martedì 20 novembre 2018

FINE DELLA RICREAZIONE PER IL GOVERNO CIALTRONE



Carlo Biancheri

Siamo  stati facili profeti, purtroppo, quando abbiamo scritto in tempi non sospetti che i mercati l’avrebbero fatta pagare a questo governo di dilettanti ed affabulatori che ha avuto una colpa gravissima: ha interrotto il processo di recupero dell’economia che bene o male i governi precedenti avevano innescato e ha creato un regime di instabilità. Oggi lo spread  dei titoli di Stato italiani con quelli tedeschi ha superato i  330 punti base, cosa mai avvenuta da anni e, soprattutto, nel primo giorno di collocamento della tranche di cinque miliardi di BTP, destinati al pubblico di piccoli risparmiatori, diversamente dal passato, ne sono stati collocati solo 400 milioni circa, segno che i risparmiatori non credono a questo governo. Inoltre, nel mese di settembre c.a. gli investitori esteri hanno disinvestito 1,6 miliardi sui titoli italiani. Lo spread a questi livelli mette in crisi il sistema bancario che deve ricapitalizzarsi a motivo dei titoli pubblici che detiene in portafoglio e anche le assicurazioni; se il sistema bancario va in crisi la concessione del credito si restringe e l’economia arretra, specie per un paese ancora troppo ‘bancocentrico’. Aumenterà anche il costo per chi vuole accendere un mutuo e così via… Infine, se il debito non si rinnova alle scadenze, non si pagano più i pubblici dipendenti e le pensioni: scusate se basta! Credete che la cosa sia considerata seriamente al di là dei timidi lamenti di Mattarella? Il Salvini ha detto che lo spread scenderà: che abbia avuto una visione? Lo sa quali sono i volumi e cosa significhi manipolare un mercato come quello del debito pubblico italiano?
Ormai siamo al livello in cui il ragazzetto steward allo stadio san Paolo di Napoli può dire che concorda con Draghi: perché non spiega in che senso concorda, tanto per rallegrarci se avessimo bisogno di una comica? Anche io concordo con Einstein… ma non vi so dire il perché.
Salvini, con la sua cultura del bar Sport, e drogato dal consenso degli allocchi, sostiene che la Unione Europea non si deve azzardare a sanzionarci perché altrimenti sessanta milioni di italiani… Noi siamo italiani ma ci ha calcolati in un gruppo virtuale, un po’ come fanno quelli della setta quando conteggiano maggioranze e minoranze. Tornano alla mente i  discorsi di Mussolini e, se il Salvini avesse studiato un po’, non tanto…, di storia forse saprebbe quali danni ha causato a questo disgraziato paese il capo del fascismo e come è finito.
L’ideologo della faccenda è il ministro del Cagliaritano il quale si è stupito della reazione dell’ Europa alla sua bella teoria. Si è formato in Banca d’Italia e  il metodo dell’Istituto è quello di sentirsi autoreferenziale: ‘to play God’ dicono gli anglosassoni e cioè la loro teoria è incontrovertibile anche quando è manifestamente erronea. Ha mandato allo sbaraglio il piccolo tenacissimo Tria, giurista più che economista, che continua a sostenere che la manovra non si cambia e che anche gli altri paesi hanno sforato il limite del 3% del debito, omettendo però di menzionare il nostro debito pubblico e compararlo a quello di ciascun altro Stato membro e non solo: il confronto spiegherebbe il motivo del niet europeo e, del resto, Draghi non ha forse detto che occorre diminuire il debito in essere?
Fin de non recevoir, dicono i francesi, più banalmente si può tradurre: fanno finta di non capire. Nel frattempo noi paghiamo i costi sempre più salati dell’apprendistato i cui termini chiave sono: punire qualcuno (mai quelli giusti a giudicare dai SUV di alta gamma che circolano e dell’evasione fiscale si parla in modo criptico o non se ne parla affatto…), cacciare i clandestini – ma non ci riesci Salvini, non ci sono gli accordi di rimpatrio o non funzionano…- bloccare le opere pubbliche perché fonte di malaffare, come le case chiuse di un tempo, uccidere i malavitosi –per ora solo annunci…- superare la democrazia rappresentativa perché i poveri cittadini devono potersi esprimere anche se poi uno – non uno vale uno…- si incaricherà di interpretare qual è la volontà popolare (…).
Questo è il quadro. Che altro debbono fare per convincere chi li ha  sostenuti di essersi sbagliato clamorosamente?