sabato 19 luglio 2014

IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA "ANCOR CI OFFENDE" Carlo Biancheri

Non siamo particolarmente interessati alla sorte del povero pregiudicato, assolto da ogni delitto, uomo di cuore, si sa, particolarmente quando si tratti di aiutare giovani ballerine, modelle, attricette leste a spogliarsi quando capiti l’occasione, come abbiamo potuto apprendere dalle foto comparse per anni in tutti i giornali. La generosità sarebbe tanto più apprezzata dalle folle se diretta a sostenere vecchi disabili, come costretto a fare adesso, piuttosto che giovani nordafricane appartenenti a famiglie altolocate come quella dell’ex presidente della Repubblica Araba di Egitto; del resto la famiglia nel modo arabo è allargata…, come noto. Siamo invece interessati a riflettere se sia così ovvio che una Corte di primo grado veda completamente rovesciato il giudizio in appello. È vero che, nel frattempo, è intervenuto il pasticcio della legge dell’abile Avvocatessa Severino che impone nella concussione che sia provato il beneficio ottenuto dal concusso, ma quel che fà riflettere è un uso del diritto che l’amato Manzoni, ne I Promessi Sposi, denunciava riferendolo al Seicento. Dunque i giudici, certo non intimoriti dal famoso professor Coppi, come avrebbero potuto esserlo quei personaggi di campagna che venivano in città per la prima volta –ricordate la canzone Genova per noi? – ci dicono che il reato di concussione non sussiste. Ma neppure l’induzione alla concussione? Un funzionario di polizia che viene indotto ad affidare una minorenne ad un privato (!) che poi la passa a una fille de joie, dicono i francesi, contrariamente a tutte le prassi amministrative, al fine di evitare un incidente diplomatico internazionale…, non avrà pensato che dopo una telefonata del presidente del Consiglio dei Ministri la sua futura carriera avrebbe potuto continuare tranquillamente nell’isola di Montecristo o dell’Asinara se si fosse comportato diversamente? Il modo di ragionare, giuridicamente, di chi ha emesso la sentenza, pur in assenza di motivazioni, ci sembra fin d’ora connotato da un formalismo giuridico, da un positivismo in base al quale quel che conta è la letteralità della norma, non il fatto che noi poveracci percepiamo diversamente. Né c’è stata prostituzione con minore perché il noto pregiudicato ignorava l’età della fanciulla: evidentemente non si parlavano col giornalista Fede che pur era un avventore del sottoscala dove si svolgevano gli spettacolini, dopo le cene eleganti con la “sudamericana e la zoccola”, come diceva più la Minetti? I giudici, novelli Templari, rimangono adamantini, atarassici e non appaiono, dal dispositivo, turbati dal fatto, quantomeno insolito; reputano il reato insussistente. Vedremo le motivazioni. Fin d’ora però proviamo lo stesso sentimento di sconforto di Renzo nel contesto dei tumulti di Milano allorché diceva ad un crocchio: «Ora, andate a dire ai dottori, scribi e farisei, che vi facciano far giustizia, secondo che canta la grida: vi danno retta come il papa ai furfanti…» e «questa grida diceva proprio le cose giuste per me; e un dottore al quale io gli dissi che dunque mi facesse render giustizia…, questo signor dottore, che m’aveva fatto veder la grida lui medesimo, che è il più bello, ah! ah! pareva che gli dicessi delle pazzie». Noi crediamo che nella giustizia ius e iustum debbano coincidere contrariamente al positivismo corrente…

3 commenti:

  1. La questione del processo a Berlusconi per l'affare Ruby è abbastanza ridicola con tutti i problemi che ci sono nel mondo e anche da noi in Italia, come diceva Scalfari ieri su Repubblica. E' una questione della legge, ma certo che fare differenza perché Berlusconi potrebbe avere avuto rapporti mercenari con una ragazza di 17 anni e undici mesi o con una di 18 e un giorno e metterci su tutta questa questione giudiziaria, mi pare che non ne valga proprio la pena. Serve solo a capire che i processi sono politici e che assolvere o condannare Berlusconi dipernde tutto da come sono orientati politicamente i giudici.

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    1. Scalfari diceva anche che chi riveste cariche pubbliche deve farlo con onore e quindi comportarsi in modo esemplare, non solo rispettando le leggi. Non condiviamo affatto che le scelte giudiziarie siano influenzate da parti politiche ma da dappocaggine, ahimé,sì, come abbiamo scritto nel blog. Quel che è certo è che tutto il mondo ride. Noi poi siamo all'antica e ci sembra squallido il rapporto tra un vecchio e una diciassettenne o diciottenne.

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    2. Scalfari diceva anche che chi riveste cariche pubbliche deve farlo con onore e quindi comportarsi in modo esemplare, non solo rispettando le leggi.Non condiviamo affatto che le scelte giudiziarie siano influenzate da parti politiche ma da dappocaggine, ahimé,sì, come abbiamo scritto nel blog. Quel che è certo è che tutto il mondo ride. Noi poi siamo all'antica e ci sembra squallido il rapporto tra un vecchio e una diciassettenne o diciottenne.

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