lunedì 11 febbraio 2019

BOOM! Centomila!




Carlo Biancheri e Rosa Elisa Giangoia


I nostri venticinque lettori sono stati attivissimi nell’entrare nel nostro piccolo blog AMICUS PLATO SED MAGIS AMICA VERITAS perché abbiamo sfondato il muro delle centomila visualizzazioni.
Grazie.
Abbiamo cominciato così nel 2011, quasi per caso, per non poter tacere per amore della Verità dinanzi a tante ingiustizie e mistificazioni che vedevamo attorno a noi e per questo abbiamo scelto come nome del blog l’amicizia della Verità che va oltre le amicizie personali perché è la stella polare nelle scelte, la garanzia di mantenere la lucidità nel giudizio, di non cercare il potere fine a sé stesso. Una Verità che ha il fondamento nel rapporto (adequatio) tra le cose e l’intelletto, fondamentale in filosofia, così come il principio di identità o non contraddizione.
Regnavano allora Berlusconi e Bossi quando cominciammo ed era già decadenza, ma adesso è crisi umana, sociale, istituzionale, in un tempo di manichei in cui gente senz’arte né parte ‘si impanca a maestro’ di morale con principi che si applicano agli altri ma non a loro. Infatti, il manicheismo, tanto per non dimenticare Bogomili e Catari – cioè i perfetti…- consiste nel vedere tutto il male da una parte e nell’accusare i colpevoli (privilegiati, ladri, lobbisti affaristi, corrotti ecc., ecc., in pratica i nemici) e tutto il bene dall’altra (i prescelti che libereranno gli altri, anche se non richiesti «giacché il bene, si sa, bisogna farlo per forza», come afferma donna Prassede ne I promessi sposi dell’amato Manzoni).
La gente è confusa e sbigottita e, anche se gli italiani sopportano qualsiasi cosa (Mussolini dixit…), non si può stare alla finestra, ma bisogna correre in aiuto della res publica, la nostra casa comune, e rifiutare di esser trattati da ‘cittadini’ che fà rima con ‘cretini’… cioè come dei sottoposti al comando di un meccanismo oscuro che pretende di governare tutti a colpi di like, saltando il dibattito, la rappresentanza e le competenze, infischiandosene delle regole, come se la volontà della maggioranza dei votanti giustificasse qualsiasi cosa, financo la violazione dei diritti umani, come avvenuto con i migranti e anche con i detenuti.
La nostra ambizione è quella di fare un discorso sull’umano che sia la premessa di scelte politiche giuste, prudenti e consapevoli. Non ci sono compagni che sbagliano da recuperare, c’è da sfidare gli altri sulle proposte, sul terreno del bene comune, non sugli schieramenti.
L’impresa sembra quasi impossibile, perché non soccorrono istanze culturali e spirituali. Gli intellettuali sono agnostici per la gran parte e vivono nell’indifferenza: non c’è nessun engagement (impegno), come dicono i francesi, ormai ridotti a nemici, – senza  i quali, però, il paese non sarebbe unito…-. La Chiesa molto secolarizzata è nell’era che Jacques Maritain aveva profetizzato ne Le Paysan de la Garonne e cioè divisa tra i montoni di Panurgo che vanno dritti nel precipizio, seguendo il capo montone e lo spirito del mondo, e i ruminanti della Santa Alleanza, tra Chiesa e potere. Maritain con Gilson erano uditori laici al Concilio e la Costituzione conciliare Gaudium et Spes, redatta in buona parte dal domenicano Chenu, riecheggiava molti temi di Umanesimo integrale: è cristiano ciò che è ‘pienamente’ umano e qui sta il fondamento di ciò che si può definire bene comune come si ritrova nella Rerum Novarum di Leone XIII.
Ma queste sono sottigliezze che i teologi contemporanei neppure comprendono più, riducendo la fede/religione all’affettività che rasenta la psicologia o la sociologia.
Siccome noi abbiamo grande rispetto per la vita e per l’umano, anche degradato, che costituisce il nostro essere, pensiamo che occorra:
  • un confronto serio, nel quadro del contesto internazionale, per porre mano alle fragilità di un paese che non riesce a riconoscersi unito e solidale;
  • investimenti pubblici e privati e non analisi fasulle in quanto politicamente orientate dei costi/benefici, nell’ipotesi che ci siano soltanto delinquenti da scoprire;
  • la lotta alla malavita ed alla corruzione tanto diffusa, anche perché lo Stato è percepito come estraneo;
  • lo sviluppo sostenibile che non è in alcun modo la decrescita, ma è la premessa per garantire una vita umana a tutti;
  • l’equità fiscale che presuppone una lotta effettiva all’evasione che non si può fare senza una burocrazia efficiente e di qualità, non  solo vigile sulle procedure, e non più basata sul principio borbonico dello Stato di polizia teorizzato dal Bodin: «sei tu, suddito, se vuoi un’autorizzazione o un documento, che devi dimostrare di non aver violato le leggi e non viceversa»;
  • un’Europa democratica, necessaria per ragioni economiche ed ideali, specie nel quadro di grandi nuove potenze mondiali, più attenta alla solidarietà, come era prima dell’Atto Unico, senza scorciatoie federalistiche, ma con procedure rafforzate di cooperazione con chi ci sta e rispetta le regole;
  • un’Italia europea e non illusa dalle manovre dell’autocrate Putin che  regge il suo immenso paese, in via di sviluppo al di fuori delle grandi città e dei centri presidiati dall’esercito,  con la forza e non certo con la democrazia;
  • una scuola che non si limiti alla formazione professionale, senza appiattimento verso il basso, ma sia in grado di dare ai giovani una formazione culturale completa, con una scala di valori sicura, una piena capacità critica nei confronti della realtà e una possibilità di costante apprendimento nella vita a livello generale e in ambito professionale;
  • un’università che formi professionisti di salde competenze nella prospettiva di quelle che sono le reali necessità del nostro paese;
  • una ricerca scientifica sostenuta da finanziamenti pubblici e privati per evitare la fuga dei nostri giovani più preparati e capaci in paesi stranieri con depauperamento del nostro patrimonio intellettuale. 

Tutti questi sono propositi, sono speranze, ma noi siamo convinti che anche attraverso canali di non ampia portata, come il nostro, si possa fare un lavoro capillare di penetrazione e di convincimento, per cui continuiamo a pensare, a scrivere, a diffondere idee con fiducia nella forza stessa della verità per una società migliore.
Pensiamo, però, che per realizzare ciò le persone debbono acquisire una consapevolezza umana diversa: dieci milioni di spettatori o quasi per quattro sere (!) al festival di Sanremo fà riflettere…
Mancano  tensione morale, purtroppo, e un’attitudine al sacrificio, anche perché una parte importante della Chiesa cattolica predica soltanto il secondo comandamento –ama il prossimo tuo-, dimenticandosi del primo, e cioè l’amor di Dio, che ne è la premessa, quasi che la vita fosse tutta qui… sulla terra. 
Ai genitori del bambino andaluso di due anni, Julén, caduto nel pozzo di cento metri e morto, non è di gran conforto la tesi di Leibniz che trova una giustificazione al dolore individuale nel bene della specie umana… Il progresso umano e la solidarietà non bastano proprio e Dostoevskij lo aveva capito molto bene.
Contiamo sui nostri venticinque lettori per questa battaglia e il prossimo fronte sarà quello  delle elezioni europee.
Ce n’est qu’un début,continuons le combat!