresentanza a Bruxelles dove facevano perder tempo ai funzionari della Commissione Europea, contattati da rappresentanti, per lo più incompetenti, su questioni che non erano affatto attinenti alla regione: persino in ambito nazionale, il coordinamento sulle politiche comunitarie tra Governo e regioni, previsto da una legge insipiente, nel settore finanziario  non si è mai fatto. Né si è affrontata l'illegalità dilagante, ormai nel paese, e la corruzione dovuta a mancanza di controlli efficaci. C’è qualcuno che verifichi l’operato dei carabinieri, della guardia di finanza o della famosa polizia locale?
Poi, l'attor giovine, cui non manca l'autostima, si è fatto fregare alla grande prendendo, invece di un Commissario di peso, l’Alto Rappresentante, nella fattispecie l’algida Mogherini, lodata da Juncker in quanto svolge un compito da funzionaria e cioè esegue gli ordini. Una nomina sbagliata per il paese come quella di Boeri all'Inps...
All'estero sanno benissimo come va l’Italia perché vengono informati e siccome non siamo tutti fratelli… ne approfittano. Deutschland, Deutschland uber Alles.
La ragazza dell'Est, con stile da gatta morta – per piacere le televisioni di dilettanti la piantino di invitare i famosi germanisti, cioè esperti di letteratura…, che ci ammoniscono che la Merkel è la più favorevole all’Italia e che dopo sarebbe peggio…; può pure tornare un Hitler! -– ha fatto in modo con le sue faccine di circostanza che la Germania avesse un superavit nelle esportazioni per lustri, vietato dalla normativa comunitaria e che violasse impunemente il limite del deficit. Certo noi al 60% del debito/PIL ci arriveremo alla stagion dei fiori ma non è una ragione per cui prima Barroso ora questo, che è stato per decenni primo ministro di un Paese truffa, il Lussemburgo, Granducato da operetta di cinquecentomila abitanti, stranieri residenti inclusi, si comportino (o si sono comportati) come servi sciocchi quando invece la Commissione Europea è la guardiana dei Trattati!
La ragazza dell’Est ha fatto questo di gravissimo: ha svuotato il ruolo della Commissione a vantaggio del Consiglio Europeo dove lei comanda. Lo ha potuto fare perché la Francia, con un presidente inesistente, novello Monsieur Dupond, non svolge più il ruolo di cerniera tra Nord e Sud Europa e la Spagna con tutti i suoi ministri dell’Opus Dei ha tradito lo schieramento del Club Med, come  tante altre volte nella Storia.
L'ordine del giorno, in Europa, lo detta la Germania; fino ad ora noi abbiamo beneficiato dell'Euro, in contrasto con le idiozie che si sentono dire da politici e giornalisti sulla moneta unica, perché con un debito così alto saremmo a mal partito col mercato e la speculazione internazionale e forse saremmo stati costretti a consolidarlo con conseguenze imprevedibili (si è scritto molto sul ruolo benefico svolto dalla BCE al riguardo). Persino Tsipras lo ha capito e ha deciso di restare nell'Euro, contro il parere del suo folle Ministro delle Finanze, Varoufakis. Tuttavia, se si continua così, con
una Commissione serva dei forti, dove la voce dell’Italia è del tutto inascoltata, prima di pensare ad alternative radicali –- l’uscita della moneta unica indebolirebbe il mercato interno ed i vantaggi che questo comporta per noi… -  bisognerebbe  finirla di protestare e fare la guerra nelle  decisioni, conoscendo bene gli argomenti e formulando proposte alternative credibili che possano interessare altri paesi e cercando alleanze in quegli Stati membri che non possono, non foss'altro che per ragioni storiche, subire alla lunga il dominio tedesco. Una politica che abbiamo spesso lasciato agli ambasciatori locali ma che non abbiamo mai praticato seriamente a Bruxelles e che, invece, ci avrebbe aiutato a fare massa d'urto in Consiglio. Come nella vecchia DC, in sede internazionale, i messaggi non sono mai diretti perché se si va alla conta gli interlocutori sanno benissimo di quanti voti disponiamo. E’ un cammino lungo, ci vuole resistenza ma non ci sono alternative credibili, tranne i sogni dei sanculotti a Palermo che si ispirano al pianeta Gaia dove si realizzerà il regno dell'onestà (tagliando qualche testa, si intende!).


lunedì 19 settembre 2016

LE ALGHE SUL PO


Stefano Giaquinta

Durante l’estate a Torino una parte del Po è divenuta verde, a causa di una pianta acquatica di origine tropicale: il Myriophyllum aquaticum. Utilizzato per adornare gli acquari, è probabile che sia arrivato al fiume grazie a qualche collezionista che, stanco del proprio passatempo, ne abbia decretato la fine gettandolo negli scarichi casalinghi. Il Myriophyllum  è stato avvistato prima all’altezza dei Murazzi, nei pressi del centro cittadino, per poi espandersi, a inizio agosto, sino alla diga Michelotti. Il modo in cui l’amministrazione torinese ha gestito questa modesta vicenda costituisce una valida epitome del pensiero amministrativo pentastellato: l’11 agosto è stata scelta una soluzione da bricoleur, battezzata, con indubbia efficacia ”Un Po più tuo”. Il giorno fatidico erano presenti il sindaco, gli assessori di ordinanza e numerosi volontari che, novelle mondine, hanno contribuito a sradicare a mano il Myriophyllum.
Ai più datati tra i lettori verranno forse alla mente le cerimonie di trebbiatura, o le opere di bonifica dell’Agro pontino, organizzate un lontano Ventennio. Il problema è che, nel giro di pochi giorni l’infestante ha ripreso a comparire qua e là, più vivo che prima, poiché, come ha avuto modo di puntualizzare l’Arpa, la pianta ha grandi capacità di adattabilità, riproducendosi in maniera vegetativa, ossia facendo rivegetare i propri minuscoli frammenti. Non a caso, la stessa Arpa il 18 di agosto ha pregato tutti i volenterosi che, ispirati dal sindaco, si recavano sul fiume a ripulirlo, di lasciare perdere. La richiesta, in maniera neppure troppo indiretta suggerisce l’idea che sradicare a mano questo tipo di pianta abbia contribuito a aumentarne la diffusione. La vicenda, però, evidenzia soprattutto come volontarismo, ricerca di soluzioni semplicistiche, appello alla mobilitazione via internet, mantra assai in voga di questi tempi, non consentano di risolvere problemi tutto sommato circoscritti. Figurarsi altre e più complesse questioni! Non a caso, l’argomento Myriophyllum, dopo la topica agostana, è stato dimenticato.
Rispetto alle convulsioni romane, il grillismo torinese sembra essere più quieto ed operoso, forse anche grazie alla scelta, da parte del sindaco di collaboratori di vaglio, quali il capo di gabinetto, Paolo Giordana. Habitué degli uffici comunali, dove entrò come contrattista nel 1997 con il sindaco Castellani, Giordana è stato al servizio di Paolo Peveraro (oggi presidente di Iren, già Assessore al Bilancio in Regione con le giunte Bresso, prima assessore comunale a Torino, soprannominato in certi ambienti Indebitator), ha poi lavorato per Ventriglia (AN) (1999 -2001) e Altamura (PD) 2006 – 2010, senza far mancare il suo contributo alla precedente campagna elettorale di Fassino (2011). Una simile tendenza al movimentismo non deve stupire in quello che viene già definito, solo nei corridoi e solo a bassa voce, il “Richelieu di Palazzo di Città”, anche se i trascorsi da ex seminarista cattolico, oggi aderente a un misconosciuto rito ortodosso (la Chiesa Ortodossa d’Europa, chiamata anche Chiesa autonoma del Patriarcato Autocefalo di Parigi), lo dovrebbero fare assomigliare più a un Rasputin.
In realtà, il milieu pentastellato è assai variegato anche sotto la Mole, comprendendo funzionari pubblici alla ricerca di rivalsa, giovani di buona famiglia alla ricerca di primo impiego (meglio se pubblico), sfaccendati, complottisti, vegani e chi più ne ha ne metta. Ciò che più salta all’occhio è come siano soprattutto le periferie ad aver votato i grillini, voltando le spalle a personaggi certo di maggior esperienza, ma di poco o nullo impatto, come l’esausto Fassino. Altri, invece, molto più scaltri ed avvezzi al galleggiamento con qualunque clima, si dedicano ad intessere rapporti proficui col nuovo sindaco: in alcuni blog dedicati al pettegolezzo localistico infatti è comparso il nome di un nuovo ircocervo: il Chiappendino.
Intanto le alghe sul Po continuano a proliferare, l’amministrazione si guarda bene dall’intervenire, in attesa che il problema venga risolto “anche con l’ausilio di sommozzatori” (forse il Comsubin?).

Ha scritto Cioran che ogni civiltà esausta attende i barbari e che ogni barbaro attende il suo demone. Ammesso anche che i barbari siano necessari, almeno si rivolgessero a demoni decenti…

sabato 17 settembre 2016

A BRATISLAVA IL TRENO HA FISCHIATO?

Carlo Biancheri


No, non ci riferiamo alla bella novella di Pirandello, ma alla presa di posizione dell’attor giovine, inusuale per il leader di un paese come il nostro abituato ad "obbedir tacendo" in Europa, nonostante le battutine dell’amico di club, il senatore a vita Monti, che non hanno certo turbato i sonni di mutti o del presidente inesistente Hollande.
La verdissima Slovacchia, piuttosto filosovietica durante i fatti di Praga… quando era suo malgrado unita ai Cechi, ospitava il vertice informale, normalmente convocato dalla Presidenza di turno dell’Unione e, dopo la Brexit, volto a rilanciare un’immagine di Europa unita.
Vediamo in fila i fatti.
Alla vigilia del vertice, Juncker, nel suo intervento sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo, aveva dichiarato di non aver mai visto un’Europa così poco solidale al suo interno, con  i governi immobilizzati dalle proteste dei vari populismi nazionali, in pratica un atteggiamento che svuota i Trattati ed impedisce di affrontare qualsiasi problema serio in chiave europea.
Quando c’è una divergenza in Europa i problemi escono dal tavolo perché vengono accantonati, aspettando tempi migliori, e così è stato a Bratislava nel castello dove, sull’emigrazione, Hollande ha dato uno zuccherino ai paesi che devono sopportarne il fardello  e che sono in prima linea, affermando nel contempo che il diritto d’asilo deve esser rispettato –secondo le regole di Dublino, accordo in cui fu coinvolto per noi il Frattini che forse non capiva l’inglese…? Ricordiamo che il Trattato prevede che i rifugiati debbano chiedere asilo nello Stato membro di primo ingresso…- mentre sul fiscal compact, cioè i vincoli di bilancio, vi è stata una sorta di fin de non recevoir, dicono i francesi, cioè per dirla papale, papale: orecchie da mercante.
Renzi non ha partecipato alla prepotente conferenza stampa del direttorio franco-tedesco perché non condivideva le conclusioni del vertice, dice lui, mentre i francesi hanno lasciato, perfidamente, trapelare che non fosse stato invitato… Cosa credeva dopo Ventotene di esser entrato nel gruppo dei paesi che decidono? Quante pagnotte deve ancora mangiare il nostro attor giovine prima di crescere?
La situazione in cui siamo è anche frutto di una miriade di errori fatti dai nostri nei decenni.
Per moltissimo tempo, la Comunità europea è stata considerata qualcosa di lontano in Italia -si menziona sempre il caso di Malfatti che non volle guidare la Commissione preferendo un posticino in Italia…- e nei Ministeri l’importanza delle decisioni europee era residuale. Si affidava al MAE la gestione e tutto finiva nel rispetto delle procedure e nell'adesione alle pressioni delle lobbies più che su una seria analisi di merito dei temi in discussione.
Addirittura, all’inizio della Comunità, il funzionario ministeriale che partiva per le riunioni del Consiglio a Bruxelles, a mo' di viaggio premio per via della diaria (a Bruxelles ci sono i cioccolatini, les moules e la zona rossa…) riceveva dal suo dirigente le seguenti istruzioni: attenetevi alla posizione della delegazione francese… Il dramma si consumava quando la delegazione francese era assente e l’Italia si doveva pronunciare… Pochi capivano e conoscevano il contenuto dei dossiers, anche gli interventi dei delegati italiani nei gruppi di lavoro risultavano spesso incomprensibili perché tradotti da interpreti incompetenti, convinti anch’essi che quel che veniva dal Bel paese non fosse rilevante. Ricordo in una riunione al Consiglio europeo che un delegato italiano parlava di patti di sindacato nel diritto delle società e l’interprete traduceva in inglese: Trade unions; i partecipanti pensarono che la delegazione italiana avesse sbagliato riunione! 
L’Italia, poi, era in testa a tutte le graduatorie nelle procedure di infrazione per mancato recepimento delle direttive comunitarie con condanne conseguenti della Corte di Giustizia. Impossibile per i Commissari europei nelle loro visite a Roma incontrare ministri a conoscenza dei problemi in discussione; di solito si finiva per parlare delle bellezze turistiche d’Italia.
E’ chiaro che la capacità di ottenere ascolto e il ruolo di mediazione importante che il Paese avrebbe potuto svolgere come membro del Club Med, che si fonda non tanto su fattori culturali ma su interessi oggettivi che contrappongono Nord e Sud Europa, si riduceva a poca cosa, con rilevantissime eccezioni quando grandi Rappresentanti permanenti italiani tenevano in pugno il Coreper che è la Segreteria del Consiglio Europeo. Un po’ meglio andò con Prodi, Presidente della Commissione Europea che non riuscì, però, a scalfire il direttorio, anche perché l’ipotesi federalista, di ispirazione massonica, è del tutto prematura e non tiene conto di stadi di sviluppo diversi dei paesi, della cultura e di tanti fattori che avrebbero reso molto più efficace una gradualità.
Poi venne la Merkel – non va mai dimenticato che questa donna è dell’Est Europa ed è vissuta sotto il regime di Honecker, dove ciò che contava era sopravvivere, a qualsiasi costo, delazione e tradimento dei familiari inclusi…- in Francia l’ungherese Sarkozy, in Spagna Aznar che ha creato la bolla edilizia e massacrato le coste spagnole (conoscete Benidorm in Catalogna?) con scandali a non finire, da noi il cavaliere che ha così ben operato e che si interessava ai rapporti con l’ex alcolizzato George Bush, con Putin o Erdogan,  indebolendo il quadro europeo. La callida Merkel metteva a capo della Commissione, dopo Santer lussemburghese…, il portoghese Barroso, un personaggio servile che si qualifica da sé con il procedimento cui è sottoposto adesso, ostile agli italiani che conosceva venendo dal Club Med. Riusciva,  inoltre, a spezzare il Club stesso con l’opudeista Rajoy che non guardava più al Sud ma al Nord Europa anche perché il dialogo con Berlusconi era impossibile.
L’immagine conta eccome e l’attacco all’Italia sui mercati finanziari alla caduta di Berlusconi è anche dovuto al fatto che la percezione era quella di uno Stato fallito che non riesce a debellare la mafia e la corruzione, a riformare la giustizia, a rendere efficiente la PA, ad avere politici competenti. Nei mercati come nella vita contano i rapporti di forza.
Renzi ha fatto bene a protestare ma bisogna sapere  che se si imbocca questa via occorre andare fino in fondo.
Prima di tutto bisogna fare proposte credibili e formalizzarle in tutte le sedi. Bisogna evitare di essere criticabili sul rispetto degli impegni assunti e, soprattutto, esser pronti senza annunci declamatori ad operare mostrando in ogni decisione che se il mercato interno continua così e la Commissione non fà l’enforcement ai tedeschi o ai francesi per il mancato rispetto degli obblighi comunitari, e ci riferiamo all’eccedenza tedesca sulle esportazioni o allo sforamento costante del deficit da parte di francesi, va valutato il costo beneficio della nostra permanenza. Il nostro debito non può essere una condanna perpetua, volta ad escluderci dalle decisioni che contano, tuttavia questo richiede di riformare davvero il paese. Poco è stato fatto per creare una massa d’urto di paesi con interessi convergenti. Dovevamo aver legami molto più forti con Romania, Bulgaria, Croazia e Grecia e non lasciare ai tedeschi la possibilità di esercitare la loro influenza economica preponderante. Nei costi /benefici tutti vogliono salvare il mercato interno e lo si vede dall’insistenza degli inglesi a voler mantenerne i vantaggi, senza esser assoggettati alle norme. Tuttavia, se questo si traduce in sudditanza ed in perdita permanente per noi… occorre riflettere se non esistano alternative. Le nostre proteste non saranno, però, credibili se non diamo la sensazione di fare sul serio e le celebrazioni di Roma a marzo 2017 significano poco per chi ci considera in fondo, in fondo gente buona per "spaghetti e mandolino"…


domenica 11 settembre 2016

PERCHE' I VERTICI ECCLESIASTICI CONTINUANO AD INTERFERIRE NELLA VITA POLITICA ITALIANA?

Carlo Biancheri


Abbiamo letto con stupore le dichiarazioni del Segretario della Conferenza episcopale italiana Galantino che  afferma in un’'intervista che i cittadini romani sono stanchi di schermaglie e vogliono amministratori che svolgano il loro compito.
Evidentemente il prelato, che gode fama di esser colto per aver scritto alcuni libri, sul contenuto dei quali non ci pronunciamo, ha il filo diretto col popolo romano  e  conosce il pensiero della maggioranza dei votanti ed ha ricevuto un mandato per rappresentarli.
Certo la Chiesa con il Segretario di Stato Parolin e poi con l' "’Osservatore Romano" ha diritto ad esprimere le sue preoccupazioni, anche perché il Vaticano è a Roma.
Ma la Gaudium et Spes, pietra miliare del Concilio Vaticano II, non aveva forse riservato ai laici simili giudizi?
Gli italiani sono bisognosi di tutela?
Che ne sa il prelato? Si comporta come il padre provinciale dei cappuccini (‘"due canizie, due esperienze consumate…’",’ "sopire e sedare"…’) ne I Promessi sposi, che conosce come vanno le cose del mondo e ci propina la sua sapienza non richiesta?
E quale sarebbe il consiglio? Che l'’Avv.ssa Raggi, che si è già esibita in perizia politica in soli tre mesi, invitata a parlare ai giovani dell'’Azione Cattolica nella sala Nervi in Vaticano - pensiamo per spiegare il significato delle nozze delle nozze gay che celebrerà presto in Campidoglio, annunciate con clamore, forse per stornare l’'attenzione… - continui a far danni? Non pensa il prelato, nominato ahimè... dal papa, che la gestione della cosa pubblica è cosa da laici, magari cristianamente ispirati od ancorati a valori umani che sono al contempo umani e cristiani?
La Raggi è un'’incapace per il posto che occupa, non è trasparente e se ne deve andare come i suoi compari della setta che hanno occupato il Campidoglio, grazie all'’insipienza degli elettori e all’'inconsistenza ed agli scandali della classe politica che l’'ha preceduta. Forse la Chiesa di Roma ha dato qualche appoggio per l’e elezione? Mi sembra giusto, nel quadro di un ecumenismo da parata, far posto anche alla Chiesa di Scientology che però crede agli alieni, non a Cristo. Ma che razza di spiritualità e di teologia è mai questa?
Abbiamo già avuto un papa formato alla scuola di Tubinga, cioè Hegel come base…, che si è dimesso in quanto non in grado di governare, come dichiarato da lui stesso: non lo sapeva quando ha accettato?
Invece di preoccuparsi della confusione della Chiesa in Italia dove la liturgia è pessima - le preghiere dei fedeli ormai sono stampate e scritte da non si sa chi… -, la teologia è ad libitum. C’è il formatore del clero in Alto Adige che sostiene che la Chiesa deve chiedere scusa  ai gay, come ha fatto con Galileo, senza spiegare come interpretare l’'Antico Testamento, San Paolo ed altri apostoli che si sono espressi sul punto, mentre il papa scrive nell'’ultima Enciclica che l’'unione omosessuale non rientra nel disegno di Dio. I giovani preti sono, normalmente, apodittici: non sembrano interessati alla Tradizione, ma a quel che pensano loro... C’è qualcuno che parla di presenza reale, dei Novissimi, di peccato, di altra vita, di Grazia? Mai sentito, se non come cantilena burocratica nelle omelie, dove si fà la parafrasi, nella migliore delle ipotesi, del testo appena letto, come se fossimo tutti minus habentes. Noi versiamo l’'otto per mille per mantenere una Chiesa apparato dove sembra che lo slancio spirituale si sia appannato, a vantaggio dell’'amministrazione. Ma di cosa? Forse delle paure della gente di andare avanti da sola nella vita, come fà dire benissimo Dostoievskij, nella Leggenda del Grande Inquisitore, al vecchissimo cardinale gesuita a Cristo Salvatore che è tornato nel mondo? Perché sei tornato? Ci pensiamo a noi a questa gente, anche se non gli diamo il pane ci ubbidiranno. Veramente questo ci pare cinismo, non San Francesco.
Grazie del consiglio, Mons. Galantino, ma alla Raggi ci pensiamo noi. La Signora ci deve dire perché a tre mesi dalla sua elezione la città non è governata; come intende mettere in pratica il suo programma al di là delle nomine sulle partecipate (del tutto inefficaci perché tutti si dimettono…) perché occorre una strategia praticabile; oltre alla ricognizione sui topi a Tor Bella Monaca, cosa  intende fare sulla situazione viaria, la luce, il degrado del verde pubblico, la pulizia (soprattutto dove finiranno a breve i rifiuti? Non si bruciano? Allora si portano in Germania con i camions in autostrada..., tanto paga Pantalone?), il debito del Comune, l'’amministrazione del patrimonio comunale…, la polizia locale, la viabilità, i trasporti! Se basta... In compenso i soliti intellettuali, diciamo così "creativi"..., si inventano, come Ricolfi, oggi su "Il Sole 24 ore", che la Raggi è pragmatica, perché si serve di tecnici  e, quindi, dimostra di voler ben operare. L'’impostazione di base è sempre quella illuministica che non ci stancheremo di criticare: quel che conta è il metodo democratico, l’'alternanza, sui contenuti... non importa, decideranno gli elettori… Ah! Ma se la maggioranza degli elettori, puta caso, decidesse di mandare nei forni crematori gli  Ebrei, che si fà? E poi questa noiosa storia dei tecnici! La politica non è neutra, è fatta di scelte che suppongono dibattito e anche critica, specie quando i tecnici sono pure improbabili: come fà l'’inventore dei calcoli probabilistici sul prospetto di offerta pubblica, respinto da tutta Europa, che dirige un ufficio di analisi economica, a svolgere la funzione di assessore al bilancio di un Comune, con principi contabili del settore pubblico, occupandosi nel contempo di partecipate, ciò che suppone una conoscenza di gestione di aziende? Sulla scelta dell’'ex magistrato della Corte dei Conti che controlla poco o nulla, suggerito dall’Avv.to  contiguo a Previti, ci siamo già espressi.
Le riunioni con i membri della maggioranza in Consiglio se le faccia senza annunciarle alle folle, quasi che un avvenimento di routine debba esser considerato epocale…
E se, come è ormai manifesto, non è in grado di governare, malgrado il sostegno degli amici di Alemanno, lasci la sindacatura. Come novità nella politica non c’'è davvero male …Il fatto è che l’'apprendistato lo paghiamo noi che abitiamo a Roma. Et de hoc satis!



mercoledì 7 settembre 2016

MILLE SCUSE

Rosa Elisa Giangoia


Ma come l'ha fatta semplice Andrea Cecconi nell'intervista di ieri! E' uno dei tanti giovanotti che sull'onda crescente del M5S si è ritrovato in parlamento (ex capogruppo alla Camera!) senza sapere cosa fosse e cosa si dovesse fare! Per lui, che evidentemente non conosce "Il cortigiano" del Castiglione, che insegna a chi vuol destreggiarsi nel mondo del potere politico che la forma diventa sostanza, per rimediare al "pasticciaccio brutto" del Campidoglio basta che Virginia Raggi chieda scusa. Tutto molto semplice, rapido, indolore, efficace, risolutivo... Lo dice lui! Due parole: "Mi scuso". Ma di cosa si deve scusare la Raggi? Si scusa per aver dimostrato di non esser capace a formare una giunta? Si scusa per aver dimostrato di essere dipendente dallo Studio Sammarco? Si scusa per aver mentito sulla Muraro? Ma qui le distinzioni e le sottigliezze tra mentire, tacere e occultare si sprecano e se vogliono implementare la casistica possono rifarsi a Bill Clinton e all'affare Levinsky, cosi' mettiamo un po' di frange alla discussione e perdiamo tempo... In realtà dietro il semplice scusarsi per quella che cercano di far passare come una bugia, anzi una piccola omissione, c'è  ben altro... Dovrebbe scusarsi di aver dimostrato una totale impreparazione e incapacità a gestire la macchina complessa del Comune di Roma e tornare a occuparsi delle più semplici questioni della gestione dell'acqua e degli acquisti equo-solidali che hanno costituito il piedistallo su cui si è innalzata alla politica, ma oltre le quali sembra incapace di andare. Commettere uno sbaglio e 
dimostrare incapacità sono due cose diverse, di un singolo sbaglio ci si può anche scusare, cercando di porvi rimedio, per l'incapacità non basta.
Ma poi con chi si deve scusare Virginia Raggi? Questa è tutta un'altra questione: con gli elettori (quei Romani e Italiani indicati con enfasi da Cecconi) o con il M5S? Il Movimento, il cui motore di ricerca si chiama Rousseau (!), non risponde al popolo, perché si identifica con la nuova società e per questo la Raggi riferisce  al direttorio  e poi al minidirettorio  e poi al Capo supremo... La rete con la pretesa  della rappresentanza diretta fà saltare la rappresentanza così  come la conosciamo. Da qui  il senso  delle scuse, non agli elettori, che sul blog invocano a gran voce le sue dimissioni, perché gli esponenti pentastellati non rispondono agli elettori, ma al Movimento. Non a caso un giornale cripticamente radicale come "Il fatto quotidiano" sintonizza con loro perché ciò  che conta, 
leninisticamente, è gestire il potere. Ma stiamo attenti anche alla cortina fumogena di confusione che questo giornale cerca di creare oggi all'insegna del "mal comune mezzo gaudio", dato che anche Sala è indagato a Milano. Come abbiamo scritto altre volte, il senso autentico e profondo di questa espressione è rivelato dal suo risvolto spagnolo "mal de todos remedio de tontos".

sabato 3 settembre 2016

Facili profeti...

Ma cosa vogliono quelli del M5S? Hanno stravinto le elezioni a Roma...
Rimesso dentro gli uomini di Alemanno (ma cosa c'era da aspettarsi da
chi lavorava per Previti?), fatto assessore una che o è responsabile
del disastro dei rifiuti o si è presa un milione di euro per consulenze
inutili... Si sono dimessi gli uomini che si erano scelti loro, hanno
fatto andar via quelli che per senso del dovere erano rimasti sperando
di poter arrivare a un risanamento... E la colpa è dei poteri forti?
Non è che hanno inalato troppe scie chimiche?
Giorgio Manni


La situazione che si sta creando a Roma sembra dimostrare
l'impossibilità ormai di esistere dei partiti. Il M5S è chiaramente
un'accozzaglia di persone con idee diverse che sono entrate e si
impegnano per emergere individualmente per cui il partito o movimento
che sia rischia di implodere dall'interno. I partiti sono stati
un'esperienza storica che ha avuto la sua ragion d'essere come
espressione di ideologie fortemente contrapposte che creavano la
coesione interna. Infatti i partiti di più lunga durata sono stati il
PCI e la DC che vivevano per la reciproca ostile contrapposizione, per
il forte centralismo il primo e per il capillare controllo esterno da
parte della gerarchia ecclesiastica il secondo. Venuti meno questi
elementi è molto difficile far vivere un partito, come dimostra anche
la storia di Forza Italia.
Roberto Penna


FACILI PROFETI...

Carlo Biancheri

No, non saremo come Isaia o come Osea per aver profetizzato sull'inconsistenza di un movimento nato per iniziativa di un comico in disarmo nel suo villone sulle alture di Genova con vista mozzafiato e di un guru che ha scritto di tematiche diffuse da Scientology e che ne ha retto le sorti con modi da setta e in spregio  alla trasparenza, più volte declamata così  come si declamava l'onestà che, "a nostro debol parere", andrebbe semplicemente praticata insieme alla modestia. Se ne sarebbe accorto anche un bambino assennato…
Il web era la chiave di volta del sistema: si reclutavano le truppe, si provocava un dibattito e poi veniva ‘annunciata’ la soluzione in esito ad una consultazione senza verifiche... Gli adepti del nuovismo li sostengono che siano premi Nobel per la letteratura - la sua arte, ci scusiamo, non la capiamo e se si ispira oltre alle tradizioni popolari a Brecht, c'è una differenza che definiremmo abissale tra i due- o a quel giornalista, tal Travaglio, che, di fronte alle crisi ricorrenti dei giovanotti e signorine pentastellati, scrive su "Il fatto quotidiano" che è tutta colpa della stampa che disinforma: lasciamoli imparare! Ma che discorso? A spese nostre il tirocinio? Sarebbe come se ci si andasse a sottoporre ad un intervento chirurgico, l'operazione va male per imperizia del chirurgo e l'ospedale ci risponde: lasciamolo imparare…!
Cosi l'avvocata eletta a furor di popolo non ne fà una giusta e nulla cambia a Roma, anzi... Ci chiediamo spesso se non ci sia qualcosa nei geni degli abitanti di questo povero paese se il Guicciardini poteva scrivere nel Cinquecento che "gli italiani si occupano solo del particulare", cioè sono egoisti… Nel secolo scorso, gli stessi italiani si sono tenuti per vent'anni Mussolini (!), per vent'anni il noto cavaliere che - ormai è acclarato - non ha fatto alcunché per il paese essendo solo interessato ai suoi affari, piazzando donnine in Parlamento, nel Governo e nelle Assemblee regionali ed umiliando a tal punto le istituzioni che la Camera ha votato che fosse legittimo ritenere che la sua amichetta Ruby Rubacuori, frequentatrice delle cene eleganti ad Arcore, fosse la nipote del presidente della Repubblica Araba di Egitto e, pertanto, bisognosa di tutela diplomatica… Anzi, la scarsa produttività, l'enorme debito che ostacola la debole ripresa italiana, la carenza dei controlli, la mancata riforma della giustizia e della Pubblica Amministrazione sono anche dovuti alla inazione dei suoi bei governi, quando avrebbe potuto, in un periodo di bassi tassi d’interesse, grazie all'Euro, por mano a riforme che non ha naturalmente fatto. Anzi, ha favorito un regionalismo dissennato, patrocinato anche dal Pd, che si fonda sul principio: "libera spesa e il conto va allo Stato…". La rivoluzione liberale!
E ora la palingenesi con i "nuovi", sostenuti da certe vestali della sinistra opulenta  che insegna agli altri ricette condannate dalla Storia; come svariati preti, questa categoria è composta da Cassandre di professione: qualsiasi evento non può contraddire il loro credo che ripetono come un mantra.
Nuovi?
Il Di Maio che  crede di sapere… ha dichiarato che in questo periodo a Roma il movimento si è fatto molti nemici: "tanti nemici, tanto onore", per caso?! I dimessi - e non sappiamo neppure bene perché…- li hanno scelti loro e sono dei loro. Che vanno cercando? Non lo sanno neppure loro?
Intanto, niente paura, stiamo verificando i curricula e si comincia con... fantasia, l'’ingegnere nucleare che non costruirà centrali ma farà correre i mezzi della municipalizzata che non corrono proprio a Roma... Ma a parte i curricula non sappiamo ancora cosa intenda fare per il governo della città, la sindaca che partecipa ad ogni evento con la sua fascia, caso mai passasse inosservata..., incluso il funerale ad Amatrice (perché poi?). Chi governa deve avere le spalle larghe e saper governare sé stesso, scriveva Tommaso d'Aquino. Non è consentito piangere perché di mezzo c'è il destino di tutti e non c'è un periodo di apprendistato, perfino a Roma che ne ha viste di tutte… Abbiamo il sospetto di essere alla Corrida: dilettanti allo sbaraglio. Alla Camera l'altro giorno c'era un dibattito per ratificare lo status di un istituto di ricerca, emanazione delle Nazioni Unite.
L'istituto gode di immunità diplomatica e la sua sede in Italia ha una sorta di extraterritorialità, su cui si sono pubblicati migliaia di trattati di diritto internazionale. Nell'ambito dell'immunità c'è una clausola di stile nella quale si consente al soggetto di negoziare valuta, di essere esente da controlli e di acquistare oro, ecc. Si alza un giovine di questi… e si mette a gridare, gesticolando: "ma vi rendete conto cosa stiamo approvando? Qui si legittima il riciclaggio! la polizia non può entrare nella sede (e nelle ambasciate…?) e la Consob e la Banca d'Italia, che dormono, non potranno vigilare!" Cosa dire a questo giovine? Ma chi ti ha fatto entrare in Parlamento!
Ma questo è lo spirito del tempo. La libertà si scambia con licenza e poi ci si scandalizza se dei cretini saccenti come i giornalisti di Charlie Hebdo ridicolizzano i morti e scrivono che le case, molte edificate quattrocento anni fa..., crollano perché costruite dalla mafia: questa è la loro cultura.
Si rifanno al massone Voltaire, mercante di schiavi nonostante tutti i tentativi di negarlo da parte degli adepti di loggia, il quale scriveva pomposamente: "Disapprovo quel che dite ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo" (non vale per gli schiavi, si intende...). Forse è tempo, come scriveva Marx nell'Ottocento di comprendere che la ragione, la facoltà delle regole come la chiama Kant, non è la panacea e che ci vuole anche l'intelletto, cioè la scienza dei principi che non si dimostrano ma si colgono come vivere  e che molti principi dell'Illuminismo sono formali perché non modificano la realtà: la descrivono.
Per chi scrive in questo blog, le cause di questo sconquasso sono dovute a vari fattori: in primis una società all'americana fondata sul business che ha interrotto ogni solidarietà umana costante ed ha reso le persone delle cose; una caduta culturale per un'ossessiva ricerca della novità quasi ci fosse un progresso nella Storia che per noi non è lineare; una crisi economica di cui fanno le spese i più deboli e che è il frutto di un liberismo incontrollato predicato dalla commerciante Thatcher e dall'attore dei films western Reagan o dal servo sciocco Tony Blair (non citeremo i Sarkozy, gli Aznar o il cavaliere perché alla Storia ci passeranno ma per ragioni diverse da quelle sperate); accordi internazionali di commercio squilibrati con grandi paesi emergenti che sono stati fatti sotto pressione delle grandi imprese multinazionali (governi imbelli…) e che hanno ridisegnato il potere economico nel mondo. Infine, pur non essendo dei seguaci di Agostino per cui Dio è garante di tutti i valori umani, con buona pace di Nietzsche, in quanto per noi vale la bontà della creazione con Genesi V…, tuttavia riteniamo che siamo in un tempo come quello vissuto dai monaci dei primi secoli dell'era cristiana, in Egitto, che abbandonavano le città per protesta e per difendere l'umano dinanzi ad un comportamento aberrante e violento degli uomini del tempo. Nel secolo scorso si chiedeva "un supplemento d'anima"...