domenica 28 febbraio 2016

LA PRESUPPONENZA DI ALCUNI PRETI


Carlo Biancheri

Non essendo clericali abbiamo accolto come una liberazione la definizione della "Chiesa  come popolo" nella Lumen Gentium del Concilio Vaticano II; definizione che tanto dispiaceva al Cardinale Siri ("ma allora cambia tutto…!") ed ai conservatori/reazionari del tempo, nonché l’enfasi del sacerdozio comune dei fedeli, tanto che, subito dopo il Concilio stesso, i laici intervenivano (spesso abusandone…) dopo l’omelia del sacerdote nella messa domenicale...
Senza scomodare Francesco piccolino che non fu mai prete…, tutti i credenti sono uguali in materia di fede, papa incluso, anche se  esercitano carismi diversi.
Notiamo, al contrario, che  in esito all’educazione clericale, il prete, spessissimo, si reputa su un piano diverso dagli altri e si sente  in dovere di insegnare, predicare, di pronunciarsi su qualsiasi tema, invece di annunciare semplicemente il Vangelo: dite quello che credete veramente, fà dire la Cavani a Francesco quando manda i suoi a due a due a predicare e ancora Gregorio Magno, a proposito di San Benedetto: "non insegnò diversamente da come visse…". Benedetto XV, vissuto in piena epoca di potere massonico e di modernismo, costretto a prendere atto della poca fede dei cattolici pronti a fare una carneficina tra loro con la prima guerra mondiale, veniva descritto, dagli emissari del Governo italiano, composto di massoni, come ‘non untuoso’…, e questa era reputata una grande qualità, abituati come erano a trovare negli interlocutori ecclesiastici quel sussiego, quell’atteggiarsi, quel recitare che riduce l’umano a caricatura.
Dal Concilio in poi abbiamo visto frotte di ex-preti od ex seminaristi continuare a predicare, ad insegnare da sposati su questioni attinenti alla Chiesa, molti dei quali ancor ora si spacciano per teologi, vaticanisti, ecc. - se uno ha sbagliato a scegliere perché continuare ad esercitare un ruolo che non è il suo ? – e ciò insinua il sospetto di una egolatria, talora malata, come in certi casi di pedofilia dei preti che dopo aver violentato un minore gli dicevano che era un onore aver avuto un rapporto con un messaggero di Dio…
Dispiace di dover rilevare che nella lettera di don Farinella e soci preti sulla legge Cirinnà si ritrovino atteggiamenti di chi predica con argomenti inconsistenti e con esibita certezza .
"Noi affermiamo che se in Italia vi fosse  anche una sola coppia di persone che convivono i suoi componenti hanno il diritto di esser tutelati e garantiti non solo come singoli ma anche come nucleo affettivo e familiare senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…" (art 3,2 Cost.).
Se fosse stato Mortati, Esposito o l’attuale presidente  della Corte costituzionale o il suo predecessore ad affermarlo ci saremmo soffermati a riflettere per comprenderne il senso. Si dà il caso che ci sia stata una sentenza complessa della Corte che riconosce che in base alla Costituzione il matrimonio è quello tra un uomo ed una donna… le altre unioni, pur legittime, sono altra cosa… e la competenza da costituzionalisti di Farinella e soci ci appare dubbia.
Non paghi, i preti firmatari ci avvertono che nella Bibbia non si parla della famiglia e che l’attuale è solo il prodotto della Storia… Uhm, la Storia… come la intende Hegel? Verità di fede pure questa? E se nella Bibbia non è citata la famiglia, anzi si danno esempi di famiglia poligamica,che significa? Vogliamo allora dire che il serpente ha parlato? Che la lapidazione è un modo usuale per esercitare la giustizia? Capisco che ai preti in questione San Tommaso stia antipatico perché con Aristotele ha sviluppato il concetto di natura umana da non confondere con naturalismo (…) ma noi non crediamo  che la natura sia un fatto culturale, come sostenevano il massone Kant e poi il Rousseau e poi il massone Herder che ingaggiò proprio una battaglia con la Scolastica per sopprimere il concetto di natura: sembra ci siano riusciti dopo duecento anni a convincere le persone… ma la natura non cambia, non se ne dispiaccia Edgar Morin col suo Le paradygme perdu: la nature humaine. Aristotele diceva che in una società in cui  tutti sono pazzi i savi sono considerati pazzi dagli altri…
Ancora, i preti dicono: occorre interrogarsi valutando non il diritto all’adozione (meno male…) ma la disponibilità e l’idoneità affettiva degli adulti… Che ne sanno i preti di bambini e di pediatria? C’è già una casistica sufficiente per stabilire gli effetti sui bambini con due mamme e due papà? Saremmo molto prudenti prima di dire come il giovanotto di Pontassieve: vince l’amore… Crediamo che non abbia letto Edmund White… dove emerge che l’amore è inquieto.
Queste cose non sono  da preti ma da laici, come insegnano il Concilio e anche laici specializzati…
Probabilmente l’aver abbandonato la ‘scienza’ dei principi rende del tutto disarmati dinanzi al concetto di natura, specie quando si devono affrontare temi come quelli della genetica o di cosa è vita, come più volte abbiamo scritto in questo blog.
Confessiamo che ci piace di più il curato d’Ars nel suo essere prete che incontrava tutti, anche  massoni e mangiapreti: è dubbio che fosse colto, è certo che era illuminato.

6 commenti:

  1. Ormai bisogna essere chiari e dire le cose con il loro nome e in italiano perché tutti capiscano. L'adozione del figlio del compagno omosessuale è un tramite per legalizzare anche in Italia la maternità surrogata che è una forma di egoismo massimo, in quanto due uomini impediscono deliberatamente e coscientemente ad un altro, impossibilitato a qualunque voce e scelta, di avere una madre, privandolo in questo modo del legame affettivo più forte che esiste in natura, in ambito umano e animale. Questo bisogna dirlo in modo chiaro e netto, a gran voce.


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  2. Ma perché preti che scrivono stupidaggini simili del tutto contrarie alla dottrina della Chiesa non vengono cacciati dalla Chiesa o almeno ridotti al silenzio onde non scandalizzino e deviino le anime dei fedeli?


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    1. I preti sono sempre meno e molti dei giovani credono di lavorare per una ong. Quanti di loro si soffermano e si confrontano con la vita, la morte, la loro adeguatezza? Vale per i preti ma anche per i laici. La maturità umana si è appannata. Quanto alle gerarchie.. vige sempre "...sopire e sedare..."

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  3. Spero che il figlio di Vendola e compagno non diventi il simbolo di una battaglia del tutto inopportuna per i bambini che senz'altro soffrirebbero tantissimo senza una mamma perché un bambino senza una mamma è senz'altro infelice. Sono stata in Russia in un grande orfanotrofio per pratiche di adozione e tutti i bambini chiedevano a gran voce una mamma, una cosa da stringere il cuore. Facciamo piuttosto dei bambini migranti un simbolo e impegnamoci tutti per aiutarli, invece di spendere tanti soldi a fabbricare dei bambini infelici.

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  4. Veronica Affaticati2 marzo 2016 alle ore 15:19

    Penso che riguardo all'utero in affitto dobbiamo tornare a fare una battaglia noi donne, perché quella è una pratica schiavizzante per le donne. Con le battaglie femministe degli anni Settanta eravamo arrivate a che la maternità fosse una scelta e non un'imposizione patriarcale. Ora con questa pratica rischiamo che la maternità diventi una questione commerciale con la riduzione delle donne del terzo mondo a "fattrici" per bassi compensi e con la prassi che se il bambino, quando nasce, non piace o è malato, venga ucciso. Una cosa aberrante.
    Bisogna chiamare di nuovo a raccolta le donne con tutte le loro energie per vincere questa nuova battaglia che l'egoismo maschilista e la forza del denaro ci impongono. L'Europa deve aiutarci, questa pratica deve essere messa al bando ovunque.

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  5. Emma Bonino non ha perso l'occasione per dire un'ennesima scemenza sostenendo che dare l'utero in affitto è come donare un rene! Ma quando mai? Donare un rene riguarda due persone adulte, responsabili e consenzienti, mentre far nascere un bambino con l'utero in affitto riguarda tre persone, di cui una paga abbondantemente un'altra per creare una terza persona che di tutto questo non sa assolutamente nulla, non può dire nulla, non può far valere la sua volontà, ma dovrà subire per tutta quanta la sua vita una condizione di sradicamento e di privazione che lo condizionerà fortemente sul piano emotivo e affettivo.
    Prima di parlare, pensare..., per cortesia!


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