venerdì 20 ottobre 2017

VISCO / RENZI

Cosa ne pensi dell’affaire Renzi-Visco?
Bruno Esposito

Grazie per la domanda.
La difesa di Visco da parte della maggior parte dei giornali dell’establishment e di personalità così diverse, da Prodi a Napolitano, a Dini e a Monti  e di buona parte del Pd, la dice lunga sulla solidarietà della “fraternità”, diciamo così…, e sulla sensibilità per certi centri di potere intoccabili. La Banca d’Italia deve esser autonoma, secondo i principi internazionali adottati dal FMI, non solo perché fà parte di una rete di banche centrali che esercitano anche la funzione di controllo sul sistema bancario e lo regolamentano e, peraltro, siedono nel Consiglio della BCE, ma perché se dipende dal potere politico non può esercitare le proprie funzioni in modo indipendente. Ciò non significa che qualsiasi sprovveduto possa farne il presidente (già governatore). Visco, proveniente dall’ufficio studi, poi per lungo tempo distaccato all’OCSE, non è certo un esperto di vigilanza o di regolamentazione  e si è dimostrato un governatore senza bussola; soprattutto non ha messo mano alla supponenza, all’autoreferenzialità degli uffici che spesso fanno valutazioni profondamente errate, è parso timido con i forti ed imprudente con i “ladri di polli”. Far parte di un club non deve esser la garanzia di impunità quando si è inadeguati; purtroppo in questo paese è andata così fin dall’unità d’Italia, con qualche breve parentesi come quella di De Gasperi, dove nessuno paga. Pensate un po’ alla valanga di soldi pubblici buttati per coprire le perdite dell’IRI, ogni anno, per decenni… con i boiardi di Stato che ci sono tuttora ed infatti si manifestano in caso di attacco. Visco va sostituito eccome, perché la vigilanza è stata  carente, intempestiva e squilibrata, in certi casi, nella valutazione dei  crediti in sofferenza, imponendo requisiti patrimoniali che hanno determinato il commissariamento; sul piano internazionale, è caduto dal pero quando a Bruxelles hanno approvato una direttiva sul bail-in che penalizza solo gli italiani nel coinvolgimento dei depositanti. Soprattutto in Italia, infatti, si lasciano somme rilevanti in conto corrente senza investirle… Forse i depositanti, prima di aprire un conto corrente, dovrebbero mettersi a valutare la rischiosità della banca come si fà quando si acquista un’azione che è capitale di rischio? Questo è un errore concettuale gravissimo, sufficiente per dargli il ben servito per non essersi opposto efficacemente alla direttiva. Ciò detto, Renzi sbaglia anche quando ha ragione, perché è irritante nei modi come superbone, il personaggio dei fumetti che forse ha letto  troppo in gioventù a Rignano.

Carlo Biancheri


mercoledì 18 ottobre 2017

SMARRIMENTO GENERALE

Carlo Biancheri


Viviamo in un tempo strano che sembra essere di smarrimento più che di cambiamento.
L’economia nel mondo va avanti con lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, concentrata in poche mani e sotto il controllo di chi dispone di capitali importanti, mentre la ricchezza è sempre meno distribuita.
Il capitale finanziario persegue, secondo le consuete logiche, la massimizzazione del profitto ed i grandi intermediari, cinicamente immemori della crisi del 2008 da loro stessi provocata, chiedono nuovamente minori regole di mercato e trovano la sponda negli USA  di un presidente, chiaramente squilibrato, che non dimostra il minimo interesse per il bene generale, il bene comune  si diceva in altri tempi e, per giunta, quello dell’umanità stessa, dato il ruolo e la potenza americani.
La dimensione religiosa sembra avverare la profezia di Feuerbach e cioè che verrà il tempo in cui la fede in un Dio razionalistico verrà considerata superstizione…, il tempo in cui ad illuminare e riscaldare l’umanità non sarà la candela dell’ingenua fede, né la luce crepuscolare della fede razionale ma la pura luce della natura e della ragione (da L’essenza della religione). Sebbene gli avvenimenti successivi smentiscano la fede dogmatica nella ragione dell’uomo dell’Ottocento, ampiamente addormentata al tempo di Hitler, Mussolini, Lenin e Stalin e  di tutti i dittatori asiatici e latinoamericani e di molti capi africani che abbiamo conosciuti nel “secolo breve”, tuttavia si assiste ad una rincorsa da parte delle religioni, in particolare di alcune confessioni cristiane, ad un adeguarsi ai desideri del “mondo”, caratterizzato nelle società occidentali e non solo quelle… da narcisismo, edonismo sfrenato, dal rifiuto del sacrificio, dalla corruzione, dall’assenza di un progetto: in una parola, la vita vissuta come un istante e non come durata.
Sembra che tutti siano discepoli di Cartesio e di Kant perché incentrano le tematiche, i discorsi su questioni di “metodo” - i percorsi…- e non di contenuti e, quindi, in ossequio a Kant, le analisi sono “vuote”, formali: un bambino non dovrà più dire “ho fatto una marachella perché volevo la marmellata che mi piaceva, ma bensì… perché ho voluto la mia volizione”… Un metodo disumano … e stupido.
Questo bel metodo, insieme ad uno sconquasso sociale causato dal progresso tecnologico, comparabile al passaggio dai cavalli alla ferrovia e poi alla meccanizzazione, sembra  aver generato tante solitudini e lo smarrimento di molti senza neppure la saggezza degli epicurei che cercavano solo il piacere possibile… Rimane soltanto una cosa: l’attesa messianica di una palingenesi e la sciocca fiducia nel progresso nella Storia che, secondo Hegel, porterà senz’altro ad un traguardo ulteriore per l’umanità, superato l’ostacolo/l’opposizione…
Nuovo diventa allora sinonimo di positivo e così in politica il rifiuto dell’esistente ci porta nel mondo di chi gestisce la cosa pubblica ad una pletora di  giovani, chiaramente acerbi, cioè non preparati né umanamente e neppure professionalmente ma… non importa. Si fanno forzature come in Catalogna con una minoranza combattiva che si impone agli altri con lo stile dei soviet… E va bene… viva l’indipendenza, è un altro giorno, anche se il risveglio sarà amarissimo perché significherà una vita piena di problemi per ora inesistenti: l’atteggiamento ricorda  quello onirico della libera Repubblica di Fiume… Oppure in Austria, dove il trentunenne di bell’aspetto del partito popolare, che si alleerà probabilmente con i nazisti, non sa dire altro che bisogna fermare l’immigrazione: non conosce, l’incauto, Ammiano Marcellino che sul finire dell’impero romano vedeva il fiume di gente che traversava il Danubio sulle zattere e  le legioni romane sopraffatte che  osservavano inerti. Poi i nazionalisti, ex-comunisti dei paesi dell’Est Europa, che, con perfetta doppiezza, prendono i soldi dalla UE e chiudono i confini.
E da noi che succede? Che il M5S è accerchiato, a detta del candidato Presidente già aspirante ingegnere, poi aspirante avvocato e poi niente, Di Maio, perché la Appendino ha problemi giudiziari per falso ideologico – è indagata insieme a tutti i loro sindaci più rilevanti-… dopo aver avuto la responsabilità della mala organizzazione dell’evento a Torino che ha causato un morto ed oltre 1.500 feriti… ma ha un avvenire politico, a detta dell’autorevole giornalista Concita De Gregorio che l’ha intervistata… Caspita! All’evidenza, malgrado l’assistenza dell’ex seminarista, Torino non va bene e questa non sa che fare per combattere la crisi ma fà scena, quella sì: meglio apparire che essere? Grillo bestemmia sul blog? Il direttore di “Avvenire” che vedeva tante convergenze con i grillini suggerirà anche lui, come fece il Mons. Fisichella con Berlusconi a suo tempo in analoga fattispecie, che bisogna “contestualizzare”? Questi soggetti non sono in grado di formulare contenuti politici credibili e quando lo fanno sono risibili, malgrado i suggerimenti che all’evidenza non comprendono perché in tutti i loro interventi tecnici ci sono svarioni che denunciano ignoranza ed impreparazione. E poi la legge elettorale è una truffa perché li danneggia: non si discute del merito o si compara con quelle di Francia, Germania e Spagna che non prevedono le preferenze…, no ci danneggia quindi… è scandalosa, come dire se li avvantaggiasse andrebbe bene. Vorremmo sapere chi, sano di mente, può votare per chi ragiona così.
E Berlusconi? Ritorna come la mummia di Tutankamon e per far piacere ai trogloditi che lo votano ci racconta che gli africani sono grandi “scopatori” ma che lui ha insegnato ai libici l’uso dei bidet, perché esistono anche i preliminari erotici! A questo siamo e questo esprime il paese nella vita politica!
Perché san Tommaso scriveva che chi non sa governare sé stesso non può governare neppure gli altri? Perché, come spiega Aristotele nell’Etica Nicomachea, chi non sa governare sé stesso o è intemperante, cioè fa prevalere la parte animale dell’anima su quella razionale, o è imprudente, cioè si lascia trascinare dalle passioni. Tirate voi la conclusione.


giovedì 12 ottobre 2017

L'INFORMAZIONE PUBBLICA E' FAZIOSA?


Carlo Biancheri

Abbiamo assistito ad una intervista di Rainews24 ad Achille Occhetto  ed a Paolo Cirino Pomicino. L’intervista era inframezzata da collegamenti con la “piazza” di Montecitorio, dove impazzavano i giovanotti della setta, e con quella di Barcellona (deserta).
A dire il vero i due personaggi, anziani della politica, si sono espressi con una chiarezza, lucidità e profondità che non è moneta corrente nel dibattito politico attuale: la legge elettorale in discussione in Parlamento non va bene ma è un male minore rispetto al nulla che porterebbe all’ingovernabilità assoluta; la situazione attuale non è assolutamente fascista perché altrimenti gli sprovveduti non potrebbero proferire le dappocaggini che proclamano alle ‘folle’ dei loro adepti; la manifestazione in atto a Montecitorio, per il Pc sarebbe stata considerata un fallimento dato l’esiguo numero dei partecipanti, mentre una cattiva informazione fa sì che si continui a trasmettere per ore la diretta come se si trattasse di un evento rilevante. Così Occhetto. A questo punto il conduttore, che cercava di buttarla in burla, essendo stato in qualche modo oggetto delle critiche, si collega con la nota giornalista Agostini -sulla quale ci siamo intrattenuti in altro post- sempre lì in piazza Montecitorio a “cantare le gesta del pelide” arruffa-popolo di turno della setta e ad annunciare l’imminente arrivo – un vero suspense- del personaggio di grande spessore: il pregiudicato Grillo (con il piede in spalla?). Per tutta risposta alla critica di Occhetto la giornalista, con dolce sorriso, si avventura a dire: ’E già, perché il Pd le piazze le riempie’…, tanto che il conduttore si affretta a proferir qualcosa per assicurare che la tale era neutrale, naturalmente… Sia detto per inciso, chi conosce Roma sa benissimo che la porzione di piazza Montecitorio dove sono ammesse le manifestazioni è ben piccola: conterrà mille persone; si tratta di “piazza”o di cortile di caseggiato? Forse anche noi con famigliari ed amici riusciremmo col passaparola a riempirla… ed è tutto dire.
La questione suggerisce due considerazioni: l’informazione è pilotata e fà credere che un piccolo evento sia invece rilevante; non c’è alcun controllo nel servizio pubblico, né sanzione per informazioni scorrette, così come del resto nella maggior parte dei casi nel nostro paese. Già l’amato Manzoni ci ammoniva che “i colpi cascano sempre all’ingiù”, cioè che volano gli stracci che servono da capri espiatori, ma per gli altri…
Pomicino si domandava, giustamente, il perché di questa crisi profonda delle istituzioni. Sosteneva che i partiti erano pessimi ma che nella storia non vi è nulla di meglio – con buona pace delle teorie fantastiche del click- in quanto centro di mediazione di interessi e, soprattutto, di formazione politica. Nel nostro paese ci sono margherite, alberi, forza qui o forza là, stelle, articoli, ma non c’è una visione del mondo, un orizzonte verso cui operare e, aggiungiamo noi, si gioca sempre di rimessa perché non si sa formulare una proposta complessa e sensata. La classe dirigente d’antan ha avuto grandi responsabilità e difetti ma non è comparabile con quel che ci passa oggi il mercato…


giovedì 5 ottobre 2017

ABUSO DEL NOME DI DEMOCRAZIA

Rosa Elisa Giangoia
   Quello che sta succedendo in Catalogna evidenzia quei rischi insiti nel concetto stesso di democrazia nei cui confronti, fin dalle origini della sua teorizzazione e della pratica nella polis greca, menti accorte e sagge, come quelle di Platone e Aristotele, misero in guardia, privilegiando le capacità di analisi e di decisione di pochi di fronte alla prevaricazione di quanti potessero facilmente farsi trascinatori sfruttando l’incompetenza, l’irrazionalità e l’emotività.
   In Catalogna tutto questo sta avvenendo. Infatti ci troviamo di fronte ad una minoranza del 40% dei votanti che, avendo ottenuto un’adesione del 90% alla separazione dalla Spagna, vuole imporre la propria volontà, facendola passare per una decisione democratica, mentre si tratta dello stravolgimento stesso del concetto di democrazia, in quanto la soggettività di una decisione viene imposta come maggioritaria. Nello stesso tempo si infrange unilateralmente un patto di coesione sociale e politica che si era stretto di comune accordo quando si era unitariamente sottoscritta la costituzione spagnola.
   Un’accettabile decisione di separazione di una regione da uno Stato nazionale potrebbe avvenire solo nel caso in cui in quello Stato si promuovesse un referundum tra tutti i cittadini dello Stato stesso con un alto quorum di partecipanti per la sua validità e in tale votazione i favorevoli alla separazione fossero maggioranza.  E questo dovrebbe essere buon metodo di determinazione per tutti, anche qui da noi in Italia per evitare fughe velleitarie nella prospettiva del prossimo referendum del lombardo-veneto.
   La riflessione deve essere profonda, in quanto si stanno iniziando a mettere in discussione il patto sociale e la coesione nazionale a cui si legano i diritti dell’uomo e la solidarietà. Il pericolo è quello dell’affermarsi di una mentalità che privilegia i diritti e accantona i doveri verso il resto della comunità, incentrandosi in modo marcatamente esclusivo sul singolo e sulla sua sfera soggettiva nell’intreccio di imporre ciascuno le proprie convinzioni in una situazione di prepotenza ammantata di democrazia.

mercoledì 4 ottobre 2017

OLTRE MISURA

Carlo Biancheri


Nel quadro della ben nota lottizzazione del servizio pubblico RAI, il cui canone ci viene addebitato unitamente alla bolletta elettrica, per evitare evasioni, c’è una rete che spicca per avere dei collaboratori “creativi” ed è RAInews 24.
Ci sono giornaliste, sempre perfettamente pettinate che sfoggiano moda e monili, che proferiscono con aria dolce castronerie madornali e fanno sostanzialmente disinformazione, probabilmente senza saperlo, a giudicare dal livello culturale che emerge dal loro eloquio.
Da Barcellona siamo bombardati quotidianamente dall’inviata, una tale che sprizza entusiasmo per il governo indipendentista catalano che raccoglie il consenso del 40% dei residenti, se non andiamo errati… Dopo averci descritto l’eroica resistenza del popolo alla guardia civil, il fiume di folla, compiaciuta, all’evidenza, per la ventilata nascita di una nuova nazioncella (che cosa gliene venga non è ben chiaro, perlomeno a chi scrive…)  annuncia trionfante che il ‘parlamento’ catalano proclamerà l’indipendenza e che la UE – la poveretta ignora che ci sono la Commissione e poi il Consiglio ed il Parlamento e ancora Autorità come la BCE, non irrilevanti nella fattispecie…, ciascuno con i propri poteri- ha già acconsentito a favorire il dialogo (!) tra le parti  anche se  nel rispetto della legge –problema minore, aggiungiamo noi.
Ma cosa ha capito questa? E’ di oggi la dichiarazione del vice presidente della Commissione Timmermans che lo stato di diritto – leggi quello spagnolo…- va rispettato. A chi si riferisce la giornalista, al nuovo stato di diritto, quello del costituendo Stato Catalogna? Detto Stato però, come ha chiarito Juncker, sempre che trovi qualche altro Stato che lo riconosca –sappia la signora che senza il riconoscimento di almeno un altro Stato, nel diritto internazionale uno Stato non esiste, v. il caso della Transnistria, riconosciuta solo dalla Russia- dovrà fare domanda di adesione alla UE come paese terzo e l’adesione è approvata all’unanimità degli Stati membri… E allora? Inoltre, occorre aggiungere  che la Commissione,a norma del Trattato, in mancanza del consenso di Consiglio e Parlamento europei, può fare ben poco…
Mi spiace deludere le smanie della  poverina, ma per il momento c’è la Spagna e basta e per l’indipendenza… probabilmente ci vorranno tempo e quattrini…
Un’altra giornalista della rete è specializzata in questioni parlamentari e non perde occasione per dare la parola al M5S con fare materno, pur essendo stata contestata dalla loro “bassa forza”,diciamo così… Oggi abbiamo appreso da una deputata ‘intellettuale’ di quel gruppo che  con la nota del governo al Def non ci sarà nessun investimento, ma il documento servirà solo a non far scattare le clausole di salvaguardia-  imposte dalla UE, leggi per evitare l’ aumento dell’IVA- e volute dal Governo Renzi!! Questa è una menzogna che la parlamentare con sfacciataggine ed improntitudine  ha propalato in tv certa che gli spettatori, composti dal parco buoi…, non avrebbero capito. Per sua scienza sappiano la grillina e la gentile intervistatrice (…) che le clausole di salvaguardia sono antiche e rimontano  al 2011 ai tempi del governo del Cavaliere che ha così ben operato e del famigerato governo Monti, se non andiamo errati, e  si trascinano nel tempo perché la UE si fida poco – giustamente - degli impegni assunti dall’Italia: è sufficiente assistere a  certe trasmissioni televisive per esser diffidenti!
La morale qual è?

Che il servizio pubblico, forzosamente finanziato da noi, non ha controlli e che un giornalista può dire qualsiasi sciocchezza che gli passi per la testa o fornire informazioni parziali e fuorvianti,orientando l’opinione pubblica. Esiste pure una Commissione parlamentare di controllo presieduta dal Fico, notoriamente  dégagé… evidentemente del tutto inefficace.

domenica 1 ottobre 2017

LA COMICA FINALE



Carlo Biancheri

Ci tocca tornare sui ragazzotti e ‘segnorine’ che vogliono bruciare le tappe e fare i governatori del paese come nei videogiochi o più semplicemente come nel film, che probabilmente non hanno visto, Il grande dittatore di Chaplin.
L’occasione  sono le ultime esternazioni della giovine avvocata Raggi che esulta per il  fatto che venga archiviata l’accusa contro di lei per abuso di ufficio, a fronte di un comportamento qualificato comunque come ‘illegittimo’ dalla Procura di Roma, mentre si compiace di esser  rinviata a giudizio, soltanto (…), per falso in atto pubblico che comporta una pena di reclusione superiore  di due anni rispetto a quella per abuso d’ufficio…: se la logica ha un senso…
Si duole la Raggi della mancanza di indipendenza, a suo dire, dell’Oreb, l’organo di revisione contabile del Comune di Roma, e con lei l’assessore paracadutato da Livorno con qualche rinvio a giudizio sulle spalle e che ha risolto brillantemente il problema dei trasporti locali, facendo pagare il conto ai livornesi. L’indipendenza i membri dell’Oreb la hanno persa in fretta perché la Raggi, allora all’opposizione, li lodava per contrastare il sindaco Marino: delle due l’una , o ci è o ci fà, come si dice a Roma.
Incolpa il governo ora che non può più incolpare i predecessori perché il tempo trascorso comincia ad essere troppo per il degrado di Roma: vuole incontrare i ministri da un anno, dichiara, perché risolvano tutti i suoi problemi: le buche nelle strade, la sporcizia dovunque, le case popolari, le periferie degradate, la viabilità, gli stupri dove occorrono leggi speciali, a suo dire…, la manutenzione del verde, i cimiteri, i municipi che non funzionano, la decadenza della vita culturale e via discorrendo… Se il governo non la incontra ne scapiteranno i romani, aggiunge in tono minaccioso. Ma… non aveva sostenuto che con lei cambiava il vento? Che c’era una palingenesi?
È questo il vento?
A livello nazionale l’incoronato Di Maio svela il suo vero volto e minaccia i sindacati: se non si autoriformano ci penseremo noi quando saremo al governo, dando il tutto per cotto e mangiato… L’approccio  è autoritario come quello del Ventennio di cui portiamo ancora le ferite. Non sapendo niente di niente gioca sull’immagine, sulle dichiarazioni, ingannando gli analfabeti o i faziosi che lo votano. Ricorda la donna sindaco di Barcellona che, a fronte di un Referendum che è fuori dal quadro costituzionale della Spagna, perché pretende di costituire una nuova nazione, denuncia un’aggressione da parte del governo spagnolo. Aoh! Svegliati! Qual è il patto sociale della Spagna? Se vuoi distruggere la Costituzione spagnola devi anche sentire cosa ne pensano quelli con cui hai convissuto oppure soffri un’occupazione straniera? È sempre la solita storia: tutti i vantaggi senza pagare dazio.
I misfatti dei 5S richiedono però una riflessione sui motivi per cui siamo giunti a questo segno.
La premessa è che i partiti si sono distaccati da un pezzo dai territori e dalla gente e hanno subito gli avvenimenti senza formulare proposte adeguate se non un’Europa politica che non può nascere dall’alto ma dai comportamenti convergenti:ancora una volta l’approccio illuministico è sbagliato; questo ha avvantaggiato le compagnie di giro, per dirla in gergo teatrale, specie quella del pregiudicato, comico in disarmo.
Si è cominciato con l’idea fasulla che, giacché siamo tutti uguali, uno vale uno…, basti un click per decidere se stare o meno nell’Euro, se cambiare la Costituzione, se uccidere tutti i corrotti… Naturalmente un click ‘gestito’, per così dire… e questa idea è maturata nella mente del guru, già del gruppo Olivetti, poi dedito agli studi sui pianeti di cui si occupa la setta di Scientology. Mai che sia passato per la mente che certe scelte hanno una complessità paragonabile alla cura della leucemia sulla quale noi, personalmente, non oseremmo proferire verbo, e che non sono suscettibili di click; la mala genesi della Brexit dovrebbe insegnare qualcosa…, evidentemente non a loro.
Dietro a lui si è inserito il comico che voleva passare alla Storia, stanco dei suoi siparietti dove andavano ormai in pochi, e felice di esser riconosciuto ‘garante’ (di che?), padre nobile...
Poi i sinistri duri e puri entusiasti degli innovatori che avrebbero distrutto il sistema –leggi: la vita quotidiana di ciascuno di noi- non paghi della lezione della Storia sulle dittature del proletariato che non hanno realizzato alcuna società felice ma gulag. Loro, per la verità, paiono ben pasciuti e per nulla afflitti da problemi siffatti, anche considerato che esiste una distanza siderale tra le parole e le cose…
Poi il ciclostile di partito come il “Fatto quotidiano” e  i giornalisti/e entusiasti della novità che non hanno cessato di intervistare ragazzini che non avevano nulla da dire, salvo gli insulti, ma che costituivano comunque il nuovo come se la Storia consistesse nella novità purchessia: anche Mussolini era nuovo…
Le leggi, il quadro istituzionale non sono significativi per loro: è di oggi l’intimazione del consigliere pentastellato di liberare subito Andrea, uno degli anarchici fermati  in relazione ai disordini di Torino per il G7 sul lavoro.
La democrazia per funzionare suppone molta prudenza e maturità e non può esser affidata a chi sia privo di equilibrio.
Lo abbiamo ricordato: Marx sosteneva,  a proposito di Napoleone III, che ogni tragedia finisce in farsa; non vorremmo che, da noi, la farsa attuale finisse in tragedia per  cittadini ignavi o intemperanti.