mercoledì 29 giugno 2011

UNA SCELTA SBAGLIATA

Carlo Biancheri

Ieri si ricordava nella liturgia Sant'Ireneo, discepolo di Policarpo, che si dice fosse, a sua volta, discepolo dell'Evangelista Giovanni. Grandi meriti ebbe Sant'Ireneo nel combattere gli gnostici di allora, per alcuni temi attuali  nel nostro tempo specie nel separare divinità ed umanità del Cristo e riducendo la fede a qualcosa di evanescente.
Nella festa di questo grande santo del II secolo dell'era Cristiana viene annunciata la nomina del ciellino, di formazione, cardinale Angelo Scola ad arcivescovo di Milano, nientemeno che successore di San Carlo Borromeo. Grande merito del presule, lodato da Severino e Cacciari, filosofi dell'Arcadia che impera in tutti i mass media - arriveremo al punto, come scrive da par suo Molière ne Les précieuses ridicules, di chiamare i 'piedi' i 'cari sofferenti' per adeguarci al linguaggio 'politicamente' corretto?-  sembra esser quello di aver fatto parte della redazione di "Communio" che papa Ratzinger ha contribuito a formare, in antagonismo ai domenicani francesi ed olandesi che stavano dietro allo Schema XIII, poi Costituzione Conciliare Gaudium et Spes. Si sa che Ratzinger tomista non lo è stato mai né gli è congeniale, da Agostiniano qual è, la 'densità delle realtà create' e l' autonomia 'relativa' della creazione stessa ( Pieper ebbe a dire  di San Tommaso nel 1974, che se fosse stato carmelitano avrebbe preso, come di prassi nell'ordine, il nome programmatico: Thomas a Deo Creatore..., sottintendendo la bontà della creazione come richiamata da Genesi... tanto lontana da pessimismo e dal manicheismo...). Tutti i suoi amici sono ora in posizioni di grande rilievo nella Chiesa. Per chi scrive appare del tutto inopportuna la nomina a capo della diocesi di Milano di qualcuno che condivide le posizioni cielline,confuse in dottrina e caratterizzate da un approccio 'affettivo' e quasi integrista. A Milano sono  espresse dai lupi...e  da un 'Firmigoni', come lo chiamano i Radicali, a seguito dell'asserita falsificazione delle firme di lista..., e soprattutto da un oliato meccanismo di potere di cui si scorge a fatica la dimensione evangelica. Certo chi ha avuto a che fare coi tedeschi sa bene, salvo eccezioni, che una caratteristica dominante è la cocciutaggine e l'incapacità di cogliere il 'kairòs' (il momento propizio...). Nei dibattiti al Consiglio UE, a Bruxelles, non c'è verso di farli uscire dai binari degli interessi nazionali, ripetuti come un disco rotto, salvo poi adeguarsi alle posizioni dei più. Intempestività in tutto: ci sono voluti anni per insegnare  alla Sig.ra Merkel  a non fare dichiarazioni economiche, a mercati finanziari aperti, creando grossi problemi  agli strumenti finanziari trattati sui mercati, non solo di altri  Stati membri, come la  Grecia, ma al corso della moneta unica stessa. Che dire del Ministro  federale dell'Agricoltura  o di quelli dei Laender che accusavano i cetrioli spagnoli  per la recente epidemia dell'E.Coli, senza incertezze, come in altri periodi oscuri della Storia...? Benedetto XVI, incidente di Ratisbona a parte..., si comporta nello stesso modo?
Per la nomina si affida ad un cardinale del Québec, tradizione culturale di cacciatori e boscaioli, provincia canadese considerata di serie 'C' da Ontario o British Columbia, che si pongono astutamente sulla scia degli Stati Uniti per ritagliarsi un ruolo internazionale. Ouellet, redattore di "Communio" anch'egli, già studente all'Angelicum, ma senza aver lasciato traccia con maestri come De Vos, in grado di dialogare con  Merleau Ponty... e di cui anche Giovanni Paolo II si riconosceva (a torto, diciamo noi...) discepolo, ha guidato la nomina di Scola a Milano, in pratica una manovra di politica ecclesiastica.
Qualcuno si è mai chiesto se il popolo di Dio in Milano era contento? Se si trattasse di una risposta adeguata per far fronte a Chiese vuote, dove solo gli attivisti dei movimenti, privi come sono di 'acribia' e di critica... non si rendono conto che la testimonianza non è quella giusta? Né sul fronte liturgico, né su quello della cultura (che non è il bello alla Ravasi...), poco su quello delle opere e, soprattutto, l'incapacità di dar ragione della fede che è in noi?
Prevale una Chiesa burocratica dove si discetta dell'antico rito per favorire il 'ritorno' degli scismatici lefevriani. Gente giovane o anziani pervicaci possono proporre questo revival... Chi ha vissuto la svolta liturgica sa bene quanto la liturgia in volgare  abbia consentito la preghiera nella celebrazione eucaristica. Prima, la maggior parte dei fedeli  capiva  solo l'omelia, molte volte infarcita di scemenze, tanto che la gente sceglieva le messe dove sapeva che l'omelia era più breve... Le donne poi dicevano il rosario durante le funzioni liturgiche... E si vuol tornare alla messa in latino? Secondo il messale di San Pio V col celebrante, solo mediatore... rivolto verso l'altare? Un tradimento del Concilio Vaticano II, detto pastorale...
Nessuno che si prenda la briga di sentire l'opinione del popolo di Dio? Se si continua così e si prosegue come se la Chiesa fosse un'azienda, cito il card.Siri, purtroppo..., un organismo burocratico, si determinerà uno scisma silenzioso, semplicemente perché i fedeli non troveranno risposte spirituali da amministratori tutti intenti a perpetuare simboli che non corrispondono ai 'tempi', alla temperie culturale in cui viviamo. Non è forse indispensabile tornare a cogliere i 'segni dei tempi' di cui parla il Concilio?


9 commenti:

  1. La nomina di Scola a Milano è la riprova o meglio la punta dell’iceberg, nel senso di quello che si vede, delle lotte che si stanno svolgendo all’interno della Chiesa, soprattutto in Italia e che non perdono mai di vista anche la sempre possibile immediata elezione di un nuovo papa, data l’età avanzata di Benedetto XVI. Queste lotte ormai sono sempre più tra i movimenti all’interno della Chiesa stessa, soprattutto tra Comunione e Liberazione, Focolarini, Opus Dei e Testimoni dello Spirito, tutti molto potenti, anche perché tutti dotati di grandi disponibilità economiche, ufficialmente derivate da donazioni, ma… in realtà la capacità di fare affari non manca a nessuno. Certo che se si volesse applicare il Nuovo Testamento alla lettera questi movimenti non dovrebbero proprio esistere, sulla base di quello che dice San Paolo, che dice che tutti dobbiamo essere di Gesù e non di uno o dell’altro. Invece ormai i movimenti imperversano nella Chiesa e hanno anche messo in ombra gli ordini religiosi, anche perché quest’ultimi sono troppi, per cui si è creata una parcellizzazione dei religiosi, spesso con grosse proprietà immobiliari che non riescono più a gestire, ma nemmeno vogliono utilizzare per il bene comune, comunque per loro l’importante è non pagare l’ICI! Veramente anche gli ordini religiosi nella storia non hanno sempre dato buoni esempi di pace e di concordia, se pensiamo alle lotte tra francescani e domenicani nel Medioevo per contendersi le cattedre di Parigi, ai Cavalieri di Malta, ai gesuiti, ecc.. ecc. Ora gli ordini appunto sono deboli, a Roma mantengono parecchio potere, anche in Vaticano, i gesuiti, che però stanno sempre in guardia di non essere scavalcati dai nuovi discussi e discutibilissimi Legionari di Cristo, sempre più ricchi fino al commissariamento. Comunque la nomina di Scola a Milano li mette tutti all’angolo e rende manifesto che al Papa interessa dare una vittoria ai ciellini, che comunque hanno molte difficoltà ad espugnare la roccaforte del Vaticano. Questa nomina si può leggere anche in chiave politica, come un favore alla Lega e anche al Pdl dopo la vittoria di Pisapia, in quanto si verrà senz’altro ad ingaggiare uno scontro tra Curia e Comune su molte questioni.

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  2. Non sono d’accordo con quanto scrive Mantovano, perché secondo me i Movimenti rappresentano una ricchezza all’interno della Chiesa e soprattutto la possibilità di vivere carismi particolari con quanti li condividono in spirito di aiuto reciproco nella tensione verso la perfezione cristiana. Il riferimento a San Paolo non è corretto, perché tutti i fondatori dei movimenti si rifanno a Cristo e non ad altri e soprattutto cercano di rendere reale quanto ha detto Gesù nel Vangelo, cioè che dove due o tre sono riuniti nel suo nome, Egli è con loro. Questo in particolare è stato per Chiara Lubich il fondamento teorico del suo movimento dei Focolarini. Oltre i Movimenti, ci sono gli ordini religiosi, anch’essi nati per carismi particolari, ma, a parte quelli che hanno il Terzordine per i laici, essi impongono una dedizione assoluta al di fuori del mondo, mentre i Movimenti danno la possibilità a chiunque di vivere la propria fede nel mondo, nella vita quotidiana della famiglia e del lavoro, essendo sale e lievito, come dicevano i Padri della Chiesa. Ci sono poi le parrocchie, che però rappresentano aggregazioni su base territoriale del tutto casuale, mentre i Movimenti hanno il loro punto di coesione nel carisma specifico e proprio nelle parrocchie possono trovare un terreno di azione, con attività di aiuto, di supporto, di promozione. Anche voi, due tre quanti siete, che fate questo blog, vivete nella tensione di attuare un carisma e godete della presenza di Gesù che è con voi, proprio perché nel suo nome vi ritrovate.

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  3. Durante il pontificato di Giovanni Paolo II i movimenti ecclesiali hanno acquisito progressivamente molto potere, mentre si sono inseriti nelle strutture delle parrocchie, dove però sovente hanno portato occasioni di confusione, essendo per natura rivolti al loro interno, quindi con scarsa capacità di comunicazione, dialogo e collaborazione. Anche se è corrente il parallelo con gli ordini mendicanti del XIII secolo, esso non ha alcun fondamento, in quanto allora si trattava di ordini caratterizzati da radicalità evangelica e con il carisma della povertà, come è stato per i Piccoli Fratelli di Gesù nello scorso secolo, mentre i movimenti attuali hanno casse ben fornite, cardinali protettori doviziosi o potenti… ed in loro è diffuso un certo spirito del mondo, come testimoniano Comunione e Liberazione, nonché l’ “opificio” dell’Opus Dei ed altri ancora… Quel che necessita oggi è una teologia spirituale e solida al tempo stesso, in luogo di troppa psicologia ed affettività, oltre ad un recupero di sana laicità che riporti la messa a fuoco a quel che diceva il Concilio Vaticano II cinquant’anni fa e che è stato solo parzialmente attuato per ciò che attiene alla Chiesa nel mondo.

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  4. I movimenti, secondo me, hanno il grande merito di far sentire ciascuno partecipe di una comunità cristiana, di aiutare il singolo nella sua crescita spirituale di fede, di confortarlo, sostenerlo ed aiutarlo nei momenti di difficoltà, di sofferenza, di dolore, tutte cose che oggi nessun'altra realtà cristiana, ad iniziare dalle parrocchie, riesce a fare. In questo nostro mondo in cui la solitudine e l'abbandono sono situazioni sempre più diffuse, solo questi movimenti cristiani riescono a trovare occasioni di sostegno e di conforto, in spirito di vera carità e solidarietà cristiana. Lei parla della necessità di "una teologia spirituale e solida al tempo stesso, in luogo di troppa psicologia e affettività": a quale teologia si riferisce? chi ne sono gli esponenti? quali i testi significativi?
    Grazie.

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  5. Certo i movimenti hanno anche questo significato. Ma se hanno un carisma specifico debbono metterlo in comune con la Chiesa nel suo insieme,d ove le parrocchie costituiscono ancora un punto debole ma imprescindibile... Dove ci sposiamo? Dove ci battezziamo? Dove partecipiamo all'Eucarestia? ecc., ecc.
    L'impressione è invece che i movimenti si facciano setta, talora con una teologia arrafazzonata e con forme di preghiera/training che sconfinano con la psicologia. Dispongono anche di mezzi economici e, non di rado, si impongono alle parrocchie nella loro attività pastorale. E' in grado il Vescovo di fare una sintesi e di tracciare una linea pastorale di tutto ciò?
    Quanto alla teologia e agli esponenti di cui lei parla, se ha letto quel che è stato scritto in questo blog, saprà che la linea in cui crediamo è quella dell'aristotelismo (in filosofia) e del tomismo (in teologia, così come letto nel corso del Novecento. Tanti suoi esponenti hanno partecipato al Concilio Ecumenico Vaticano II, come Chenu, Congar, Maritain,e hanno suscitato l'ansia di rinnovamento nella Chiesa che sembra ora scemare.

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  6. La questione delle varie teologie mi sembra sbagliata e anche poco importante. Nella vita cristiana quello che conta è salvarsi l'anima per l'eternità e questo può avvenire solo dentro la Chiesa che, ispirata dallo Spirito Santo, è voce della Verità. Le varie teologie sono opinabili e talune linee teologiche (teologia della liberazione, Hans Kung) sono anche state espressamente condannate dalla Chiesa, per cui non serve seguire una teologia piuttosto che un'altra, ma serve (per salvarsi l'anima) rifarsi al Vangelo di cui solo la Chiesa è l'Interprete. I movimenti non saranno in grado di elaborare posizioni teologiche molto raffinate, ma questo non è il loro intento, né il loro compito, ma parlare (come fa lei) di teologia raffazzonata mi sembra inesatto e direi anche ingeneroso,perché si rifanno a posizioni della Chiesa in quanto tale, ed infatti sono tali e validi solo se stanno dentro la Chiesa, cosa che attualmente avviene per Focolarini, Opus Dei, Rinnovamento dello Spirito, Pentecostali ed altri.

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  7. Si può parlare di teologia in diversi sensi.
    La teologia è una riflessione, una comprensione della Rivelazione, un sistema di pensiero. Maritain diceva ne Le paysan de la Garonne che la filosofia sta alla teologia come il missile alla capsula spaziale: se la filosofia non è buona, la capsula (teologia) non va in orbita...
    Esiste anche una 'prassi teologica', per così dire, che è poi la 'spiritualità', secondo i carismi di ciascuno.
    Se lei legge Teresa di Lisieux o san Francesco, nei loro scritti, fanno teologia in quanto riflettono, interpretano la Scrittura...; del resto negli Atti degli Apostoli: quante volte si trovano posizioni diverse? La Chiesa deve fare una sintesi... da qui i Concili:guai a pensare che la teologia,che non è sinonimo di vuoto razionalismo,non sia importante.
    La sintesi non può essere un 'diktat', una decisione giuridica; richiede un confronto, un 'dialogo' (dia-logos), discorso tra..., un cammino.

    Lei ha ragione nel dire che ciò che più conta è vivere il Vangelo, ma come spiegare che Calvino lo ha vissuto in modo affatto diverso da San Francesco di Sales?Il confine col falso,col non vero è labile...Mi piace molto l'enfasi sull'adesione al Cristo,sulle opere per cui si vaglierà nell'Escaton la nostra fedeltà:l'istituzionen certi ambiti,si sbaglia pure...
    Io non credo,ad esempio, che le mortificazioni corporali, fustigazioni incluse, invalse nei secoli in contesti di vita materiale molto più aspra, di una durata di vita molto più breve, circondata da violenza, siano una valida spiritualità per il nostro tempo (lei sa bene che alcuni movimenti le praticano...).Se noi critichiamo l'Opus Dei è perché crediamo che una impostazione che riteniamo volontarista, giansenista non risponda all'esigenza di quel supplemento d'anima così ben evocato da Bergson.
    L'importante è vivere il Vangelo, ma non letto come noi lo vogliamo...(“umano, troppo umano” direbbe Nietzsche), ma con umiltà e nell'ascolto dei segni dei tempi, con la Chiesa tutta.

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  8. Non sono per niente d’accordo con la visione che ha Biancheri delle parrocchie. L’organizzazione territoriale delle comunità cristiane, cioè le parrocchie, aveva un senso quando le persone conducevano la loro vita sempre nell’ambito dello stesso territorio, con problemi simili (ad esempio, pregare per la pioggia, benedire i campi, ecc.), che appunto al territorio erano legati. Ma già molto presto è nata l’esigenza di altre forme di aggregazione, su base di carismi ed esigenze spirituali diverse, per cui si sono formati gli ordini religiosi, in cui persone, svincolate da legami territoriali, trovavano forme diverse di vivere il cristianesimo. Oggi non dica Biancheri che le parrocchie rappresentano il luogo in cui viviamo i momenti forti della nostra vita cristiana con i Sacramenti, perché al massimo in parrocchia si celebrano battesimi, prime comunioni, cresime e funerali (soprattutto), per stretta necessità determinata dalle norme canoniche, quasi mai i matrimoni, sempre meno in chiesa e per i quali semmai gli sposi cercano luoghi suggestivi e romantici. Ma la vera questione sta nel fatto che i legami territoriali tra le persone sono sempre più deboli: quasi non ci si conosce più tra vicini di casa e, se si hanno problemi comuni legati al territorio, sono inerenti la viabilità, i rumori, l’immondizia, ecc. e non certo di ordine spirituale, mentre si condivide sempre di più la vita in senso più profondo con persone lontane, per ragioni soprattutto di studio, di lavoro, di spostamenti vari, per cui a livello spirituale ci si trova in comunione con coloro che hanno le nostre stesse esigenze e vivono gli stessi problemi, magari in luoghi lontani; di conseguenza le aggregazioni avvengono, ad esempio, nei luoghi di lavoro o per condizione socio-culturale o soprattutto per esigenze spirituali di tipo carismatico. C ‘è poi il fatto che il clero secolare non riesce a gestire tutte le parrocchie, e questo già da secoli, come dimostra il fatto che molte sono state affidate al clero regolare, per cui non vedo perché altre non potrebbero essere affidate al clero dei movimenti, con l’aiuto dei laici consacrati o meno, anche perché oggi, se non ci fosse l’apporto dei movimenti, molte parrocchie non riuscirebbero più a fare le attività necessarie e di animazione utili per la vita cristiana, come avviene molto spesso in quelle aree del territorio italiano in cui, per riserve mentali dei vescovi locali, i movimenti non hanno accesso.

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  9. Se i movimenti prendessero le parrocchie chi non ne fa parte dovrebbe seguire il loro carisma?
    I primi cristiani, per caso, formavano una comunità in base ai carismi? O li mettevano in comune?
    Si vedono i limiti del criterio di territorialità, ma non si vede affatto come sostituirlo: ci vorrà un momento di sintesi in cui tutti si ritrovano? Quando gli ordini religiosi (domenicani, francescani) tengono una parrocchia, nominano un parroco, che risponde al vescovo non al superiore gerarchico...
    Quanto alla celebrazione dei battesimi, funerali, prime comunioni ,cresime, si tratta pur sempre nella maggior parte dei casi di sacramenti, o di momenti 'forti' nella vita cristiana.
    Credo, quindi, che occorra fare attenzione ai legami fondati sulle 'affinità elettive': il carisma è un dono e non può essere imposto a tutti.

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