martedì 15 dicembre 2015

MALVERSAZIONI POPOLARI...


Risposta di Carlo Biancheri a Michele Angelini

Egregio Signore,

   lei vola basso. Noi non siamo gli agit prop dei Monsignori ma sosteniamo una visione del mondo, una fede.
   Degli imbrogli dei vescovi infedeli o simoniaci poco ci cale… «Verrà un giorno…» scriveva l’amato Manzoni… e quello attendiamo.
   Ciò premesso lei m’invita a reagire sulle banche popolari oggetto di salvataggio.
   La  questione è complessa e, a sentire il profluvio di sciocchezze propalate dai politici demagoghi ed incolti e anche dall’attor giovine, nonché dai giornalisti che conoscono le cose per sentito dire e che vivono, nel migliore dei casi…, sulla leggerezza dell’Essere…, c’è da disperare sulle sorti di questo paese perché non si riesce o non si vuole approfondire l’argomento: si fà solo polemica strumentale.
   Innanzitutto queste Banche popolari hanno abbandonato da molti anni la loro funzione originaria e cioè quella di raccogliere il risparmio localmente per sovvenire ai bisogni dei piccoli imprenditori della zona o delle famiglie o, in generale, per finalità sociali. Erano banche della finanza bianca che si opponeva allo strapotere di quella massonica che governava le grandi banche, come, ad esempio, il Credito italiano, nato da capitali dei massoni tedeschi, o la Banca Commerciale Italiana di chiara fede laicista, diciamo così…
   Si cercava di incentivare l’azionariato col voto capitario che invogliava alla partecipazione ed al controllo di gestione dal basso… ma la società cambiava e questi istituti divennero presto preda dei cacciatori di deleghe, dei  dipendenti, dei sindacati e di avventurieri come si vide all’epoca della caduta del Governatore Fazio, poi assolto.
   In Veneto hanno fatto da sostegno alla politica locale e ci appaiono risibili le dichiarazioni dello Zaia sul tessuto sano del sistema in regione. Uno Zonin chi lo conosceva? Le stesse mammolette che oggi chiedono la testa della improvvida Boschi per via del padre (il salvataggio, cari adepti del pianeta Gaia, non c’entra un fico secco. Preferivate il fallimento? Fateci capire o meglio cercate di capire voi…)?
   Banche affidate ad avventurieri, loro sì in conflitto d’interesse, e diremmo anche  distrattori degli assets della banca.
   Il comportamento di questi soggetti e di molti loro clienti ricorda molto quello dei magliari. Ci sono vittime innocenti, certo, che hanno comprato prodotti ad alto rischio, in deroga al profilo di rischio previsto dalla normativa Mifid. Ma… quando uno si compra una macchina raccoglie centomila informazioni e ci pensa e ripensa prima di scegliere, mentre qui molti sono andati dall’oste a chiedere: scusi il suo vino è buono? Non si sono minimamente preoccupati  perché l’investimento rendesse almeno quattro punti in più dei BOT… Ci sarà un rischio o no? E i prospetti della Consob non avevano un caveat bello chiaro che diceva (in neretto?): chi compra questi prodotti può perdere il capitale?
   Ah…., ma le Autorità di vigilanza dovevano proteggerci… È solo nei paesi socialisti che il buon esito dell’investimento è garantito dalle Autorità pubbliche. In Bulgaria, in passato (!), le Autorità di vigilanza  approvavano le transazioni delle società quotate una per una… A quel punto chi si prendeva il rischio dell’investimento? lo Stato? Cosa vuol dire economia di mercato?
   Certo La Banca d’Italia e la Consob potevano fare di più (magari con presidenti diversi da un ex sottosegretario all’Economia con Tremonti, quello dello scandaletto…, esperto di contabilità pubblica… che con la borsa ha poco a che vedere) ma è risibile che l’inglese, Commissario  UE, Jonathan Hill, dia una lezioni all’Italia sulla protezione degli investitori , dicendo che quei prodotti non dovevano esser venduti; al tempo, signorotto.
   Per millenni gli inglesi hanno proclamato che la regolamentazione doveva esser by principles e non con norme uguali per tutti: disturbava la City…, il più grande mercato off-shore del mondo, e che bisognava proteggere la libertà di mercato, vedi l’industria finanziaria. La crisi finanziaria è stata generata soprattutto da loro e dai loro prodotti, con le banche americane (le filiali) che facevano a Londra tutto quello che era vietato loro in patria, grazie a quel che restava della separazione del Glass Steagall Act: nessuno le controllava perché  gli americani, a patto che non operassero con americani (…) non residenti, si fidavano delle autorità inglesi che al massimo le invitavano per un lunch a Canary Wharf, per conoscere i loro problemi…. Con questi bei metodi, sbandierati a Bruxelles dove l’Italia si indeboliva col famoso governo del cavaliere…, nel picco della crisi tutto il sistema bancario inglese è stato nazionalizzato e poi riprivatizzato e nessuno ha fiatato!
 In forza dei principi del Trattato e della liberalizzazione a go-go sostenuta dai nord-europei, non si  possono vietare tout-court prodotti venduti in tutto il mondo: sarebbe una discriminazione. Al massimo si potrebbero vietare ai clienti cd retail ma non facilmente…
   La Banca d’Italia in passato autorizzava le emissioni e dinanzi a flussi così cospicui di obbligazioni subordinate…, qualche pensierino avrebbe dovuto farselo. Ha fatto ispezioni? E in che tempi? Con quali esiti?
   E la Consob aspettava i reclami per avviare accertamenti preventivi sulle violazioni della normativa Mifid? Uhm… Certo la Banca d’Italia si adombra se la Consob manda i suoi ispettori nelle banche (specie di certe regioni…) ma, se manca il coraggio, forse è meglio  fare un altro mestiere…
   Non si può, in ragione della stabilità finanziaria, che è bene essenziale in una società di mercato, chiudere tutti gli occhi perché la verità dei comportamenti fraudolenti prima o poi emerge.
   È un boomerang, come è avvenuto.



Che strano che lei, Biancheri, taccia su questa questione delle banche, dato che è un argomento che sembrava che le interessasse molto e su cui avesse anche delle competenze. Non sarà che non vuol mettere in cattiva luce la Chiesa, dato che si legge sui giornali che Mario La Via, ora indagato, ha dato ha enti cattolici oltre 300 mila euro, un po’ alla diocesi di Civitavecchia, un po’ a quella di Tarquinia, un po’ ad un arcivescovo ucraino dal nome difficile, e poi ai focolarini e al collegio Madre del Divino Pastore, tanto per non fare torti... Naturalmente tutti per opere di bene e finiti, di sicuro, in beneficenza! Non ne dubitano i poveri risparmiatori truffati e derubati.

Michele Angelini




8 commenti:

  1. Ma chi doveva vigilare sulle banche onde non imbrogliassero i piccoli risparmiatori? o, meglio ancora, prima, affinché non facessero operazioni che le avrebbero messe nei guai? Il Ministro dell’Economia, la Banca d’Italia o la Consob? E noi paghiamo tutti questi controllori, sempre con soldi pubblici, perché non facciano nulla? E perché non l’hanno fatto? Per ignavia o collusione? Queste sono le risposte che vogliamo!

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    1. Risposte! Risposte! Diritti e diritti... e i doveri?La vigilanza assicura il fair play del mercato e la trasparenza o la stabilità, non che si evitino del tutto le frodi: vedi Enron in US o Parmalat. È un po' come se uno sale sull'autobus per sparare: è colpa della polizia che non ha vigilato?

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  2. Cosa vuol dire “sosteniamo una visione del mondo, una fede”? Mi pare un ritorno all’idealismo ottocentesco con tutte le sue conseguenze. Quello che conta è la realtà e la realtà della Chiesa di oggi è lo scandalo, dagli abusi sessuali alle malversazioni economiche, agli intrecci tra sesso e malaffare, cose su cui aumentano le notizie di giorno in giorno. Quello che dobbiamo ricordarci è l’anatema del Vangelo contro chi scandalizza.

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    1. Cosa c’entra l’idealismo? Anche se in senso ampio il termine comprende diversi sistemi filosofici, come il platonismo, che privilegiano la dimensione ideale rispetto a quella materiale, sostenendo così che l’unico vero carattere della realtà sia di ordine spirituale, l’idealismo affermatosi tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento è una visione del mondo che riconduce totalmente l’essere al pensiero, negando un’esistenza autonoma della realtà fenomenica, cioè quella che ci appare, ritenuta il riflesso di un’attività interna al soggetto.
      Questa è “una” visione del mondo, a cui se ne affiancano molte altre: noi ne seguiamo una diversa, il realismo ontologico sulla linea di Aristotele e della sua rielaborazione cristiana effettuata da San Tommaso d’Aquino.
      Detto questo, per quanto riguarda episodi riconducibili alla vita attuale della Chiesa, riteniamo che la prassi di alcuni, contraddetta da quella di altri (in primis papa Francesco), non infici il messaggio.

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  3. Mi pare che lei, caro Biancheri, abbia idee piuttosto confuse sui diritti e i doveri. Il cittadino ha il diritto di non essere imbrogliato dalla banca o meglio di non essere frodato, perché la frode è un reato, mentre gli organi preposti hanno il dovere di vigilare perché le frodi non avvengano, dato che sono retribuiti unicamente per svolgere questo compito. Allo stesso modo il cittadino ha diritto ad essere tutelato da chi di dovere (ugualmente retribuito per questo fine) affinché il porto d’armi venga concesso a certe condizioni e affinché non circolino armi illegalmente detenute.
    Il suo ragionamento fa acqua da tutte le parti.

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    1. Egregio Signore, che io abbia le idee confuse è un giudizio di valore e come tale soggettivo: lascia il tempo che trova.
      Certo che il cittadino ha il diritto… ma quanti diritti sono violati e restano impuniti?
      All’evidenza lei non conosce bene cosa significhi vigilare eppure si avventura in terreno non suo…
      Le faccio un esempio: Parmalat. Scientemente i dati contabili erano stati falsati da un gruppo di persone; i bilanci erano falsi. I revisori contabili erano della partita e i sindaci pure. Come scoprire l’inganno? Con la bacchetta magica, specie quando i più grandi intermediari del mondo continuavano a collocare nuove emissioni di titoli e le agenzie di rating(!) consigliavano di tenerseli? Lei come vigilante cosa avrebbe fatto? Lo stesso vale per la famosa SEC negli USA nel caso Enron…
      E così se uno sportellista consiglia di comprare un titolo inappropriato, secondo il profilo di rischio per l’investitore, le Autorità di controllo cosa fanno? Lasciano in ‘tutte’ le banche un plotone di uomini che passino al setaccio tutte le operazioni, giornalmente? Chi li paga? Purtroppo, nella massa delle transazioni (milioni) la logica è quella di ‘arriva lo sceriffo’… che giunge quando le pistole sono fumanti… e cioè a cose fatte…
      Come vede, le cose sono più complesse di quel che lei creda…, sebbene vada detto che nel caso di inerzia o di ritardi dei vigilanti… o di scelta della Banca d’Italia di non salvare questi intermediari, come nel caso Mps…, si dovrà giudicare.
      In finis, giacché viviamo in un tempo in cui quel che conta è parlare a prescindere dal contenuto, il nostro Presidente del Consiglio ha le idee così chiare che ha affidato all’Autorità anti-corruzione l’arbitrato sul contenzioso con gli investitori delle famose banche. Detta Autorità non ha alcuna competenza in proposito che si acquisisce con anni di esperienza: sulla base di quali criteri giudicherà?

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  4. Non sono uno sciocco sprovveduto, come lei pensa, e capisco benissimo che non si possono presidiare tutte le agenzie bancarie per evitare che i funzionari agli sportelli imbroglino i clienti, ma capisco anche che i controlli si dovrebbero fare a monte, affinché le banche nel loro agire non facessero pastrocchi che li inducessero poi a cercare di colmare i loro buchi attingendo con frode e destrezza dalle tasche dei clienti. Comunque dalla sua risposta ho capito che (lasciamo da parte la Banca d’Italia che ha anche altri compiti e funzioni) la Consob non può, non riesce o non vuole fare quasi nulla per garantire i clienti delle banche, per cui è uno dei tanti enti inutili che servono solo per stipendiare lautamente (a spese sempre dei contribuenti!) alcuni candidati a godere privilegi nel nostro paese. Della sua incapacità/inutilità ne è consapevole anche il presidente del consiglio (furbo come una volpe!) se affida ad altri di gestire gli arbitrati per i rimborsi.

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    1. Banca d'Italia, nonostante che il Governatore sia stato prontamente ed... improvvidamente ricevuto da Mattarella..., non è affatto immune da critiche; nell'ansia di diminuire il numero spropositato di banche e banchette italiane è intervenuta male e con callidità sulle Popolari, in modo per nulla trasparente per il mercato. Era al corrente delle sofferenze, degli incagli e dei crediti inesigibili o concessi senza idonee garanzie? Perché ha atteso tanto ad intervenire? La raffica di emissioni di obbligazioni subordinate non diceva alcunché? Non si interessava all'esito del collocamento? Poteva esser un indicatore di una gestione disinvolta... O le interessava solo la stabilità ad ogni costo? La Consob non è affatto inutile. La legislazione comunitaria la impone e se non c'è controllo il mercato diventa una giungla, come scriveva Keynes. Se poi l'amico di Tremonti e dei leghisti (?) Vegas non sia stato proactive... nelle ispezioni, questo è un altro discorso su cui non disponiamo di dati sufficienti per pronunciarci...
      Quanto all'arbitrato a Cantone è un'idiozia che fà il paio con le iniziative di politica estera del governo del tutto inconcludenti, specie in sede UE...

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