domenica 27 dicembre 2015

ANCORA SULLE BANCHE E... SUL BEL PAESE


Risposta di Carlo Biancheri a Danilo Fioravanti

Continuano a circolare informazioni da parte di chi si impanca a maestro e dispone al massimo di un’infarinatura su questioni complesse che richiedono molto studio prima di pronunciarsi.
Proviamo a mettere in fila alcune considerazioni.
1.La Banca d’Italia, organo della vigilanza prudenziale, cioè della stabilità degli intermediari finanziari, escluse le assicurazioni, ha deciso che le  quattro banche popolari non potessero esser salvate con accesso al credito, come avvenuto in passato, per sofferenze ben maggiori, ad esempio nel caso del Monte dei Paschi di Siena: l’istituto ebbe un prestito dal Tesoro, poi rimborsato. Se ben capiamo la norma comunitaria che attiene al salvataggio delle banche entrerà in vigore a decorrere dal primo gennaio 2016 ma in questo caso si è deciso… di allinearsi alla normativa con due mesi di anticipo, nel timore di cadere negli strali di Lord Hill, il Commissario europeo, rappresentante dell’industria finanziaria inglese, non propriamente benevolo col paese della pizza e del mandolino, così la pensa lui…
Il Governatore della Banca d’Italia, caduto inopinatamente dal pero, scopre che la direttiva comunitaria all’Italia non andava bene ma che ci furono pressioni per approvarla…
Un momento, Signor Governatore, i funzionari della Banca d’Italia, come lei sa o dovrebbe sapere, partecipano a tutte le riunioni indette dalla Commissione prima e dal Consiglio europeo poi, dove si discutono le bozze delle direttive, e naturalmente all’EBA, l’Autorità bancaria europea. Nella normativa comunitaria si prevede che in caso di bail in di una banca, i portatori di obbligazioni subordinate siano chiamati a concorrere alla stregua degli azionisti per far fronte al passivo, così come i titolari di conti correnti con ammontare superiore ai centomila Euro (fino a centomila Euro i depositi sono garantiti, in caso di insolvenza delle banche), seppure pro-quota. È noto che l’Italia, malgrado la crisi, registra una rilevante propensione al risparmio delle famiglie, superiore a quella degli altri paesi europei, in nessuno dei quali un privato detiene in un conto corrente  un ammontare  superiore ai centomila Euro. La norma è quindi di interesse quasi esclusivamente italiano… dove ci sono privati che dispongono di liquidità che non investono più in titoli di Stato nell’attuale incertezza: perché non ci si è opposti al tavolo dei negoziati? Tanto più che si tratta di  castroneria madornale:  un correntista prima di aprire un conto corrente deve esser costretto a fare un’analisi dei bilanci di una banca per valutarne la rischiosità… e, nel contempo, non fà alcun investimento! Al Governatore, a sentirlo adesso, non andava bene neppure il concorso dei portatori di obbligazioni subordinate; allora perché votare a favore del testo? Qual era la contropartita negoziale? Forse i suoi funzionari, convinti delle proprie posizioni, erano autoreferenziali, non in grado, cioè, di stabilire alleanze con altri Stati membri, congiuntamente al MEF, per determinare minoranze di blocco? E il Parlamento, nelle sue Commissioni - mi riferisco in specie ai bellimbusti seguaci del pianeta Gaia capaci di protestare ma non avvezzi ad usare gli strumenti di cui dispongono - non  riceve periodiche comunicazioni  sull’andamento del negoziato? Non fornisce indicazioni? Ha approvato senza fiatare?
2.A sentire i procacciatori di cause delle associazioni dei consumatori, i vigilanti non hanno svolto correttamente il compito loro affidato nel caso delle quattro banche.
Sull’operato di Banca d’Italia riesce difficile comprendere la tempistica dell’ intervento e, sotto le righe, par di capire che il bail in rientra in un più ampio disegno di accorpamenti e diminuzione dei soggetti creditizi, troppo numerosi… Inoltre, la Banca, custode della stabilità del sistema e dei soggetti vigilati, non si interessa se nel cammino  vengono sacrificati i risparmiatori…
Sulla Consob vale la pena di spendere qualche parola. Va detto che in passato, molto prima di Vegas…, la Commissione ha avuto il grande merito di divulgare la cultura del mercato dei valori mobiliari in un paese dove il mercato di borsa era un mercatino di insiders, a detta del Financial Times. Poi Tremonti, Ministro dell’Economia, fà nominare un suo sottosegretario alla presidenza, in spregio a tutti i principi internazionali sull’indipendenza del controllore. Lo stesso che votò, pur nominato presidente della Consob…, la fiducia al Governo Berlusconi! Venne poi l’idolo di tutte le  confraternite internazionali, il prof. Monti che, nella sua saggezza, pensò bene di ridurre il numero dei Commissari Consob da cinque a tre… Il prof. Monti di mercati finanziari non ha mai capito un’acca, pur essendo stato Commissario per il mercato interno, dove ha svolto tendenzialmente una politica filo-inglese, cioè di libero scambio senza controlli ed intralci burocratici; non capiva, di certo, perché alla SEC i Commissari fossero cinque… e, pour cause …; per lui tre potevano bastare. Il Parlamento, parco buoi, approvò pedissequamente: spending review, diminuzione di poltrone… che volete di più?
Il successore Letta non ci mise mano… Avvenne che i Commissari rimasero in due: il Presidente ed un altro ed in caso di parità il voto del Presidente prevale… In pratica, il famoso Monti trasformò un organo, per sua natura collegiale, data la delicatezza del compito – altro che ente inutile come gridano gli incolti – in organo monocratico: un capolavoro. Alcune delle operazioni incriminate avvennero precisamente in questa fase. Solo l’attuale governo ha avvertito la necessità di riportare a cinque i Commissari, di cui due appena nominati…
La Consob aspettava, a suo dire, gli esposti…, per avviare ispezioni sul collocamento dei titoli. Un atteggiamento non precisamente proactive, come dicono gli inglesi. Non poteva per caso prevedere che i titoli fossero collocati tra  gli investitori istituzionali soltanto?
È vero che il calcolo probabilistico su cui si sono fiondati tutti i commentatori è una sciocchezza che gli inglesi usano in casi limitati, anche se a stretto rigore non potrebbero aggiungere alcunché ad un regolamento UE, quello sul prospetto, ma si sa che, nel settore, loro sono più uguali degli altri oltreché furbi… La SEC lo vieta e questo è significativo o rende responsabili i collocatori…
Rispetto delle procedure, competenze sembrano il fine ultimo delle Amministrazioni in Italia, sul merito… de minimis non curat praetor!
3.In Europa non contiamo abbastanza e la burocrazia europea ci è ostile. Oh,davvero? Da quanto tempo? Quanti italiani lavorano nella Commissione? E chi ci rappresenta conosce i dossiers, il diritto comunitario? È capace a negoziare? Quante lingue parla? Capisce la mentalità di chi ha di fronte, per trovare il punto debole?
I pugni sul tavolo sono perfino controproducenti se  si viene dipinti come velleitari, inconcludenti. Non si sarà mai abbastanza grati al Cavaliere di aver inviato in Europa Commissari che hanno imparato l’inglese in quella sede e che, quindi, ci hanno messo un bel po’ per inserirsi oppure giornalisti provenienti da giornali romani (cronaca nella fattispecie) che all’evidenza non avevano alcuna competenza! Abbiamo votato Barroso (bella roba per l’Italia), Juncker (che viene da uno Stato confinante con la Germania di  trecentocinquantamila persone…), l’allargamento a staterelli baltici, ovviamente filo-tedeschi…
In Italia, per decenni si diceva: chi se ne importa se ci fanno la procedura d’infrazione? Noi continuiamo con la nostra legge nazionale e i nostri ‘impicci’… Le direttive non si recepivano… Poi avevamo i federalisti, cioè i fautori degli Stati Uniti d’Europa che consideravano gli altri dei fratelli… -coltelli, aggiungiamo noi… - come si è visto nelle negoziazioni dove il nostro interesse nazionale veniva difeso debolmente e maldestramente solo quando imposto da qualche gruppo potente in Italia. Questo, il quadro.
4.Probabilmente alcuni piccoli risparmiatori sono stati truffati perché non è stato rispettato il profilo di rischio da parte dei collocatori e loro non han capito cosa volesse dire conflitto d’interessi… Questo va sanato. Ci sono, tuttavia, anche i furbi che volevano guadagnare senza capire il rischio che correvano e che ora vogliono che lo Stato assicuri loro l’investimento, come gli azionisti, cioè quelli che hanno investito in capitale di rischio! Che la Popolare dell’Etruria fosse una confraternita è noto a tutti, come spessissimo succede in questo povero Paese e qui stà il male.


Finalmente la verità sta emergendo! Un lungo elenco di finanziamenti in pieno conflitto di interessi. Al cui centro c'è Banca Etruria.

E tutto intorno un fitto reticolo di spa e cooperative collegate all'ex presidente dell'istituto, Lorenzo Rosi, e a esponenti di spicco del governo. Nel lungo elenco di nomi, che a primo impatto potrebbero non voler dire nulla e che la Guardia di Finanza sta cercando di ordinare, non spunta soltanto Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena e fino a qualche mese fa vice presidente di Banca Etruria. Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, detiene insieme a Rosi la Party Srl. Della stessa società Laura Bovoli, madre del presidente del Consiglio, è amministratore unico. La Banca d'Italia sta cercando di far luce sui presiti della Banca Etruria in conflitto di interessi. Prestito che sono costati ai risparmiatori la bellezza di 18 milioni di euro. Nel mirino sono finite ben 198 posizioni del valore di 185 milioni di euro. E non è finita qui. Altri 90 milioni sarebbero, poi, stati infognati tra le posizioni in sofferenza. Un brutto pasticcio, insomma, che riconduce direttamente a spa e cooperative vicine a Rosi. Tra queste, come ricostruisce il Messaggero, spiccano (non certo positivamente) il Consorzio Etruria srl, l'Etruria Investimenti srl, l'Immofin srl e la Città Sant'Angelo Sviluppo spa. C'è poi la Città Sant'Angelo Outlet Village nel cui cda sedevano sia Rosi sia l'ex componente del cda di Banca Etruria Lorenzo Nataloni. Il 40% della Città Sant'Angelo Outlet Village è controllato dalla Castelnuovese, cooperativa presieduta da Rosi fino al 2014. Per costruire un outlet alle porte di Pescara la Castelnuovese avrebbe ricevuto finanziamenti sospetti. Nel mirino delle Fiamme Gialle ci sono poi la Td Group spa, la Casprini Holding spa, la Cd Holding spa, la Cdg srl, la Praha Invest srl, la Casprini Gruppo Industriale spa, la Naos srl e la Gianosa srl. Il lavoro dei finanzieri ora sta nel rintracciare i reali proprietari di questo immondo groviglio. Alcuni nomi sono già venuti fuori. E non fanno certo dormire sonni tranquilli. Perché, come ricostruisce Valentina Errante sul Messaggero, Rosi è "amministratore anche della Egnazia Shopping Mall, controllata al 12% dalla Castelnuovese e al 31% dalla Nikila Invest, che, a sua volta, insieme a Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, detiene il 40% della Party srl, mentre Laura Bovoli, madre del presidente del Consiglio, è l'amministratore unico della società".
Danilo Fioravanti

martedì 15 dicembre 2015

MALVERSAZIONI POPOLARI...


Risposta di Carlo Biancheri a Michele Angelini

Egregio Signore,

   lei vola basso. Noi non siamo gli agit prop dei Monsignori ma sosteniamo una visione del mondo, una fede.
   Degli imbrogli dei vescovi infedeli o simoniaci poco ci cale… «Verrà un giorno…» scriveva l’amato Manzoni… e quello attendiamo.
   Ciò premesso lei m’invita a reagire sulle banche popolari oggetto di salvataggio.
   La  questione è complessa e, a sentire il profluvio di sciocchezze propalate dai politici demagoghi ed incolti e anche dall’attor giovine, nonché dai giornalisti che conoscono le cose per sentito dire e che vivono, nel migliore dei casi…, sulla leggerezza dell’Essere…, c’è da disperare sulle sorti di questo paese perché non si riesce o non si vuole approfondire l’argomento: si fà solo polemica strumentale.
   Innanzitutto queste Banche popolari hanno abbandonato da molti anni la loro funzione originaria e cioè quella di raccogliere il risparmio localmente per sovvenire ai bisogni dei piccoli imprenditori della zona o delle famiglie o, in generale, per finalità sociali. Erano banche della finanza bianca che si opponeva allo strapotere di quella massonica che governava le grandi banche, come, ad esempio, il Credito italiano, nato da capitali dei massoni tedeschi, o la Banca Commerciale Italiana di chiara fede laicista, diciamo così…
   Si cercava di incentivare l’azionariato col voto capitario che invogliava alla partecipazione ed al controllo di gestione dal basso… ma la società cambiava e questi istituti divennero presto preda dei cacciatori di deleghe, dei  dipendenti, dei sindacati e di avventurieri come si vide all’epoca della caduta del Governatore Fazio, poi assolto.
   In Veneto hanno fatto da sostegno alla politica locale e ci appaiono risibili le dichiarazioni dello Zaia sul tessuto sano del sistema in regione. Uno Zonin chi lo conosceva? Le stesse mammolette che oggi chiedono la testa della improvvida Boschi per via del padre (il salvataggio, cari adepti del pianeta Gaia, non c’entra un fico secco. Preferivate il fallimento? Fateci capire o meglio cercate di capire voi…)?
   Banche affidate ad avventurieri, loro sì in conflitto d’interesse, e diremmo anche  distrattori degli assets della banca.
   Il comportamento di questi soggetti e di molti loro clienti ricorda molto quello dei magliari. Ci sono vittime innocenti, certo, che hanno comprato prodotti ad alto rischio, in deroga al profilo di rischio previsto dalla normativa Mifid. Ma… quando uno si compra una macchina raccoglie centomila informazioni e ci pensa e ripensa prima di scegliere, mentre qui molti sono andati dall’oste a chiedere: scusi il suo vino è buono? Non si sono minimamente preoccupati  perché l’investimento rendesse almeno quattro punti in più dei BOT… Ci sarà un rischio o no? E i prospetti della Consob non avevano un caveat bello chiaro che diceva (in neretto?): chi compra questi prodotti può perdere il capitale?
   Ah…., ma le Autorità di vigilanza dovevano proteggerci… È solo nei paesi socialisti che il buon esito dell’investimento è garantito dalle Autorità pubbliche. In Bulgaria, in passato (!), le Autorità di vigilanza  approvavano le transazioni delle società quotate una per una… A quel punto chi si prendeva il rischio dell’investimento? lo Stato? Cosa vuol dire economia di mercato?
   Certo La Banca d’Italia e la Consob potevano fare di più (magari con presidenti diversi da un ex sottosegretario all’Economia con Tremonti, quello dello scandaletto…, esperto di contabilità pubblica… che con la borsa ha poco a che vedere) ma è risibile che l’inglese, Commissario  UE, Jonathan Hill, dia una lezioni all’Italia sulla protezione degli investitori , dicendo che quei prodotti non dovevano esser venduti; al tempo, signorotto.
   Per millenni gli inglesi hanno proclamato che la regolamentazione doveva esser by principles e non con norme uguali per tutti: disturbava la City…, il più grande mercato off-shore del mondo, e che bisognava proteggere la libertà di mercato, vedi l’industria finanziaria. La crisi finanziaria è stata generata soprattutto da loro e dai loro prodotti, con le banche americane (le filiali) che facevano a Londra tutto quello che era vietato loro in patria, grazie a quel che restava della separazione del Glass Steagall Act: nessuno le controllava perché  gli americani, a patto che non operassero con americani (…) non residenti, si fidavano delle autorità inglesi che al massimo le invitavano per un lunch a Canary Wharf, per conoscere i loro problemi…. Con questi bei metodi, sbandierati a Bruxelles dove l’Italia si indeboliva col famoso governo del cavaliere…, nel picco della crisi tutto il sistema bancario inglese è stato nazionalizzato e poi riprivatizzato e nessuno ha fiatato!
 In forza dei principi del Trattato e della liberalizzazione a go-go sostenuta dai nord-europei, non si  possono vietare tout-court prodotti venduti in tutto il mondo: sarebbe una discriminazione. Al massimo si potrebbero vietare ai clienti cd retail ma non facilmente…
   La Banca d’Italia in passato autorizzava le emissioni e dinanzi a flussi così cospicui di obbligazioni subordinate…, qualche pensierino avrebbe dovuto farselo. Ha fatto ispezioni? E in che tempi? Con quali esiti?
   E la Consob aspettava i reclami per avviare accertamenti preventivi sulle violazioni della normativa Mifid? Uhm… Certo la Banca d’Italia si adombra se la Consob manda i suoi ispettori nelle banche (specie di certe regioni…) ma, se manca il coraggio, forse è meglio  fare un altro mestiere…
   Non si può, in ragione della stabilità finanziaria, che è bene essenziale in una società di mercato, chiudere tutti gli occhi perché la verità dei comportamenti fraudolenti prima o poi emerge.
   È un boomerang, come è avvenuto.



Che strano che lei, Biancheri, taccia su questa questione delle banche, dato che è un argomento che sembrava che le interessasse molto e su cui avesse anche delle competenze. Non sarà che non vuol mettere in cattiva luce la Chiesa, dato che si legge sui giornali che Mario La Via, ora indagato, ha dato ha enti cattolici oltre 300 mila euro, un po’ alla diocesi di Civitavecchia, un po’ a quella di Tarquinia, un po’ ad un arcivescovo ucraino dal nome difficile, e poi ai focolarini e al collegio Madre del Divino Pastore, tanto per non fare torti... Naturalmente tutti per opere di bene e finiti, di sicuro, in beneficenza! Non ne dubitano i poveri risparmiatori truffati e derubati.

Michele Angelini




sabato 28 novembre 2015

CARLO BIANCHERI RISPONDE AD ALESSANDRO BACCINI


In effetti questa  associazione di mutuo soccorso dove  sono presentissimi l’interesse  personale, la carriera e gli affari, velata da un vago umanitarismo con riti che sono un insulto alla criticità ed all’intelligenza umana, ci sta scocciando.
Per anni hanno propalato i valori superiori del sistema americano che ha provocato guerre stupide oltreché  un modo di vivere vuoto, materialista, egoista  che genera tutte le nevrosi rappresentate quotidianamente nella valanga di films americani che ci vengono propinati. Per cinquat’anni si è creduto  alla favoletta degli americani generosi ed ingenui; in letteratura venivano spacciati come modello Hemingway o Scott Fitzgerald, omettendo di  menzionare L’Antologia di Spoon River, Kerouac e compagni o  Caldwell o James Baldwin che danno un’immagine un po’ diversa della società d’ oltreatlantico…
Perché parliamo degli Stati Uniti? Perché è il loro ‘stronghold’, la loro piazzaforte: chi non era dei loro tra i Presidenti USA? Fatevi un giretto al Masonic Temple di Alexandria, vicinissimo a Washington DC…
Ma anche in Europa, Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Scandinavi, Olanda e Belgio, il Sud America… e l’Italia, naturalmente... In questo contesto è nato l’ideologismo europeo basato su un federalismo che è un atto di fede perché prescinde totalmente dal riconoscimento delle diversità culturali ed economiche dei singoli paesi e, infatti, sta generando l’impasse di fronte alla quale ci troviamo: un tipico modello illuminista… partito da istanze corrette e poi dirottato.
In effetti, tutte le Convenzioni e gli accordi internazionali sono gestiti da  associazioni (…), Think tanks che propongono a livello istituzionale soluzioni ai problemi piene di falle: che si tratti dei codici OCSE o degli accordi GATS o di Carte di principi ci si scontra sempre con un’ideologia ancorata al mercantilismo, ad un  liberismo sfrenato, condito da un generico umanitarismo. Le religioni debbono esser messe tutte sullo stesso piano ed una vale l’altra; sono privilegiate quelle che non si occupano della dimensione pubblica: meglio se confinate nel privato. Soprattutto non debbono inficiare la sovrana libertà della scelta individuale, intesa in senso rousseauiano…
L’uomo, come dicevano i massoni nel ‘700, deve conoscere il limite alla sua libertà solo dove inizia la libertà altrui: cioè un regolamento di confini, una libertà negativa. Da ciò la proclamazione di tutte le libertà come l’aborto, il matrimonio trasformato in un riconoscimento del piacere individuale (attendiamo quello tra specie diverse…), dove si prescinde dalla dimensione del comune: si resta al proprio, all’individuale…
Nietzsche, che era matto (per noi non solo in fine vita…), ritiene che Zarathustra sia il modello dell’uomo forte: sa vivere in un mondo con cieli vuoti dove cioè l’uomo non alzi più lo sguardo al cielo. La norma fondamentale per la società, per dirla col linguaggio del massone Kelsen, deve essere la realizzazione del proprio ‘io’ senza ostacoli, creativo, fraterno in una ideologia materialistica. Secondo loro, la vita bisogna darla  per la bandiera, in una società in cui si obbedisce a ciò che è politicamente corretto  anche se non si condividono le ragioni. Noi, invece, crediamo che si possa morire per un ideale forte come proteggere un inerme, per un amore, per amicizia come la descrive Aristotele o per nostalgia e difesa di ciò che è bene, del giusto.
Una società come quella dove l’individuo si illude di costruire la sua felicità assoluta genera quel che vediamo ogni giorno.

Carlo Biancheri





venerdì 20 novembre 2015

EFEMERIDI: I PENTASTELLATI E IL PROBLEMA DELL'ISIS

  Carlo Biancheri

   Il comico in disarmo è scomparso: niente di nuovo dal Fronte occidentale. Che scruti il mare dal suo villone  con vista mozzafiato sulle alture di Genova?
   Trattandosi della prima forza di opposizione in termini numerici  - non di proposte serie – e  in predicato, secondo i sondaggi, di arrivare quasi al governo del paese ci tocca occuparcene.
   Con la questioncella dell’Isis ci ricordiamo ancora dell’ex catechista Di Battista che sosteneva l’opportunità di comprendere le ragioni dei tagliatori di teste…; lo stesso che oggi afferma che il Renzi fà affari con  gli Stati che finanziano l’Isis e cioè Arabia Saudita e Kuwait (ce ne sono anche altri, aggiungiamo noi…): che affari fà? Promuove gli investimenti in Italia dei loro fondi, in ragione della congiuntura economica? Vende loro…? Nulla di diverso da Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, Stati Uniti e Spagna…, se non andiamo errati.
   Ma qual è il giudizio sull’Isis? Occorre potenziare le forze dell’ordine… Uhm… Che c’entra, direte voi?
Bene il giovine Di Maio, futuro presidente del Consiglio di una Italia che si ridurrebbe  alla condizione di  paese balcanico in breve tempo, si lamenta che noi non abbiamo più un’ambasciata siriana con cui parlare e che sicuramente ci aiuterebbe ad identificare chi siriano non è… Noi capiamo, allora,  che, come Putin, il giovine campano sostenga il Governo di Assad… No, lui pretende lo scambio di informazioni e si lamenta che  non ci sia un data-base europeo dove uno possa mettere un nome e sappia subito chi sbarca qui, da dove venga, per quale motivo e, magari…, chi sono i suoi parenti. Ma il data-base i dati da chi li prende? Dal governo libico (quale…) o da quello di N’Djamena, cioè il Tchad? O da Yamussukro dove si susseguono i presidenti per colpi di Stato?
   Il giovine in questione, con l’aria perbenino, dà l’impressione di non essersi avventurato all’estero oltre Bruxelles: ha mai viaggiato in Asia, fuori dai circuiti dei villaggi turistici? O nei paesi sub-sahariani? Qualcuno lo ha informato che in molte regioni del mondo non esiste l’anagrafe o non è affidabile? Lo sa che l’UE non riesce dopo anni a formulare la famosa lista dei ‘paesi certi’ dove rimandare i ‘presunti’ fuoriusciti? Lo hanno informato che il vertice di Malta con i dittatori/capi di Stato degli Stati africani è stato un fiasco perché  gli Stati membri UE non sono riusciti neppure a mettere insieme 100 milioni di Euro  (l’Italia ne ha offerti 10…) da dare in contropartita per ottenere la loro cooperazione e cioè riprendersi  i migranti economici che noi ‘reputiamo’ essere cittadini di quei  paesi? Come facciamo ad esser certi che lo siano veramente ? Con la cooperazione internazionale… Hanno idea i giovanotti e le signorine della stella di quali interlocutori (e quanti!) siano incaricati a ciò nei paesi asiatici o africani? E in che lingua comunichino e in quali tempi? Per dare un’idea della profondità delle proposte politiche del Movimento , il Di Maio vuole assumere 15.000 addetti. Chi sbarca, afferma, deve venir identificato entro un mese… e non in due anni, come adesso. Ci permettiamo di chiedere come… in mancanza di riscontri…, forse con la palla di vetro?
   E poi i servizi, l’Intelligence, che risolveranno tutto. È giovane il Di Maio e mal conosce la storia di questo paese dove i servizi d’Intelligence, definiti dalla stampa ‘deviati’, per carità di patria…, manca poco fanno un colpo di stato… La gente è certo stanca di molti politici di professione che sanno poco e sono coinvolti in scandali di corruzione ma quelli che vengono dalla società civile non ci rassicurano.

    Voi vi affidereste ad un chirurgo che fino al giorno prima dell’operazione faceva il  macellaio?

martedì 17 novembre 2015

LA RETROMARCIA DELLA STORIA?


Rosa Elisa Giangoia

 L’intensificarsi a tempi sempre più ravvicinati di attentati terroristici da parte di nuclei islamici a danno della nostro mondo occidentale deve farci riflettere sul fatto che situazioni ed eventi molto simili a quelli che stiamo vivendo sono già avvenuti nel passato, per la precisione in due momenti storici lontani e diversi tra di loro.
     Dapprima ci sono stati gli scontri tra cristiani e mussulmani conclusisi con le battaglie di Poitiers (732) e Akroinos (740), la cui realtà storica sfuma nella rielaborazione letteraria cavalleresca, mentre più precisi e confrontabili con gli attuali sono gli eventi verificatisi nell’arco di tempo che va dalla fine dell’Impero Romano d’Oriente con la caduta di Costantinopoli (1453) alla battaglia di Lepanto (1571).
  Infatti i Turchi, che i missionari bizantini avevano inutilmente cercato di convertire al cristianesimo, furono facilmente affascinati dall’islam per opera di imam e califfi arabi, in quanto si trattava di un credo molto più congeniale al loro temperamento, anche perché lo si praticava con la scimitarra. Ed essi accettarono con l’entusiasmo dei neofiti gli ordini impartiti ai “veri credenti” da Maometto, impegnandosi a fare «la guerra a coloro che non professano la credenza della verità», avendo fede che «chi cade sulla strada della jihad avrà i favori e la misericordia di Allah». Di qui si sviluppò la “guerra di corsa” praticata dai corsari barbareschi contro la cristianità. Nelle loro scorrerie nel Mediterraneo essi attaccavano e saccheggiavano le navi e i villaggi cristiani, dividevano il bottino sulla base di determinate carature, riservando sempre il dovuto “quinto” alla Sublime Porta, ossia al sultano che regnava a Costantinopoli e del quale essi erano fedeli vassalli, essendo stati nobilitati con “patenti” che non solo autorizzavano, ma incoraggiavano e sostenevano queste loro delittuose azioni. Così, mentre gli eserciti islamici penetravano minacciosamente nel cuore dell’Europa, giungendo fino alle porte di Vienna e sfilando per le strade di Ratisbona (1529), i traffici marittimi erano quotidianamente messi a repentaglio dagli assalti a sorpresa dei veloci vascelli con la bandiera verde con la mezzaluna. Nello stesso tempo le coste, soprattutto quelle italiane, venivano continuamente saccheggiate dai corsari islamici avidi non solo di tesori ma anche di uomini, di giovani e belle donne, nonché di fanciulli per alimentare il loro fiorentissimo mercato degli schiavi.
   Se leggiamo le testimonianze sulle incursioni dei barbareschi nelle località costiere italiane, possiamo notare che esse non sono quasi mai avvenute a casaccio, ma suggerite e pianificate da una “mente” militare. Le loro azioni risultano spesso precedute da un’attenta raccolta di informazioni (confessioni estorte a prigionieri o delazioni di rinnegati) e quindi messe a punto come una moderna operazione di commando. Anche se gli aggressori risultano essere un’accozzaglia di gente di varia provenienza (berberi, turchi, moriscos, rinnegati europei di vari paesi) tutti operano con ordine e disciplina. L’obbiettivo scelto è quasi sempre una località priva di difese e facile a essere colta di sorpresa, grazie anche alla leggerezza delle imbarcazioni e all’agilità degli assalitori.. La tattica privilegia l’attacco nel cuore della notte con lo scatenarsi tra urla e schiamazzi per creare scompiglio. Il saccheggio viene effettuato con metodicità, mentre gli assaliti non hanno né tempo né modo per organizzare la difesa. La spietatezza dei corsari è feroce: chi si difende viene ucciso, così i vecchi, i malati e coloro che non appaiono “vendibili”. Le persone abili (uomini, donne e fanciulli) vengono invece incatenate e caricate sui vascelli. Nello stesso tempo non tralasciano mai di devastare le chiese, di bruciare le immagini sacre e di distruggere le odiate campane. Per i prigionieri c’era solo la possibilità di un riscatto da parte dei loro congiunti, che arrivavano a dissanguarsi vendendo tutto e indebitandosi, o per intervento delle confraternite che sempre più spesso si costituivano.
   Gli schiavi fornivano soprattutto la forza motrice per muovere le navi, le famose galee,  dove le condizioni di vita erano disumane, regolate dall’aguzzino a colpi di fischietto e di staffile. Infine, quando non servivano più, venivano uccisi. Altri finivano nei “bagni”, una sorta di lager in cui le condizioni di vita erano orribili come si può evincere dalle lettere, conservate negli archivi di alcuni centri costieri italiani, che i disperati prigionieri riuscivano in qualche modo a far giungere per narrare il loro dramma.
      Su questo scenario si intrecciarono storie più o meno romanzesche, con protagonisti come il corsaro Barbarossa, rinnegato calabrese, e il suo giovane luogotenente Dragut, e anche il ritorno sulla scena del vecchio ammiraglio Andrea Doria insieme a Marcantonio Colonna, finché, dopo l’assedio di Malta e l’assedio di Famagosta, si arrivò all’epilogo con la battaglia di Lepanto.
      Questi pochi cenni storici sembrano sufficienti per ricordare che il soffrire acute sofferenze a causa dei seguaci dell’islam non è una novità, ma una ricorrenza storica che riemerge quando si vengono a creare determinate situazioni di conflittualità tra il mondo mussulmano e l’occidente.
      Per due volte nel corso dei secoli la situazione è stata superata: ci ritroviamo nuovamente in un’emergenza che, seppure ingigantita dai mezzi tecnici oggi a disposizione, presenta analogie con quanto già avvenuto e soprattutto è motivata e sostenuta sempre da istanze analoghe, anche se, ora come nel passato, possono mascherare più subdoli interessi economici. Ad essere diversi oggi siamo noi, che abbiamo compiuto un più lungo cammino mentale e culturale che ci ha portato ad allontanarci sempre più dall’idea della contrapposizione con il nemico e a privilegiare il dialogo e le situazioni di pace rispetto a quelle belliche.
       Ma dobbiamo avere chiara consapevolezza che la responsabilità del momento presente nei confronti della storia è enorme. La generazione attualmente al potere in occidente ha in mano un nodo di portata determinante che richiede lungimirante capacità d’azione. Non limitiamoci alla solidarietà nei confronti della Francia, ovvia da parte di chi, come tutti noi, può essere ugualmente oggetto d’attacco, ma esprimiamola con uno sforzo di riflessione che porti ad azioni risolutive per tempi lunghi, i tempi della storia. Evitiamo soprattutto la superficialità degli esibizionismi di gusto carnevalesco come quelli che in troppo alta misura circolano in questi giorni, dal farsi fotografare con la bandiera francese tatuata sulla guancia al velare con i colori della bandiera francese la propria immagine in facebook.
       Questi atteggiamenti sono speculari a quelli di chi vive di sola gioia materiale, di chi va a sentire chi canta Kiss the devil…, alle commemorazioni di chi si sente offeso per il furto del ‘tempo libero della nostra gioventù…’.
    Va ricordato che tra le vittime del terrorismo islamico ci sono molti eroi musulmani anche in Occidente che non hanno esitato a sacrificarsi per altri,cristiani e non, tuttavia concordiamo con quanto sostenuto dal candidato democratico/avversario della Clinton, Bernie Sanders, nelle presidenziali americane che sostiene la necessità che quanti nell’area mussulmana si professano islamici moderati, specie  nella regione in conflitto, lo dimostrino e si oppongano veramente  all’Is, invece di tacere, come sta avvenendo ora. Questo vale anche per le moschee in Occidente dove continuano ad esserci iman ambigui… (il papa più volte in Turchia ha chiesto a coloro che hanno posizioni eminenti nell’Islam di pronunciarsi contro la violenza ma il suo appello è rimasto senza esito…). Con ciò non vanno beatificati gli Sciti, anzi bisogna prendere atto della realtà dei fatti, ricordando, ad esempio, che Rohani, lo scorso anno, ha pronunciato ben 2000 condanne a morte, come denunciato dall’associazione “Nessuno tocchi Caino”... Gli americani in tutto questo disastro hanno responsabilità indiscusse: l’Is faceva gioco per contrastare l’Iran e gli Sciti…, i sauditi, alleati dei salafiti, sono stati sempre protetti dagli Stati Uniti, pur consapevoli che nel Golfo c’erano i finanziatori di Al Qaeda e dell’Is…
     


mercoledì 4 novembre 2015

RACCAPRICCIO

  
Carlo Biancheri

  Abbiamo assistito con insofferenza ad un dibattito a Ballarò e su La7 a proposito dei due famosi libri in uscita che utilizzeranno le informazioni  carpite in Vaticano da disonesti (se non mascalzoni) e date a giornalisti in cambio…
   Quel che spaventa è che ormai in tutti gli argomenti i maîtres à penser siano i conduttori televisivi ed i giornalisti. Novelli Robespierre, pur avendo, nella migliore delle ipotesi (!)una vaga infarinatura culturale, parlano e si adirano, come  Soloni, su temi che non conoscono.
   La tesi è che il papa non ce la farà a cambiare un ‘lupanare’ in una Chiesa che loro vogliono perfetta, pur non essendo credenti. Si esprimono come se la vita di fede fosse una questione di logica, divulgatori di un razionalismo di bassa lega, tuonano che c’è contraddizione negli uomini di Chiesa e che il Vangelo… Sennonché, quando il Vangelo viene citato lo è a sproposito. Ad esempio, il Giannini afferma con veemenza: «Certo, il Vangelo dice è ‘necessario che avvengano gli scandali…’» oportet’, con tono scandalizzato, mentre l’altro assentiva. Ma… veramente, a leggere la Bibbia di Gerusalemme troviamo: «È inevitabile… che gli scandali avvengano, ma guai…ecc.» (Matteo 18,6); la cosa è molto diversa, signor Giannini , a meno che da consumato biblista, lei reputi che la traduzione della Bibbia di Gerusalemme non sia corretta… Ci domandiamo se questi signori  non si muovano meglio in altri ambiti, altre credenze diffuse di tipo deista, col dio orologiaio…
   L’equazione, infatti, in una logica che sfiora l’eccitazione, è che se uno si professa cristiano deve essere perfetto. Un po’ quello che sostenevano i Bogomili in Bulgaria e poi i loro figli spirituali, i Catari, in Provenza, non senza qualche affinità con i Calvinisti, poi… e …, allora, il cerchio si chiude? I Calvinisti sono molto stimati da certi ‘fratelli’, per intenderci…
   Se prima di parlare si documentassero un po’, saprebbero che la Chiesa è definita ‘casta  et meretrix’ e che il Concilio Vaticano II, che loro ignorano, dice che è bisognosa di continua purificazione.
   Se c’è un papa che cerca di far coincidere vita e predicazione, come dice Gregorio Magno nei Dialoghi del Santo padre Benedetto, non vuol dire che non ne debba sbagliare una come, ad esempio, la nomina di quei due.
   Che in Vaticano, che è altra cosa dalla Chiesa, pur non essendo fuori di essa, ne succedano delle belle  nel corso dei secoli, basta conoscere un po’ di Storia oppure leggere I sotterranei del Vaticano del massone Gide, ma questo cosa prova se non che la fede richiede una continua purificazione? «Ah! Ma mia nonna che andava in Chiesa…», tu non ci vai e i soldi non li dai, lascia  a chi ne fa parte di esaminare cos’è che non va.    Essendo lontanissimi dal Vangelo che, infatti, citano a sproposito, ignorano  il ‘chi vuol venire dietro di me…’
   Questi moralisti che pretendono comportamenti coerenti con la loro logica cosa avrebbero detto a Pietro dopo che il gallo cantò per la terza volta? «Lascia  il tuo ruolo di pascere le pecore perché non ne sei degno. Vergognati». Loro pensano che la salvezza sia come aderire al Club Canottieri Roma: tu cosa sei? cattolico? E tu, sei romanista? Ignorando anche Marx, non sanno che per i credenti teoria e prassi tendono… a coincidere ma la perfezione è nella ‘parusia’. La chiave è il credere e poi la Chiesa è l’arca dei peccatori perdonati, il che implica il pentimento ovviamente…
    Un credente è contento di questo papa ma sa anche che non è la fine della Storia e che è il Vicario di Cristo ed è uomo…
   Alla fine della fiera, capiamo che ciò che interessa ai fornitori di notizie è che la famosa libertà di stampa non conosca vincoli perché questo sì è l’assoluto, come insegnano i ‘santi padri’ illuministi. Ma quando si trasforma in licenza… o in idiozie propalate alla gente? Si vorrà riconoscere il diritto di sentire tutte le opinioni o dobbiamo vivere in processi sommari in tv? La guerra sino-americana scoppiò per notizie false di cronisti cretini che si rivelarono a cose fatte infondate.


venerdì 30 ottobre 2015

METTETECI ALLA PROVA

Carlo Biancheri


   Questo è lo slogan ricorrente degli adepti del comico in disarmo e del guru cultore di Scientology, una setta, come noto, dove proliferano i "fideisti"; del resto non è un invito a credere e basta lo slogan del titolo?
   Per la verità non vorremmo tediare i nostri venticinque lettori facendo un'analisi del pensiero, diciamo così..., del Grillo, del Casaleggio, o del giovane Di Maio, della Lombardi, di Di Battista - quello che vuole capire le ragioni dell'Is...- o del Tominelli: c'è poco da analizzare perché i contenuti sono poverissimi; manca una strategia complessiva al di là del "decidono i cittadini" (lo rispettano sempre?) e, soprattutto, non c'è una proposta seria, articolata che vada oltre un mero gioco di rimessa, la sola cosa che sembrano fare. Perché non proporre una legge di stabilità alternativa che ci spieghi, tra l'altro, con quali risorse finanziare il reddito di cittadinanza? Perché non indicano come affrontare l'emergenza immigrati? Perché non ci parlano del funzionamento della Pubblica Amministrazione?        Del processo di riduzione e semplificazione delle norme? Del funzionamento della Giustizia? Quando si avventurano sugli aspetti tecnici, le sciocchezze abbondano. Per esempio, continuano a sostenere che, siccome nell'azionariato di Banca d'Italia ci sono i vigilati, la vigilanza è di parte. Lo hanno letto lo Statuto della Banca d'Italia, o meglio, hanno capito come funziona? Lo sanno quante sono le Banche centrali quotate in borsa nel mondo? Citiamo solo la Bank of England, la Banca Centrale del Giappone, la National Bank australiana: forse non esercitano la vigilanza perché gli azionisti sono dei privati? E tutti i Regulators del mondo, Consob inclusa, non sono, per caso, finanziati dai vigilati? Non sono indipendenti? Conoscono i ragazzi direttive/regolamenti comunitari del settore? O i principi della IOSCO, la International Organization of Securities Commissions, cioè i vigilanti borsistici? O quelli di Basilea, cioè quelli bancari? Precludono, forse, in assoluto la presenza dei vigilati per evitare i conflitti d'interesse? Non si parte per caso dal presupposto manicheo, da parte di alcuni del gruppo, diciamo così..., che la banca sia un male in sé? Parliamo dell'a, b, c, per chi voglia pronunciarsi in queste materie ed invece, ahimè, in Parlamento, sentiamo degli esagitati aggredire il Ministro Padoan, ripetendo, come un mantra, assunti insensati, senza che il Presidente di turno, all'oscuro di tutto, ovviamente..., riprenda il parlamentare facendogli notare che l'aggressione è immotivata perché basata su aria fritta.
   Abbiamo già scritto che dedicarsi alla cosa pubblica è una vocazione che suppone qualità morali e competenza, altrimenti si cade nella oclocrazia, nel populismo; diversamente da quello che scrivono certe cassandre sui giornali, il disordine attuale non è solo un problema tecnico, di formazione della classe dirigente: quello a cui assistiamo è il risultato di qualcosa che viene da lontano, provocato da cause molteplici ed che ci ha portato ad un malessere, ad una confusione totale.
Si dice spesso che le ideologie sono finite. Noi diremmo "certe ideologie", autoreferenziali, incapaci di confronto: si può forse operare nella vita sociale senza avere una visione del mondo, un'antropologia? E dunque un'ideologia, intesa come un insieme di valori di riferimento? Privilegio la vita rispetto alla non vita; tutti gli uomini sono uguali indipendentemente dal colore della pelle o dalle credenze... Cos'è questo? Come lo chiamiamo? Weltanschauung? Sono italiano e la chiamo ideologia.
   Aristotele è stato sbeffeggiato fino alla fine dell'Ottocento dalle truppe cammellate dei conformisti del 'pensiero critico', cioè da Kant in poi, che ci avrebbe svegliato, pensava lui, dal sonno dogmatico, poi i fenomenologi, poi i cultori dei sentieri interrotti... nel bosco... che cioè non conducono da nessuna parte (Chemins qui ne mènent nulle part... o Holzwege). Con quali esiti? L'egolatria..., il soggettivismo.
   I realisti - non ci stancheremo di ringraziare Wittgenstein del Tractatus logico-philosophicus che in due parole sostiene che in filosofia o si è realisti od idealisti, tertium non datur...- si rifanno, come Marx del resto, ad Aristotele. Ed Aristotele, come scrive magistralmente Francesco Calvo in Cercare l'uomo. Socrate Platone Aristotele (Il Mulino), dice che l'atomo costitutivo dello Stato è l'individuo, nel presupposto che lo Stato sia una koinonia di individui, ma per Aristotele l'individuo considerato isolatamente è un'astrazione, non potendo neppure sussistere se non inserito in una più vasta comunione di individui; la nozione di autarchia non deve mai esser interpretata in modo anarchico, quasi che l'individuo potesse ritirarsi da tutti in una completa solitaria soddisfazione di sé: chi vive solo o è un dio o è una bestia, sostiene Aristotele...
   L'individuo si accoppia come gli animali ma con coloro che gli sono affini per natura (v. Etica Eudemia). Da questa tendenza ha origine la famiglia, la oikia, la casa, la forma minima di koinonia che Hegel definirà la prima forma dell'eticità concreta dove i due "esercitano l'essere presso di sé nel proprio altro" - e qui siamo nel mondo come rappresentazione.. aggiungerà dopo qualcun altro...
Nella famiglia si manifesta subito il koinon, la casa che costituisce la prima comunità. Tutto il primo libro della Politica è dedicato ai rapporti che si stabiliscono all'interno della casa: padrone-schiavo; marito-moglie; padre-figlio, e l'economia domestica in vista del bene comune. Ogni forma di koinonia per Aristotele si sviluppa nella direzione contraria a quella di un livellamento e di una omogeneità forzosa dei membri della comunità. Sia detto per inciso, per Platone, al contrario, il Bene è estrinseco all'individuo cui non resta altra scelta che aderirvi: perciò lo Stato sarà il governo degli ottimati e al limite di un unico saggio... Per Aristotele, invece, ogni unione politica, che si tratti di famiglia, di villaggio o di Stato deve costituirsi in modo da preservare la diversità dei suoi membri perché solo questa diversità e la cooperazione che la cementa sostiene all'interno della comunità l'integrazione del benessere proprio e di quello comune, fino al riconoscimento che il vero benessere comune è quello che si realizza nell'identificazione dell'interesse proprio come il ridondare dell'uno sull'altro.
   Se si applicassero queste categorie al dibattito sulla step child adoption, a quali conclusioni si perverrebbe? La sig.na Cirinnà sostiene, come una Erinni, che si tratti di un diritto... ma che soddisfa chi? I partners dello stesso sesso? E non viene privilegiato un diritto, escludendo quella cooperazione di cui parla Aristotele, dove deve trovar spazio anche il diritto del bambino e di tutti quelli con cui si vive in koinonia e cioè la Società? Gli uomini non sono isole... e questa è la prova provata che la filosofia di Locke e compagni è solo l'espressione di un egoismo borghese che costruiva la società come un insieme di individui , con regolamento dei confini.
   Aggiungiamo che il mito rousseauiano del buon selvaggio ha fatto il resto perché, contrariamente a quel che pensava il nevrotico svizzero, già ospite del Lazzaretto di Genova, l'uomo vive naturalmente in comunità... e si realizza solo in essa.
   Quel che manca è un'antropologia che vada oltre l'anomia e il piatto materialismo: dice nulla che nella crisi solo i centri estetici non ne abbiano risentito? E questo è progresso nella Storia? 

sabato 19 settembre 2015

LA BUONA SCUOLA DI RENZI E' DAVVERO BUONA?

Rosa Elisa Giangoia

     Innanzitutto bisogna dire che, dopo decenni di politica del risparmio che ha danneggiato la scuola pubblica in Italia, questa riforma, fortemente voluta dal Presidente del Consiglio, che già nel suo primo discorso in Senato aveva affermato di pensare che «non ci sia politica alcuna che non parta dalla centralità della scuola», stanzia per la scuola 3 miliardi di euro e assume 102.700 insegnanti precari. Questo dato positivo, però, non è altro che la necessaria normalizzazione di una incancrenita situazione di negligenze e ingiustizie che aveva fatto sì che laureati che avevano compiuto tutto il percorso professionalmente formativo, di volta in volta in vigore, per diventare insegnanti fossero utilizzati dal governo in condizione di precariato. La situazione negli anni era diventata estremamente confusa, con concorsi statali bloccati, insegnanti “stabili” con contratti da precari, decine di migliaia di contratti di supplenza annuale: di conseguenza è risultato difficile stabilire le priorità e le garanzie dei diritti, per cui sono esplose, all’interno della categoria dei docenti, tensioni e conflitti.
    Nello stesso tempo riemergevano situazioni difficili da tempo presenti nella scuola: condizioni strutturali ed edilizie a rischio per molti edifici scolastici, la mai realmente attuata autonomia scolastica, la necessità di ammodernare le strutture e la didattica, tutte in gran parte determinate dai tagli di circa 8 miliardi di euro e dalla soppressione di circa 120.00 lavoratori della riforma del ministro Gelmini.
    Quando si inizia a delineare questa attuale riforma (settembre 2014) il Presidente del Consiglio avvia un dialogo diretto con la cittadinanza, attraverso forme di democrazia partecipata che (un po’ demagogicamente) vorrebbero coinvolgere docenti famiglie e studenti, tramite un questionario on-line e position-papers. I risultati sono senz'altro deludenti: le risposte al questionario sono solo 207.000!
    Ma nell'itinerario di elaborazione della riforma il momento di svolta avviene il 26 novembre 2014, quando la Corte Europea del Lussemburgo obbliga il governo italiano a regolarizzare i contratti precari degli insegnanti prorogati dopo 36 mesi di lavoro. Da quel momento si avvia, attraverso gli opportuni atti legislativi, il piano di stanziamento dei 3 miliardi di investimento per le procedure di assunzione. Nel disegno di Renzi avviene però un deciso cambiamento: dalla riforma scompare l’attenzione ai problemi educativi e prevale l’elaborazione tecnico-politica di un piano teso più a risolvere le situazioni dei docenti che a garantire una nuova formazione agli studenti.
    A questo punto l’iter della riforma procede veloce: il 24 giugno il Governo blinda il testo e pone la fiducia al Senato e il 9 luglio la riforma è approvata alla Camera. Di fatto la prospettiva iniziale di elaborazione condivisa della riforma è stata completamente capovolta: si è arrivati all'approvazione di un testo blindato al quale non è stato possibile porre emendamenti o discuterlo in Aula!
     Esaminiamo le innovazioni salienti
     Innanzitutto viene fortemente modificata la figura del dirigente scolastico, a cui è data la facoltà di scegliere i docenti rendendo pubblici i criteri seguiti, non solo per coprire l’organico, ma anche senza una loro classe, da utilizzare per supplenze e nel monte ore del 30% per potenziare alcune materie caratterizzanti l’offerta formativa. Se applicato con assoluta correttezza e trasparenza questo criterio di avere gli insegnanti migliori per raggiungere gli obiettivi prefissati dal P.O.F. potrebbe essere ottimale, ma c’è da fidarsi dell’assoluta correttezza e trasparenza? Saranno i fatti a dircelo.
   Inoltre il dirigente scolastico avrà a disposizione fondi per premiare i docenti che più si impegneranno e potrà scegliere un gruppo di insegnanti “collaboratori” per far funzionare e governare la scuola, cosa che, per la verità, già avveniva con le “funzioni obiettivo”. Ma resta aperto un problema: quello di individuare chi controllerà i dirigenti scolastici.
    Altre presunte innovazioni sono in realtà un ritorno al passato.
    Si dice infatti che entro il 1° dicembre dell’anno corrente verrà bandito un concorso per insegnanti a cui potranno accedere i precari non assunti, di cui entreranno in ruolo il 60%, mentre gli altri formeranno una specie di fascia di esodati che dovrebbero iniziare nuovi percorsi di formazione per partecipare a futuri concorsi, fino a quando non risulteranno vincitori. In questo modo si ripropone la situazione anteriore al 1974, quando si entrava in ruolo solo per vincita di concorso. Ma in quegli anni ci fu un enorme aumento della popolazione scolastica, specie alle superiori, che costrinse all'utilizzo generalizzato di precari (non selezionati o reduci da diversi insuccessi nei concorsi) che dopo qualche anno vennero indiscriminatamente immessi in ruolo ope legis con un notevole abbassamento del livello culturale e professionale dei docenti che fu l’inizio del decadere della scuola e del crollo di considerazione da parte dell’opinione pubblica nei confronti della categoria. Anche nel caso attuale sarà la realtà dei fatti a determinare l’evolversi della situazione, in quanto non è prevedibile il fabbisogno di docenti nel prossimo decennio, date le variabili demografiche dovute a natalità e immigrazione.
    Anche la card di 500 euro l’anno che verrà data ai docenti da spendere per “consumi culturali” ricalca i rimborsi e le detrazioni fiscali che si erano varate qualche decennio fa per gli stessi fini, ma che hanno avuto vita e attuazione brevissima per la mancanza di fondi rapidamente sopravvenuta. Speriamo che questa volta la storia non si ripeta… Allo stesso modo, dopo i corsi di aggiornamento semi-vacanze-premio degli anni ’60, negli anni ’70 e ’80 grande sviluppo ha avuto la pratica dei corsi di aggiornamento per insegnanti che ha tenuto in piedi associazioni culturali e professionali a cui erano demandati e che gli insegnanti frequentavano, con più o meno profitto, ma senza alcuna verifica, con il miraggio di scatti di carriera. Poi tutto si è dissolto… e non se n’è più parlato, come se la necessità di aggiornare gli insegnanti non fosse costante. Ora la Buona Scuola prevede una “formazione comunitaria” in servizio per i docenti a cui vengono destinati 40 milioni di euro da ripartire tra tutte le scuole. Vedremo chi li organizzerà, come verranno gestiti e soprattutto se questa volta la positività dell’aggiornamento verrà in qualche modo verificata.
   Centrale vorrebbe essere nella Buona Scuola il rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro, in quanto prevede 400 ore di stage  in aziende o enti pubblici per gli studenti degli istituti tecnici o professionali, mentre per i liceali, 200 facoltative.  Gli stage, con tempi più ridotti e organizzati in modo piuttosto dilettantesco, li abbiamo già sperimentati, con scarsi risultati soprattutto per la futura occupazione dei giovani che continua ad essere al 44%. Speriamo che ora tutto venga organizzato in modo ottimale, utile per trovare lavoro  dopo il diploma, nonostante i soli 100 milioni di euro stanziati.
   Resta comunque irrisolto il problema che i ragazzi italiani escono a 19 anni, mentre in altri paesi europei e non la soglia è di 18.
   Di nuovo la riforma prevede la detrazione fino a 400 euro per chi iscrive i propri figli in scuole paritarie, che in genere hanno rette piuttosto alte, per cui la detrazione copre una minima parte, mentre stanzia per il funzionamento delle scuola da 111 a 200 milioni di euro, che comunque non eviteranno i contributi (più o meno) volontari delle famiglie al momento dell’iscrizione ad una scuola pubblica.
   In questa riforma manca però qualcosa di molto importante. Mancano completamente la dimensione didattica, pedagogica e antropologica, nonché l’attenzione sociale. Innanzitutto non si considerano i problemi del disagio, degli alunni e degli studenti poveri, non si considera che, mentre nei paesi del nord Europa l’istruzione è completamente gratuita, in Italia ogni studente costa mediamente 700 euro all'anno alla famiglia, che sovente non è in grado di sostenerlo. Inoltre non si affronta in modo globale il problema dell’insuccesso scolastico (17%) e dell’abbandono che nel nostro paese si aggira intorno al 20%, ponendoci tra i paesi fanalini di coda dell’Ocse. Queste dinamiche si correlano anche alla condizione stipendiale degli insegnanti, se pensiamo ai premi che possono dare i dirigenti scolastici in netto contrasto con il programma di Obama (Teaching for America) che assegna stipendi più alti ai docenti che scelgono scuole difficili, socialmente disagiate e periferiche, in somiglianza con quanto era stato fatto in Italia alcuni decenni fa riguardo ai magistrati, categoria privilegiata dallo Stato a tutto danno dei docenti.
   Completamente eluso rimane l’interrogativo di fondo su quali persone e soprattutto quali cittadini vogliamo che la scuola formi e attraverso quali percorsi culturali, cosa che era ben chiara a Giovanni Gentile nel delineare il liceo classico e la sfaccettatura degli istituti tecnici. A questa domanda inoltre dovrebbe precedere l’interrogarsi sul fatto che nel nostro paese l’analfabetismo è ancora intorno al 3,5 %, mentre la percentuale dei laureati sul totale degli occupati è un sesto di quella degli USA e un terzo di quella della Francia, senza contare il fatto che la maggior parte dei nostri migliori laureati trovano lavoro all’estero, per cui noi li prepariamo per gli altri…
   Nella riforma manca uno specifico insegnamento sulla cittadinanza, inoltre le forme di partecipazione alla gestione della scuola non sono incentivate e non si promuove l’educazione ad un loro corretto uso. Manca, in definitiva, l’educazione ai valori del bene comune, ai valori del vero, del bene e del bello.
   A questo riguardo occorrerebbe affrontare la questione in profondità, con saggezza e competenza.


domenica 6 settembre 2015

LA FOIRE AUX CANCRES

  Carlo Biancheri


 "Al Cara di Mineo non ci sono richiedenti asilo perché nessuno viene dalla Siria e tutti gli altri vengono da paesi dell’Africa dove non ci sono guerre".
   Così il Maroni, già votato dalla decadenza lombarda a Governatore: delle due l’una, o è un attore consumato o è tragicamente disinformato e quindi politicamente inadeguato. Ignora forse la situazione in Eritrea? E in Mali dove i francesi han dovuto combattere con le loro truppe? La Nigeria nord orientale è tranquilla? La Somalia è il bengodi? E il Sud Sudan un’oasi di pace? Il Ciad, tutto ok? In Egitto, in Tunisia c’è andato? E i rifugiati secondo le convenzioni internazionali, sottoscritte anche dal governo del "ben operare" di cui lui ha fatto parte, debbono essere i soli siriani? Gli Afgani, no? Gli iracheni, neppure?
   Quando lui era ministro (si fà per dire, disse una volta Scalfari…) non c’erano problemi con l’emigrazione. Che paragone denso di significato! E il contesto…? Le stesse guerre? L’Isi?
   Questo signore  ci vuol far credere che il ‘peccatore’ che di cattolico non ha neppure l’infarinatura, cioè il Salvini, sia un leader! "La Merkel è stata furba a prendersi i siriani che sono tutti dottori, avvocati, esperti di tecnologia e a noi ha lasciato il resto…", dice il Salvini…:  sulle qualifiche della popolazione siriana che emigra occorre un approfondimento  a giudicare dalle immagini in tv… ma il resto, nella sua testa, cos’è? Feccia?
   Il Maroni è quel personaggio che sostiene che la Lombardia deve trasformarsi in regione a statuto speciale come  la Val d’Aosta, come la Sicilia, per intendersi… "così può tenersi i soldi che paga in più allo Stato rispetto a quello che riceve…"  Uhm…nel calcoletto il Governatore con gli occhiali rossi ha tenuto conto di quel che lo Stato ha investito per le infrastrutture, negli anni, nella sua regione, oppure no? Malpensa, tutta la miriade di aeroporti inutili e dannosi della Lombardia, voluti in primis dalla Lega…? Le autostrade inutilizzate? Questo non conta o non si calcola nel dare e nell’avere?
   E questa gente dovrebbe fare l’opposizione?
Insieme al Grillo che reputa che l’ungherese Orban, pluricondannato dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, abbia ragione sull’immigrazione, rispetti le norme comunitarie, la Convenzione di Dublino…
   L’attor giovine, così si chiamavano nelle compagnie di giro, è tutto soddisfatto che l’Italia sia rientrata nel ‘gruppone’ e pensa che si prepari per la maglia rosa o gialla… Attenzione, nel gruppone c’è pieno di gregari e fà male vedere che le proposte non vengano dalla Commissione (Juncker esiste ancora?) ma dalla coppia franco-tedesca, dove il marito, macilento peraltro, sembra quel Monsieur Dupond di Tintin, e segue a ruota… la moglie imponente. La coppia consulta di tanto in tanto l’altezzoso Cameron che ha già un piede fuori della UE ma impartisce consigli e lezioni e che l’attor giovine chiama l’"amico David"… (siamo certi che capisca quel che dice giacché ha studiato a Pontassieve non ad Oxford…?). Sui migranti? noi l’avevamo detto…
   Quel che preoccupa è che in questo paese ormai ciò che conta è l’effetto, non il contenuto di quel che i politici dicono, sostenuti, peraltro, dagli impareggiabili fabbricanti di notizie.
   I paesi dell’Est sono stati improvvidamente (anzi, troppo in fretta) accolti nella UE (con l’eccezione della Romania e della Bulgaria che erano sotto pressione americana per rimanere fuori…: l’Europa, all’epoca, era percepita come un competitor a livello mondiale…), dopo la caduta del muro, per impulso tedesco; la Germania  voleva spostare  ad Est l’equilibrio geopolitico nella regione, grazie anche alle intese con gli egolatri come Sarkozy o   i trafficanti come Aznar;  noi avevamo il Cavaliere che si disinteressava a tutto ciò, probabilmente perché troppo assorbito dagli affari di famiglia e dalle sue cene eleganti… Gli Stati membri dell’Est  hanno ottenuto un lungo periodo transitorio per adattarsi alla normativa europea ed hanno  utilizzato i fondi strutturali come un bancomat per modernizzarsi …s empre attenti  a non assumersi alcun impegno. Inoltre, quando emersero differenze di vedute con gli Stati Uniti, sotto la sciagurata presidenza dell’ex alcolizzato Bush, in  politica estera... seppero subito con chi schierarsi. La durezza degli ungheresi, degli slovacchi, dei cechi e dei polacchi sugli immigrati si può spiegare solo con l’eredità del sistema sovietico che ha creato macerie culturali ed umane, tuttora visibili per chi conosca queste popolazioni; l’istinto di sopravvivenza spesso porta all’insensibilità per le esigenze altrui e ad  una difesa ostinata di quel che si è conquistato, oltre al nazionalismo.
   Oggi ci rallegriamo del cambiamento germanico (alla buon’ora…), scopriamo  la doppiezza inglese e la callidità francese ma non si può adottare una terapia sugli effetti se non si curano le cause e qui forse, l’ Europa, nel suo insieme, non è  pronta a farlo anche se l’inazione comporterà un disordine permanente (venti anni per il Pentagono…) e a nulla varranno i cannoni, i militari; gli innocenti continueranno a morire per responsabilità dei mascalzoni e degli ignavi.
   Certo ci saranno interventi, qualche bombardamento in più… ma fino a che non si deciderà di prendere di petto le cause delle guerre nel vicino Oriente e quelle della fame in Africa, in paesi governati da lestofanti in molti casi, fino a che non si interverrà con un ‘piano Marshall’ economico e culturale, non certo del tipo ‘Buy US’ come fa l’organizzazione US Aid…, si continuerà con l’emergenza. Viviamo davvero la globalizzazione e non si torna indietro.
   Il richiamo del papa alle parrocchie d’Europa all’accoglienza ai profughi provocherà una interessante verifica di quel che resta del nome cattolico (ma anche cristiano perché i protestanti non brillano!) oltre alle  mura delle Chiese.
Siamo nell’epoca delle ‘conseguenze’.

martedì 25 agosto 2015

CHI HA MANGIATO PANE E VOLPE ?

Carlo Biancheri
      Si fa un gran parlare dell'arrogante richiamo della Cancelliera Merkel, la ragazza cresciuta sotto il regime di Honecker che ha anche ottenuto il primo premio tra gli studenti della  DDR per la conoscenza della lingua russa (...), roba da figli della nomenklatura..., all'Italia ed alla Grecia per istituire ad horas i centri di identificazione dei migranti per i quali detti Stati membri si sono impegnati a giugno 2015, nella riunione dei capi di governo UE.
      L'Italia sembra sostenere che lo farà quando verranno effettivamente ripartite le quote dei richiedenti asilo, decise su base volontaria... obbligatoria e, nel contempo, chiede la riapertura della Convenzione di Dublino sulla famosa clausola accettata dall'ex impareggiabile Commissario Frattini, esperto di sci e di diritto amministrativo (professore di quale fascia?), poi Ministro degli Affari Esteri di quel Governo Berlusconi che ha così ben operato! Detta clausola prevede che il migrante debba richiedere asilo nel primo Stato membro di arrivo della UE. Che capolavoro per il Ministro che passerà alla Storia: forse pensava che i nostri confini nazionali fossero con Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia? Uno svarione del genere passa indisturbato in questo Paese senza sanzioni anche se lo stiano pagando noi? E il Parlamento che ha ratificato questa sciocchezza capiva quel che votava? La Lega, i forzaitalioti, i fratelli di cosa?
       Volete che Germania e Francia non continuino a decidere per tutti con dei partners così imbelli che non sanno rovesciare il tavolo e dire di no? A chi temeva di dispiacere il Frattini? A certe fratellanze, con notevoli armi di ricatto, che preparano gli accordi bell'e fatti a Bruxelles e che predicano un'appartenenza comunitaria chiarendo bene che alcuni sono più uguali degli altri?
       Non abbiamo i soldi per turare le buche nelle strade, per far funzionare gli ospedali, per far fronte alle calamità naturali, per assicurare molti servizi essenziali e ora dobbiamo istituire centri di identificazione efficienti con schedatura per circa mille arrivi al giorno, con tanti migranti che si rifiutano di farsi identificare: se uno è nato nella provincia di Kanu in Nigeria come si fa a verificarne l'identità, in caso di incertezza? La polizia federale nigeriana risponderà prontamente ad una richiesta magari formulata in italiano o in un inglese out of order (...)? Oppure l'Afghanistan o il Bangladesh o il Pakistan... o l'Eritrea, la Somalia o tanti Stati sub-sahariani o la Siria, con chi si parla? Anche la scannerizzazione delle impronte digitali, la ricerca della provenienza e le motivazioni dell'espatrio con così tanta gente dovrebbe esser sulle spalle delle amministrazioni italiana e greca, note per essere efficienti...? Si tratta forse di una battuta... ma la ragazza, che è furba, sa benissimo che questo è impossibile e così per spegnere i fuochi alle case destinate ai migranti in Germania dà la colpa ai mafiosi, nel nostro caso, ed agli incapaci del Sud oppure propone di mandar lei la sua polizia (quella che dopo la seconda guerra mondiale è succeduta alla Gestapo) a fare l'identificazione... Un piccolo vulnus al principio di sovranità degli Stati, mascherato come solidarietà europea.
       Sostiene, poi, che bisogna stabilire una lista di 'Stati certi' dove rimandare indietro i migranti per motivi economici e qui bisogna dire che la Sig.ra è una fine umorista oltreché una faccia tosta. Secondo lei, il Mali si prende chi proviene dal Burkina Faso o dal Tchad o dalla Nigeria? E il Ghana gli espatriati dal Senegal o dalla Costa d'Avorio? Ha mai viaggiato in quei paesi? Sarebbe come dire che gli Ucraini si prendono gli italiani che emigrano... Invece di riconoscere che l'Africa (L'Afrique étranglée era il titolo di un libro di molti anni fa, sponsorizzato da Jeune Afrique), abbandonata al suo destino dall'Occidente per decenni, si è rivolta alla Cina che sta drenando tutte le ricchezze in molti paesi, aumentandone la povertà..., malgrado la crescita di altri.
         Il flusso migratorio si risolve con i centri d'identificazione o con i rimpatri?
         O  ci è o ci fa... si dice a Roma.
         Ma l'attor giovine, sempre ansioso di successi, per tornare a Pontassieve a raccogliere la 'ola', dormiva quando si è parlato in riunione dei centri di identificazione? Tutto concentrato sulle quote volontarie/obbligatorie (...) ha pensato che 'de minimis non curat praetor'?
          Non da oggi sosteniamo che l'apprendistato dell'attor giovine ci sta costando troppo perché ora il tema dei centri di identificazione diverrà centrale per chissà quanto... con un presidente francese che ricorda uno dei due Monsieur Dupond, personaggi del cartoon Tintin; ride sempre ma è Pilato.
          L'Italia ha un bel chiedere la modifica di Dublino che fa comodo agli Stati membri del centro-nord Europa, ma... ne ha la forza? Dove sono gli alleati? Neppure tra gli Stati membri dei Balcani per i quali peraltro si è molto battuta sembra esserci sostegno...? Fino a che non si comprende che la ricreazione è finita e che bisogna impedire (se ci si riesce...) la commistione tra politica e corruzione e che non si può vivere perennemente con l'arte del Michelaccio, che ci vuole coraggio e competenza, specie in sede internazionale, dove anche se si è custodi di un passato illustre, si è ugualmente tagliati fuori se non si è capaci di interagire. Dire e fare debbono tendere a coincidere.
          Guardate con quale semplicità tre americani ed un inglese hanno rischiato la loro vita per fermare un terrorista: dovrebbe farci riflettere, al di là di tante parole...
 


mercoledì 19 agosto 2015

L'EPOCA DELLE CONSEGUENZE

Carlo Biancheri
 
 
Così Churchill dopo la seconda guerra mondiale.
Si parva licet, quel che vediamo accadere adesso in questo povero paese è l'esito di quanto avvenuto almeno negli ultimi venti o trent'anni.
Un economista serio spiegherà tutti i fattori che hanno portato alla degenerazione attuale: nuove tecnologie, ripartizione del lavoro a livello internazionale, inefficienza strutturale del paese: scarsi investimenti nella ricerca, nelle infrastrutture, livello di educazione mediocre, pubblica amministrazione autoreferenziale e, spesso, fatiscente, assenza di controlli e di sanzioni efficaci, inefficienza della giustizia, pletora di leggi male attuate, corruzione sistematica, regionalismo che ha ottenuto l'effetto contrario di quel che si prefiggeva (tanti piccoli statarelli, forieri di illeciti, con ambizioni internazionali (...) Bruxelles inclusa!), ingessamento del lavoro, ostacoli alla libertà d'iniziativa, sindacati custodi dell'esistente (cioè apparati mastodontici, portatori di interessi in voga negli anni 60 e 70 del secolo scorso), capitalismo di relazione..., impresa individuale legibus soluta..., informazione di basso livello della pubblica opinione perché, normalmente, prodotta da soggetti impreparati o asserviti...
L'economista in questione trascurerà, forse, un fattore che, "a nostro debol parere", ha un peso non indifferente: la scarsa disponibilità al sacrificio, la volontà di affermare il proprio io come totalizzante, una sorta di ideologia del tipo: "a me tutti i diritti e... i doveri che reputo congrui...".
Ricordate lo slogan delle femministe: "l'utero è mio e me lo gestisco io?" Un proclama che non ha tenuto in alcun conto la collettività; il comportamento individuale è quello di una monade leibniziana e lo stesso vale per il diritto alla droga, al sesso sganciato da un contesto umano, cioè il piacere a tutti i costi.
Aristotele, diversamente da Platone, dove il bene (agathòn) è al di fuori dell'individuo e ciascuno deve essere soddisfatto della parte che gli è data, da ciò la delega e la Repubblica degli ottimati..., fa coincidere l'ìdion, l'interesse personale, con il sunòn, cioè il 'comune' che è sì più alto dell'ìdion ma non gli è estrinseco...
Noi però viviamo in un'epoca di sofisti dove ciò che conta è il solo interesse personale, l'ìdion, la performance individuale...
E' detto molto bene nel paragrafo 122 dell'Enciclica Laudato si', a proposito del relativismo pratico: "Quando l'essere umano pone sé stesso al centro finisce col dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti e tutto il resto diventa relativo... tutto diventa irrilevante se non serve i propri interessi immediati."
Come pensare ad uno sviluppo? Quali le priorità come si chiedeva un De Gasperi, a suo tempo?
E' indubbio che il mare di leggi fatte con i piedi dai referendari delle Camere e da parlamentari incompetenti e cooptati sono per la gran parte inapplicabili o stravolte da giudici che vogliono a tutti costi trovare il loro momento di gloria: adesso ti faccio vedere io di cosa sono capace...
I posti di rilievo sono occupati, per lo più, da persone che non eccellono nell'ambito che sono chiamati a trattare; un piccolo esempio: un politico, esperto di contabilità dello Stato o una professoressa di diritto commerciale possono ricoprire un compito complesso come quello di presidente o commissario della Consob che si occupa, soprattutto, di diritto dei valori mobiliari e di servizi finanziari? E quanti, quanti altri casi del genere? Bisogna riformare le istituzioni: certo, ma non in qualsiasi modo... perché ciò che rileva è il contenuto del cambiamento, non cambiare per cambiare...
Ogni settore richiede una specializzazione, a meno che uno sia disposto a farsi operare da chi faceva il macellaio fino al giorno prima... Ogni opinione è messa sullo stesso piano grazie alla panzana che ci propalano che la verità è dialettica, a prescindere da quel che si dice.... e, infatti, ci ricordiamo di quel tale dei 5 stelle che voleva capire le ragioni dell'Isis... Perché non di Hitler, dovremmo chiedere ai fabbricanti di notizie che si impancano a sapienti? E perché ci si ferma sempre, come retaggio della tradizione romana, alla definizione di una norma e non si cura mai la sua applicazione? Esistono controlli in questo paese? A giudicare dagli scandali a ripetizione a tutti i livelli, inclusi quelli comunali e regionali, non parrebbe... Siccome non vi sono controlli nessuno paga e nessuno è responsabile... Succede un cataclisma? Gli ingegneri deputati alla vigilanza del territorio sovente ammettono che non sanno di chi fossero le competenze...: si aspetta l'intervento supremo della magistratura, a babbo morto... Sembra che chi eserciti una funzione pubblica, in molti casi, si guardi bene dall'assumersi responsabilità.
I trasporti locali, le ferrovie, gli aeroporti e i porti funzionano male? Ci sarà qualcuno responsabile? Le concessionarie pubbliche non fanno investimenti come da atto di concessione? Chi lo verifica? Ci sono le buche nelle strade? A Roma la procura ha aperto un fascicolo solo a seguito dell'impressionante numero di incidenti... provocati dalle buche. E gli ospedali? E il fisco? E la scuola, al cui riguardo si sbandiera come una grande riforma l'immettere in ruolo il personale, compresi i vincitori di pubblici concorsi banditi dallo Stato, per troppo tempo (volutamente!) dimenticati? Ecc., ecc.
Cos'è che non va? Siamo costretti a correr dietro agli annunci ad effetto dell'attor giovine e di suoi ministri sempre soddisfatti del loro operato... o di un'opposizione che sa solo sbraitare sciocchezze.
Galantino ha ragione da vendere se afferma che la classe politica è un giro di cooptati, specie di certe fratellanze aggiungiamo noi..., inefficienti e poco capaci. Le sue prese di posizione e le sue parole rappresentano l'esercizio della profezia in senso biblico, cioè il diritto/dovere di dire la verità, di distinguere il giusto dall'ingiusto. Questa naturalmente è una prospettiva troppo alta, estranea alle ristrette ed autoreferenziali visioni dei nostri politici, che si contrappongono a Galantino con la miopia delle loro abituali, inutili, diatribe, come i cosiddetti cattolici adulti, cioè quelli del fai da te: questo lo accetto e questo no... Di conseguenza... apriti cielo: un diluvio di critiche da chi sa come va il mondo... e, ne vediamo gli esiti! Ci viene poi presentato come maestro di teologia e di cultura politica il segretario del bar Sport che farebbe impallidire il barone di Munchausen con le sue sparate e insulsaggini. Una per tutte: si definisce cattolico e peccatore e questo gli dà diritto di predicare il suo 'dover essere' al mondo cattolico; è peccatore e contento di esserlo, non contrito! La dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà umana sono corollari del messaggio evangelico che suppone un'antropologia corretta.
Nell'Ottocento la Chiesa italiana si è opposta ai massoni che hanno costruito uno Stato unitario il cui funzionamento è sotto gli occhi di tutti..., poi c'è stato il regime concordatario e ora tira il vento, nuovamente, di libera Chiesa in libero Stato, in altri termini nessun sostegno per una parte rilevante di cittadini che vuol vivere secondo propri ideali, compatibili con la Costituzione che sancisce la libertà religiosa e di culto come diritto fondamentale... Inoltre bisogna considerare che "libera Chiesa in libero Stato" si traduce di fatto in cesaropapismo, perché è lo Stato che determina i confini di quel che la Chiesa può dire...
Il papa ha ragione a sostenere che una società che non si preoccupi di far sì che ognuno possa avere un lavoro dignitoso non ha futuro e allora, invece, di fare programmi mirabolanti cominciamo da subito a capire che abbiamo un destino comune e che la legalità è un bene che interessa tutti e chi ha di più, più deve dare... Di qui nasce la questione della giustizia distributiva che comporta rinunce per qualcuno a ingiustificati privilegi, la lotta seria all'evasione fiscale e ad altre situazioni indebite, per dare a tutti la possibilità di una vita accettabile, grazie anche ad un welfare compatibile con le risorse. Ma i cattolici in politica sono dei solisti, anzi adulti...