mercoledì 29 gennaio 2014

UN COMPORTAMENTO FASCISTA Carlo Biancheri

La gazzarra infame dei ragazzi/beta di Grillo organizzata questa sera alla Camera ha passato il limite perché si tratta di soggetti eletti, sebbene la nostra stima per i votanti sia pari a zero. Si sono dovute sentire sciocchezze e insulti alla Camera con contenuti da trogloditi, indice di un'ignoranza tanto più crassa quanto inconsapevole. Parlano del sistema bancario che opera in un regime di libera prestazione dei servizi non solo a livello europeo ma in sede GATS con conoscenze cialtronesche: scambiano la proprietà con la gestione della Banca d'Italia, ignorano tutto dei requisiti patrimoniali richiesti a livello europeo. Soprattutto non sanno cosa sia il mercato. Quel che emerge è la mera violenza, la prepotenza, l'irrisione senza la capacità di trasformare la protesta in proposta (seria...). Al di là del bene e del male? Più che altro un comportamento che ricorda i fascisti.

3 commenti:

  1. Ha fatto bene la Boldrini ad usare la ghigliottina, una decisione saggia, che ha posto fine ad una farsa messa in scena da incompetenti.

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  2. Dato che lei Biancheri sembra che di queste cose se ne intenda, potrebbe, per cortesia, spiegare in parole comprensibili agli inesperti cos’è questa questione della rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, che i grillini hanno fatto passare come un’ennesima necessità di tirar fuori soldi per gli italiani, mentre lei sembra dire nel suo post che loro non hanno capito niente?
    La ringrazio molto.



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    1. Consiglierei il comunicato del ministero dell’Economia e delle Finanze che interviene sul punto.

      Della questione ne abbiamo già trattato in precedenza. La Banca d’Italia è da lustri una Spa, con partecipanti al capitale privati. Tuttavia la sua attività è disciplinata per legge, ivi compresa la vigilanza prudenziale a fini di stabilità sugli intermediari finanziari. La prima sciocchezza sentita in questi giorni è quindi la c.d. ‘privatizzazione’ di Banca d’Italia che mantiene, invece, natura di ente pubblico. Agli azionisti è ora posto un tetto del 3% di partecipazione al capitale, superato il quale l’eccedenza va venduta sul mercato a determinati soggetti, con sede sociale in Italia. Per chi ha un’eccedenza rispetto al tetto (v. Unicredit o Banca Intesa) la cessione della partecipazione può comportare un guadagno rilevante. Inoltre, atteso che gli azionisti non possono incidere in alcun modo sulla gestione della Banca e sulle nomine - lo Statuto è disciplinato dalla legge - si è riservato ai portatori di quote la distribuzione degli utili per alcuni anni a venire. C’è stata una compensazione a fronte di un intervento fiscale sulle banche che ha consentito di coprire buchi temporanei di cassa nelle finanze pubbliche. Più in generale, mentre moltissimi paesi europei ed extra-europei hanno dovuto sborsare un’enormità di fondi per salvare il sistema bancario durante la crisi e noi no, attualmente le banche italiane fanno fatica a rispondere ai nuovi requisiti di capitale, disegnati a tavolino dal Comitato di Basilea e poi divenuti legislazione comunitaria.Come spesso accade, si tratta di provvedimenti regolamentari ‘illuministici’ (…) non del tutto praticabili. La rivalutazione delle quote con distribuzione degli utili serve al sistema bancario per cercare di tornare ad un’operatività normale, pur in presenza di un aumento delle sofferenze e dei crediti incagliati. Quello che i ragazzi del Parlamento non capiscono è che le banche sono imprese e debbono avere un conto economico…

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