domenica 18 agosto 2013

LA LINEA DEL COMPASSO Carlo Biancheri

Se voi andate ad Alexandria, raggiungibile con la metropolitana da Washington DC, troverete il Masonic Temple, aperto al pubblico, edificio lugubre sin dall’esterno; dentro ci sono le foto di molti fratelli americani con ruolo pubblico, tra cui quelle di tutti i presidenti degli Stati Uniti, Kennedy incluso! Se, per avventura, aveste mai partecipato a riunioni internazionali con rappresentanti di US Treasury o FMI o altri organismi internazionali a carattere economico, vi sareste immediatamente accorti che l’odg era già stabilito altrove (…) e che vigeva una gerarchia tra i partecipanti perché gli interventi di alcuni erano decisivi, per così dire… Il mondo è stato retto così e non dal 1950 in poi, ma da prima. Bisogna risalire all’epoca dei lumi, del regicidio, della trasgressione teorizzata, della filosofia del boudoir, della lotta a tutte le superstizioni, Chiesa inclusa, e della religione del progresso. Su cosa si fondava il progresso? Sulla ragione che coi suoi lumi avrebbe ricreato una sorta di Eden, elaborato dal Rousseau, in un periodo successivo, con lo stato di natura e col mito del buon selvaggio. Non si vogliono qui disconoscere i meriti acquisiti che hanno dato luogo alla definizione dei diritti e alla nascita dello Stato moderno e ad un uso meno arbitrario del potere. Ma, come Marx ebbe ad osservare, più che la democrazia, cioè il governo del popolo, si era introdotto il ‘democraticismo’, ben guidato da un gruppo di compari appartenenti ai vari circoli (del tennis, per caso?) che trasformarono il tutto in associazione di mutuo soccorso tra ricchi o carrieristi… Pensiamo all’unità d’Italia, fatta da un ristretto gruppo di politici, a tavolino, e sostenuta da un milione di uomini che per censo od altre ragioni avevano il diritto di voto… A centocinquant’anni di distanza si può affermare che sia stata realizzata? Lega a parte, non sembra proprio: continuano a sussistere comportamenti quotidiani diversissimi che si fondano su culture ancora patriarcali e contadine, da un lato,e commerciali o gianseniste/calviniste dall’altro, per rappresentare i due estremi. Se si guarda il rapporto con la cosa pubblica, sia lo Stato sia gli enti locali, tale diversità di atteggiamenti, fatte le debite proporzioni, salta agli occhi e si potrebbe continuare per ciò che attiene alla nozione stessa di legalità e come essa è percepita e il suo ambito (in molte aree d’Italia una violazione di norme è considerata tale solo all’interno di un contesto familiare, in senso allargato…). Eppure si è voluto fare l’unità perché gli italiani sarebbero stati fatti in un secondo momento: bravi! Non diverso è l’approccio col problema che sta vivendo l’Egitto. La nostra Bonino, grande esperta di mondo arabo avendo vissuto (un anno?) al Cairo per motivi personalissimi…, dove ha appreso l’arabo (non solo a dire Choukran, sia chiaro…) è per definizione un’autorità nella crisi medio-orientale. Questa signora aveva già pasticciato non poco come Commissario europeo, in una Commissione di chiara matrice massonica, sostenendo il Commissario Bolkenstein e la sua sciagurata direttiva sulla liberalizzazione dei servizi dove ne hanno beneficiato solo i paesi esportatori e non quelli importatori di servizi come l’Italia…; ha insistito su un approccio liberista ad oltranza, tipo Thatcher, come Ministro delle politiche comunitarie, gettando i presupposti, in ambito comunitario, per la piccola (…) crisi finanziaria che ha fatto fallire il sistema bancario inglese ed americano e di svariati altri paesi, come l’Irlanda, e messo in crisi il resto del mondo. Ci informa adesso che in Egitto i militari devono smettere di usare la forza e debbono accordarsi coi fratelli musulmani… usando il lume della ragione… La linea della Bonino è conforme a quella del Rappresentante dell’UE che si occupa di rapporti esterni, lady Ashton, quella gentile Sig.ra che fece persino arrabbiare il sedicente Ministro Frattini (c’è chi lo ricorda?) perché non diede alcun posto di rilievo all’Italia tra i diplomatici europei: Frattini l’aveva votata e pensava che la ‘sorella’ avrebbe trattato bene i suoi connazionali, superando il disprezzo che gli angli nutrono per noi… La Ashton, che sta in posizione chiave nell’UE, come quinta colonna di Washington, secondo la costante linea inglese, non assume mai una posizione diversa da quella degli Stati Uniti. Questi ultimi con Obama avevano sostenuto ampiamente Morsi perché aveva bloccato il confine con Hamas nella striscia di Gaza: il resto era irrilevante. Per chi ragiona, sembra che per stare insieme bisogna esser d’accordo…: come si fa ad andar d’accordo con chi si prefigge di introdurre nella legislazione la stretta applicazione della Sharia, islamizza le istituzioni e non è imparziale, che ha tra le sue fila terroristi, uno dei quali nominato governatore a Luxor, che dà fuoco agli edifici di culto di altre religioni (secondo il nostro vice-ministro degli Esteri Marta Dassu’, che è della partita,’ questo è una conseguenza dello scatenamento della violenza…’. Veramente, Sig.ra Dassu’, né i copti né i cattolici o protestanti c’entrano un fico secco con queste sollevazioni di masse di contadini che vengono dal basso Egitto e si accampano nei quartieri borghesi del Cairo o di Alessandria…, provocando reazioni di gruppi armati costituiti localmente…). Questa linea è ampiamente strombazzata dai giornalisti impreparati e settari: ci ha colpito in particolare quella di Rai-news che continuava ad ogni piè sospinto a ricordarci che Morsi era il presidente democraticamente eletto… Ma quali elezioni, Signora mia? Va bene che anche qui le elezioni… visto che la gente vota Berlusconi quali che siano atti di governo e gli altri… che compie…, però, prima di parlare di elezioni democratiche (!) in Egitto, bisognerebbe farsi un giretto per il paese, magari non adesso… Come volete esportare il sistema democratico in un contesto che segue naturalmente il ‘capo’…, a tutti i livelli…? La democrazia in tantissimi paesi del mondo riguarda una ristrettissima èlite e non le masse i cui comportamenti sono determinati da ben altri fattori. Torniamo alla Grecia. Nell’Assemblea dei cittadini, pochi partecipanti…, chi proponeva una legge che non fosse stata votata dalla maggioranza veniva sanzionato con la morte… La democrazia non è fatta di proclami, di disegni a tavolino, di scelte logico/matematiche, ma di ‘comportamenti’ quotidiani, di rispetto per l’altro, di obiettivi comuni, di solidarietà, di confronto: queste cose suppongono cultura… Prima di lanciare certi slogans, si consiglia di riflettere ed ascoltare…