mercoledì 29 ottobre 2014

M.me NOUY E I SUOI SERVI SCIOCCHI Carlo Biancheri



E così Danièle Nouy, che non ha mai messo un piede in una vera banca in vita sua, ma che le conosce  per lunga esperienza  di ‘controllore’, cioè di uno che per necessità di cose studia un ‘modello’, ma non sa minimamente come si faccia un fatturato e  quali rischi debba veramente fronteggiare chi concede un credito, l’ha fatta bella.
M.me Nouy, per chi non lo sapesse, come capo della vigilanza (Supervisory Council) alla BCE, è responsabile di aver  provocato la perdita in un giorno del 21% del valore delle azioni di Mps e poco di meno per la Banca Carige.
La decisa Sig.ra Nouy, della stessa statura di Napoleone, poco incline all’ascolto, ma dedita invece ad attaccare  con sufficienza chi non si unisca alle sue valutazioni, assai spesso bislacche, come emergeva nei lunghi anni delle sue frequentazioni del Comitato di Basilea dove sono stati disegnati i principi bancari internazionali, sotto pressione degli americani, principi che poi, a casa loro, gli americani stessi non applicavano… ha sottoposto agli stress tests le banche europee di  rilievo internazionale.
Lo scenario disegnato dalla Nouy, insieme agli scienziati dell’EBA, l’Autorità europea di vigilanza bancaria, presieduta da un italiano… che di guasti all’Italia ne ha provocati abbastanza (vi ricordate della rischiosità dei titoli di Stato italiani, comparati a quelli di altri  Stati membri, detenuti in portafoglio dalle banche italiane in piena crisi…?) prevede, come ha spiegato molto bene il professor Quadrio Curzio, uno scenario fasullo e che cioè il Pil italiano da qui alla fine dell’anno si contragga ancora e che l’anno prossimo perda 1,6% il che, essendo l’Italia, in percentuale, il 17% del Pil della zona Euro, significherebbe una catastrofe monetaria. Ma la Sig.ra Nouy ama il noir, le catastrofi, ma solo per alcuni Stati membri non per altri...
Sia chiaro, i nostri venticinque lettori sanno benissimo che non facciamo che denunciare la pessima condizione in cui si trova il nostro Paese, aggredito dalla malavita organizzata e dai populisti da osteria e governato, generalmente, da incompetenti, nella migliore delle ipotesi... per tacere  dei senesi che per decenni hanno considerato la banca una mucca da mungere ogni giorno, con progetti ambiziosissimi come il loro Duomo rimasto incompiuto…o dei genovesi che hanno consegnato la Cassa di Risparmio, con la benedizione del vescovo ad un personaggio (amico dei massoni?) arrestato… Tuttavia, non sopportiamo la prepotenza come quella di aver trascurato che ci sono fior di banche, al di là delle Alpi, piene di crediti incagliati o inesigibili o di derivati OTC, tailored made, cioè su misura… su cui, M.me la Commissaire, sarebbe il caso di fare qualche riflessione… giacché la crisi è stata provocata proprio dalla mancanza di regole come volevano i Bolkenstein, i McCreevy e persino la Bonino, come Commissario e come Ministro per le politiche comunitarie… (self-regulation a gogo, vero? Cioè il controllo lo dovevano fare gli stessi membri della cricca… e si sono visti i risultati col fallimento dell’intero sistema bancario inglese, irlandese e di grossissime banche statunitensi…) su  strumenti finanziari, carta straccia, che finivano nei portafogli dei piccoli risparmiatori per il tramite delle gestioni individuali o collettive, nell’ignavia dei ‘vigilantes’. Approfittando dell’analisi tardiva delle cause della crisi si disegnano ora per verificare la ‘resilience’ delle banche scenari apocalittici – perché non prevedere come ‘stress test’ lo scoppio di una guerra mondiale o il lancio di bombe atomiche… - che guarda un po’… «fanno cadere i colpi all’ingiù», come diceva l’amato Manzoni. È vero che se fallisce una banca dei Laender tedeschi non succede una catastrofe, ma se falliscono tante, tutte insieme? Non sono la  cinghia di trasmissione del potere locale dei partiti? Non finanziano soggetti che non rimborseranno mai il credito? Chi siede nei Consigli di sorveglianza di queste Sparkassen? Uhm…M.me Nouy, lei ci ricorda le  terribili emicranie di M.me Verdurin ne La Recherche…
Peraltro, la Sig.ra è sostenuta da quinte colonne e cioè da quegli italiani, da tempo all’estero, che  sembrano aver  rinunciato ad identificarsi , vergognandosene, con i problemi del Paese di appartenenza: loro sono ormai europei e quindi parlano con distacco di noi, infischiandosi delle conseguenze di certe ipotesi da fumetto del tipo Archimede pitagorico. Anzi, sembra che questi scenari siano applicati dalla Fed e dalla Banca Nazionale del Canada. Ma negli USA la vigilanza bancaria quotidiana non la fa soprattutto il Comptroller of the Currency?  La Fed non si occupa principalmente di politica monetaria o di scenari macroeconomici?
E ancora, a che cosa serve a proteggere dai rischi d’insolvenza un 8% di tier 1 se in un giorno una banca perde il 20% del valore delle proprie azioni? Cultura della ‘stabilità’ come la pensava Paperon de’ Paperoni quando si tuffava nella piscina di monete d’oro: ricordate? E’ il vizio di mentalità dei banchieri centrali: più capitale che si beve in un giorno di mercato aperto…
Demagogia ed obbedienza ad appartenenze, a parole d’ordine diffuse in confraternite demenziali che continuano a far danni, elaborando teorie e regolamentazioni insensate ed inefficaci, attente solo a non calpestare gli interessi del più forte… Che bella solidarietà europea!
Allora hanno ragione gli anti-euro o certe giovani signore della nostra politica che attaccano da ‘impunite ‘come si dice a Roma?
Ma niente affatto: invece di scegliere la ‘via stretta’ che consiste nel combattere in Europa con tecnici capaci e in grado di difendere, come fanno gli altri del resto, l’interesse nazionale, si fa il pianterello  lamentando che all’estero non ci stimano .Di chi è la colpa, dopo venti anni di cene eleganti, di economisti di bassa statura accademica, come diceva un ex Presidente del Consiglio? E’ una corsa in salita, ma non c’è alternativa, anche per svelare che il ‘re è nudo’ : non è il caso di applicarlo a M.me Nouy…sia chiaro!