mercoledì 22 giugno 2011

I contratti derivati conclusi negli anni dagli enti locali (nell'illusione di ridurre il loro debito...)

Abbiamo ricevuto questo contributo che ci è parso di grande importanza per le conseguenze che la pronuncia del supremo organo della giustizia amministrativa può avere sul Paese. Non si può, peraltro, sottacere che i mercati finanziari, specie quelli internazionali, potrebbero rifiutarsi in futuro di concedere prestiti agli enti locali italiani, creando seri problemi di raccolta di mezzi finanziari.

Due fatti :
1) il Consiglio di stato oggi 21 giugno sta per decidere se i contratti derivati  possono essere annullati per autotutela da Regioni, Province e Comuni. Se afferma il principio dell'autotutela, 33 mld di debiti possono svanire nel nulla.  Una bella somma.   A rimetterci sarebbero le banche soprattutto estere e le loro filiali.( "Il sole 24 ore", 21 giugno).

2) ieri una delle tre agenzie  "autorizzate" a dare le valutazioni di solvibilità dei debiti,  l'americana Moody's, ha minacciato di abbassare la valutazione per l'Italia. La minaccia di declassamento riguarda  per la prima volta un po’ confusamente anche i debiti degli enti locali.

Ma guarda un po’ che coincidenza!

Se Moody's  "declassa"  L'Italia,  il costo del  debito pubblico è destinato a crescere per noi.

Se  il Consiglio di Stato  afferma  il  principio dell' annullamento in autotutela  e cioè che gli enti locali raggirati dalle banche possono annullare i contratti, allora avremmo realizzato di colpo  buona parte della manovra di 50 mld  che l'Unione Europea  sta chiedendo all'Italia per portare il pareggio in bilancio nel 2014 : 33 su 50 mld di euro.
A questo punto Moody's non dovrebbe più declassare il debito italiano.
Ma si può dubitare.
Le banche di investimento  sono buoni clienti delle agenzie di rating e l'esempio Italiano  potrebbe essere seguito da altri paesi con forti debiti  anche dei loro enti locali in derivati come la Grecia, il Portogallo la Spagna e la stessa  Francia. Anche questi paesi, che hanno un sistema giuridico amministrativo simile al nostro, potrebbero cassare i debiti con an decisione della giustizia amministrativa. Il rischio per la finanza speculativa potrebbe estendersi.
Un colpo di coda dello stato di diritto!  Un inizio di liberazione dal giogo della finanza creativa?
Bisogna crederci, e schierarsi in questo caso a fianco del giudice amministrativo augurandosi che confermi l'autotutela e l’annullamento dei contratti nell'interesse dei cittadini e della giustizia

2 commenti:

  1. Certo che questo discorso è molto tecnico dal punto di vista amministrativo finanziari, per cui se non si hanno competenze specifiche in materia, mi sembra piuttosto difficile da capire. Potreste spiegare la questione in parole semplici, per tutti?

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  2. Sono debiti senza garanzia dello Stato.
    Sostanzialmente, prestiti ai Comuni con i tassi d'interesse per alcuni anni bassi, per cui si garantiscono loro liquidità subito, mentre si scarica l'alea di maggiori costi, come sempre in Italia..., sulle amminisrazioni future degli enti locali. Funzionano come un meccanismo ad orologeria ed ora questi debiti stanno esplodendo: i costi, gli interessi, le provvigioni per le banche sono molto aumentati.
    Se la sentenza del Consiglio di Stato costringesse ad una rinegoziazione dei contratti e saltasse il giudice competente, scelto contrattualmente a Londra, sarebbe un bel problema per le banche che lucrano moltissimo sui contratti in questione. Dovrebbero metterli tra i crediti in sofferenza e rinunciare alle liquidità che forniscono.
    Si può supporre perciò che le agenzie di rating, ben collegate con le banche che sono i loro migliori clienti, minaccino di declassare il debito pubblico italiano (con conseguenti maggiori oneri per lo Stato e per i contribuenti ) per mettere in forse la rinegoziazione sui contratti derivati degli enti locali italiani; in questo senso le agenzie di rating, se considerano il debito degli enti locali nel perimetro del settore pubblico, lo fanno aumentare di molto. Non si può sottostare alla logica e agli interessi delle banche; va ribadito che un comune, che impegna soldi dei contribuenti e che contrae in Italia, non può sottrarsi al giudice naturale italiano e che lo stesso comune in autotutela può sospendere il contratto.

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