lunedì 28 febbraio 2022

"CHI UCCIDE IL TIRANNO E' LODATO E MERITA UN PREMIO" (Super Sent. Ib II dist. 44 art. 2 ad 5)

Carlo Biancheri

Chi ha scritto questo?
Che Guevara?
Veramente è san Tommaso d’Aquino altrimenti detto Doctor communis e la cui Summa theologica fu messa sull’altare al Concilio di Trento, quel Concilio a cui per oltre un anno hanno partecipato anche i Luterani ma nessuno lo ricorda…
Lo si trova nel Commentario alle sentenze di Pier Lombardo, testo fondamentale nel Medio Evo e poi nella Summa e nel De regimine principum.
Lo citiamo perché viviamo in un tempo di analfabetismo di ritorno, dominati in questo paese dagli pseudodibattiti politico-culturali nei talk shows televisivi o sui media, degni del Circo Barnum tra Barbie attempate, ballerine, pseudoeconomisti, intellettuali da salotto non propriamente socratici ma sicurissimi di spargere il Verbo alle folle adoranti, scrittorelli e giornalisti tuttologi, spesso ignoranti o aggressivi che scambiano la loro sensibilità momentanea per certezza assoluta. Il principio è quello di presentare tutte le opinioni, trascurando il fatto che, come per il dialogo vero, se mancano i fondamenti comuni, come si fa a mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, Hitler e Tommaso Moro?
È citato qui Tommaso, che aveva avuto il coraggio e la forza intellettuale di conciliare Aristotele, appena riscoperto, col messaggio cristiano - un po’ come fecero gli Arabi con Averroè e Avicenna - non a caso.
Anche l’attuale papa lo cita nelle sue Encicliche ma per dovere d’ufficio, associato al suo opposto e cioè l’arrogante nobile francese antropologo e gesuita Teilhard de Chardin, secondo il quale l’evoluzione (che resta una teoria…) e la Storia della Salvezza vanno, in ultima analisi e con qualche distinguo marginale, a coincidere, interpretando così Cristo alpha ed omega, col risultato di ingenerare una confusione non da poco nel mondo cattolico, un mondo che sembra aver smarrito la direzione nell’ansia di rincorrere la modernità la quale non è necessariamente un progresso con buona pace di Hegel: lo stiamo constatando in questi giorni drammatici.
Tommaso spiega nel De regimine principum perché si giustifica il tirannicida:
Il tiranno infatti, poiché, disprezzato il bene comune, ricerca il proprio, necessariamente graverà sui sudditi in modi diversi, a seconda delle diverse passioni cui è soggetto
State lontani dall’uomo che ha il potere di uccidere (Eccl IX,18) poiché uccide non per la giustizia ma per esercitare il potere secondo la corrotta inclinazione della volontà.
E non solo grava sui sudditi nelle cose corporali ma ostacola anche il loro bene spirituale perché chi aspira più a primeggiare che a essere utile impedisce ogni progresso dei sudditi, sospettando che qualsiasi loro preminenza sia di ostacolo al suo ingiusto dominio. Ecco perché i tiranni sospettano più dei buoni che non dei cattivi e la virtù altrui fa sempre loro paura
’.
Ancora:
Quando l’uomo governa senza seguire la ragione ma secondo le proprie passioni sregolate non differisce in nulla dalle belve’ (cap. III).
Il bene della Comunità è più grande e più divino del bene di uno solo: ed è per questo che talvolta si ammette il male di un individuo ad es. si uccide il brigante per dare pace alla comunità
Evidentemente nel XIII secolo le rotelle mentali funzionavano assai più delle nostre ma noi non trattiamo della legittimità del tirannicidio per invogliare ad uccidere Putin che è un brigante ma per
riflettere sulle vergognose reazioni di alcuni, politici, commentatori e intellettuali, in questi giorni dinanzi all’aggressione dell’Ucraina.
Abbiamo visto coloro che hanno capito subito che bisognava schierarsi dalla parte dell’aggredito e non credere che avesse ragione il lupo che accusava l’agnello che beveva alla sorgente sotto di lui di sporcargli l’acqua (!).Abbiamo invece ascoltato coloro che, pur rifiutando l’aggressione, ‘comprendevano’ le ragioni sottostanti all’invasione, come D’Alema e i criptomarxisti eterni, e, infine, abbiamo sentito gli irenisti e cioè quelli che sostenevano che bisognava far la pace e che avevano torto tutti e due i contendenti, l’aggredito e l’aggressore. La suora iperattiva, cosiddetta economista e messa in quanto donna cioè animale raro (…) a capo di qualcosa in Vaticano, sosteneva che l’unica via fosse la pace. Già ma don Milani, al passaggio della linea gotica nella seconda guerra mondiale, aveva ben capito e sostenuto che non fosse violenza sparare per difendere la propria casa, come quando i tedeschi in ritirata provocavano eccidi. Il principio secondo lui era quello di controllare il ‘mezzo’ e cioè la proporzionalità dell’uso delle armi per difendere gli inermi, concetto tomista.
Così nell’Enciclica Fratelli tutti (§ 256 a 262) il rifiuto della guerra giusta è sbrigativo come redatto dalla pletora di teologi à la page dell’attuale papa. Si omette infatti di distinguere la guerra di aggressione da quella difensiva e, ovviamente, con il controllo dei mezzi adoperati per difendersi. Basta la lezione che stiamo tragicamente vedendo per convincerli?
Non credo, l’orgoglio per le proprie idee che li caratterizza li rende ciechi.
Quanto ai politici nostrani a parte Letta, meno effimero questa volta, abbiamo sentito il signore formatosi al bar Sport di Milano Rogoredo sostenere che ‘bisogna costringere i due soggetti, uno che ha ragione e uno che ha invaso senza che se ne avvertisse il bisogno (!) a sedersi ad uno stesso tavolo’ e come no? Come dire che Hitler si dovesse sedere al tavolo con i polacchi occupati… Il lupo e l’agnello allo stesso tavolo. Questo succederà nell’Escaton, Salvini! Lo stesso Salvini, tra l’altro, non vuole mandare armi italiane in Ucraina e con la profonda cultura che ci imbandisce ad ogni occasione ha dichiarato: - non in mio nome...-, avendolo orecchiato dalle manifestazioni americane.
Quanto alla famiglia Adams – il gigante e la bassa di statura- ci riferiamo alla conservatrice attigua a Forza Nuova e sostenitrice del folle Putin in passato…. possiamo esser certi del sicuro atlantismo, solo che dai dibattiti in Parlamento i Fratelli d’Italia (dormiente…) hanno un atteggiamento con l’Unione Europea come se fossero dei creditori dinanzi ad un debitore inadempiente: l’UE per loro deve esser un Bancomat, le pretese sono sacre e loro (gli europei) debbono adempiere; diritti senza doveri.
Abbiamo sin qui vissuto per decenni giocando, votando per l’ultimo comico in disarmo che per cinque anni ha danneggiato il paese, e ora che la vita si fa dura non abbiamo i mezzi interiori per affrontarla.
Putin pensava che fossimo dei debosciati edonisti come alla caduta dell’Impero romano ma il coraggio e la forza degli Ucraini ci stanno facendo pensare.