Aristotele sostiene che ogni negazione comporta l’affermazione di una realtà diversa. Applichiamo al fenomeno Grillo questa affermazione giacché ha riempito la piazza San Giovanni a Roma e gli astanti, vivendo in un regime democratico dove il loro voto conta quanto quello di un intellettuale – non alla Dario Fo che non ci ha mai né affascinati né divertiti …nonostante il Nobel -, fanno temere per le loro scelte di voto. Gli eletti di quel movimento che faranno delle nostre vite? La Grecia antica oltre a paventare l’olocrazia (v. altro post in questo blog) aveva un tale concetto della democrazia che se un cittadino ateniese nell’assemblea proponeva una legge che veniva respinta era condannato a morte… Quante volte sarebbe morto Grillo con le sue proposte? ’Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare’ recita la saggezza popolare e all’analisi della realtà italica semplicista del guitto genovese che ha imparato l’arte dall’amico Villaggio, uomo profondamente amareggiato…, non corrisponde alcuna seria proposta a parte le negazioni da piazzista del tipo: non abbiamo mai detto che intendiamo uscire dall’Euro! Questa poi…: tra il vero e il mendacio non c’è soluzione di continuità. Forse siamo davvero al punto paventato da Aristotele dove i savi, in un mondo di folli, sono reputati stolti… Dove stanno le proposte? A forza di affidarsi ai guru si finisce in un mondo alla Renzi dove la gente parla senza conoscere e non propone soluzioni ai problemi con cognizione di causa: un mondo persuasivo, come la pubblicità, un mondo di adolescenti dove tutto è per gioco perché la realtà è tanto complessa che non si riesce a dominarla. Purtroppo l’atteggiamento è così diffuso che lo ritroviamo anche nella Chiesa dove i pastori scambiano il loro stato d’animo per verità rivelate… La Divina Commedia finisce col silenzio, tale è il rispetto per la parola, perché, con buona pace di Foucalt… non esiste alcuna frattura tra parole e cose e la realtà va vissuta, contemplata non violata. Invece le parole sono usate come frecce per convincere non per esprimere il vero. Quante volte nella Storia si è voluto separare la pars destruens dalla pars construens? E’ un Machiavelli in erba o un Lenin rinato chi pensa che usando mezzi di distruzione totale dell’esistente poi ci sarà la palingesi, la rinascita. Mai successo che noi sappiamo…