Carlo Biancheri
I
soliti Cacciari, filosofo del nulla e politico ad un tempo, sindaco di Venezia
in occasione del rogo de La Fenice, o il politologo Passigli, esponente
della cultura radical chic, si chiedono che senso abbia esser votati per
fare la minoranza e quindi spingono il Pd a concludere il governo con quelli
del pianeta Gaia: a noi pare che i votanti si esprimano a sostegno di un
partito e quel che avviene dopo dipende dal risultato del voto. Il
ragionamento, tuttavia, si radica nella teoria hegeliana dell’Ottocento
per cui la Storia ha una sua razionalità che va oltre i soggetti, essendo
il farsi dell’Idea, ragione per cui l’essenziale è essere protagonisti,
gestire il potere…, altro che la Storia degli ‘esclusi’ teorizzata
dall’amato Manzoni! A questi si aggiunge l’irenista cardinale Bassetti,
presidente della Conferenza Episcopale Italiana in missione a Bruxelles,
attentissimo a sostenere la linea papale che sta trasformando la Chiesa
cattolica nella Compagnia di Gesù, inclusi i molti difetti di attivismo,
autoritarismo e disinvoltura, specie nei confronti della Verità: bisogna fare
un governo sostiene. Già, ma che governo? Si ricordi della Chiesa italiana che
ha definito Mussolini “l’uomo della Provvidenza”; solo pochi intellettuali ed
universitari cattolici (FUCI) salvarono l’onore della Chiesa stessa,
opponendosi… Non è il caso di vedere i contenuti dell’azione politica ed il
tipo di governo o è esercizio troppo difficile per i credenti?
Prescindiamo
per un momento dal programma: abbiamo letto il Paper (paperino…) del
prof. Della Cananea che in stile cassesiano giustappone, compara ed elimina i
punti più controversi e qualificanti… inclusa la compatibilità economica delle
proposte. Gli inglesi nei loro clubs comparano molto meglio perché
aggiungono qualcosa, formulano proposte, diversamente dal tecnico (…) che,
secondo la trovata del ragazzo Di Maio, come ‘esperto’ avrebbe dovuto
sciogliere il nodo gordiano dei contrasti tra i partiti. Questo la dice lunga
sulle idee confuse del capo politico pro-tempore della setta: le scelte
le affidiamo ai tecnici perché noi non siamo capaci a farle!
Il
Di Maio è arciconvinto (o fà finta) che gli italiani vogliano il governo del
‘suo’ cambiamento e critica il lepenista - dove sta l’antifascismo della
Carnia?- Salvini che sta battendo il Friuli ma anche la Venezia Giulia che col
Friuli non ha nulla a che fare, anzi… per convincere soprattutto i friulani
gente laboriosa, indipendente, ma anche bizzarra, a votare lo scialbo Fedriga.
Per Di Maio il Salvini, rifiutandosi di sacrificare Berlusconi, preferisce il
bene dei suoi alleati al bene degli italiani che, secondo lui, consiste
senz’altro nel realizzare il programma proposto dalla setta, omettendo di
rilevare che il Salvini all’europeismo e all’atlantismo non ci crede…
La
setta che preconizza il pianeta Gaia è pura, come i Catari e cioè i Manichei
(…) - tutto il bene da una parte, tutto il male dall’altra -, per cui non si
allea; offre un ‘contratto’ con soggetti che sostengono tesi opposte;
sarebbe come dire: tu sei un mascalzone ma io ti affitto ugualmente il
mio terreno con le dovute garanzie…; come premessa non c’è male, per il momento
non c’è accordo sul canone ma neppure su chi voglia concludere con un
proprietario così arrogante...
Come
interpreti del ‘nuovo’ - anche Hitler era nuovo al suo tempo…, anche Lenin…,
anche Maduro in Venezuela… - si arrogano il diritto di ‘primogenitura’
per guidare il governo perché sono il primo partito… eppure nessuno ha
spiegato loro che in una democrazia parlamentare non siamo alle Olimpiadi
e prevale chi è in grado di raccogliere voti sufficienti per avere la
maggioranza parlamentare…, altrimenti si fà un nuovo sistema in cui, come sostenuto
da Rousseau, per l’appunto…, qualcuno interpreta la ‘volontà generale’ ed
elimina, ad esempio, quell’impostura della proprietà privata -sempre
Rousseau-…: altro che democrazia rappresentativa, altro che delega! Come si sa
Rousseau è finito pazzo, ma non importa, serve sempre per uscire dal
‘pantano’…, come lo chiama il Di Maio, costretto a riconoscere che ‘nessuna
forza politica può fare da sola’ nell’attuale quadro, con citazione implicita
di Monsieur de La Palisse…
Alleanza
di governo, a casa nostra, significa che i motivi di accordo sui
contenuti sono superiori a quelli di contrasto per cui si lavora insieme per un
progetto concordato che diviene comune e ciò comporta fiducia reciproca,
necessaria in qualsiasi associazione di persone, in qualsiasi progetto. Ci sono
problemi enormi incombenti che ci riguardano, come le scelte in Europa a giugno
prossimo, l’attesa dei mercati finanziari, per ora sotto controllo ma non per
sempre…, con rischi di turbolenza grave che inciderebbero sulla nostra
vita quotidiana. In sede internazionale, malgrado i peana del conte Gentiloni
che invita l’Europa a non decidere senza l’Italia, il ruolo del paese è sempre
più residuale: fanno senza di noi e questo dipende anche da chi saremo
rappresentati; non è vero che tutti sono interscambiabili come sostiene la
setta –si vede dove amministrano che risultati producono!- o negli ambienti
massonici che considerano le persone come soldatini, ispirandosi alla gerarchia
militare: ognuno, invece, ha il suo carisma, le sue qualità.
Un
governo con soggetti così eterogenei non potrebbe durare perché le idee hanno
bisogno di gambe e le persone rilevano; del resto basta guardare alla
storia, neanche lontana, del nostro paese ed ai governi cosiddetti ‘balneari’
della prima Repubblica per capirlo.
Il
Partito Democratico deve ripensare quel che intende fare e rinunciare a divulgare
in Italia un blairismo che ha fallito nel Regno Unito; ci vuole
tempo, fiducia ed un confronto ideologico e tecnico, senza scorciatoie.
L’opposizione ad un governo populista, se si formasse, consentirebbe la
sedimentazione delle tensioni e di ritrovare una ragione di unità. Se poi non
ci fossero maggioranze idonee a formare un governo, bisognerà prepararsi
ad una campagna elettorale ben diversa da quella condotta dal Pd e cercare di
spiegare a quelli del ‘contado’ –per contrasto con la popolazione delle
aree urbane…- che hanno votato per protesta che se persistono ne va di
mezzo il loro pane quotidiano.
Purtroppo
pochi sofisticati conoscono Aristotele che nell’Etica grande scrive: «Il
comandare non è possibile a tutti: tu non hai nell’anima nulla per cui tu possa
comandare e governare» e Tommaso d’Aquino chioserà: «chi non
sa governare sé stesso non può neppure governare gli altri». Et
de hoc satis.