Da tanto tempo non scrivete più nulla sulla Chiesa. Forse siete anche voi, come me, senza parole di fronte a tutto quel marciume che sta venendo fuori con queste questioni sulla pedofilia e l'omosessualità? Certo che questa assemblea che si sta svolgendo in Vaticano è tutto quello che mai avremmo voluto sentire, che mai avremmo immaginato... Fa bene papa Francesco a far emergere la verità, a stabilire regole e sanzioni, ma temo serva a poco. E poi la desolazione nei nostri cuori... Elvira Bisso“Siamo a Siviglia, al tempo più pauroso dell’Inquisizione, quando ogni giorno in Spagna ardevano i roghi per la gloria di Dio: con grandiosi autodafé si bruciavano gli eretici… Egli scende verso le vie roventi della città meridionale… Il popolo piange e bacia la terra dove Egli passa. I bambini gettano fiori davanti a Lui, cantano e Lo acclamano: ”Osanna!”. ”E’ Lui, è Lui”, ripetono tutti… Egli si ferma sul sacrato della cattedrale di Siviglia e – dopo aver risuscitato una bambina – ecco, in quello stesso momento, passare accanto alla cattedrale, sulla piazza il cardinale grande inquisitore in persona: E’ un vecchio quasi novantenne, alto e diritto, dal viso scarno, dagli occhi infossati, ma nei quali, come una scintilla di fuoco, splende ancora una luce… ”Sei tu? Sei tu?”- Ma non ricevendo risposta aggiunge rapidamente: ”Non rispondere, taci. E che potresti dire? So troppo bene quel che puoi dire. Del resto non hai diritto di aggiungere nulla a quello che Tu già dicesti una volta. Perché sei venuto a disturbarci? Sei infatti venuto a disturbarci, lo sai anche Tu…”
Cosi Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, La leggenda del Grande Inquisitore (lb V, cap V).
La
 questione della pedofilia nella Chiesa cattolica, invece di essere 
trattata in termini  del mistero del male nel mondo, del peccato e dello
 scandalo dei consacrati per la contradizion che nol consente…, è piuttosto considerata
 in termini organizzativi, amministrativi. Il papa Francesco, che viene 
dai confini del mondo, ha in gran concetto la cultura tedesca che è 
l’esatto opposto della sua e che reputa, all’evidenza, cultura 
superiore. Infatti, si affida al cardinale Marx, presidente della 
Conferenza episcopale teutonica,o al
 teologo Kasper, intento a santificare Lutero, ad esponenti, cioè, di 
una Chiesa ricca, senza fedeli,molto attenta a corrispondere allo 
spirito del tempo, Zeitgeist, come a Tubinga, dove al posto di Tommaso d’Aquino è stato messo Hegel.
La relazione di Marx è parsa quella di un membro del Board di Volkswagen; a parte una spolverata iniziale di Lumen Gentium,
 dove si  raffigura la Chiesa, modello per l’umanità, qualcosa di simile
 all’Incarnazione del Verbo, il problema sembra esser quello di 
rinnovare il procedimento giuridico canonico,  introducendo la trasparenza e la tracciabilità, temi di gran voga.
Non una parola sull’essere preti oggi e sul reclutamento.
Non
 bisogna credere che i fatti raccapriccianti accaduti siano una novità 
del nostro tempo che pure è caratterizzato da materialismo e da 
licenziosità diffusa. Basti prendere un manuale di casistica dei gesuiti
 nel Settecento per vedere la retribuzione di colpe quali i peccati 
compiuti dal confessore in confessionale! Né è il caso di fare l’elogio 
di altre confessioni cristiane perché per i protestanti ed i loro 
pastori l’atmosfera de Il posto delle fragole è piuttosto 
illuminante del clima; quanto agli ortodossi si tratta, senza 
generalizzare, di Chiese cesaropapiste con tutto quel che ne consegue; è
 molto diffuso che i pope sposati si accompagnino, specie nei paesi, con
 le parrocchiane generando un grande scandalo, non denunciato; la 
gerarchia, del resto, fa parte della cinghia di trasmissione del 
governo- nel periodo comunista tutti i patriarchi erano parte dei 
servizi segreti, come quello bulgaro ad esempio- e gli scandali, 
compresa la pedofilia, ci sono eccome. Non è da credere che in altre 
religioni, quelle non cristiane, al di là delle proibizioni, come 
nell’Islam, questi eventi non accadano. Non c’è purtroppo una formula 
magica, ma certo si può ben riflettere sull’essere Chiesa.
Il
 celibato è un dono grande perché segno di povertà e di generosità, di 
apertura del cuore, ma come chiedere a dei ragazzi di impegnarsi tutta 
la vita senza verifiche serie sulla loro personalità e senza esigere da 
loro l’impegno a lasciare subito la vita consacrata quando si accorgano,
 a qualsiasi età, di non poter più vivere la castità? Nelle Fonti francescane
 apprendiamo che san Francesco in questi casi era drastico: lasciate 
subito l’abito, tornate nel mondo, diceva. Non c’è nulla di male a 
riconoscere di aver fallito, anzi è un segno di forza e di fede perché 
significa accettare la volontà di Dio: la vostra pace sia ne la Sua voluntade (san Francesco).
Il
 problema della pedofilia nella gran percentuale dei casi è connesso 
all’omosessualità, maschile o femminile, che (come tendenza) non è  in 
sé una colpa, ma che dovrebbe essere una condizione dirimente per la 
vita religiosa. Perché omosessualità e paternità/maternità, a nostro debol parere…, non sono compatibili, in quanto
 l’omosessuale è capace di grande fraternità ma la paternità, il 
generare vita è altra cosa, è proteggere la vita fisicamente e 
psicologicamente in vista della sua perpetuazione. Ci soccorre l’amato 
Dostoevskij, sempre ne I fratelli Karamazov che nella requisitoria dell’avvocato in difesa del parricida Dimitri parla del padre come di colui che “
 mi ha generato ed amato ,…mi ha prodigato la sua esistenza ,e fin dalla
 mia infanzia si è afflitto per le mie malattie, ha sofferto tutta la 
vita per la mia felicità, e non è vissuto che delle mie gioie e delle 
mie fortune!” (Ibid. cap. XIII). E ancora aggiunge “chi ha procreato non è ancora  padre, padre è colui che ha procreato ed ha meritato il proprio nome” (Ibid.). Sacerdozio, episcopato e consacrazione femminile sono soggette alla stessa domanda dei figli che è il popolo di Dio: ”Dimmi babbo, perché devo amarti? Provami babbo che io devo amarti!”(Ibid.).
Non ci sono più anime ardenti che siano
 disposte a lasciare tutto per la “sequela”? Pazienza, riconosciamo che 
siamo piccolo gregge e non Chiesa trionfante, cercando di interpretare i
 segni dei tempi, senza soluzioni facili, quelle del tempo presente,
 se crediamo che la vita non finisca  qui. Siamo preoccupati del destino
 delle generazioni future, allo stesso modo, però, in cui lo siamo per 
il dolore senza apparente risposta… di quella presente. La Storia della 
Salvezza e la Storia umana  non coincidono: resta il mistero della 
Trascendenza.
Qualsiasi cosa si faccia per impedire il fenomeno della pedofilia e della doppia vita dei consacrati
 sarà poca cosa se la domanda non diviene più radicale: come riusciamo a
 vivere oggi il Vangelo senza ferire i piccoli, senza dare scandalo? La 
Chiesa è sì l’arca dei peccatori perdonati ma… pentiti.
La
 chiave non è una soluzione tecnica, è l’umiltà. San Filippo Neri 
insegna che non si va in Paradiso - scusate, ci crediamo ancora, perché 
non pensiamo che sia una glossa: Oggi sarai con me in Paradiso”…-
 senza umiltà e forse la Chiesa dovrebbe riflettere su questo e su quel 
che san Gregorio Magno scrive della vita  di san Benedetto: non predicò diversamente da come visse.
Carlo Biancheri
 
