domenica 20 maggio 2018

IL CONTO DELLA SERVA

Carlo Biancheri

Lo steward dello stadio san Paolo Di Maio così si è espresso a proposito dei giusti calcoli effettuati sulle coperture che l’infantile programma di governo M5/Lega richiede per essere attuato.
La notazione è una sorta di lapsus in quanto denota quale considerazione il giovanotto, proveniente dalla terra del lavoro, così chiamata in altri tempi, abbia della povera ‘serva ‘, come la chiama lui. Il mestiere di servo – forse nel napoletano la Rivoluzione Francese è durata pochissimo, perché il re borbone non riconosceva diritti, ma faceva solo elargizioni, concessioni ai ‘pezzenti’… - senza dover scomodare il pensiero di san Paolo al riguardo, non ha nulla di disdicevole, perché il lavoro nobilita l’uomo e, per citare l’amato Manzoni, ricorderemo che il padre di fra’ Cristoforo si vergognava di esser stato mercante, «non riflettendo mai che il vendere non è cosa più ridicola del comprare» (I promessi sposi, cap.IV) e così il servire non è cosa più disdicevole dell’essere serviti; i conti che fà la ‘serva’ non si distinguono da tutti gli altri conti, Di Maio, aspirante fautore della giustizia  sociale!
La povera serva del resto i conti li fà meglio del pool di esperti di Roccacannuccia o di Abbiategrasso che hanno messo insieme il programma casereccio’, buono per il 60% dei minchioni che credono che vada bene e che il governo si debba fare.
Al riguardo occorre ancora una volta spendere qualche parola sui media e segnatamente sulla giornalista Annunziata, presa come emblema di una pletora di personaggi che sulla televisione pubblica parlano a vanvera e fanno propaganda per chi gli aggrada, senza rispondere a nessuno.
Per chi paga il canone non è un bel vedere che la RAI arruoli soggetti che non padroneggiano gli argomenti degli intervistati e che, tuttavia, insistono con protervia nel portare avanti le loro ideuzze.
La Annunziata, nella fattispecie, ha  intervistato tre economisti sul programma dello sciagurato governo che dovrebbe nascere e tutti e tre hanno sostenuto tesi sensate, ma lei, non paga, insisteva a sostenere ipotesi che palesemente risultavano delle idiozie.
Vediamole nel dettaglio.
La cancellazione del debito di 250 miliardi di Euro relativamente a titoli di Stato comprati dalla BCE.
Il più favorevole alla tesi ha sostenuto che si potrebbe fare solo se lo facessero tutti a livello mondiale, ma essendo stata proposta malissimo – non può un pierino da solo sostenere: cancelliamo il debito- non è attuabile. E subito la Annunziata, defensor vinculi, ribatte: ma l’idea è buona… e poi in Sud America ha funzionato. A scuola da noi si insegnava a stare attenti a non mettere assieme capra e cavoli e negli Stati Uniti, che la Annunziata conosce tanto bene, si dice di non mischiare pineapples and oranges; infatti, l’intervistato nota che nel caso del Sud America il debito pubblico era detenuto da entità estere non dalla Banca centrale… e tant’è…
La flat tax.
Perché non va bene, chiede l’Annunziata? Con Reagan ha funzionato.
La risposta è: funziona in paesi dove si è produttori di materie prime e poi la flat tax di Reagan ha lasciato buchi enormi negli Stati Uniti e ha aumentato il debito pubblico di venti punti percentuali; anche uno sciocco capirebbe che col debito pubblico italiano in essere non si può fare. Tra l’altro c’è il problema della costituzionalità, ma per la signora de minimis non curat praetor!
L’introduzione della flat tax comporterebbe, nel programma, la cancellazione di tutte le agevolazioni, a cominciare dagli sconti fiscali sui lavori  edilizi, sul risparmio energetico, sulle spese sanitarie, sull’assistenza ai disabili…, insomma una macelleria sociale.
Tutte queste considerazioni per la Annunziata sarebbero ‘il pensiero dominante’ e, alla ricerca dell’ebbrezza del nuovo, la signora si vuole avventurare ad esplorare le proposte  dei poveri eretici e patrocinare a tutti i costi le loro buone ragioni, in questo spalleggiata da uno dei tre che ha affermato che il voto è sacro e se il 60% degli italiani vuol uscire dall’Euro va fatto: questa è l’idea che gli economisti hanno della politica.... Già ma quel 60% di minchioni è al corrente di come sarà la loro vita il giorno dopo l’uscita dall’Euro? Il latte si andrà a prenderlo dalle mucche con la bottiglia perché la moneta sarà subito svalutata del 40% e che garanzia avremo di continuità dell’energia elettrica? Non sarà male studiare quel che succede in Venezuela o in Equador, il modello per i 5S, tenuto conto dell’ampia comunità di equadoriani a Genova, città del comico pregiudicato in disarmo.
La morale è che alla scuola degli asini il voto può decidere di qualsiasi cosa e non è così  perché il voto è all’interno dei limiti imposti dalla Costituzione.
Se la maggioranza dei votanti decidesse domani, a maggioranza, di mandare gli ebrei nelle camere a gas per noi quel voto non varrebbe una cicca.
Capito Annunziata?


2 commenti:

  1. Mi pare che rischiamo con questo governo di precipitare in un burrone di sventure... Ma è possibile che gli elettori non se ne accorgano? Non potrebbe il Presidente Mattarella non accettare il programma in quanto in certi punti contrario alla Costituzione (Flat tax) o in quanto privo di coperture finanziarie?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fin qui il presidente della Repubblica ha dato prova di comportarsi come il re travicello. Dietro ad un formalismo di facciata ha accettato comportamenti contrari alla prassi costituzionale come la negoziazione del c.d. contratto di governo e la scelta dei nomi prima dell' affidamento dell' incarico. Il suo atteggiamento criptico probabilmente vuol dire debolezza e mancanza di visione.

      Elimina